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Frammenti proteolitici mediatori della flogosi
(MAC)frammenti proteolitici mediatori della flogosi:●- C3a, C5a (anafilatossine) vasodilatazione e aumento della permeabilità vasale,→mediante induzione del rilascio di istamina dai mastociti- C5a attivazione dei leucociti, adesione (aumento avidità delle integrine), chemiotassi→(neutrofili, monociti, eosinofili, basofili)- C3b opsonina→⚠️ Nelle malattie di immunodeficienza primaria congenito-ereditaria si verifica il deficit dellecomponenti del complemento. 78Patologia GeneraleMetaboliti dell’acido arachidonicoL’acido arachidonico è un acido grasso poli-insaturo presente nell’organismo comecomponente dei fosfolipidi di membrana, dalla quale viene liberato grazie all’azione dell’enzimafosfolipasi A2.L’AA liberato viene trasformato nelle diverse classi di eicosanoidi (Prostaglandine, Leucotrieni,Trombossano A2) grazie a specifici sistemi enzimatici che catalizzano reazioni biochimichesequenziali in cui
prodotto di una reazione funge da substrato per la reazione successiva (cascata dell'acido arachidonico).⤷ sintetizzati ex novo importantiI metaboliti dell'acido arachidonico sono mediatorinell'infiammazione.I prodotti della via delle lipossigenasi non sono tutti pro-infiammatorie possono avere anche funzione regolatoria dell'infiammazione: es. azione inibitoria dell'azione dei neutrofili e dellachemiotassi.Ruolo biologico delle prostaglandine 79Patologia GeneraleTrattamento dell'infiammazione- I FANS tradizionali condividono un meccanismo d'azione comune: inibiscono l'attività ciclossigenasica delle COX senza interferire con quella perossidasica.- Gli antinfiammatori steroidei (es. corticosteroidi) inibiscono l'attività della fosfolipasi A2 ehanno una forte azione immunosoppressiva antinfiammatoria > efficacia, ma più difficili da gestire.Le citochineSono polipeptidi prodotti da diversi tipi
cellulari (+++ linfociti e macrofagi, cellule endoteliali,epiteliali e tessuto connettivo) ed in grado di modulare l'attività di altre cellule (meccanismo autocrino, paracrino, endocrino).
Le citochine hanno un ruolo fondamentale nell'infiammazione e nella risposta immunitaria.
Le principali citochine che mediano l'infiammazione:
- IL-1, TNFα prodotte dai macrofagi attivati.
Effetti sistemici:
- attivazione del processo febbrile pirogeni endogeni.
Effetti locali:
- agiscono sui fibroblasti attivando i processi di riparazione stimolano l'aumento della loro proliferazione e migliorando la sintesi del collagene.
Es. colangite primitiva sclerosante, infiammazione cronica dei dotti biliari.
Le infiammazioni croniche sclerosanti presentano una componente fibrosa distintiva di questo tipo di infiammazione.
- agiscono sull'endotelio vascolare
- TNFβ, IFN-γ prodotte dai linfociti T attivati
IFN-γ si trova sui macrofagi:
è in grado di attivarli ulteriormente e favorisce lo scambio di informazioni tra macrofagi e linfociti T.
Chemochine capacità di attrarre molecole e cellule proinfiammatorie→Es. IL-8: potente fattore chemiotattico ed attivante i neutrofili; è prodotto da macrofagi, endotelio, fibroblasti (in risposta a IL-1 e TNFα)
Proteine di fase acuta
Sono proteine plasmatiche la cui concentrazione subisce in genere un aumento in corso di infiammazione (reazione di fase acuta).
→ →Cellule infiammatorie produzione di citochine aumento della sintesi epatica di proteine di fase acuta. 80
Patologia Generale
L’IL-1 e il TNF causano l’aumento di queste proteine negli stadi acuti dell’infiammazione si→ dirigono a livello epatico e mediano la sintesi di queste proteine plasmatiche.
Vengono spesso utilizzate come segno clinico della presenza di un processo infiammatorio.
