Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
PIL:
La nozione chiave nello studio della macroeconomia è il Prodotto Interno Lordo (PIL).
Il PIL rappresenta una misura sintetica dell’attività produttiva del sistema economico nel suo complesso.
Quando si parla di previsioni di crescita, si parla di crescita del PIL ( quando si sente parlare del problema
dell’ occupazione, l’assunzione é : se il PIL cresce indirettamente genera un incentivo alle imprese per
assumere nuovi lavoratori).
Il PIL rappresenta una misura dell’ attività produttiva del paese ; quando cresce il PIL di conseguenza cresce
la produzione di un paese, cresce il reddito aggregato e quindi cresce la ricchezza di un paese .
Introdurremo questo concetto per mezzo di un semplice esempio, che utilizzeremo per illustrare le
definizioni comunemente utilizzate di Prodotto Interno Lordo. Consideriamo un sistema economico(
insieme di tutti i settori merceologici che caratterizzano il sistema economico) che produca (in modo
semplificato) autoveicoli.
Il sistema è composto dai seguenti settori industriali:
_ Agricolo (primario)
_ Estrattivo (primario)
_ Manifatturiero (secondario)
_ Commercio e servizi (terziario)
Supponiamo che le uniche materie prime necessarie siano ferro, carbone e gomma.
Nel settore estrattivo vengono prodotti ferro, per 10€, e carbone, per 6€.(estrazione è un input , il ferro e il
carbone sono gli output). Quindi il valore di mercato di quel bene prodotto è 10€ e 6€. Una unità monetaria
di carbone viene utilizzata – poniamo, per l’illuminazione – all’interno delle miniere. I restanti 5€ di carbone
ed i 10€ di ferro vengono venduti ad una acciaieria. L’acciaierai quindi va sul mercato e si approvvigiona di
materie prime.
L’acciaieria prende in input queste materie prime quindi trasforma questi 15 Euro di materie prime in 25€
di acciaio. Il valore di mercato quindi dell’acciaio è 25€, quindi ha conseguito un profitto: 25€-15€ =10€.
Il settore agricolo produce 5€ di gomma, i quali vengono trasferiti ad una industria chimica che li trasforma
in pneumatici, guarnizioni ecc, il cui valore è di 15€.
L’industria automobilistica acquista acciaio, pneumatici, ecc per 40€ e li “incorpora” in 10 autoveicoli, che
vende ai concessionari per 70€.
I concessionari vendono, per complessivi 100€, gli autoveicoli ai consumatori finali.
Poniamoci il problema di valutare il prodotto complessivo (il PIL) di questo sistema economico semplificato.
Valutarmi quanto vale il PIL :
Def : il PIL é costituito dal valore dei beni e dei servizi destinati all’utenza finale prodotti in un paese in un
certo periodo ( ogni anno) .
significato: Valore dei beni destinati all’utenza finale : il fine ultimo di un sistema economico é quello di
produrre un qualcosa che serve ai consumatori, senza scambio tra produttore consumatore non esiste
ricchezza perché la disponibilità a pagare sarebbe 0.
Il PIL é 100€ nel nostro esempio perché :
Nel settore estrattivo è stato “creato valore” per 16€,€ ( il valore di mercato o aggiunto che ho estratto vale
16€ ) ma 1€ è stato consumato per l’illuminazione. Quindi il valore dei beni trasferiti all’acciaieria è 15 Euro.
Il settore della gomma ha prodotto materia prima per 5€.
L’acciaieria ha prodotto beni per un valore di 25, ma per fare questo ha consumato materie prime per 15. Il
“valore aggiunto” da questa impresa industriale è 10.
Valore aggiunto: output – input valorizzato a valore di mercato( prezzo di mercato) 1
Anche l’impresa chimica, creando beni valorizzati a 15, ma consumando per 5, ha creato un valore aggiunto
di 10€
L’industria di produzione degli autoveicoli ha acquistato per 25 dall’acciaieria e per 15 dall’impresa chimica.
Vendendo per 70€, ha “prodotto valore” per 30.
Infine, il concessionario, vendendo per 100 beni acquisiti a 70, registra un valore aggiunto di 30.
Evidenziamo ora i “valori aggiunti” conseguiti nelle varie fasi di produzione.
Settori Valore aggiunto
Settore estrattivo 15€
Agricolo 5€
Acciaieria 10€
Impresa chimica 10€
Industria automobilistica 30€
Concessionari 30€
Totale 100€
Il PIL é la grandezza che aggrega tutti i valori aggiunti del sistema economico . Convenzione tra i paesi, i
paesi si sono accordati e hanno convenuto che questa sia la definizione che meglio rispecchia la ricchezza di
un paese .
Il valore aggiunto é l’incremento di valore della produzione, stiamo parlando della produzione in ciascuno
stadio produttivo rispetto al valore ricevuto dagli stadi precedenti . Il Prodotto Interno Lordo è la somma di
tutti i valori aggiunti. Tendenzialmente non c’è una relazione tra PIL e differenza di ricchezza tra redditi
bassi e redditi alti. Parlare di ricchezza, reddito e produzione é la stessa cosa per quanto riguarda il Pil .
Il valore aggiunto é un reddito , il reddito mi permette di vedere quanto cresce la ricchezza.
Il valore aggiunto, in ciascuno stadio produttivo, è pari al valore dei redditi distribuiti in quella fase
produttiva.
