Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
D
meno tasse = Y-T); infatti, tra C e Y c’è una relazione positiva, se aumenta Y aumenta anche C.
D D
o La funzione di consumo è così definita: C = C(Y ), C è una funzione positiva di Y .
D D
o La relazione tra C e YD è una relazione lineare (una retta), in cui un dato aumento di Y porta
D
a un aumento di C
C = c + c Y = c + c (Y – T):
0 1 D 0 1
▪ C = intercetta, ovvero esprime il livello di consumo in base ad un reddito pari a zero;
0
quindi, è indipendente da esso.
▪ C = (pendenza)
1
propensione marginale al
consumo che esprime
l’effetto sul consumo di
un aumento di reddito
disponibile
❖ N.B. C ≠ Y se una parte di questo viene risparmiato.
D
➢ La funzione di investimento è una variabile esogena/indipendente, in quanto non dipende dal
̅
reddito, né dal tasso di interesse (→ semplificazione, vedi più avanti): I = .
➢ La spesa pubblica [G], così come le imposte [T], descrive la politica fiscale del governo, le sue scelte
circa le entrate e le uscite del settore pubblico. G (uscite) e T (entrate) sono variabili esogene.
Determinazione della produzione di equilibrio
Nel mercato dei beni l’EQUILIBRIO richiede che la
➔
produzione (Y) sia uguale alla domanda (Z) Y = Z
(produzione/offerta = domanda). Si consideri
l’ipotesi semplificatrice secondo cui le scorte di
magazzino [IS] sono nulle, pari a zero. Perciò:
̅
= + ( − ) + + [la domanda Z
0 1
dipende dal reddito &: il reddito determina la
domanda].
Effetto di un aumento di domanda
Se, ad esempio, aumenta G: si verifica un aumento della domanda Z che a sua volta produce un aumento
della produzione Y e di conseguenza del reddito percepito dalle famiglie, che a sua volta fa aumentare
➔
ulteriormente la domanda Z il risultato è un aumento della produzione superiore all’aumento iniziale della
spesa pubblica, in base al moltiplicatore.
Il MOLTIPLICATORE dipende dal
parametro c , infatti maggiore è
1
questo maggiore è l’effetto
moltiplicativo della spesa
autonoma.
→ Se (c , I, G) aumentano, la
0
produzione Y aumenterà
in proporzione variabile a
seconda della grandezza
del moltiplicatore;
→ Se T aumenta, la produzione Y diminuirà in proporzione variabile in base all’effetto del moltiplicatore.
Come già accennato, l’effetto del moltiplicatore deriva dal fatto
che un aumento di G, I, c0 fa aumentare la domanda Z, che a sua
volta genera un incremento della produzione Y. L’aumento della
produzione porta a un aumento dello stesso ammontare del
reddito (che è uguale alla produzione). La crescita del reddito fa
aumentare ulteriormente il consumo, che è una delle componenti
della domanda, che a sua volta farà aumentare la produzione, e
così via…
Effetti collaterali di una politica fiscale espansiva [aumento di G]
Una politica fiscale espansiva porta a un aumento della produzione e del reddito, ma presenta complicazioni
(nel medio periodo):
• Effettuare nuova spesa pubblica non è così semplice;
• Gli investimenti potrebbero reagire negativamente (crowding out effect);
• Pressione inflazionistica;
• Aumento del debito pubblico;
• Peggioramento della bilancia commerciale.
Nel breve periodo la produzione aumenta, ma attenzione agli effetti sulle altre variabili…
In alternativa, si può pensare all’equilibrio sul mercato dei beni in termini di investimento e risparmio.
RISPARMIO = è pari alla somma del risparmio privato e del risparmio pubblico:
• Risparmio privato [S] = la parte di reddito disponibile che non viene spesa dai consumatori
= − = − − ;
• Risparmio pubblico = parte di gettito fiscale che non viene spesa dal governo = T-G:
o Se T-G>0 allora il governo ha un avanzo di bilancio → risparmio pubblico;
o Se T-G<0 allora il governo ha un disavanzo di bilancio.
Quindi, in equilibrio la produzione Y deve essere uguale alla domanda Z → Y = C+I+G
Sottraendo le imposte T a entrambi i lati e spostando il consumo a sinistra, si ottiene:
Questo modo di definire
l’economia spiega perché la
condizione di equilibrio del
mercato dei beni è chiamata
CURVA IS
[investment=Saving].
Quanto le imprese voglio investire deve essere uguale a quanto i consumatori e il governo sono disposti a
risparmiare.
N.B.
Le decisioni di consumo e di risparmio sono due facce della stessa medaglia: dato un reddito disponibile, una
volta deciso il consumo, il risparmio si determina per differenza, e viceversa.
L’equazione di comportamento del consumo specificata in precedenza comporta che il risparmio privato sia
dato da: S = Y-T-C.
Esplicitando la funzione di consumo e riordinando i termini otteniamo per il risparmio privato:
➔
= − + (1 − )( − ) ( 1 - c ) è la PROPENSIONE MARGINALE AL RISPARMIO: quanto viene
1
0 1
risparmiato di un incremento unitario di reddito.
