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PROGRAMMAZIONE NEGOZIATA
La è l’implementazione concreta della logica BOTTOM UP.
L’UE mette a disposizione delle risorse e crea dei bandi quindi non impone: sono i privati,
affiancati dagli attori pubblici, che avanzano delle proposte progettuali all’UE o all’organo centrale.
Le proposte avanzate sono sottoposte ad un vaglio di fattibilità, validità, sostenibilità economica.
Del resto tutte le iniziative riguardo l’imprenditoria femminile e giovanile, per lo sviluppo delle
start up o di attività turistiche culturali sono tutte ispirate alla logica BOTTOM UP.
Se la proposta supera lo screening viene dato il finanziamento il quale va utilizzato per realizzare il
progetto.
La gestione dei fondi è affidata agli attori pubblici e privati locali che in partnership gestiscono i
fondi per mettere a frutto i progetti che essi stessi hanno creato. I cittadini sono coloro che
conoscono al meglio i problemi del territorio.
Durante l’esecuzione del progetto, si effettuano dei controlli in modo tale da dimostrare che quei
fondi sono utilizzati per quello scopo e non per altri altrimenti sarebbe un reato.
Il passaggio dalla logica TOP DOWN alla logica BOTTOM UP è stata una grande rivoluzione nella
gestione dei territori.
PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETÀ
Cardine è il secondo il quale esiste una piramide in cui l’organo
centrale non deve intervenire nella gestione operativa dei territori a livello locale soprattutto
quando questi sono in grado di andare avanti da soli. Semmai l’intervento è necessario quando c’è
una manifesta incapacità.
E’ un regime partecipativo in cui l’attore pubblico coinvolge i privati affinchè ci sia un loro
contributo alle strategie che gli riguarderanno poi in prima persona.
Senza questo coinvolgimento, il solo attore pubblico, oltre ad essere in pericolo, corre il rischio
che le decisioni e le strategie di MT non siano ben accolte perché non coerenti con / non
rispondono alle esigenze delle imprese.
Al tavolo di concertazione su cui nasce il soggetto strategico, l’attore pubblico deve consentire alle
imprese di perseguire i loro fini egoistici di profitto ma allo stesso tempo di fare del bene per il
territorio e per la collettività. Il problema nasce quando si persegue il profitto e si fa del male al
territorio. PARTNERSHIP
Quindi opera in situazione di per raggiungere lo sviluppo del sistema.
La partnership che si crea tra pubblico e privato non sempre è formale: a volte fanno un accordo e
diventano formalmente partner, altre volte i privati intervengono nello sviluppo delle strategie di
MT inconsapevolmente. Per esempio, l’azione di protesta delle aziende di fronte all’introduzione
di una particolare norma sulla gestione dei rifiuti influenza l’azione dell’attore pubblico e
trasforma la partnership in un conflitto. Vince chi ha più forza contrattuale.
Le interazioni tra pubblici e privati possono essere distese, cioè di consapevole collaborazione, in
altri casi sono forme di collaborazione inconsapevoli, semmai forme di interazioni.
JOINT VENTURE GOVERNANCE
La partneship assume la forma di (a livello pratico) e di (a
livello teorico) che non è un soggetto che comanda ma è un insieme di regole e norme di condotta
che disciplinano l’operato, lo stile e le attività poste in essere dai soggetti coinvolti all’interno
dell’organizzazione, sia che si tratti di un’azienda sia che si tratti di territori.
Il coinvolgimento delle aziende nelle decisioni a livello perché reputate soggetti importanti per il
territorio è un elemento di governance.
Il GOVERNMENT che è l’intero vero e proprio governo è rappresentato solo dall’attore pubblico
quindi dall’amministrazione locale di competenza.
Non c’è una corrispondenza tra governo e governance perché il governo è colui che
istituzionalmente è investito della responsabilità di formalizzare le decisioni; la governance invece
è il complesso di regole che guida le interazioni tra il governo (le amministrazioni locali) e tutti gli
altri soggetti territoriali. INTELLIGENZA REGOLATRICE
Dalla governance (insieme di regole e norme) nasce una sorta di
che è un modo di operare che prescinde dalla qualità dei singoli e che rimane stabile nel tempo
per la presenza delle norme. Questo si nota nei sistemi di grandi dimensioni: il modo di operare è
sempre lo stesso perchè ci sono le norme, la governance.
Come sistema di governance l’Italia non è dietro agli altri Paesi e nella peggiore delle ipotesi è allo
stesso livello. La Costituzione è una delle più moderne. Il problema è rispettare le regole.
Se le norme di comportamento fossero osservate l’Italia sarebbe all’apice o nei posti più alti in
termini di sviluppo economico e di uguaglianza sociale.
GLI ATTORI PUBBLICI
Gli ATTORI PUBBLICI contribuiscono alla formazione del soggetto strategico insieme agli attori
privati. Fanno parte per definizione.
Devono perseguire in maniera diretta il bene comune perché sono soggetti di diritto pubblico.
Dovrebbero prendere una decisione è presa nell’interesse della collettività altrimenti viene meno
la natura pubblica dell’ente.
