Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
M.
Le ipersensibilità di II tipo si verificano spesso anche in caso di malattie autoimmuni.
Anemie emolitiche autoimmuni:
⁃ anticorpi caldi: reagiscono a 37 gradi;
⁃ anticorpi freddi: reagiscono a temperatura inferiori a 37 gradi (stagione invernale).
La maggior parte delle malattie autoimmuni vengono trattati con corticosteroidi (cortisone).
Trombocitopenia autoimmune:
⁃ livelli bassi di piastrine e deficit della coagulazione;
⁃ acuta: episodi rapidi che si risolvono altrettanto rapidamente, caratterizzati da
macchie emorragiche a livello della cute (soprattutto nei bambini e negli adolescenti
in seguito spesso ad infezioni virali);
⁃ cronica: caratterizzata da tempi prolungati e caratteristiche generalmente dell’adulto.
Anche in questo caso è necessario monitorare la conta delle piastrine e se il livello va
al di sotto di certa valori, bisogna intervenire con trattamenti cortisonici.
Myastenia gravis:
⁃ malattia neuromuscolare caratterizzata da debolezza (ipostenia) e affaticamento
neuromuscolare;
⁃ diminuzione del recettori dell’acetilcolina (AChR) a livello della placca
nueromuscolare.
Ipersensibilità di tipo III.
Sono causate da immunocomplessi formati da IgG e antigeni solubili (sia esogeni che
endogeni).
Patogenesi:
⁃ formazione dei complessi antigene-anticorpo;
⁃ deposito di immunocomplessi in diversi distretti;
⁃ risposta infiammatoria;
Tutto questo causa danno tissutale.
Gli immunocomplessi hanno dimensioni medio-piccole, quelli più voluminosi vengono
rapidamente fagocitati, quelli più piccoli tendono a depositarsi. Le malattie da
immunocomplessi si manifestano preferenzialmente a carico di alcuni organi (reni,
articolazioni) che favoriscono la deposizione degli immunocomplessi per caratteristiche
fisiologiche: il lento flusso sanguigno, lo scarso numero di fagociti, etc…
Affinché si verifichi questa ipersensibilità gli immunocomplessi devono essere prodotti in
eccesso, essere persistenti e depositarsi.
A seconda del distretto in cui precipitano e creano infiammazione avremo:
⁃ vasculiti (pareti vasali);
⁃ glomerulopatie (glomeruli renali);
⁃ artriti (articolazioni);
⁃ eritemi (piccoli vasi cutanei).
Malattia da siero.
Fine XIX e prima metà del XX secolo: immunoprofilassi per difterite e tetano con siero di
cavalli immunizzati contro la malattia. Dopo 7-10 giorni dalla somministrazione di siero di
cavallo: formazione di anticorpi contro le proteine del cavallo e deposizione degli
immunocomplessi nei tessuti (febbre, eritema cutaneo, artrite, vasculite, glomerulonefrite).
La malattia da siero segue la somministrazione intravenosa di grandi quantità di antigene
estraneo.
Malattie autoimmuni:
⁃ gli antigeni endogeni sono responsabili di esposizione cronica all’antigene;
⁃ le patologie autoimmuni sono spesso accompagnate da formazione di
immunocomplessi.
Lupus eritematoso sistemico:
⁃ anticorpi verso il nucleo (membrana nucleare, pistoni, DNA, RNA), anticorpi
anticitoplasma;
⁃ malattia da iommunocomplessi: le lesioni sono determinate dalla deposizione dei
complessi antigene-anticorpo.
Altri esempi di malattie causate da immunocomplessi sono:
⁃ poliarterite nodosa: l’antigene bersaglio è l’antigene di superficie del virus dell’epatite
B;
⁃ glomerulonefrite post-streptococcica: l’antigene bersaglio sono gli antigeni della
parete cellule degli streptococchi. Si verifica circa 10-15 giorni dopo l’infezione.
Glomerulopatie.
⁃ ipersensibilità di tipo III: gli anticorpi possono combinarsi con gli antigeni nel siero
formando immunocomplessi circolanti che si depositano nei glomeruli. Gli antigeni
possono essere il DNA, prodotti batterici, prodotti virali, gli antigeni malarici o
antigeni tumorali.
⁃ Ipersensibilità di tipo II: gli anticorpi sono diretti contro normali antigeni glomerulari
o antigeni che si sono impiantati nel glomerulo, e formano complessi immuni in situ a
questo livello.
Ipersensibilità di tipo IV (ritardata).
L’ipersensibilità di tipo IV è mediata da cellule T effettrici. Si verifica dopo 1-3 giorni dal
contatto con l’antigene (ipersensibilità immediata compare entro pochi minuti).
La quantità di antigene necessaria per evocare una reazione di tipo IV è da 100 a 1000 volte
superiore a quella richiesta dalla reazione di tipo I (allergie).
Meccanismi di danno tissutale:
⁃ infiammazione mediata da citochine prodotte dai linfociti T CD4+;
⁃ citotossicità diretta mediata dai linfociti T CD8+.
Dermatite da contatto: può essere causata da alcuni metalli (nichel, cobalto, cromo) o
sostanze vegetali (linfa di mango, edera).
Questi allergeni da contatto sono delle piccole molecole che possono arrivare a livello del
derma. Essendo molecole così piccole non vengono solitamente riconosciute, ma si legano a
proteine del derma e quindi si legano a cellule presentanti l’antigene.
La dermatite da contatto è quindi una malattia infiammatoria associata all’esposizione a vari
antigeni o sostanze irritanti.
Quando un individuo viene a contatto per la prima volta con l’allergene non si verifica alcuna
reazione (fase di sensibilizzazione: avviene in 10-14 giorni).
