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SILLABA
Definizione. "Non c'è sillaba senza aria" cit. Rossetti. Foneticamente è un'unità costituita da uno o più foni agglomerati da un picco di intensità, l'esistenza di fonemi vocalici è il minimo necessario che ci autorizza a parlare di una sillaba fonologica, in quanto unità fonologica composta da almeno un elemento sillabico. Può essere anche l'unità prosodica di organizzazione dei suoni linguistici. Caratteristica di ogni sillaba è che qualunque sia il numero dei suoni, c'è sempre uno prominente con maggior capacità di essere udito, l'apice sillabico, quello che da solo può formare la sillaba.
Tre momenti della sillaba: attacco, nucleo sillabico e coda. Nell'attacco c'è minore sonorità come nella coda, nel nodo è presente una forte sonorità, infatti il picco d'intensità lo troviamo lì.
curva sonora. Si parla di naturalità sillabica quando le sillabe rispettano al meglio la scala di sonorità, di questi tre momenti si può fare a meno di qualcosa? Dell'attacco e della coda. I suoni per apici sillabici sono nasali e liquide: m, n, l, r. In lingua sanscrita questi suoni formano sillabe. Morfema si divide in lessicale e grammaticale. Grammaticale a sua volta si suddivide in derivazionale e flessionale. Questo schema cerca di riassumere i tipi di morfema. I morfemi lessicali sono una classe aperta; quelli grammaticali costituiscono due classi chiuse di elementi chiuse. Quelli derivazionali derivano da altre parole, gli altri distinguono diverse forme di una stessa parola; es. di morfema -al. Bloomfield affiancava anche un'altra classificazione preferiva distinguere tra morfemi liberi (ieri, dopo, oggi, domani, i quali sono autonomi) e legati, si devono legare a morfemi lessicali. I morfi semi-liberi (in parte si devono adeguare al contesto sintagmatico).
La derivazione opera sempre prima della flessione, è prioritaria, ne consegue che nelle lingue che hanno un'organizzazione morfologica di questo tipo prima si costruiscano le parole per derivazione e poi si applicano le flessioni dovute (determinate dal contesto sintagmatico), ne consegue che di solito le flessioni sono quelle più lontane dalla radice del nome, dipende dalle lingue. In italiano "nazionalizzazione" ci sono due suffissi derivazionali, "figlioletto" due suffissi se accettiamo il punto di vista sincronico; si comprende che la flessione è obbligatoria, mentre la derivazione no. Il lessico presenta delle lacune sulla derivazione, non è un abbecedario matematico. Il fenomeno del morfo 0 si ritrova in "città", se non ho un articolo davanti non si può stabilire se non c'è un quantificatore (articoli), questi nomi sono contigui ai nomi "massa", come burro. Un altro tipo di morfo.È quello "buon", cumulativo. Esistono anche i morfi sostitutivi e modulari, danno un'informazione in più dicono ciò che viene sostituito; metafonesi, si può studiare dal punto di vista morfologico, in seguito ad una modulazione→ →fonica si produce un cambio (singolare-plurale) es. foot feet /fu:t/ /fi:t/. In passato la i ha influito sulla odi foot (RIVEDERE LA METAFONESI DAL PUNTO DI VISTA FONOLOGICO). • In/accettabili • In/utile • In/enaù Questi tre esempi sono accomunati dal fatto che in+vocale; mentre in+vocale: • Intoccabile • Invincibile • Incapace Si può cambiare le regole mettendo im+ o il+, in diacronia la n viene sostituita da -l, ma anche in sincronia si può ragionare, in che rapporto stanno tutti questi casi con in di partenza? Allomorfia, diverse realizzazioni concrete di un morfema. Il morfema è per tutti negazione, il criterio per dire che si tratta dello stesso.morfema è quando si trova nella stessa posizione. La presenza di allomorfia è dovunque. L'armonia vocalica, è un fenomeno che si forma tra radice e suffisso per es. per formare il plurale. In alcuni casi oltre l'aggiunta di una sillaba si ha uno spostamento. Lingua flessiva: → radice di 3 suoni consonantici, dentro i quali ci possono essere suoni vocalici. Lingua semitica Es: ^t^a^l^i^b. In questa parola il morfema lessicale è vincolato dai 3 suoni consonantici, mentre le vocali morfemagrammaticale, non è un morfema concatenativo, è detto a spina di pesce. In sing, il morfema lessicale è dato sas-ng, mentre la -i mi dice il tempo verbale, l'inglese ha una struttura simile a quella delle lingue semitiche. Sintassi. Vuol dire "mettere insieme", mettere insieme parole di unità di livello superiore ed è un livello di analisi superiore a quello della prima articolazione, le condizioni per parlare di
sintassi è combinabilità epertinenza. La prima vuol dire che le parole si devono combinare tra loro, mentre il secondo che lasequenzialità sia almeno parzialmente pertinente. Le unità di base sono 2: non più la parola, ma il sintagma, lafrase. Il primo livello (a,b,c,..): morfi. Più morfi forma il livello della parola, più parole formano un sintagma chepuò costituire le frasi o gli enunciati. Un insieme di frasi forma dei testi, la parola testo deriva dal verbo tessere,“l’intreccio di un romanzo”. Il livello del testo è quello più recente su cui si sta interrogando la linguistica.La sintassi si muove a livello di sintagmi, l’unità centrale; di sintagmi ce ne sono diversi tipi. Prima di definirliconviene dire che cosa è la frase, essa è l’entità che funge da blocco comunicativo unico di per sé sufficiente; alfine che si parli di frase ènecessario che la frase asserisce qualcosa, è necessaria la predicazione individuata da un verbo. Come è fatto un sintagma? "Dormire bene", "il tavolo grande", il sintagma può essere avverbiale il primo o aggettivale, il secondo. La frase si costruisce intorno al sintagma verbale. "Tutti quei miei quattro bei polli grassi", è un sintagma nominale perché abbiamo bisogno del nome "polli".- Tutti: quantificatore.
