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Estratto del documento

LK L K

Questa formula dice che l’MRTS per una data combinazione di

LK

input è pari al rapporto tra il prodotto marginale del lavoro e il

prodotto marginale del capitale: più il lavoro è produttivo rispetto al

capitale, più capitale dobbiamo aggiungere per compensare una

data riduzione del lavoro e, quindi, maggiore sarà il saggio

marginale di sostituzione

Due input sono perfetti sostituti se le loro funzioni sono identiche,

in modo tale che un’impresa possa scambiare uno con l’altro a un

tasso fisso

Due input vengono usati in proporzioni fisse quando devono essere

combinati in proporzione fissa. In questo caso si dice che gli input

sono perfettamente complementari

La funzione di produzione Cobb-Douglas è:

α β

Q = F(L, K) = AL K

Dove A, α e β sono parametri che assumono valori specifici per una

data impresa

Rendimenti di scala

Gli economisti sono in grado di stabilire se le grandi imprese

producono in modo efficace esaminando i rendimenti di scala

A questo fine si chiedono: cosa accadrebbe se l’impresa

aumentasse il quantitativo di tutti i suoi input nella stessa

proporzione? Ci sono tre possibilità:

1) L’impresa ha rendimenti di scala costanti: una variazione

proporzionale nell’uso di tutti i suoi input produce la stessa

variazione proporzionale nell’output. Per esempio, se

un’impresa che usa solo capitale e lavoro raddoppia la

quantità di entrambi gli input, raddoppia anche il suo output

2) L’impresa ha rendimenti di scala crescenti: una variazione

proporzionale nell’uso di tutti gli input produce una variazione

più che proporzionale nell’output. Per esempio, se un’impresa

che usa solo capitale e lavoro raddoppia il quantitativo di

entrambi gli input, l’output aumenta più del doppio

3) L’impresa ha rendimenti di scala decrescenti: una

variazione proporzionale nell’uso di tutti gli input produce una

variazione meno che proporzionale nell’output. Per esempio,

se un’impresa che usa solo capitale e lavoro raddoppia il

quantitativo di entrambi gli input, l’output cresce meno del

doppio

Capitolo 7 – Costi

Il costo totale di un’impresa per produrre un particolare livello di

output è rappresentato dalla spesa necessaria per produrre quella

quantità nel modo più economico

Il costo totale può essere suddiviso in due tipi di costi

I costi variabili sono quelli riferiti agli input che variano insieme al

livello della quantità prodotta dall’impresa, che in genere

comprendono il lavoro e i materiali

I costi fissi sono quelli riferiti a input il cui utilizzo non cambia al

variare del livello della quantità prodotta dall’impresa, a meno che

quest’ultima possa evitarli decidendo di non produrre alcunché

Un costo fisso è evitabile se l’impresa non deve sostenerlo, o può

recuperarlo, quando decida di non produrre alcun output

Al contrario, un costo che deve essere sostenuto anche in caso di

mancata produzione è un costo irrecuperabile

Il costo totale necessario per produrre diversi livelli di output è

Costo

riassunto nella funzione di costo di un’impresa, che ha forma

Totale = C(Output)

La funzione di costo variabile dell’impresa dà il costo variabile

dell’impresa a qualunque possibile combinazione di output, e ha la

Costo Variabile = VC(Output)

forma

Poiché il costo totale è pari al costo fisso (FC) più il costo variabile,

possiamo scrivere la funzione di costo dell’impresa nella forma

C(Output) = FC + VC(Output)

Un costo opportunità è il costo associato alla rinuncia

all’opportunità di impiegare una risorsa nel suo miglior uso

alternativo

Rette di isocosto

Iniziamo dall’individuare il metodo di produzione efficiente meno

costoso sul piano grafico. Per fare ciò, dobbiamo identificare tutte le

possibili combinazioni di input aventi lo stesso costo, che – nel loro

complesso – formano una retta di isocosto

C’è una stretta relazione fra le rette di isocosto delle imprese e le

rette di bilancio dei consumatori

In entrambi i casi, la retta mostra i panieri (di input o beni) che

hanno lo stesso costo e la sua pendenza è il negativo del rapporto

dei prezzi

Come la retta di bilancio del consumatore, una retta di isocosto

separa i panieri che costano meno di C, tutti ubicati al di sotto della

retta di isocosto, da quelli che costano più di C, tutti situati al di

sopra di essa

Ogni livello di costo C ha una propria retta di isocosto. Se dovessimo

tracciare una retta di isocosto per ogni livello di costo C, avremmo

una famiglia di rette di isocosto

Tutte le rette di isocosto che appartengono alla medesima famiglia

sono parallele, perché hanno tutte una pendenza uguale al negativo

dello stesso rapporto fra i prezzi, -(W/R)

Costi medi e costi marginali

Il costo medio (Average Cost) di un’impresa, AC, è il costo per unità

di output prodotta e viene calcolato dividendo il costo totale

dell’impresa, C, per il numero di unità che l’impresa produce, Q:

