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VARIABILITA' AMBIENTALE
Si distinguono varie tipologie di ambiente in base alla loro dinamicità, prevedibilità, incertezza e
intensità di manifestazione delle trasformazioni.
Ambiente calmo con variazioni casuali
I componenti di questo ambiente eseguono comportamenti ripetitivi, tale per cui i cambiamenti come le
minacce e le opportunità si presentano sempre nello stesso modo, perciò è possibile sempre con un
minimo grado di incertezza anticipare gli eventi ragionando quindi con razionalità organizzativa
rispondendo quindi al criterio economico e funzionale.
Ambiente calmo con variazioni raggruppate
In questa tipologia di ambiente opportunità e minacce si presentano congiuntamente. Anche in
questo caso attraverso la raccolta di informazioni si può anticipare questi eventi e quindi
programmare l'attività agendo sempre con razionalità. (Vedere esempio sul libro su mercato
locale dei beni alimentari)
Ambiente disturbato e reattivo
Si tratta di un ambiente caratterizzato dalla presenza di concorrenti che con le loro strategie e
azioni possono minacciare l'organizzazione. Questo vale perchè il successo di queste strategie è
determinato da un cosiddetto "gioco a somma zero" che determineranno la sconfitta delle altre
organizzazioni. In questo caso non è possibile ragionare con razionalità come nelle prime due
situazioni perchè la variabilità e l'imprevedibilità è troppo elevata. Occorre quindi adottare una
cosiddetta strategia per tentativi per cui si dovranno verificare di volta in volta gli eventuali
errori commessi per impostare un altra strategia
Campo turbolento
E' la situazione di più ampia variabilità che rientra nella logica della globalizzazione(processo di
rilevanza planetaria che fa si che i mercati nazionali siano influenzati dai mercati internazionali.)
In questi contesti è necessaria una continua attività di ricerca. In questo la risposta strategica a
questo tipo di ambiente è quella della coalizione, ovvero creare alleanze con altre organizzazioni
per affrontare il mercato con maggior potere e per proteggere il proprio campo di azione.
POSIZIONE ASSUNTA DALL'ORGANIZZAZIONE NEI CONFRONTI DEI COMPONENTI
DEL TASK ENVIRONMENT
"L'organizzazione deve cercare di ridurre la dipendenza e di reperire potere nei confronti dei
componenti del task environemnt". Cerchiamo di capire che significato ha questa frase
Dipendenza = si ha quando in una relazione tra l'organizzazione e un componente del task
environment, quest'ultimo è l'unico a fornire la risorsa che serve all'organizzazione, perciò non ci
sono altre imprese che forniscono quella risorsa. Questo fa si che il componente del task
environment acquisti potere contrattuale nei confronti dell'organizzazione che dovrà sottostare
alle condizioni stabilite dall'altro.
Potere = il potere è la situazione opposta alla dipendenza quindi rappresenta la capacità
dell'organizzazione di influire sulle scelte degli interlocutori del task environment.
La gestione dei rapporti con l'ambiente
Vediamo adesso quali sono le principali strategie che l'impresa può adottare per cercare di
reperire potere e per ridurre la dipendenza dagli elementi del task environment.
------> STRATEGIE COMPETITIVE
1) disseminare dipendenza: fare in modo che siano i componenti del task environment a
dipendere dall'organizzazione. (Esempio: se ho un solo grande cliente rischio di dipendere troppo
da lui, allora devo cercare di disseminare la dipendenza cercando di attrarre altri clienti)
2) Ricerca del prestigio: fare in modo che i componenti del task environment siano "attratti"
dall'intraprendere relazioni con l'organizzazione. Per fare questo l'organizzazione può agire su
leve come la cultura e i valori che possono attrarre gli interlocutori. Occorre una buona capacità
di comunicazione da parte dell'organizzazione.
3) Ricercare prestigio con azioni specifiche indirizzate a specifici soggetti: in questo caso
l'organizzazione si dedica specificamente a soddisfare le esigenze di uno specifico componente
del task environment fornendo loro servizi esclusivi a condizioni di prezzo più vantaggiose.
----> STRATEGIE COOPERATIVE
In questo caso si costruiscono alleanze per aumentare il potere.
1) Accordi non formalizzati: in questo caso non ci sono obbligazioni tra le parti perchè ci si basa solo
su accordi informali basati sulla fiducia per dare maggiori servizi alla clientela(Esempio: Albergo non
dotato di ristorante fa una convenzione con un ristorante della zona per offrire pranzo e cena ai suoi
clienti)
2) Accordi formalizzati(contratti): ci si basa su contratti che prevedono uno scambio di prestazioni
giuridicamente definite, il cui mancato adempimento genera sanzioni contrattuali a carico
dell'inadempiente. In questo caso il potere decisionale di entrambe le parti è vincolata dal contratto.
3) Cooptazione: consiste nell'inserire nell'organizzazione uno o più membri che appartengono ad un
altra organizzazione per cercare di comprendere i problemi e le potenzialità dell'organismo in cui
vengono inseriti per risolverli. Solitamente si tratta di membri che vanno a ricoprire posizioni di alto
livello.
4) Coalizione: in questo caso due o più organizzazioni si uniscono attraverso forme di aggregazione tra
imprese per acquisire un potere maggiore della somma dei poteri delle singole imprese aggregate. (Joint
venture, cooperative, ecc...)
