Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
STORIA DELL’EDUCAZIONE MUSICALE NELLA SCUOLA PRIMARIA
DALL’UNITÀ D’ITALIA ALLA FINE DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE
ITALIA DEGLI ANNI 1860:
L’Italia post-unitaria, non sapeva bene come inserire la musica nella scuola, però aveva
un’abbondanza di musicisti professionisti, di maestri e di intrattenimento musicale: melodramma,
lirica ed ambito ecclesiastico. La chiesa era infatti il primo ente nel quale venivano formati i musicisti.
L’Italia aveva inoltre una grande tradizione di musica orale, che i fascisti intenderanno come la
musica che rappresenta il vero spirito italico. La musica era intesa come sapere professionale, da
imparare nelle accademie.
Questa divaricazione tra MUSICA COME SAPERE COMPLESSO PER POCHI e MUSICA NELLA
SCUOLA incide quindi nella creazione delle leggi e nell’inserimento della musica nel curricolo.
Una figura importante fu quella di DON FERRANTE APORTI, il quale fonda il primo asilo italiano
sul modello del maestro che aveva avuto: Pestalozzi. Egli sottolinea la necessità di 4 tipi di
educazione:
FISICA (ossia cura dell’igiene, dell’alimentazione e dei movimenti del corpo)
1.
2. INTELLETTUALE (cioè stimolo delle capacità di riflessione nei bambini per imparare a
nominare le cose e cogliere i nessi)
3. LINGUISTICA (cioè una corretta articolazione delle parole da raggiungere mediante esercizi
di pronuncia dei suoni e delle sillabe)
In questa categoria fa rientrare l’educazione
4. MORALE-RELIGIOSA: musicale; in particolare
secondo Aporti, i bambini dovevano cantare i salmi.
Aporti era un sacerdote, e per questo aveva un’importante Back-Ground culturale, anche nell’ambito
musicale (canto gregoriano, canti polifonici ecc.). l’educazione
Nonostante quindi la legge casati non prevedesse musicale negli asili, gli asili aportiani
riuscivano a fare dei passi avanti in questo termine. 14
Un altro pedagogista che influenzò questo tipo di asili fu Friedrich Fröbel; si parlava infatti di asili
fondatore dei famosi GIARDINI D’INFANZIA.
aportiani-frobeliani. Egli fu il
La LEGGE CASATI (13 novembre 1859 n.3725) fu la prima legge di regolamentazione della scuola
nell’Italia unita.
Non vi era nessun cenno sull’educazione musicale negli ASILI, perché i primi responsabili
dell’educazione erano le famiglie, i centri privati e le istituzioni ecclesiastiche.
Anche nella scuola ELEMENTARE quadriennale (obbligatoria per i primi 2 anni, fino agli 8 anni) non
vi era nessun cenno alla musica, né come cultura né come pratica.
La LEGGE COPPINO, varata il 15 luglio 1877 introdusse alcune novità rispetto alla legge Casati:
elevò da due a tre gli anni di obbligo scolastico.
Nei PROGRAMMI del 1888 (fatti durante il governo Crispi), in quelli del 1894 (fatti dal governo Crispi)
e in quelli del 1905 (fatti dal governo Giolitti), nella scuola ELEMENTARE la musica era intesa come
(canto corale), era un’attività facoltativa a cui erano riconosciute
attività pratica finalità ricreative e
formative. Spesso era connessa ad altre discipline come la ginnastica e il rafforzamento fisico.
Verso la fine dell’800 molti pedagogisti italiani iniziarono a riprendere le idee di Aporti e Fröbel e
iniziarono a portare nelle scuole sempre più pensieri del POSITIVISMO. In questa accezione la
musica è “corpo”, non si basa sulla concezione spirituale. La musica era un accessorio, e serviva
soltanto per il rafforzamento fisico. Siamo ancora in un’epoca dove la musica è una DISCIPLINA DI
CONTROLLO, le si riconosce la capacità di contribuire alla disciplina fisica del bambino.