- Quei: determinante.
- Miei: A.
- Quattro: quantificatore.
- Bei: A.
- Polli: Nome.
- Grossi: A.
Mentre bisogna fare luce. La frase presa da esempio è composta da: Lucia, un sintagma nominale allo stesso livello del sintagma verbale, che è composto da un sintagma nominale (Gianni) e da un verbo (ama), questo è un modo per de-linearizzare. Piove, tuona, nevica. Tre frasi perché è presente un predicato. Ogni frase è rappresentabile per mezzo di un indicatore sintagmatico che ne fornisce la struttura in costituenti, in molti casi questo modo di de-linearizzare si manifesta per disambiguare certe frasi. "Gianni ha comprato un abito elegante". "Un": determinante. Se facciamo l'indicatore sintagmatico con "che" non cambia, perché la frase relativa si comporta come aggettivo. Due strutture: struttura profonda 1, dove Gianni è autore e struttura profonda 2, dove Gianni è il possessore. Ad una stessa struttura di superficie, una struttura che si muova nella linearità, si collega a
Due interpretazioni semantiche. Leonard Bloomfield, fu il primo ad interessarsi di questioni sintagmatiche e l'albero è il risultato di studi, il primo tentativo di analisi sintattica è l'analisi in costituenti immediata, che fu messa apunto da Bloomfield, uno dei più importanti esponenti della linguistica americana prima di Chomsky, Bloomfield fu allievo di Boas insieme a Sapir. Franz Boas condusse un'indagine vicina agli studi di antropologia, il continente americano consentiva un gran campo di studi, soprattutto nelle lingue amerindiane. Bloomfield ebbe interessi più descrittivi, avvertì di più l'influenza del positivismo e fu influenzato anche dal comportamentismo, che a causa comporta effetto. Bloomfield nella sua ACI, mette a punto l'analisi di struttura sintattica; analisi immediata, senza mediazione.
RICORSIVITÀ E INCASSAMENTO
Si intende per la prima che dato un Sn è possibile inserire nei due
elementi che lo compongono un terzo→ →elemento. Sn Art+ (N N+A), si può fare all’infinito, questa regola applicata ricorsivamente genera unaserie di sintagmi ripetuti. Questo fenomeno secondo cui una regola può essere applicata più volte, ècaratteristica della sintassi. Il principio della ricorsività è applicabile solo a livello sintattico. La ricorsività è unespediente economico perché permette di espandersi senza adoperare le regole applicate. Un codice cheoperasse senza ricorsività sarebbe di una difficoltà immane.
INCASSAMENTO
Gli incassamenti possono trovarsi dislocati, in posizione iniziale, finale o centrale. “Il libro che mi ha prestatoLuca non mi piace”, l’incassata è la frase nel mezzo “che mi ha prestato Luca”. Questi fenomeni furono scopertinel 1957 con l’opera di Chomsky. Chomsky appartiene alla grammatica generativa-trasformazionale.
Chomsky (vedi biografia), applica le sue scoperte a livello sintattico. "Linguistica cartesiana". Dagli anni '70 in poi, si può parlare di pensieri chomskiani. Chomsky si interessa di cercare di esplicitare tutte quelle conoscenze implicite che noi abbiamo della lingua per mezzo di un apparato, in grado di generare un numero infinito di frasi mediante un numero finito di regole, qualcosa di simile ad un algoritmo matematico, frasi accettabili, che siano grammaticali, che non debbano essere scritte con l'asterisco davanti. Il criterio di grammaticalità è dato dal parlante nativo, figura centrale nel pensiero chomskiano. La grammatica generativa è costituita da un lessico e da delle regole. Le regole sono istruzioni di comportamento che si possono applicare ricorsivamente. X YZ, questa è la regola generale. In termini bloomfieldiani sarebbero i tagli. Le regole della grammatica generativa: 1. F Sn+ Sv. 2. Sn Art + N 3.Sv V+ Sn.→4. Art (il, la)→5. N (ragazzo, libro, mela).→(legge,6. V mangia)Grazie a queste regole si generano: “La ragazza legge il libro”