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Nuovi reggimenti che all’inizio venivano formati e sciolti in base alle necessità divennero
coscrizione obbligatoria.
elementi costanti e nel decennio del 1680 venne introdotta la Al
contempo, Mosca manteneva ingenti forze di cavalleria reclutata tra i cosacchi e i popoli delle
steppe a sudest.
Ai progressi militari corrisposero i miglioramenti del sistema amministrativo centrale. La rete
delle cancellerie continuò a crescere, andando a formare un apparato amministrativo proprio dell’età
moderna. La funzione principale era di riscossione di tributi per l’apparato militare. Alcune
cancellerie erano definite in base alla posizione geografica, altre in base alla funzione: c’era la
prikaz delle terre concesse ai servitori, quella amministrativa del tesoro e quella segreta che gestiva
la polizia.
Il consiglio dei boiari acquisì importanza, sebbene la moltiplicazione dei suoi membri ne diminuì
l’efficacia, e lo zemskij sobor lentamente sparì: venne convocato per l’ultima volta nel 1653.
Il codice delle leggi, la riforma della Chiesa e lo scisma
Le procedure burocratiche mal si accordavano con la cultura sociale dominante, ritenute troppo
impersonali da una popolazione abituata a vedere il potere monarchico come personale e ispirato
direttamente da Dio.
Lo zar dovette affrontare spesso il malcontento per via di tasse, corruzione e regolamentazione
del servizio militare. Quando nel 1648 una petizione di massa fu presentata ad Aleksej, egli la
rifiutò e questo provocò una rivolta. Egli riuscì a disinnescare la minaccia sacrificando alcuni
consiglieri impopolari e promettendo di rivedere le leggi incriminate, con l’aiuto di uno zemskij
sobor. Sobornoe uloženie
Nacque così il (codice dell’assemblea) nel 1649. Questo è uno dei grandi
monumenti giuridici di tutta la Russia: la prima raccolta di leggi applicata in ogni zona del paese e
rimase codice di riferimento poiché fornì norme giuridiche stabili. Ci si impegnava ad un buon
ordine, “l’amministrazione della giustizia sia uguale per tutti”, nel senso che la giustizia doveva
essere amministrata equamente e senza corruzione.
I provvedimenti del Codice rispondevano alle insicurezze dello zar e alle più immediate
lamentele del popolo: vengono infatti descritte le prerogative dello zar. Venivano proibite le
petizioni dirette che dovevano da quel momento essere presentate all’ufficio governativo. Il Codice
legò più fedelmente al trono la classe media, unificando le forme di possesso terriero e abolendo il
limite di tempo per il reclamo dei contadini fuggiti. Venne anche rafforzata l’istituzione della
schiavitù. Il Codice accrebbe notevolmente il controllo e l’autorità del governo: le sue disposizioni
ponevano l’accento più sugli obblighi e i servizi che sui diritti e inoltre irrigidirono le differenze di
classe all’interno della società moscovita. La creazione della Cancelleria per i monasteri diminuì
anche il potere istituzionale della Chiesa.
Nei decenni che seguirono i torbidi, sorse un movimento religioso guidato dagli Zeloti della
pietà, che predicavano il rinnovamento dei valori spirituali e non si preoccupavano soltanto di
morale ma anche di purezza della fede e devozione della Chiesa. I patriarchi incoraggiarono Mosca
a sostenere la cultura ortodossa e a introdurre istituzioni educative: furono fondate alcune scuole
monastiche. Il giovane Aleksej, era strettamente legato ad alcuni Zeloti e convocò un concilio per
Nikon,
discutere dei problemi relativi alla riforma; nominò patriarca inflessibile e ambiziosissimo.
Egli subito emendò i testi della Chiesa e il rituale liturgico ignorando le proteste dei conservatori,
che si riunirono al monastero delle isole Solovski per dichiarare la loro fedeltà ai testi non
vecchi credenti:
revisionati e consacrati dalla tradizione. Essi divennero noti come i indentificavano
la forma con la sostanza e credevano che il più piccolo cambiamento nei testi avesse un significato
nascosto.
Quando nel 1654 Aleksej dichiarò guerra alla Polonia, il governo fu affidato a Nikon, gran
gosudar’, ma Nikon non era come Filaret e le sue pretese gli alienarono la corte e lo scontro culminò
con la sua deposizione e la netta affermazione della supremazia del potere temporale su quello
spirituale.
Tuttavia allo stesso tempo il concilio confermò le riforme liturgiche di Nikon e scomunicò i
vecchi credenti con uno scisma. Benchè privi di potere politico, con il tempo gli scismatici
costituirono una società alternativa all’interno della società russa. Secondo i vecchi credenti usare il
sapere straniero per cambiare le forme e le pratiche religiose della Moscovia significava tradire la
vera spiritualità russa ortodossa sancita dai Padri della Chiesa, e questo tradimento portava alla
dannazione.
Nonostante le persecuzioni, i vecchi credenti sopravvissero. Molti cercarono rifugio in luoghi
remoti, contribuendo alla colonizzazione delle zone periferiche. Essi svilupparono una propria
cultura ad alto livello di alfabetizzazione e specializzandosi nella riproduzione manoscritta dei loro
testi.