In equilibrio, l’investimento deve essere pari al risparmio aggregato:
Isolando la produzione Y, si ottiene nuovamente la produzione di equilibrio:
Lezione 5 del 1/10 IL MERCATO FINANZIARIO O MONETARIO
I mercati finanziari svolgono un ruolo cruciale per il funzionamento dell’economica: fanno da intermediari,
mettono in comunicazione risparmio e investimenti. ➔
La Banca Centrale [BC] si occupa della politica monetaria determina i tassi di interesse (nell’Eurozona se
ne occupa la BCE, negli Usa la Federal Reserve, FED).
I singoli individui possono decidere come detenere la propria ricchezza in una pluralità di asset finanziari,
come:
• Moneta = mezzo di scambio e riserva di valore (in quanto il suo valore è legalmente riconosciuto e
viene preservato nel tempo). Non ha rendimento e non vi è alcun rischio visto che c’è perfetta
liquidità, ovvero può essere utilizzata immediatamente. Per moneta si intende sia circolante sia
depositi di conto corrente;
• Titoli (come le obbligazioni dello Stato) = attività finanziarie che danno un rendimento (gli interessi)
e che hanno un rischio. Non possono essere usati nelle transazioni; sono, inoltre, caratterizzati da un
minor grado di liquidità (possono essere trasformati in moneta ad un determinato costo).
Decidere come detenere la propria ricchezza significa scegliere una combinazione di moneta e di titoli.
Questa decisione dipende da due variabili:
➢ Quantità di transazioni = maggiori sono le transazioni commerciali (il numero degli acquisti da fare)
maggiore è la domanda di moneta (circolante o depositi);
➢ Tasso d’interesse = maggiore è il tasso di interesse (→ il rendimento dei titoli), maggiore è la
domanda di essi (visto che hanno un rendimento maggiore, e diminuirà la domanda di moneta).
Premesse:
Sul mercato finanziario la ricchezza domandata sotto forma di moneta e titoli trova un’offerta in coloro che
emettono moneta (la banca centrale) e titoli (Stato e privati, come imprese).
In equilibrio la ricchezza domandata deve uguagliare quella offerta.
Laddove esista un eccesso di domanda di una delle due attività (moneta e titoli) allora deve necessariamente
esserci un eccesso di offerta per l’altra (disequilibrio su entrambi i mercati, moneta e titoli).
↓
Di conseguenza, basta studiare l’equilibrio in uno dei due mercati per sapere che nell’altro vi sarà equilibrio.
Domanda di moneta
Si tratta della somma di tutte le domanda di moneta individuali, da parte delle persone e delle imprese.
Essa dipende da:
➢ Positivamente dal livello totale di transazioni, che, per ipotesi, è proporzionale/uguale al reddito
nominale [€Y], infatti è il livello dei prezzi che conta, non la produzione. Quindi, la domanda di
moneta aumenta con il reddito nominale
➢ Negativamente dal tasso di
interesse [i], infatti, al crescere del
tasso di interesse sui titoli si
preferisce investire su di essi
piuttosto che mantenere la
ricchezza in forma liquida.
La relazione tra domanda di
moneta, reddito nominale e tasso
di interesse è data da:
= €Y ∗ L(i)
Considerando l’ipotesi della presenza della sola moneta circolante nell’economia, e supponendo che la BC
stabilisca di offrire un ammontare di moneta uguale a M, la condizione di equilibrio sul mercato finanziario
➔ = = €Y ∗ L(i)
è: offerta di moneta [retta verticale]= domanda di moneta → con i pari al tasso
di interesse di equilibrio per cui si verifica l’uguaglianza tra offerta e domanda di moneta (si agisce su di esso
per fare in modo che l’uguaglianza si verifichi).
Caso aumento reddito
€Y
Un aumento di porta ad un aumento proporzionale
delle transazioni e quindi un aumento della domanda di
moneta; graficamente la curva della domanda si sposta
a destra. In questo modo si verifica un eccesso di
domanda che si può aggiustare attraverso delle
variazioni del tasso di interesse: infatti, per indurre le
persone a detenere meno moneta e più titoli il tasso
d’interesse deve aumentare; così di ristabilisce
l’equilibrio.
Caso aumento offerta di moneta [variabile esogena]
Un aumento dell’offerta di moneta causa uno
spostamento della curva di offerta verso destra (una
diminuzione, verso sinistra); si verifica un eccesso di
offerta e si riporta l’economia in equilibrio andando a
diminuire il tasso d’interesse, così, infatti, le persone
saranno indotte a detenere più moneta e meno titoli.
Lezione 6 del 4/10
La BC gestisce l’offerta di moneta attraverso le operazioni di mercato aperto, cioè di acquisto o vendita di
titoli obbligazionari.
➢ Se vuole AUMENTARE l’offerta di moneta allora effettua ACQUISTI DI TITOLI, (così da diminuire la
➔
quantità di titoli in circolazione) e per fare questo emette nuova moneta politica monetaria
espansiva;
➢ Se vuole DIMINUIRE l’offerta di moneta effettua VENDITE DI TITOLI, quindi emette titoli e ritira
➔
moneta dalla circolazione politica monetaria restrittiva.
La compravendita di titoli determina una variazione del prezzo di questi ultimi; il prezzo e il tasso d’interesse
sono due cose diverse, però tra essi esiste
➔
una relazione diretta RELAZIONE
NEGATIVA: al diminuire del prezzo di
mercato del titolo [€P] aumenta il suo tasso
d’interesse.
Effetti della politica monetaria sul tasso d’interesse
•