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Rapidità; lenti/a velocità naturale/veloci/in accelerazione/in decelerazione/a velocità

costante; velocità esecutiva.

c) Resistenza; breve/media/lunga; durata del movimento. d) Mobilità articolare; ampi/di

ampiezza naturale/brevi; ampiezza articolare.

e) Orientamento spaziale; simmetrici/asimmetrici.

f) Orientamento temporale; contemporanei/ciclici/aciclici. g) Combinazione; segmentari o

analitici/globali.

h) Ritmizzazione; cadenzati o a ritmo uniforme/a ritmo variato/aritmici. i) Grado di

partecipazione del soggetto; attivi/passivi.

Capitolo Terzo – Le posture e gli schemi motori

1. Le posture

Il movimento umano è un insieme di unità fondamentale individuate come: posture, situazioni

apparentemente statiche del corpo; schemi posturali, atti motori segmentari che coinvolgono

solo alcune parti e che avvengono senza modificare sostanzialmente la posizione del corpo;

schemi motori, atti motori globali che quando avvengono comportano una variazione di

postura o una traslocazione nello spazio. Le posture possono essere viste come situazioni

attive, dove per mantenerle attiviamo il cosiddetto tono posturale, grado di tensione a carico

della muscolatura antigravitaria. Altresì possono essere viste come schemi stati-ci, dove le

diverse parti del corpo conservano un rapporto fisso tra loro. L’assunzione ed il mantenimento

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di determinate posture dipendono fa fattori neuromuscolari e psicoemotivi e sociali.

Educazione posturale: insieme di situazioni di presa di coscienza del proprio corpo che

tendono a prevenire l’insorgenza di paramorfismi nei periodi di accrescimento staturale.

2. Atteggiamenti e posizioni del corpo

Rappresentano le categorie a cui possono essere rapportate le singole posture individuali. Con

gli atteggiamenti si classificano le figure statiche assunte dalle parti del corpo (parziali) o dal

corpo in toto (totali) indipendentemente dai rapporti con il mondo esterno. Atteggiamenti

parziali: a) busto: lungo/breve/ruotato;

b) arti: lungo/breve/semibreve/ruotato. Le figure assunte da più parti del corpo danno luogo

agli atteggiamenti combinati, da un minimo di due ad un massimo di 5 atteggiamenti.

Atteggiamenti totali: a) tipo: il punto più alto del capo è alla distanza massima dalla punta

dei piedi uniti ed in estensione; b) ruotato: tutti i segmenti del corpo sono ruotate attorno al

proprio asse longitudinale;

c) arco: l’occipite risulta avvicinato ai talloni e tutto l’arto inferiore in estensione è

avvicinato al tronco posteriormente; d) ginocchio: le cosce sono in linea con il busto in

atteggiamento lungo e le gambe propriamente dette compongono un angolo di 90° rispetto

alle cosce;

e) raccolta: arti inferiori in atteggiamento breve e busto in atteggiamento lungo; f) massima

raccolta: arti inferiori e busto in atteggiamento breve e fronte avvicinata alle ginocchia: g)

squadra: angolo di 90° tra busto ed arti inferiori in atteggiamento lungo; h) massima squadra:

arti in atteggiamento lungo e busto in atteggiamento breve con fronte avvicinata alle

ginocchia.

Con le posizioni si connotano i rapporti delle parti del corpo o del corpo in toto con il mondo

esterno e si dividono in: prese, attitudini, stazioni. Prese (rapporti di contatto delle parti del

corpo con gli attrezzi e il suolo): plantare/addominale/ascellare/brachiale/palmare/digitale/

metacarpea/poplitea/tibiale/crurale. Impugnature: prese in cui la mano avvolge un attrezzo

facendo pugno. Passo: distanza tra due prese. Attitudini (rapporti del baricentro del corpo

con i mezzi di sostegno e con il suolo):

a) Semplici: di appoggio/ sotto il sostegno/neutra/di volo; b) Complesse: di doppio appoggio/

di doppia sospensione/mista. Stazioni (rapporti del corpo con il suolo a carico dei soli arti o

anche del busto, posizioni convenzionali del corpo che vengono utilizzata dall’educatore del

movimento come posizioni di partenza per la definizione dei movimenti segmentari del corpo

e per l’esecuzione degli esercizi): eretta/seduta/in ginocchio/decubito/in quadrupedia/a

corpo proteso.

3. Gli schemi motori statici o posturali

Coincidono con i movimenti segmentari del corpo. I movimenti dell’uomo coinvolgono più

parti ed articolazioni che vengono attivate e coordinate secondo le categorie temporali della

contemporaneità o della successione.

3.1. Assi e piani del movimento. Vi sono 3 ipotetici piani: a) sagittale, b) frontale, c)

orizzontale; e tre assi fondamentali: a) trasversale, b) antero-posteriore, c) longitudinale. I

movimenti analitici sono possibili grazie all’attivazione volontaria del tono funzionale

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(intensità di tensione muscolare dei muscoli agonisti direttamente implicati) e al

rilasciamento dei muscoli antagonisti.

4. Gli schemi motori dinamici

Coincidono con i gesti motori naturali ed abituali tipici della specie umana e rappresentano il

frutto del processo di apprendimento, automatizzazione e coordinamento di atti parziali che

incomincia dalla nascita e che viene condizionato dalle esperienze di movimento. La

padronanza degli schemi motori di base (SMB) consente all’uomo la costruzione e

l’automatizzazione dei gesti e delle abilità motorio-sportive più complesse.