La legge DANEO-CREDARO (del 4 giugno 1911) attribuisce allo stato parte delle incombenze
relative all’istruzione elementare e sancisce l’obbligo scolastico fino a 12 anni. Nei programmi per
è intesa come un’attività pratica, in cui era
gli asili scritti successivamente a questa legge, la musica
favorito il canto corale (che era un orientamento prevalente nel metodo AGAZZI).
Credaro era un positivista, il quale si affianca all’idea del tempo, in cui la musica serviva per la
disciplina fisica.
L’AVVENTO DEL FASCISMO per conferire ai bambini l’ideale nazionalista.
La musica venne utilizzata dal FASCISMO
prevede un innalzamento dell’obbligo scolastico a 14 anni di età.
La RIFORMA GENTILE (del 1923)
Nell’Italia dei primi del 900 nascono i primi CONSERVATORI, i quali diventano simili a quelli che
conosciamo noi oggi, prendendo ispirazione dalle istituzioni francesi nate dopo al rivoluzione
francese. In Italia i conservatori prima erano chiamati OSPEDALI.
SCUOLA DELL’INFANZIA
Nella viene affidato un ruolo ricreativo e formativo al canto: in senso più
ampio rispetto al solo esercizio fisico; il canto consente lo sviluppo del senso ritmico e del
movimento. Prevalenti erano i CANTI brevi, facili, di argomento vario, soprattutto religioso o
curare l’intonazione, l’espressione, il ritmo e fare in modo che i bambini non
nazionale. Si doveva
gridassero (metodo Agazzi).
Nella SCUOLA PRIMARIA, i programmi di Lombardo Radice (idealista) inserirono una concezione
della musica come CANTO CORALE. Per la prima volta la musica è obbligatoria nella scuola italiana
e rientra tra gli insegnamenti artistici atti ad esaltare il senso di nazionalità; un aspetto ritenuto
peculiare del popolo italiano. Vene data per questo grande importanza ai canti popolari (regionali).
Qui la musica entra in gioco come disciplina che forma gli studenti non solo dal punto di vista fisico.
La teoria musicale (ritmo tempo, armonia, melodia) viene inserita da Radice nella scuola primaria;
invece prima era presente soltanto nelle accademie. La musica diventa un insegnamento di base.
15
Nelle prime classi ci si sofferma in particolare sul canto corale per imitazione, basata su esercizi di
intonazione con emissione di suoni diversi nell’altezza e nell’intensità e su esercizi di ritmica.
L’obiettivo era quello di portare il bambino a scandire empiricamente la misura semplice binaria e
ternaria.
Dalla classe quarta si aggiunge poi il CANTO PER LETTURA.
Quelli di Radice erano programmi molto ambiziosi per le classi superiori, vicini, relativamente alla
teoria musicale, a quelli del conservatorio (riformato nello stesso periodo). Questi programmi
comunque semplificati nella pratica dell’insegnamento.
vengono
Nel corso del FASCISMO si segue l’orientamento dei programmi di Lombardo Radice e si enfatizza
la funzione di formazione religioso-patriottica della musica.
I metodi più utilizzati in Italia, nel periodo di radice furono quello delle sorelle AGAZZI (in particolare
Rosa) e quello di MARIA MONTESSORI. Questi metodi riducevano le attività musicali alla musica
corale, non come oggetto culturale.
Nel 1939-40 viene emanata dal MINISTRO BOTTAI la CARTA DELLA SCUOLA, la quale decade
poi con la fine del fascismo. Questa carta della scuola favorisce, per la scuola dell’infanzia, il canto
corale come attività ricreativa e formativa in senso religioso, patriottico e linguistico.
