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Estratto del documento

Diretta (comando) Risposta corretta definita “entriamo in acqua dalla scaletta”

dall’insegnante

Limitata-Diretta (invito) Più ampio range di risposte “mostrami tre modi per entrare in

corrette definite dall’insegnante acqua dalla scaletta”

Limitata-Indiretta (domanda) Più ampio range: risposte corrette “riesci a mostrarmi tre modi

definite dall’allievo diversi per entrare in acqua?”

Indiretta (domanda) Range ancora più ampio “in quanti diversi modi riesci ad

entrare in acqua?”

Modalità Ambientamento Tecnica grezza Tecnica fine

Libera esplorazione

Problem solving

Scoperta guidata

Metafore – allegorie

Sensoriale

Prescrittivo – direttivo

(assegnazione compiti)

Utilizzo materiali e agenti

esterni

Per contrasti

Correzione reciproca

Fasi e tempi della lezione

Fasi Tempi Funzioni Mezzi

Fase di avvio- 3’ Burocratica, legislativa Appello, comunicazioni,

orientamento informazioni

Fase preparatoria 15’ Preparazione psicologia Ginnastica, doccia,

e fisiologica, ripetizione esercizi

stimolazione interesse conosciuti, giochi

semplici

Fase principale 20’ Apprendimento contenuti Programmi acquatici di

nuovi, perfezionamento base, percezione corpo,

contenuti già appresi acquisizione tecniche

specifiche

Fase secondaria 15’ Distensione psicologica, Agilità in acqua, giochi

arricchimento motricità, con compagni, giochi

sollecitazione capacità con attrezzi

condizionali

Fase conclusiva 7’ Recupero fisiologico, Osservazioni progressi e

scambio informazioni e risultati, consigli e

chiarimenti, congedo riflessioni sul lavoro

svolto o da svolgere,

verbalizzazione degli

allievi

6. Il galleggiamento e l’equilibrio

Conoscenze di base per affrontare l’argomento

- densità assoluta: m/V  rapporto tra massa e volume

- densità relativa (all’acqua): m/m  rapporto tra la massa del corpo e una massa di egual volume

di acqua distillata a 4°c

- peso specifico assoluto: (m*g)/V

- peso specifico relativo (all’acqua): rapporto tra il peso assoluto della sostanza omogenea e quello

dell’acqua, ovvero tra il suo peso e il peso di un egual volume di acqua distillata a 4°c

- densità relativa del corpo umano (all’acqua) = 1

- principio di Archimede: un corpo immerso in un fluido riceve una spinta diretta verticalmente dal

basso verso l’alto pari al peso del volume del fluido spostato

Fattori fisiologici del galleggiamento

- densità relativa: volume polmonare, sesso, età, fattore etnico

Altri fattori (funzionali – posturali):

- controllo della respirazione

- stress

- temperatura

- emersione parziale o totale di segmenti corporei

Fattori che agiscono sul galleggiamento orizzontale:

- posizione degli arti

- posizione del capo

- portanza

- densità relativa (vita e arti inferiori)

Come agire sul galleggiamento:

- trattenere l’aria nei polmoni per galleggiare di più. Soffiare per andare a fondo

- immergendosi il più possibile si galleggia di più, rispetto a tenere alcuni segmenti fuori dall’acqua

- utilizzo di supporti

Metodi di valutazione del galleggiamento:

- affondamento mediante aggiunta di pesi

- valutazione galleggiamento verticale mediante punti di riferimento anatomici e relativa scala di

punteggio

- valutazione della coppia di raddrizzamento (equilibrio instabile – galleggiamento orizzontale):

misurazione del tempo necessario al passaggio dalla posizione di galleggiamento orizzontale

(supina) alla posizione di galleggiamento verticale. Il tempo indicato ci indica il galleggiamento

Equilibrio: il peso del nostro corpo è eterogeneo, cioè alcune parti sono più pesanti di altre

Come agire sull’equilibrio:

- diminuire la coppia di raddrizzamento, spostando il baricentro: è possibile mantenere un

equilibrio orizzontale più a lungo diminuendo il momento rotante degli arti inferiori. L’equilibrio e il

galleggiamento cambiano a seconda delle situazioni:

- distensione delle braccia in alto, corpo allineato “sdraiato” sull’acqua

- gambe flesse bene immerse

- estensione/flessione del capo: il capo, essendo il 7% della massa, gioca un ruolo

importante

- mani fuori dall’acqua

- effetto portanza dell’acqua: facendoci trascinare si crea un effetto che ci mantiene a galla

- densità: in situazione statica, l’equilibrio orizzontale varia se si aumenta o diminuisce la densità

delle parti del corpo. Per esempio:

- senza tavoletta

- tavoletta in mano

- tavoletta tra le gambe

- lontananza del centro di gravità dalla base d’appoggio: più il centro è lontano dalla base e più è

difficile mantenere l’equilibrio. Stare in piedi su una tavoletta è più difficile che starci seduti, e più

difficile che starci sdraiati

- allargare la base d’appoggio: più la base d’appoggio è larga e più è facile mantenere l’equilibrio

- evitare le posizioni rovesciate: le posizioni rovesciate determinano un equilibrio instabile.

L’equilibrio stabile si raggiunge solo se la forza peso (baricentro) è disposta sotto il punto di

applicazione della spinta di Archimede

Posizione migliore per l’equilibrio: massima apertura a stella, mantenendo il corpo ben disteso, piatto e

immerso.