Capitolo Quarto – Le capacità motorie

1. Correlazione tra sistemi biologici, funzioni e capacità

Jean Le Boulche sostiene che l’intervento motorio-educativo contribuisce all’evoluzione dei

sistemi biologici: a) vegetativo: garantisce la sopravvivenza dell’individuo; b) di relazione:

consente all’uomo di relazionarsi ed interagire con l’ambiente attraverso le due polarità

informativo-sensoriale e motoria o di risposta; c) nervoso: fin dalla nascita coordina i sistemi

precedenti; d) della sessualità: per la procreazione. Le capacità caratterizzano e misurano

l’efficienza di una funzione.

2. Classificazione delle capacità motorie

Le capacità motorie influenzano l’intensità e la qualità di risposta all’ambiente. Quella più

attuale è stata proposta da Gundlach (1967). Innanzitutto si suddividono in condizionali e

coordinative. Le capacità condizionali determinano la durata, la quantità e l’intensità della

risposta motoria ed incidono in modo determinante sulla prestazione motorio-sportiva;

direttamente influenzate dai processi metabolici che conduco-no alla produzione di energia

indispensabile per muoverci. Le capacità coordinative sono determinate dai processi che

organizzano, controllano e regolano il movimento e dipendono dal grado di maturazione del

sistema nervoso centrale e periferico; si suddividono in generali e speciali.

Speciali: a) accoppiamento e combinazione del movimento; b) differenziazione cinestetica; c)

equilibrio; d) orientamento; e) ritmo; f) reazione; g) trasformazione del movimento Generali:

I) direzione e controllo del movimento; II) adattamento motorio; III) apprendimento motorio.

Sono capacità strutturali elastiche quelle di mobilità articolare e di elasticità muscolare.

Martin (1991) ha proposto un modello delle fasi sensibili, dimostrando come ogni capacità

abbia, tra i 6 ed i 15 anni, momenti o fasi favorevoli per essere sviluppata ed allenata.

3. Capacità di reazione 10

Quella che ci consente, dato uno stimolo, di reagire motoriamente ad esso il più velocemente

possibile. Si compone di un tempo totale (TT), necessario per percepire, identificare,

elaborare uno stimolo esterno e rispondere motoriamente, ed ha due componenti parziali che

sono il tempo di reazione (TR), che rappresenta la velocità nella presa di decisione e

s’identifica con l’intervallo di tempo tra la percezione dello stimolo non preceduto da un

preavviso e l’inizio della risposta motoria, ed il tempo di movimento (TM), identificabile come

l’intervallo di tempo tra l’inizio e la fine di un movimento in reazione ad uno stimolo.

3.1. Classificazione dei tempi di reazione.

Tempo Reazione semplice: quando ad uno stimolo sensoriale viene associata un’unica risposta

motoria; è il Tempo di Reazione più veloce, 190 millisecondi. Tempo di Reazione complesso o

di scelta: quando le alternative stimolo-risposta sono più di una; è il tempo che un soggetto

impiega per percepire ed identificare lo stimolo, per scegliere e programmare la risposta

giusta; con l’aumento delle possibili coppie stimolo-risposta, aumenta il tempo richiesto per

rispondere.

3.2. Fattori che influenzano i tempi di reazione

a) Legge di Hick: esiste correlazione lineare tra il Tempo di Reazione di scelta e il logaritmo

dei numeri delle coppie di stimolo-risposta, questa incide prevalentemente sul secondo stadio

di elaborazione dell’informazione perché riguarda la quantità d’informazione con cui

l’esecutore ha a che fare prima di decidere che cosa fare e quindi lo stadio della scelta; b)

quando esistono compatibilità e naturalezza tra stimolo e risposta i Tempo di Reazione sono

più veloci; c) la ripetizione dell’esercizio e quindi l’allenamento incidono sulla reattività

dell’uomo;

d) la velocità dei Tempi di Reazione di scelta aumenta quando la tipologia della reazione

viene ripetuta.

3.3. Capacità attentiva e reattività. Il tempo di reazione viene influenzato anche

dall’identificazione dello stimolo esterno, ovvero dal grado di attenzione focalizzata verso

quello stimolo che si è in grado di attivare. Una limitata capacità di attenzione può essere

dannosa. Gli uomini si possono concentrare in prevalenza in modo seriale.

3.4. Identificazione dello stimolo, selezione e programmazione della risposta. Vi può essere

un’elaborazione efficace di più stimoli esterni nel primo stadio, quello di identificazione dello

stimolo. Due o più flussi d’informazione possono entrare contemporaneamente nel sistema

attentivo ed essere elaborati nello stesso istante; quando due stimoli sono tra loro

contrastanti fanno aumentare i tempi di elaborazione della risposta. Effetto Stroop: risultati

sperimentali che dimostrano come l’elaborazione parallela possa esistere ma aumenti i tempi

di elaborazione. Nel momento della selezione della risposta due sono i meccanismi principali

per coordinare due azioni contemporanee: a) elaborazione controllata, è lenta, richiede

attenzione, viene spesso messa in difficoltà dalla competizione tra i compiti, è seriale e

faticosa; b) elaborazione automatizzata, frutto dell’apprendimento motorio basato sulla

ripetizione dell’esercizio e sull’allenamento, è il meccanismo di controllo che sta alla base di

un movimento di coordinazione fine o di maestria (Meinel, 1984). ISI (Inter Stimulus Interval):

intervallo di tempo tra due stimoli abbastanza ravvicinati. In presenza di una doppia

stimolazione ravvicinata (TR2) esiste un per

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Publisher
A.A. 2016-2017
20 pagine
6 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-EDF/01 Metodi e didattiche delle attività motorie

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher alevalse000 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teoria e metodologia del movimento umano e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Casolo Francesco.