Ad esempio, supponiamo do essere i proprietari dell’impresa, approvvigioniamo a 50€ vendiamo il
prodotto trasformato a 100€ quindi il valore aggiunto 50€, supponiamo che i salari dei dipendenti siano
annuali e sono pari a 40€ quindi il valore aggiunto é 10€ . Il Pil quindi possiamo dire che misura la crescita di
ricchezza.
Nel caso in cui tali redditi fossero inferiori al valore aggiunto, l’impresa conseguirebbe un (extra)profitto, il
che rappresenta un reddito per i proprietari di tale impresa.(Il ragionamento rimane valido anche in caso di
perdite).
Se, a livello di impresa, il valore aggiunto coincide con i redditi distribuiti, a livello aggregato il Valore
Aggiunto coincide con il Reddito interno lordo.
Pertanto: Pil = VA = Reddito lordo
Questo perché tutto quello che distribuisco in valore aggiunto é reddito.
1. Consideriamo il caso in cui una parte della domanda finale si risolva in “investimento”.
Nel nostro esempio, uno degli autoveicoli potrebbe essere stato acquistato dal proprietario della
piantagione di gomma al fine di agevolare il trasporto della sua materia prima. ’investimento inteso come
acquisto di beni di costituzione di nuovi strumenti produttivi viene considerato domanda finale. Il
proprietario quindi sta facendo un investimento sul capitale fisico per migliorare la propria azienda ma il
rinnovamento del capitale fisico della propria impresa viene comunque considerato domanda finale.
L’investimento inteso come acquisto di beni per la costituzione di nuovi strumenti produttivi viene
considerato domanda finale.
Si tratta di una convenzione, motivata dal fatto che la costituzione di nuovo capitale permetterà la
produzione – in futuro – di una maggiore quantità di beni di consumo ( per diventare più produttivo ho
bisogno di un sistema competitivo, per diventare più competitivo ho bisogno di un investimento; siccome 2
se io investo divento più produttivo e quindi produrrò più beni , ha senso considerare quindi gli
investimenti nella composizione del PIL) La definizione del pil guarda al consumatore finale . Sia pure
indirettamente, l’investimento è rivolto al soddisfacimento dei bisogni dei consumatori.
Notate che uno stesso bene, poniamo un microprocessore, fa parte o meno del PIL a seconda
che sia acquistato incrementare lo stock di beni produttivi (quindi fa parte dell’investimento) o lo sia stato
per essere incorporato in beni finali (in questo caso farà parte del PIL quando il bene verrà ultimato).
Fino a quando non ho prodotto quel prodotto finale quella particolare voce non rientra nel PIL, perché non
è un investimento e non è ancora un bene finale. Il PIL comprende gli investimenti e i beni finali.
2. Supponiamo che alcuni beni finali risultino invenduti.
Uno degli autoveicoli potrebbe essere rimasto al concessionario.
In gergo, si parla di “incremento indesiderato nelle scorte”.
Per convenzione, le variazioni nelle scorte sono contabilizzate come parte del PIL (nella voce
investimenti) .
Gli investimenti inclusi nel PIL possono essere di due tipi:
- capitale fisico
- scorte
Entra nel PIL e viene contabilizzato
Ora si supponga che il concessionario del nostro esempio abbia acquistato autoveicoli per 70, abbia
realizzato vendite per 90 ed inoltre abbia “investito” in scorte per 10€.
Se ha dovuto corrispondere redditi per 25, il concessionario si è dovuto indebitare per 5€.( compro a
70(quindi per i produttori questo è un reddito), vendo a 90 quindi il profitto è 20€, se devo distribuire 25€
mi dovrò indebitare di 5€, questo 5 va a coprire la differenza tra quanto ho speso e quanto invece ho
ricevuto ; nel PIL questo non cambia, questo serve solo a vedere come cambia il reddito tra le categorie ). A
livello aggregato, l’indebitamento è reso possibile dal fatto che i redditi distribuiti (agli agenti diversi dal
concessionario), sono pari a 95€.( 75+ 95) La loro spesa è di 90€, il risparmio che emerge va appunto a
finanziare “l’investimento in scorte”.
3. Perché non definire più semplicemente il PIL come valore dei beni e dei servizi scambiati sul mercato?
Tale definizione sembra porre meno problemi in quanto – al momento di registrare una transazione –
l’ufficio statistico non è tenuto a chiedersi se essa coinvolga l’utenza finale. Questo approccio, tuttavia:
- perde di vista il fatto che il fine dell’attività economica è la soddisfazione dei bisogni finali; -fornisce
risultati diversi a seconda del grado di integrazione verticale del sistema industriale.
Nel nostro esempio, se l’industria automobilistica acquista il concessionario, gli scambi sul mercato si
riducono di 70€.
I prodotti finiti, in quantità e in valore, ovviamente non variano.
Le misure di politica economica cercano di perseguire l’ aumentare la competizione dei settori.
Quanto migliora l’accesso dei consumatori ai beni finali quanto più tendenzialmente il PIl aumenta. Se
nelle economie vi è un certo grado di integrazione verticale del sistema industriale si correrebbe il rischio di
avere un PIL più basso.
Distributori legali di produttore distributore e consumatore ci sono delle transizioni di mercato
PIN, PNL e “Costo dei fattori”
PIN: prodotto interno netto
Parte del capitale fisico a disposizione di un sistema economico smette di essere utilizzabile per la
produzione.
Diventa infatti fisicamente troppo vecchio , oppu