DOPO LA SECONDA GUERRA MONDIALE:
La svolta principale da prima a dopo della guerra è stata quella di concepire la musica non più con
un’idea monolitica. Dopo questa cesura si inizia a pensare alla musica come una disciplina
importante, nonostante ancora oggi non le venga dato giusto risalto nel curriculum.
Nel 1945, durante il governo provvisorio, vennero scritti dal MINISTRO ARANGIO RUIZ i nuovi
PROGRAMMI (influenzati dal pedagogista americano WASHBURN). In questi programmi, sia per la
scuola dell’infanzia che per la primaria venne ridimensionato il ruolo della CANTO, che viene
accompagnato dal disegno, o comunque ridotto al campo imitativo.
Con questi programmi avvenne però una sorta di passo indietro nella storia, visto che nel 1943-45,
con il governo militante degli alleati, vi era stato un tentativo di trasformare questa pratica in un
avviamento un po’ più completo.
Nel 1955 vennero fatti i primi PROGRAMMI DIDATTICI per la SCUOLA PRIMARIA della
REPUBBLICA ITALIANA dal MINISTRO ERMINI.
Nella scuola primaria la musica era intesa come canto corale e con pochissimo spazio nella
programmazione; si spegne quindi l’orientamento della commissione Washburne. Questi programmi
dureranno poi circa 30 anni, fino a che non verranno approvati nel 1985 i PROGRAMMI del
MINISTRO FALCUCCI.
Successivamente ai programmi del 1955 vengono elaborati nel 1958 gli ORIENTAMENTI per la
scuola dell’INFANZIA dal ministro ALDO MORO (governo fanfani). In questi orientamenti per la
scuola dell’infanzia non ci si allontana dai programmi precedenti; la musica viene ancora intesa come
canto corale, come attività utile per l’educazione affettiva e morale (gli ideali prevalenti sono ancora
quelli del metodo Agazzi).
Nel 1969 vennero poi emanati altri ORIENTAMENTI dal MINISTRO AGGRADI (governo Rumor).
Nasce in questo periodo la scuola materna statale, in cui viene maturato un interesse per la
maturazione individuale (affettiva e morale) e sociale del bambino. La musica viene qui finalmente
concepita come EDUCAZIONE MUSICALE, ha un certo rilievo e non è più identificata con il solo
canto corale, ma con più attività: ritmica e danza. La musica diventa anche:
• Interpretazione figurativa dell’ascolto 16
• Esecuzione musicale
• Evocazione dei sentimenti dal significato personale e collettivo
Rispetto ai provvedimenti precedenti è data molta più importanza al ritmo (influsso della pedagogia
musicale di Dalcroze).
Nel 1985, dopo 30 anni, vengono riscritti i PROGRAMMI DELLA SCUOLA ELEMANTARE dal
l’apprendimento cognitivista, volto
MINISTRO FALCUCCI. Nella scuola primaria ha il sopravvento
alla formazione dell’uomo e del cittadino nel quadro dei principi sanciti dalla costituzione
repubblicana italiana. La musica non si riduce qui al solo canto corale e assume una dimensione più
ricca e articolata. Si incentivano sia la produzione sia la percezione e la comprensione musicale.
Questo passaggio però era già avvenuto nella scuola materna, che in questo senso ha funto da
anticipatrice. per la scuola dell’infanzia
Nel 1991 vengono pubblicati nuovi ORIENTAMENTI dal ministro MISASI
(governo Andreotti). In questi orientamenti viene inserita una continuità didattica tra la scuola
dell’infanzia e la scuola primaria. Vengono qui definiti i campi di esperienza educativi e la musica
rientra nel campo MESSAGGI, FORME E MEDIA e viene introdotta nei programmi sia in quanto fare
(produzione), sia in quanto conoscere (ascolto, comprensione delle culture musicali). Le indicazioni
pratiche erano però ancora molto vaghe.
Nel 2004 vengono pubblicate le INDICAZIONI NAZIONALI dal ministro MORATTI, modificate poi
n