Le riforme liturgiche di Nikon, che miravano a correggere errori evidenti, rappresentarono
paradossalmente un tentativo conservatore di ritornare al Cristianesimo delle origini e riportare la
tradizione moscovita nel solco dei testi greci. Mancando della necessaria competenza per una tale
opera, Mosca dovette ricorrere ai monaci educati all’estero. In questo campo Kiev era molto più
avanzata, aveva fondato un’Accademia ortodossa su modello delle scuole gesuite. Dopo la
deposizione di Nikon, il clero ucraino occupò molte posizioni importanti nella gerarchia
ecclesiastica moscovita. Il mutamento culturale
Il conservatorismo della Chiesa ufficiale del XVII secolo trovò espressione anche in tutta la sfera
culturale, portando a un’azione di retroguardia contro il progressivo diffondersi nella società
moscovita di influenze culturali estere. Nikon fece distruggere pubblicamente le icone in stile non
tradizionale. Vietava di vestirsi con abiti stranieri e di tagliarsi i capelli, la colonia di occidentali fu
segregata in un quartiere separato (che divenne molto prospero).
Anche a corte l’atmosfera culturale stava cambiando: Aleksej era molto osservante dei precetti
della Chiesa e per questo si guadagnò il soprannome “zar mite”. Appoggiò la riforma liturgica ma
non il cesaropapismo di Nikon o la xenofobia oscurantista. Le sue sortite in Polonia durante la
guerra dei tredici anni gli rivelarono un nuovo monto intellettuale e culturale. Al suo rientro in
patria, decise di imporre maggior serietà alla sua corte che cominciò ad interessarsi a idee, attività
ed artefatti nuovi. Attraverso agenti commissionari acquistarono regolarmente strumenti e ninnoli
europei, i nuovi mobili rispecchiavano le mode architettoniche europee. Grande fu l’influenza
italiana. A corte furono organizzate rappresentazioni teatrali private e i figli di Aleksej impararono
anche il polacco e il latino. Nacque una nuova scuola di arte figurativa che dava nuovi tratti alla
pittura delle icone, e ci fu anche un laboratorio di arte profana.
Ci furono anche innovazioni nell’economia: le dottrine mercantiliste europee entrarono nella
Moscovia con i mercanti e gli ambiziosi imprenditori stranieri. Il governo tentò di rafforzare
l’economia e aumentare le entrate incoraggiando gli stranieri a fondare industrie nel paese, ma si
preoccupò anche di proteggere i mercanti russi dai loro concorrenti esteri imponendo pesanti dazi
sulle importazioni e acquisendo il monopolio delle merci da esportazione.Il ministro Afanasij
Nuovo Codice Commerciale
OrdynNaščokin redasse il nel 1667.
Anche se Mosca non poteva contare su una tradizione navale, l’aspirazione di commerciare con
l’oriente spinse Aleksej a costruire ed equipaggiare una flotta sul mar Caspio, le cui navi furono
tuttavia bruciate nel 1670.
Nel corso del XVII secolo la dinastia Romanov sviluppò un sistema di governo che le permise di
governare la società, finanziare le proprie guerre e fronteggiare la Polonia. Accrebbe il suo controllo
sui contadini, sulla frontiera e sui territori instabili grazie all’appoggio dell’élite di servizio. Il regno
di Aleksej segnò l’instaurarsi di un regime assolutistico.
La Russia di Pietro
L’apprendistato di Pietro I
Il primo successore di Aleksej, il figlio, non visse a lungo. La sua morte portò ad una crisi di
successione e la lotta di potere fra le famiglie delle due mogli di Aleksej si risolse soltanto con la
nomina, sotto reggenza, di due giovani zar: Ivan, altro figlio del primo matrimonio di Aleksej, di
Pietro,
salute cagionevole e ritardato, e il suo fratellastro minore molto intelligente e frutto del
secondo matrimonio. La reggente era Sofia, sorella di Ivan.
Frequentava spesso il quartiere stranieri dandosi alle più sfrenate gozzoviglie (in particolare
l’Assemblea dei pazzi, ubriachi e motteggiatori, teatro di feste sregolate e sovvertimenti delle
autorità). Imparò a ballare, tirare di scherma, parlare l’olandese e apprese la tolleranza nei confronti
delle differenze religiose. Sviluppò una mentalità imprenditoriale sempre aperta a nuovi orizzonti.
Pietro passò i successivi anni lontano dalla vita di corte: fu lasciato libero di vivere come
preferisse. Abbandonò presto gli abiti moscoviti per indossare vestiti stranieri e cominciò a rasarsi.
Fin da piccolo ebbe una grande passione per la guerra e le strategie militari, soprattutto qualsiasi
cosa avesse a che fare con la navigazione.
Prese in moglie Evdokija Lopuchina, appartenente a una famiglia della piccola nobiltà, educata
in maniera tradizionale. Ebbero due figli, ma siccome Pietro non riuscì a trovare con lei alcuna
affinità la costrinse a diventare monaca.
Uno scontro fra Pietro e Sofia pose fine alla reggenza di quest’ultima e Pietro prese parte ad
un’importante azione militare a favore della Lega Santa con obiettivo una fortezza turca sul Mare di
Azov. Il risultato fu un disastro: i moscoviti non conoscevano tecniche d’assedio e gli mancava la
capacità navale. La reazione di Pietro fu radicale: la Moscovia attaccò nuovamente l’anno
successivo con nuove galee e Azov si arrese. Pietro cominciò a progettare una nuova città portuale
sul sito di Azov con il nome di Pietropoli, progetto sostituito dalla creazione di San Pietroburgo. Da
quell’avvenimento emerse la necessità di rinsaldare l’alleanza con i turchi e migliorare le
conoscenze militari e navali.
Pietro partì alla volta dell’Europa occidentale, in incognito. Così, scoprì che la sua campagna
c