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Teoria e metodologia del servizio sociale

La natura relazionale dei problemi sociali

Problema sociale: la base di partenza di ogni intervento sociale è il problema sociale. Suddiviso per sosi analitici, è la parte che riguarda come si forma in lui l'idea di una realtà non accettabile e che vada modificata, senza sapere precisamente come (problema) rispetto alla parte che invece riguarda come dinamicamente si forma in lui l'idea di un possibile differente stato della medesima realtà (soluzione).

I problemi di attivanza degli operatori sociali devono essere pensati come fenomeni compositi. Si tratta di realtà sui generis e come tali vanno percepiti.

Relazione sociale: una relazione è una realtà sovraindividuì tra due individui.

Rete sociale: una rete è una realtà sovrarelazionale tra più relazioni in cui la soggettività di ciascuno è pregnante e l'illusio dotata di una propria unitaria capacità di visione.

Nessun problema sociale esiste in sé: è necessario un atto di valutazione per renderlo tale. Gli atti di valutazione scattano quasi sempre al di là della consapevolezza. Si mostrano sotto schemi, dati esterni e modi, giudizi che si imparano nella percezione e che rendono questi dati realtà fenomenica (es. persona che barcolla in strada).

Schütz definisce “tipificazioni” questo meccanismo

della mente. È alla base del modo in cui la realtà

quotidiana diviene fenomeno per separare altro. Mentre mente

come percezione o conoscenza oggettiva.

COSTRUZIONE DI UN PROBLEMA SECONDO IL CODICE MORALE

Una valutazione di ordine morale risulta quando il

giudizio che informa la percezione riguardante il bene

o il male attribuibili ai dati di realtà, di cui il

soggetto osservatore diviene consapevole. Un problema

presuppone una valutazione negativa, una realtà

immediamente e disapprovabile o colpa attribuita

a qualcuno così come l’eventuale senso di colpa

da questi interiorizzato è un evento sociale. Due

diversi osservatori possono vedere problemi diversi,

oppure uno può anche non vedere alcun problema.

Es: la persona che barcolla, evita mossa monte dei

sentimenti morali negativi e quindi non si vedrà più

un ubriaco, ma un ubriacone (carica di disprezzo).

LA COSTRUZIONE DI UN PROBLEMA SECONDO IL CODICE TECNICO

L’“operatore esperto ha un codice tecnico: egli vede

il problema (se lo vuole vedere) come una gradale

constatazione di un disfunzionamento una diagnosi

Un dato esterno non più collocato da solo in una casella

della mente ma vi è collocato con un preciso atto

di ogzione.

Es: la persona barcollata può essere vista come un

alcolizzato, cioè uno stato della persona caratterizzato

da una dipendenza psicofisica.

Un problema è quanto la diagnosi lo coglie, gli

operatori possono però non vedere problemi né di

qualsiasi non c'è data o non c'è una certa cosa,

ma c'è c'è una certa relazione tra entità

assolutamente compatibili: precisamente tra STATO

PSICHICO (bisogni, desideri e progetti, proiezione

di fini) e STATO DI FATTO (prerequisiti/prospettive

oggettivi per l'azione che dovrebbero conseguire quei fini)

Per stato psichico si intende ciò che afferma al senso

di dover fare che si vuole nella mente della persona.

Si distingue poi un dover fare imposto per necessità

e un dover fare autogenerato per libera volontà.

Il dover fare per necessità (COMPITO IMPOSTO) è tutto

ciò che in un dato momento una persona si sente

costretta a fare sia per rispondere a bisogni bioptici

fissativi che mantengono la fisiologia della persona, sia

per rispondere a richiesta più o meno vincolanti che si

originano al suo esterno, entità ambientali che si stampano

nella psiche.

Un dover fare autogenerato (COMPITO LIBERO) è costituito

da obiettivi che originariamente la persona non è

costretta a eseguire, ma che una volta fissati nella psiche

possono diventare anch'essi vincolanti per l'agente che li

ha assunti.