Quando si parla di gestione del territorio, il bene comune si declina in SVILUPPO SOSTENIBILE che
include le sue accezioni:
➢ SVILUPPO economico SOSTENIBILE , crescita economica e controllo dei conti pubblici per
evitare interessi passivi insostenibili
➢ SVILUPPO sociale SOSTENIBILE, riduzione di disoccupazione, disuguaglianze e tensioni
sociali quindi tutto ciò che ha a che fare con la pacifica convivenza delle persone
➢ SVILUPPO ambientale SOSTENIBILE, utilizzo delle risorse in maniera sana e sviluppo senza
distruggerle; l’ideale sarebbe aumentare quelle a disposizione.
Sono Regioni, Province, Comuni.
PLANNER
Assumono il ruolo di (di pianificatore strategico) direttamente con le amministrazioni
locali e indirettamente con gli enti che ne derivano, le agenzie. Quindi sicuramente si occupa dello
sviluppo dei piani e crea le condizioni affinché ci sia un’interazione con gli altri soggetti (in primis
le altre agenzie di natura pubblica e le imprese).
L’attore pubblico pone in essere dei meccanismi di controllo, crea normative e regolamentazioni
affinchè l’attività economica delle imprese, benchè orientata naturalmente alla massimizzazione
del profitto, sia per lo meno compatibile con lo sviluppo sostenibile (creare profitto senza
inquinare, senza sfruttare la manodopera, senza indebitarsi per poi fallire).
L’AIA è un’autorizzazione di cui le aziende necessitano affinché l’attività non sia dannosa per
l’ambiente oppure ci sono i sistemi di controllo in modo tale che non sfruttino la manodopera
(verifiche contro il lavoro nero).
Si pone il problema di capire quanto conta il contributo dei singoli attori privati e quanto conta il
contributo dell’attore pubblico nella gestione dei territori. Questi attori operano nel STL con una
RAZIONALITÀ DOMINANTE
diversa preponderanza a seconda della . La realtà è talmente
complessa che non esiste un modello universale.
Non è scontato che abbiano lo stesso peso ed è una situazione che manifesta caso per caso: ci
possono essere delle situazioni in cui l’attore privato conta di più dell’attore pubblico o viceversa.
Può succedere che l’attore pubblico prenda una decisione formalmente in totale autonomia ma
maturata sulla base di pressioni arrivate da qualche privato che ha contribuito in maniera
importante verso quella direzione. Formalmente si ha una decisione pubblica ma nella sostanza
chi ha contribuito in maniera importante verso quella direzione è l’attore privato.
E’ un regime partecipativo in cui l’attore pubblico coinvolge i privati affinchè ci sia un loro
contributo alle strategie che gli riguarderanno poi in prima persona.
Senza questo coinvolgimento, il solo attore pubblico, oltre ad essere in pericolo, corre il rischio
che le decisioni e le strategie di MT non siano ben accolte perché non coerenti con / non
rispondono alle esigenze delle imprese.
Al tavolo di concertazione su cui nasce il soggetto strategico, l’attore pubblico deve consentire alle
imprese di perseguire i loro fini egoistici di profitto ma allo stesso tempo di fare del bene per il
territorio e per la collettività. Il problema nasce quando si persegue il profitto e si fa del male al
territorio.
L’attore pubblico può assumere diverse forme:
1. amministrazioni locali,
2. struttura meta-direzionale,
3. gruppo di pianificazione strategica e
4. agenti di sviluppo. LE AMMINISTRAZIONI LOCALI
Le amministrazioni locali sono una forma di attore pubblico perché costituiscono il governo di un
territorio (GOVERNMENT) e sono preposte alla formalizzazione delle decisioni. Quindi è il soggetto
ch formalmente (non è detto anche sostanzialmente) prende le decisioni.
Sono rappresentate dalle istituzioni, come Regioni, Province e Comuni.
Si distinguono dalla GOVERNANCE in quanto insieme di interazioni che danno luogo a scelte di
governo.
Hanno un ruolo importante che è quello di stabilire le condizioni di partenza su cui costruire
l’interazione futura con gli attori privati.
Non ci potrebbe essere sviluppo sostenibile in un mondo in cui esiste solo l’amministrazione
pubblica. Se non ci sono le imprese, sarebbe un mondo povero perché privo di capitale
intellettuale e con tensioni sociali da parte della gente disoccupata.
Quindi non è possibile né immaginabile un territorio che non contenga il coinvolgimento dei
privati nel soggetto strategico. Le imprese sono fondamentali e vanno coinvolte nell’azione di
sviluppo delle strategie di MT.
Il coinvolgimento dei privati nel soggetto strategico comporta / L’esistenza di rapporti di
collaborazione e competizione tra gli attori del STL ha provocato un forte cambiamento nelle
TOP DOWN
modalità di gestione del territorio: dalla logica (dall’alto verso il basso) alla logica
BOTTOM UP (dal basso verso l’alto).
La prima è più efficiente da un punto di vista tecnico: il soggetto strategico formato da soli attori
pubblici sviluppa e impone il sistema di regolamentazione a tutti i privati (cittadini e imprese).
In questo modo da un lato costringe a massimizzare le attività e l’output è funzionale al bene
comune alla luce delle risorse disponibili, dall’altro lato non si risolvono le esigenze dei privati in
generale (cittadini e imprese).
Da qui diventa importante coinvolgerli per capovolgere la logica di gestione del territorio e farla
passare dal basso v