AC = C/Q

Il costo marginale di un’impresa (Marginal Cost), MC, descrive

quanto costo extra si deve sostenere quando l’impresa cambia di

poco il quantitativo di output che produce

Quando l’impresa produce Q unità, diciamo che le ultime unità ΔQ

sono le unità marginali di output

Il costo marginale di un’impresa misura quanto costo aggiuntivo

l’impresa deve sostenere per produrre le unità marginali di output,

diviso per le unità di output aggiunte

Economie e diseconomie di scala

Un’impresa ha delle economie di scala quando il suo costo medio

diminuisce all’aumentare della produzione

Ciò avviene quando il costo totale aumenta meno – in proporzione –

del suo aumento di output

Un’impresa ha delle diseconomie di scala quando il suo costo

medio aumenta all’aumentare della produzione

Le diseconomie si hanno quando il costo totale aumenta di più – in

proporzione – dell’aumento di produzione

Capitolo 8 – Massimizzazione dei profitti

In questo capitolo analizzeremo la decisione più importante tra tutte

quelle che un’impresa deve compiere: la scelta del prezzo di un suo

prodotto o della quantità di un prodotto

Qui di seguito elenchiamo alcuni concetti generali, per poi

concentrarci sul caso specifico di un’impresa price-taker, ossia

un’impresa che non è in grado di determinare il prezzo al quale può

vendere il proprio prodotto

Il profitto di un’impresa, che indicheremo con la lettera greca π, è

pari al ricavo R meno il costo C:

π = R – C

Per massimizzare il profitto di un’impresa è necessario trovare la

quantità di prodotto, o il prezzo, che genera il massimo profitto

possibile

Prima di cercare di vendere un prodotto, i manager devono valutare

quanti pezzi possono vendere e a quale prezzo

Questa informazione si desume dalla funzione di domanda e dalla

curva di domanda per il prodotto dell’impresa

La funzione di domanda inversa per il prodotto di un’impresa

descrive il prezzo che deve essere applicato per vendere una data

Prezzo = P(Quantità

quantità di prodotto e assume la forma

domandata)

Ricavo marginale

Quando la domanda è anelastica il monopolista potrà aumentare i

suoi profitti producendo di meno e vendendo ad un prezzo più alto.

Quindi l’unico equilibrio possibile per un monopolista deve trovarsi

in corrispondenza di un punto in cui la domanda è elastica

Surplus del produttore

Il surplus del produttore è pari al ricavo dell’impresa meno il suo

costo evitabile, che comprende sia il suo costo variabile sia il suo

costo fisso evitabile, ma non i costi irrecuperabili

Breve periodo (BP): il numero di imprese sul mercato è dato

Lungo periodo (LP): nuove imprese possono entrare sul mercato

così come imprese che sono sul mercato possono uscire (nota bene:

c’è libertà di entrata)

Capitolo 13 – Equilibrio ed efficienza

Domanda e offerta di mercato

Per analizzare il mercato di un bene, è necessario determinare la

domanda e l’offerta di mercato di quel bene

A ogni possibile prezzo, la domanda di mercato di un bene è la

somma delle domande individuali di tutti i consumatori

Per ogni possibile prezzo, l’offerta di mercato di un prodotto è la

somma di tutte le offerte individuali dei venditori

Surplus del consumatore

Surplus del produttore

Surplus totale

Capitolo 14 – Interventi sul mercato

In alcune circostanze, lo Stato concede sussidi, pagamenti che

riducono l’importo pagato dai consumatori per l’acquisto di un bene

o che aumentano l’importo ricevuto dai venditori

I sussidi possono essere sia sulla quantità (cioè pari a una certa

somma per unità) sia ad valorem (cioè pari a una percentuale sul

prezzo)

Capitolo 15 – Equilibrio generale, efficienza

ed equità

Un’allocazione delle risorse è Pareto efficiente se non è possibile

migliorare le condizioni di un consumatore senza peggiorare quelle

di qualcun altro

Le economie di puro scambio sono quelle economie in cui i

consumatori possiedono e scambiano dei beni, ma non vi è nessuna

attività di produzione

In un’economia di puro scambio, ciascun individuo inizialmente

possiede un paniere di beni chiamato dotazione

Per soddisfare i propri bisogni, i consumatori acquistano e vendono

beni ai prezzi di mercato. Un consumatore che ha grandi quantità di

un bene e scarse quantità di un altro bene, offrirà il primo e

domanderà il secondo

Se la domanda e l’offerta di ogni bene si eguagliano, tale economie

raggiunge l’equilibrio generale

Scatola di Edgeworth

Spesso gli economisti, per illustrare l’equilibrio generale di una

semplice economia di puro scambio, utilizzano un diagramma

conosciuto come scatola di Edgeworth

La scatola di Edgeworth è un diagramma che mostra le opportunità

e le scelte di due consumatori in un unico grafico

Primo teorema dell’economia del benessere

Il primo teorema del benessere ci dice che nell’equilibrio generale

con concorrenza perfetta, l’allocazione delle risorse è Pareto

efficiente

Secondo teorema dell’economia del benessere

Capitolo 16 – Monopolio

Un’impresa potrebbe produrre un bene che solo poche altre

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
77 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Edo_MI di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Microeconomia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Mancusi Maria Luisa.