Da 1 a 7 giorni dopo una seconda esposizione, appare la reazione eczematosa (prurito,
eritema, piccole vescicole).
La reazione si sensibilizzazione può avvenire dopo il primo contatto con un nuovo prodotto,
ma anche, per motivi ignoti, dopo anni di utilizzo di una determinata sostanza.
Fotodermatite allergica da contatto:
⁃ simile alla dermatite da contatto, ma la reazione cutanea dipende dalla presenza di
radiazioni UV (fotosensibilizzazione).
Dermatite irritativa da contatto:
⁃ reazione non immunologica dovuta all’effetto tossico locale di un agente chimico a
contatto con la pelle (detergenti presenti nei saponi, per la casa, acidi, alali).
Terapia:
⁃ specifica —> abolizione dell’ulteriore esposizione agli allergeni da contatto;
⁃ aspecifica —> somministrazione di corticosteroidi e antistaminici;
⁃ sintomatica —> essenzialmente locale, a scopo detergente, antisettico, anestetico ed
antipruriginoso.
ipersensibilità ritardata cronica:
⁃ scatenate da agenti resistenti all’eliminazione da parte del sistema immune (patogeni
intracellulari persistenti);
⁃ le risposte compaiono con la riesposizione all’agente stimolante.
Reazione alla tubercolina (esempio tipico di reazione di ipersensibilità di tipo IV): test clinico
per individuare se una persona ha subito infezione da M. Tubercolosis. Inoculo intradermico
di tubercolina.
Citotossicità mediata da cellule T citotossiche:
⁃ in alcuni casi, le reazioni di tipo IV sono mediata da linfociti T citotossici che sono in
grado di uccidere le cellule dell’ospite con conseguente danno tissutale ——> es.
diabete di tipo I.
Appunti di Patologia Generale, 15/04/2015 (Prof.ssa Basilico)
I Vaccini.
Caratteristiche delle risposte immuni specifiche:
⁃ memoria: l’esposizione del sistema immunitario ad un antigene aumenta la sua
capacità di rispondere successivamente a quel particolare antigene;
⁃ quindi le risposte ad una successiva esposizione all’antigene (risposte immunitarie
secondarie) sono più rapide, più intense e spesso qualitativamente diverse dalla
risposta primaria.
Vaccinazione contro il vaiolo:
è una malattia conosciuta da secoli. Nel IV secolo a.C. in Cina si faceva la variolizzazione,
ovvero l’inoculazione attraverso le narici di pustole di vaiolo.
In Inghilterra agli inizi del 1700 veniva fatta la stessa procedura: inoculazione, per
scarificazione cutanea, di materiale da pustole di soggetti affetti da casi di vaiolo in forma
leggera.
Nel 1796 Edward Jenner fu il primo a sviluppare un vaccino contro il vaiolo. Egli scoprì che
le mungitrici presentavano una forma di vaiolo molto leggera da cui guarivano e rimanevano
poi immunizzate. Per cui isolò il virus del vaiolo vaccino e lo iniettò ad un bambino (figlio
del suo giardiniere) e si scoprì che rimase immunizzato.
Louis Pasteur alla fine del XIX secolo sviluppò il primo vaccino batterico (colera dei polli).
Nel 1879 notò che polli iniettati con colture fresche morivano, mentre polli iniettati con
colture vecchie contraevano un leggero stato di malattia.
L’importanza della vaccinazione è elevata perché già 200 anni dopo l’introduzione della
vaccinazione contro il vaiolo non si sono più riscontrati casi di vaiolo nel mondo, tanto che
nel 1980 ne è stata dichiara l’eradicazione.
La vaccinazione antipolio ha a disposizione due vaccini: vaccinazione di Salk
(microrganismo ucciso) e vaccinazione di Sabin (vaccinazione vivo ma attenuato). Il primo è
molto più sicuro ma meno immunogenico, mentre il secondo è più rischioso ma conferisce
una migliore immunità.
I vaccini possono essere distinti in due gruppi:
⁃ passivi: anticorpi protettivi che vengono somministrati poco prima o durante il
periodo di esposizione al patogeno;
⁃ attivi: microrganismi (batteri o virus) o parti di essi, capaci di stimolare il sistema
immune dell’organismo a produrre anticorpi specifici o una risposta immune cellulare
per eliminare il patogeno o ottenere protezione contro una malattia.
Caratteristiche di un vaccino ideale:
⁃ sicurezza: il vaccino non deve essere tossico, né causare malattia o morte;
⁃ protezione prolungata: la risposta immunitaria che segue alla vaccinazione deve
proteggere dalla malattia per parecchi anni con un numero minimo di richiami;
⁃ immunogenicità: induzione di una significativa risposta immunitaria di tipo morale e/
o cellulo-mediata;
⁃ considerazioni pratiche: basso costo per dose, stabilità biologica, facile
somministrazione.
Vaccini vivi attenuati:
⁃ contengono microrganismi vivi, intatti, in grado di replicarsi nelle cellule dell’ospite
e, come il ceppo naturale, di indurre una risposta immune simile. Essendo attenutati
non sono più in grado di indurre la malattia.
⁃ sono i vaccini migliori per indurre immunogenicità;
⁃ poco attenutati: rischio che mantenga la patogenicità;
⁃ reversione: comparsa di un mutante non più attenuato e patogeno;
⁃ diffusione del virus da vaccinati a non vaccinati: per gli immunodepressi può essere
rischioso.
Questi vaccini vengono attenuati:
⁃ con agenti chimico-fisici: calore, ossigenazione, invecchiamento;
⁃ con passaggi successivi in animali adatti o in terreni di coltura particolari;
⁃ varianti da altre specie animali.
Tra i vaccini attenuati abbiamo il vaccino antipolio orale (OPV) e la vaccinazione contro la
tubercolosi (BCG), costituita