- posizione supina: consigliabile una certa flessione della gamba

7. Le resistenze all’avanzamento

Perché conoscere le resistenze: applicazioni pratiche in funzione del livello dei nuotatori

- principianti: percezione e facilitazione spostamenti

- intermedi: miglioramento tecnica ed economia nuotata

- evoluti: miglioramento della performance

Tipi di resistenza:

- frontale: tratta la proiezione ortogonale del corpo su un piano verticale, rispetto all’avanzamento. È

la resistenza dovuta a “quanto spazio occupiamo in acqua”, visto frontalmente. Una posizione più

allineata e piatta possibile ci garantirà meno resistenza

- attrito superficiale: causata dalla resistenza dell’acqua sulla superficie corporea. Costumi che

consentono uno “scivolamento” migliore ci permettono una minor resistenza

- resistenza di risucchio/vortice: dietro al nostro corpo si formano dei vortici che crenano

l’avanzamento, se non siamo in posizione idrodinamica/corretta

- onde: quando ci si sposta in superficie si creano delle onde davanti e dietro il proprio corpo che

frenano l’avanzamento. Le onde frenano meno quando si allunga bene il corpo e quando ci si sposta

più lentamente

- attiva: durante la nuotata

- passiva: in traino 2

Da cosa dipende la resistenza: R = ½ ρ k A v

- A: proiezione superficie. Più la superficie proiettata è minore, meno saranno le resistenze che

agiscono sul corpo

- k: coefficiente di penetrazione. A parità di proiezione della superficie può comunque cambiare la

resistenza incontrata. Immaginiamo due oggetti con uguale ‘A’, ma uno piatto e uno a punta. Quello

a punta incontrerà meno resistenza

- ρ: densità. Un corpo meno denso affonda meno di uno più denso, e quindi offre minor superficie

d’impatto alla resistenza frenante dell’acqua

- v: velocità. È il fattore che incide maggiormente sull’aumento della resistenza frenante, infatti se la

velocità raddoppia, la resistenza quadruplica

Fattori di influenza sulle resistenze:

- assetto, galleggiamento, coppia di raddrizzamento

- forma e superficie di proiezione

- profondità della gambata

- posizione del capo in allineamento

- movimenti laterali: spostandomi lateralmente con il bacino occuperò “più spazio”, aumentando le

resistenze che agiscono sul corpo. Mantenendo un assetto più stabile, invece, si opporranno meno

forze

- movimenti ondulatori

- direzione delle spinte

- rollio

- immersione: onde

- pushing drag

8. Le azioni propulsive nel nuoto

Lift e Drag

- lift: teoria della portanza. La propulsione è generata da movimenti delle estremità delle membra

perpendicolari alla direzione dello spostamento del nuotatore.

L’osservazione subacquea ha dimostrato che le traiettorie delle estremità delle membra dei nuotatori

cambiano continuamente direzione. Le membra sono considerate gli strumenti della propulsione, per

cui questo cambiamento continuo di direzione delle mani porterebbe a pensare che non è il loro

spostamento verso dietro che spinge il nuotatore

- Il sostentamento (principio di Bernoulli): la generazione del lift può essere attribuita alla

distribuzione di pressione intorno al corpo che attraversa il fluido. Le differenze pressorie

sulle superfici di un corpo in movimento nell’aria o nell’acqua generano una forza diretta

verso la zona di bassa pressione e perpendicolare al flusso

- drag: la propulsione deriva da una spinta verso dietro sulla massa d’acqua. Sono gli arti che

trasmettono questa spinta da avanti a dietro. Questa teoria è stata “confermata” a partire dagli stessi

nuotatori, i quali sentono/percepiscono l’acqua ferma come miglior punto dove spingere. L’idea

meccanica è quella di prendere l’acqua davanti a sé e proiettarla dietro di sé

Sia lift che drag concorrono alla propulsione, con diverso intervento a seconda della fase di nuotata

(insweep: maggior lift). La fase predominante rimane il drag, dove la mano viene spinta diagonalmente verso

dietro. L’inclinazione della mano è tra 50 e 70°, angoli in cui il drag agisce più efficacemente rispetto al lift

Efficacia della spinta propulsiva: la maggior efficacia propulsiva si ottiene spingendo verso dietro una

grande massa d’acqua (ferma) per brevi tratti, piuttosto che piccole quantità d’acqua (in movimento) per una

grande distanza

Fattori spaziali delle azioni propulsive:

- ampiezza superficie propulsiva

- profilo delle superfici propulsive

- orientamento delle superfici propulsive

- lunghezza della traiettoria degli appoggi

- profondità degli appoggi

- coordinazione spaziale

- forma spaziale dell’azione di recupero

Fattori temporali delle azioni propulsive:

- velocità di spostamento degli appoggi

- ritmo di spostamento degli appoggi

- continuità temporale del ciclo

- forma temporale dell’azione di recupero

- durata di un ciclo completo

Efficacia propulsiva

Parametri dei fattori di efficacia:

- bracciata

- ampiezza/lunghezza bracciata (lunghezza della traiettoria)

- ciclo di nuotata

- ampiezza ciclo di nuotata: SL (Stroke Lenght), DL

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
37 pagine
2 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-EDF/02 Metodi e didattiche delle attività sportive

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Samuele156 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Nuoto e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Michielon Giovanni.