-----> DIFESA DEL CAMPO D'AZIONE
Qualora non si riesca a creare quella situazione di potere desiderata dall'impresa nei confronti dei
componenti del task environment è necessario proteggere il proprio campo d'azione, ovvero lo
spazio gia conquistato nell'ambiente operativo. Quindi occorre fare in modo che le azioni degli
altri non facciano ridurre il campo d'azione occupato dall'organizzazione.
Un'altra strategia che l'organizzazione potrebbe adottare per cercare di acquisire potere è quella
di ampliare il task environment ovvero cercare di aprirsi a nuovi mercati verso cui i
competitors non sono interessati.
Le variabili umane
Un'altra variabile che influisce pesantemente sulla progettazione organizzativa e il fattore
umano.
Per parlare della variabile umana occorre partire dal concetto di campo sociale,ovvero come
luogo psicologico dove si sviluppano relazioni tra individui a livello di gruppo(Per l'analisi che
dobbiamo fare della variabile umana nell'organizzazione ci interessa il "gruppo" inteso come
gruppo di lavoro).
Il gruppo si definisce come un insieme di individui che pongono in atto attività finalizzate alla
realizzazione di obiettivi prestabiliti, operando tra loro in stretta dipendenza, realizzando un
sistema di relazioni sociali e definendo insieme un sistema di norme che regolano il gruppo.
Adesso dobbiamo capire come mai gli individui danno vita a dei gruppi. Vi sono varie
motivazioni a riguardo. Tra le quali:
1) Bisogni individuali: l'individuo può avvertire nel gruppo una maggiore possibilità di
soddisfare i suoi bisogni
2) Attrazione interpersonale: quando più individui hanno interesse a condividere le proprie
esperienze collaborando proprio in un gruppo
3) Complessità dei compiti: perchè si ha necessità di più individui che collaborino tra loro per la
realizzazione di un compito complesso che richiede competenze varie
4) Influenza sull'ambiente: le richieste provenienti da un gruppo hanno più probabilità di essere
ascoltate di quelle proveniente da una singola persona, quindi si acquista potere contrattuale
5) Attesa di reciprocità: il soggetto entra a far parte del gruppo se gli viene riconosciuta una
controprestazione equa rispetto al lavoro prestato al gruppo.
Una volta che l'individuo è entrato nel gruppo, egli può sviluppare in se stesso dei cosiddetti
"sentimenti bivalenti", ovvero che hanno sia aspetti positivi che negativi. Questi possono essere:
(a--->positivo, b--->negativo)
1) Sicurezza: a) L'individuo intravede più protezione nello stare nel gruppo; b) L'individuo
potrebbe non sentirsi cosi sicuro nel gruppo e allora il minimo contatto con gli altri potrebbe
portare alla sfiducia
2) Colpevolezza: a) Individuo colpevolizza gli altri che non la pensano come lui; b) Individuo potrebbe
sentirsi colpevolizzato dagli altri perchè lui non la pensa come loro
3) Appartenenza: a) Individuo si sente motivato e condivide con gli altri le convinzioni del gruppo; b)
Individuo che non condivide i valori e le convinzioni del gruppo può esserne escluso
Questi sentimenti individuali possono portare a dei conflitti intrapersonali(individuo si sente
inadeguato al gruppo per le capacità possedute, il gruppo non riesce a soddisfare i bisogni
dell'individuo) e conflitti interpersonali(i membri del gruppo interpretano in modo contrastante
gli obiettivi e i valori del gruppo facendo generare conflitti tra gli individui)
RETI DI COMUNICAZIONE
Per risolvere i possibili che si possono creare all'interno di un gruppo di individui è necessario
creare un sistema di comunicazione che permetta di rendere comuni le conoscenze possedute dai
singoli.
Comunicazione = trasmissione di un messaggio da una fonte(emittente) ad un
destinatario(ricevente) per mezzo di un canale di comunicazione
Codifica -----> Emissione ------> Mezzo di comunicazione ----> Decodifica--------> Ricezione
Affinche il processo comunicativo descritto sopra sia efficace è necessario che emittente e
destinatario del messaggio possiedano lo stesso registro per codificare e decodificare il
messaggio altrimenti si generano delle barriere di tipo socio-culturale che ostacolano la
comunicazione.
Le singole comunicazioni unite assieme vanno a formare una rete di comunicazione la quale
presenterà caratteristiche diverse a seconda della posizione occupata dai soggetti,
diametro(distanza tra punto centrale e soggetti in zone periferiche. Più è grande e più sarà lenta
la comunicazione), n° di raccordi
(numero di partecipanti alla comunicazione).
Quindi si possono distinguere inoltre le reti accentrate dalle reti decentrate
Reti accentrate Reti decentrate
(Sono quelle nelle quali vi sono uno o pochi (Vengono ascoltati tutti i componeni del
soggetti che prendono le decisioni) gruppo per prendere la decisione)
- più velocità nel prendere le decisioni - più lentezza nel prendere decisioni
- scarsa possibilità per i soggetti in posizione - possibilità per soggetti in posizioni
periferica di emergere periferiche di emergere
- decisione poco democratica - decisione più democratica
- scarsa motivazio