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MECCANISMI DI COORDINAMENTO
Per gestire le interdipendenze che si instaurano tra le varie unità organizzative occorre predisporre dei
meccanismi di coordinamento. Quelli più comuni sono:
1) supervisione diretta: istituisco un "capo" per ognuna delle unità organizzative create in modo tale che
controlli e coordini le risorse ad essa appartenenti. Il capo trovandosi in una posizione centrale ha una
migliore e maggiore visione d'insieme e può più facilemente risolvere i problemi del gruppo. Questo
meccanismo funziona ovviamente se il capo ha le capacità necessarie per il ruolo da ricoprire, quindi
una serie di conoscenze complesse e variegate per affrontare svariate situazioni. Tale meccanismo può
diventare non più efficace qualora aumenti l'ampiezza dell'unità organizzativa per cui aumentano le
necessità di controllo("problema dell'ampiezza del controllo"). Un possibile rimedio potrebbe essere
quello di creare delle sottounità organizzative ognuna delle quali coordinate da altrettanti supervisori.
Questo meccanismo rischia di andare ad appesantire la struttura organizzativa e ciò risulterà in contrasto
con la necessità dell'organizzazione di rendersi flessibile ai cambiamenti dell'ambiente. Allora si
potrebbe agire esternalizzando una o più attività.
2) Fissazione di norme/regole di lavoro standardizzate: fissare delle regole è un modo per coordinare i
processi condizionando i comportamenti. Le regole possono essere utilizzate però solo per coordinare i
processi che sono sufficientemente prevedibili e stabili nel tempo.
3) Standardizzazione degli input: significa fornire a tutti i membri dell'organizzazione la stessa base di
informazioni e le stesse conoscenze.
4) Standardizzazione degli output: si stabiliscono degli obiettivi che permettono di indirizzare i
comportamenti dei soggetti verso un risulato da raggiungere. Gli obiettivi devono essere definiti in
maniera chiara nel loro contenuto, quantità, tempo entro il quale devono essere raggiunti e non devono
risultare ambigui e fuorvianti.
5) Attenuazione dei rapporti di interdipendenza:
- politica delle scorte: può essere anche questo un mezzo per il coordinamento perchè fa si che
non si generino mancanze di risorse che causano dei rallentamenti nel sistema. Sono molto
importanti in caso di interdipendenze sequenziali o reciproche perchè permettono la non
interruzione del flusso di scambio di output tra le varie unità organizzative e poi anche verso il
cliente esterno.
- modifica delle basi di raggruppamento: si decide di cambiare il criterio di raggruppamento
perchè si individuano delle inefficienze nel criterio adottato
6) Costituzione o rafforzamento dei collegamenti laterali
- rapporti informali tra più unità: si cerca di evadere dai rapporti formali instaurando delle
relazioni di tipo informale all'interno dell'organizzazione per un miglior coordinamento tra due o
più unità organizzative
- creazione di ruoli di collegamento: si hanno quando tra due unità hanno la necessità di essere
collegate tra loro tramite una persona o gruppo di persone che faccia da raccordo. (esempio:
ingegneria e produzione, viene messo un ingegnere nel reparto produzione proprio come ruolo di
collegamento tra i due reparti che hanno la necessità di essere collegati)
- ricorso a task forces: creazione di "gruppi temporanei" attraverso i quali si cerca di risolvere
temporaneamente i problemi legati al coordinamento(esempio: sono tipici del modello a matrice
temporanea nel quale vengono creati dei raggruppamenti di risorse appartenenti ad aree
funzionali diverse per la realizzazione di un progetto/prodotto temporaneo)
- costituzione di team: sono "gruppi permanenti" che cercano di risolvere costantemente i
problemi legati al coordinamento(esempio: i team di processo nell'organizzazione per processi)
- creazione dei manager di integrazione: sono i cosiddetti "product manager" o "project
manager" che sono chiamati a coordinare risorse appartenenti ad aree funzionali diverse per
indirizzarle verso uno specifico output che può essere un prodotto o un progetto.
La leadership e lo stile con cui è condotta
Il coordinamento di un'unità organizzativa si realizza anche con un'azione di continua guida e
indirizzo in modo tale da influire sui comportamenti degli individui.
La "leadership" è la capacità di un soggetto di esercitare un attività di influenza continua sui
comportamenti degli individui che compongono il gruppo
- il leader ha un ruolo di guida e coordinamento dei membri del gruppo
- si tratta di una influenza continua(diversa quindi dal potere il quale influenza i comportamenti
ma non ha carattere di continuità e quindi non rientra nella definizione di leadership)
- ricoprire la posizione di leader non è automatico, infatti non la si acquisisce solo per il fatto di
essere formalmente un cosiddetto "capo" nominato da altri con un atto di investitura. Questo vale
perchè se questo soggetto che è stato nominato come capo non dimostra di avere le competenze
sufficienti per guidare il gruppo, gli individui non lo vedranno come un leader e tenderanno ad
opporsi alla sua autorità.