❗ Nelle infiammazioni croniche l’aumento delle proteine nel plasma non
è obbligatorio.- Proteina C-reattiva: si lega alla fosforilcolina su superfici microbiche, contribuisce allegame del complemento, opsonina- MBP (proteina legante il mannosio)- α1-antitripsina: inibitore di proteasi- α2-macroglobulina: inibitore di proteasi- Fattori della coagulazione- Fattori del complemento- Ferritina Caratteristiche morfologiche dell’infiammazione Le caratteristiche morfologiche dell’infiammazione dipendono: - dall’intensità della risposta - dall’agente causale responsabile del danno tissutale - dal tipo di tessuto/organo colpito. 1) infiammazione sierosa Può essere considerata l’infiammazione acuta meno grave, e in alcuni casi rappresentaproprio il primo stadio dell’evoluzione infiammatoria. E’ caratterizzata dalla prevalenza dei fenomeni vascolari (es. aumento dellapermeabilità): essudato “acquoso”, relativamente povero di proteine e cellule, derivantedal siero o dalle secrezioni.delle cellule mesoteliali che rivestono le sierose (pleura, pericardio, peritoneo). L'essudato si accumula solitamente in cavità neoformate all'interno delle sierose. ❗ Alcune delle sierose sono molto reattive (es. mesotelio peritoneale, pleurico e pericardico) la loro infiammazione può condurre a esiti molto gravi. → ❗ In alcuni casi l'infiammazione sierosa può assumere caratteristiche morfologiche tipiche dell'infiammazione siero-fibrinosa nelle forme croniche il riassorbimento → graduale di liquido nelle cavità mesoteliali può lasciare in sede infiammatoria formazioni fibrinose formate dal proteine plasmatiche ad alto peso molecolare (fibrinogeno → fibrina) fuoriuscite dal torrente plasmatico durante la fase di alta permeabilità. n.b. fibrinoso ≠ fibroso 81 Patologia Generale
2) infiammazione fibrinosa Infiammazione caratterizzata dall'aumento della permeabilità vasale passaggio di molecole
di maggiori dimensioni (fibrinogeno).
Evoluzione:
- risoluzione completa: fibrinolisi (eliminazione delle formazioni fibrinose) erimozione da parte di macrofagi
- organizzazione e fibrosi (c.d. aderenze)
Es. pleuropolmonite contagiosa del bovino
Esempio più eclatante di infiammazione fibrinosa caratterizzata da flocculi di fibrina molto abbondanti a livello pleurico e pericardico.
La fase iniziale dell'infiammazione in cui avviene la formazione di strutture fibrinose abbastanza lasse non è pericolosa come la fase successiva nella quale le formazioni fibrinose possono organizzarsi in formazioni fibrose (placche fibrose) non più riassorbibili compromissione della funzionalità dell'organo.
Possono formarsi diversi tipi di aderenze fibrose:
- aderenze a ponte: meno impattanti sul movimento degli organi (es. polmone);
- aderenze a placca: limitano gravemente i movimenti degli organi (es. cavità addominale- le placche fibrose delle sierose limitano
fortemente i movimenti peristaltici enterici).
3) infiammazioni emorragiche
Infiammazione caratterizzata da un danno vascolare particolarmente grave. Questo tipo di infiammazione può presentarsi come infiammazione fibrino-emorragica. Laddove il danno non sia contenuto si può incorrere anche nellanecrosi tissutale a causa della formazione di trombi*, i quali non permettono il corretto afflusso ematico. *esito del processopiastrinico attivato a seguito di un danno vascolare. Es. pleuropolmonite-fibrino-necrotico emorragica (immagine) Es. pleuropolmonite contagiosa del suino infezione da mycoplasma hyopneumoniae.
4) infiammazione catarrale
Infiammazione caratterizzata da essudato catarrale o siero-catarrale: composto da acqua, ricco in muco-polisaccaridi e cellule desquamate dell’epitelio. Può esplicarsi solamente in epiteli caratterizzati dalla presenza di cellule mucipare (es. app. respiratorio, app. digerente). Questo processo infiammatorio può
spesso presentarsi nella forma catarrale-purulenta:lo stimolo infiammatorio che aumenta la produzione di muco è associato all'infezione dibatteri piogeni (produttori di pus). Patologia Generale Es. polmoniti catarrali purulente e riniti catarrali.Nell'analisi dell'essudato bisogna considerare sia le caratteristiche del pus prodotto dabatteri sia la presenza di enormi quantità di granulociti neutrofili che, soprattutto nelleinfezioni da batteri piogeni, si dirigono nel distretto dell'infiammazione la componente→piogenica si associa alla componente granulomatosa dei granulociti neutrofili →infiammazione pio-granulomatosa.I granulociti neutrofili giungono in massa nel sito di infezione, degenerano e rilasciano illoro contenuto che lisa il tessuto e causa necrosi colliquative con essudati ricchi di pus,muco e cellule epiteliali degenerate e lisate.Es. epatite purulenta apostematosa.L'empiema è una raccolta di pus in unaprocessi di guarigione.
Infiammazione cronica
L'infiammazione cronica ha lunga durata, può protrarsi per settimane, mesi, anni o tutta la vita.
Spesso non presenta i segni cardinali di un'infiammazione tipica può anche rimanere silente causando una distruzione cronica del tessuto.
Alcune infiammazioni croniche nascono come tali, per cui, la fase acuta è poco evidente.
L'infiammazione cronica è caratterizzata da 3 processi che si svolgono contestualmente:
- fase attiva: l'infiammazione perdura e non si "spegne" come avverrebbe mediante i fenomeni di regolazione dell'infiammazione;
- fase di distruzione tissutale: fenom