Per stato di fatto si intende l'esistenza di risorse o

vincoli che possono incentivare l'attuazione, l'azione o

ostacolarla, deprimendola. Si dividono in personali e

situazionali. Per risorse PERSONALI intendiamo parti di

forza o carenze in quei comportamenti interni della persona.

Per risorse situazionali si intende caratteristiche strutturali

che rimangono esterne all'agente.

L'azione è efficace quando il senso di dover fare

(stato psichico) si combina con l'effettiva possibilità di

fare una certa cosa (stato di fatto).

Connessione Articolazione e Accentramento

Spesso la connessione avviene senza che ci sia consapevolezza fra le persone, le persone possono individualmente rendersi conto di star agendo come singoli soggetti e di ricevere risposta al loro comportamento, ma è più difficile accorgersi di fare parte di un'unità. La rete presenta sempre dei deficit di autosservazione.

Una rete la cui funzione della connessione è cruciale, infatti il lavoro di rete consiste in gran parte ad allentare.

La rete può inoltre esserci senza esplicitare e finalizzare la stessa, ma la relazionalità intenzionale deve mantenere il sempre più sottile balance e necessario lasciare dei margini di flessibilità d'azione perché la rete si possa muovere e riequilibrare in base a proprie esigenze interne.

Una rete non può sopportare che qualcuno ne imponga l'azione (diventandone un'organizzazione) e l'ideale equilibrio tra rigidità e flessibilità d'azione dipende dal tipo di compito: più il compito è indeterminato, più la relazionalità deve dipendere dall'osservazione.

Infatti per l'utenza una variante dell'insufficienza di connessione può avvenire per una tendenza all'accentramento, dove una serie di compiti si concentrano su un'unica persona della rete, cosicché quella rete viene meno all'accentramento e quindi in struttura che si evidenzia quando i compiti hanno un elevato grado di percepibilità.

Più una persona "intercetta" i problemi, più è destinata a intercettarli anche in futuro perché apprenderà sempre meglio queste competenze, mentre gli altri competenti disimparano per l'esercizio mancato.

L'ATTEGGIAMENTO RELAZIONALE COME SENTIMENTO: IL "SAPER ESSERE"

L'atteggiamento relazionale è un atteggiamento profondo dell'operatore, un sentimento vero il problema, gli interlocutori e se stesso. Egli operato deve essere sicuro di sé, dei propri mezzi di autofficacia. Di fronte a ogni problema, propria l'operato, l'atteggiamento relazionale fa sempre rivivere all'operato un sentimento a due facce: la propria forza e la propria debolezza. In questione e relazione e non fare il bisogno di nutrire la propria relazione sull'altro e la relazione di aiuto. L'atteggiamento relazionale è un sentimento di sicurezza psichica dell'operato che gli consente di accertare un certo grado di insicurezza incertezza.

Gli utenti si mettono nelle mani dell'operatore, e quando essi fanno intendere che si aspettano una soluzione è l'operatore che deve cominciare che la soluzione verso l'insieme.

L'ATTEGGIAMENTO RELAZIONALE COME METODOLOGIA: SAPERE PER SAPER FARE

L'atteggiamento relazionale si sostanzia in una duplice idea: che la sua presenza nella situazione di problema significhi per la controparte degli interessati; ma altrettanto che gli interessati migliorassero lui, sfruttando riguardo alla sua capacità tecnica di affrontare e venire e capo di quel problema. Tale miglioramento può essere quindi strutturale o dinamico.

IL RECIPROCO MIGLIORAMENTO STRUTTURALE

L'aspeto del sapere che i punti di forza degli interlocutori possono migliorare i suoi punti strutturali più deboli e viceversa. I punti di forza (insufficienti) dell'operatore,

Dettagli
A.A. 2018-2019
59 pagine
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher barbaratraverso di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Metodi e tecniche del servizio sociale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Mordeglia Silvana.