- il leader quindi è quel soggetto che anche pur non essendo stato investito di una carica di
capo(non è necessario affinche un soggetto sia definito leader), riesce con il proprio
comportamento a influenzare continuamente quello degli altri membri del gruppo. Si afferma
infatti che la leadership per affermarsi veramente ha bisogno di formarsi gradualmente.(Non si
diventa leader da un giorno all'altro)
- la leadership è anche una risorsa importante per il sistema aziendale nel complesso
Caratteristiche principali di un leader
1) capacità intuitiva: deve avere la capacità di leggere e interpretare le situazioni e i segnali che
agli altri membri del gruppo non dicono niente. Quindi deve avere la bravura di cogliere sia gli
aspetti positivi ma anche le possibili minacce di un evento in procinto di manifestarsi.
2) capacità razionali e analitiche: deve avere la capacità di gestire una maggior mole di
informazioni rispetto agli altri e studiare i fenomeni su cui ha avuto l'intuizione
3) conoscere: deve avere informazioni sulle doti, capacità, conoscenze, competenze, carenze,
difficoltà, motivazioni, interessi dei collaboratori che compongono il gruppo
4) padroneggiare strumenti della comunicazione: adottare comportamenti persuasivi per
cercare di influenzare continuamente i membri del gruppo.
LEADERSHIP CARISMATICA
La leadership carismatica è la leadership che trae fondamento dalle doti innate dell'individuo, tali per cui
egli riesce a creare una sorta di magnetismo nei confronti dei membri del gruppo.
Tali qualità di leader che il soggetto possiede possono derivare dall'assimilazione di valori culturali
appresi dal proprio gruppo originario di appertenenza.
Caratteristiche di un leader carismatico
1) postura e autorevolezza 2) capacità intuitiva e innovativa 3) coerenza delle proprie capacità con
caratteristiche del gruppo 4) capacità di credere nel gruppo spingendolo verso un obiettivo vantaggioso
per il gruppo stesso 5) valorizzare i valori su cui si fonda il gruppo e la sua tradizione
LEADERSHIP
All'interno degli organismi aziendali, la qualifica di leader non è solo frutto di doti naturali, ma
la si acquista progressivamente attraverso impegno, volontà di apprendimento e una forte
carica motivazionale.
Il soggetto che vuole diventare un leader deve sviluppare in particolar modo 3 attitudini:
1) assegnare risorse congrue con obiettivi da raggiungere: è un errore prevedere degli obiettivi
troppo ambiziosi per i quali non si hanno le risorse a disposizione oppure è comunque un errore
sottovalutare le risorse a disposizione e stabilire degli obiettivi poco ambiziosi
2) fiducia nel gruppo
3) capacità di realizzazione delle azioni programmate: capacità di portare a termine le attività
programmate raggiungendo gli obiettivi prefissati
Tappe per l'acquisizione della leadership
1) sviluppare le proprie conoscenze di base
2) Sviluppare relazioni con gli altri soggetti
3) Proporsi come risolutore dei problemi: mettere in campo più soluzioni per la risoluzione del problema
quindi guardando il problema da più punti di vista
4) Occorre coinvolgere gli altri membri del gruppo e informarli delle soluzioni individuate per il
problema in modo tale che vengano fuori i dubbi ed eventuali nuove iniziative
5) Capacità realizzativa: portare a termine ed attuare le idee trovate per il problema
6) Correttezza dei comportamenti: fare delle scelte per il bene del gruppo e non per interessi personali
STILI DI LEADERSHIP
Gli stili di leadership sono le modalità attraverso le quali viene esercitata la leadership e si
individuano attraverso la combinazione di tre fattori importanti, quali:
1) Comportamento direttivo: volontà del leader di trattenere su di se le decisioni prendendole
personalmente
2) Comportamento relazionale: il sostegno fornito dal leader ai propri collaboratori
3) Maturità e autonomia dei collaboratori: quanto i collaboratori sono responsabilizzati
nell'assolvimeno dei loro compiti
- Autoritario: è il capo che esercita il potere e prende le decisioni e si limita a dare una minima
spiegazione ai propri collaboratori che devono eseguire quanto loro richiesto perciò hanno una
bassissima autonomia
- Paternalistico: è il capo che prende le decisioni però in questo caso lo fa intraprendendo
maggiori relazioni con i collaboratori, fornendo loro un sostegno morale per svolgere le
operazioni (come un padre con i suoi figli)
- Affiliativo-direttivo: il leader prende sempre le decisioni però in questo caso svolge anche il
ruolo di "educatore" impartendo ai collaboratori delle direttive e permettendo loro di sollevare
delle discussioni per stimolare in loro il controllo. Da questo aspetto quindi si intravede una
maggiore responsabilizzazione dei collaboratori.
- Democratico: il capo non rinuncia a prendere le decisioni autonomamente ma lo fa aprendo un
confronto con i propri collaboratori. Egli infatti prima di prendere una decisione può sentirsi in
dovere di ascoltare l'opinione dei collaboratori, ovvero i diretti interessati della decisione, in
modo che essa sia più aderente possibile alle loro esigenze.
- Trascinatore-coinvolgente: il capo opera facendo da "emulatore" verso i collaboratori che
sono maggiormente responsabilizzati senza che venga fatta un uso eccessivo della delega.
- Coaching: il capo fornisce un consistente aiuto ai collaboratori mostrando ad essi come fare
per migliorare le propri