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CONCLUSIONE:

- L’applicazione di questi criteri,tiene conto di diversi fattori e gradi di probabilità.

- Questi criteri sono più convincenti, se si incontrano non isolati, ma uniti insieme perché hanno

maggiore efficacia.

- Questi criteri non sono tassativi: se non vengono usati questo non porta a concludere

l’inaccettabilità o l’implausibilità storica di un dato.

-Applicando tutti questi criteri, si può considerare di fatto fondata l’autenticità della storia narrata

nei vangeli.

7.4. Cronologia della vita di Gesù

Dal punto di vista storico, niente si può dire con certezza. Gesù risulta in vantaggio su molti ambiti

storici in quanto almeno alcuni fatti possono essere affermati con una discreta certezza o con

un’alta probabilità. La storia di Gesù si può dunque datare, non è una leggenda. Ed è incredibile

come in poco tempo sia riuscito a influenzare l’andamento della storia.

- Al tempo dell’Impero Romano. Gesù compare sulla scena quando già è scomparso Giulio

Cesare; questi nel 48 a.C., pone fine alla guerra civile a Roma e opera il passaggio dalla

repubblica alla dittatura.Giulio Cesare è ucciso da Bruto e Cassio nel 44 a.C e viene accolto dal

senato tra gli “dei” protettori dello stato. Si accende la lotta tra Antonio ed Ottaviano: quest’ultimo

sconfigge definitivamente il suo rivale Antonio ad Anzio (31 a.C.) e si impone perché sostenuto

dalle legioni di Africa. Ottaviano regna dal 30 a.C. al 14 d.C. e lentamente svuota di ogni potere il

senato: realizza una riforma amministrativa, impone la sua divinità; come sommo sacerdote si fa

chiamare Augustus. - La

nascita. Durante il regno di re Erode il Grande, un ebreo di nome Yeshù (= Gesù) nacque, a

Betlemme di Giudea (più che a Nazareth di Galilea), una piccola città entro i confini del regno di

Erode. La madre di Gesù si chiamava Miryam (= Maria), suo padre (patrigno) Josef (= Giuseppe).

L’anno di nascita di Gesù fu calcolato nel 525 d.C. dal monaco romano Dionigi il piccolo (morto nel

556 d.C.): Gesù aveva circa trent’anni quando Tiberio era nel quindicesimo anno del suo impero

(fu imperatore dal 14 d.C. al 37 d.C.). Per avere l’anno di nascita di Gesù bastava tornare indietro

di trent’anni, e si giungeva al quattordicesimo anno di regno di Augusto, corrispondente al 754

della fondazione di Roma. È appunto questo il punto di partenza che regola la cronologia dell’era

cristiana. - I primi

trent’anni. Gesù crebbe in una famiglia devota di giudei della bassa Galilea, vivendo per circa

trent’anni a Nazareth. Frequenta la scuola di lettura della Torah per diventare poi “figlio del

precetto” e svolge la funzione di “carpentiere”. Gesù crebbe a Nazareth e «Nazareno» o «di

Nazareth» divenne quasi un secondo nome. Gesù parlava probabilmente aramaico, pur imparando

l’ebraico nella sinagoga. Quando cominciò ad apprendere il mestiere di falegname da Giuseppe,

acquisì qualche frase di greco per scopi commerciali. Le frequenti visite della sua famiglia a

Gerusalemme per le grandi feste lo avranno messo maggiormente a contatto con il greco in quella

città. - L’inizio dell’attività

pubblica. Fu attratto dal movimento di Giovanni il Battista, che cominciò il suo ministero nella valle

del Giordano verso la fine del 27 d.C. o all’inizio del 28 d.C. Battezzato da Giovanni, subito Gesù

cominciò un suo ministero pubblico. Gesù riconosce nella predicazione di Giovanni Battista un

segnale di Dio.

-Gli anni dell’attività pubblica. Diventa un rabbi (maestro/profeta) itinerante. Non ha né casa né

beni. Sceglie il celibato. Sceglie lui i discepoli, prendendoli da tutti i gruppi e movimenti sociali e

religiosi; i nomi di coloro che gli sono più vicini risultano essere i seguenti: Simone di Giovanni,

Andrea, Giacomo e Giovanni. Si riconoscono nel gruppo varie tendenze ed ispirazioni: quella

farisaica, quella dei discepoli del Battista, quella del “partito armato” degli zeloti. Gesù di Nazareth

è predicatore e guaritore e alternò regolarmente la sua attività tra la nativa Galilea; talvolta a Tiro e

Sidone, a volte Samaria. Svolge una fase di attività anche in Giudea e a Gerusalemme in

particolare, salendo alla Città Santa in occasione delle grandi feste. Questo suo ministero si

protrasse per due anni/tre anni ed ebbe un momento critico nella cosiddetta “crisi galilaica”,

quando, dopo un periodo di successo, aumentarono le difficoltà e le incomprensioni dei

compaesani e dei contemporanei. L’accusa è quella di ingannare la gente: l’inganno consisteva

nel fatto che Gesù si faceva «uguale a Dio», violando il sabato e chiamando Dio suo Padre e per

la Torah, il profeta che si poneva al posto di Dio, invitando così il popolo all’apostasia, doveva

essere messo a morte. Come laico galileo, sarà apparso dapprima trascurabile poi pericoloso. Le

frequenti visite di Gesù a Gerusalemme durante il suo ministero possono aver alimentato una forte

ostilità, tra i sacerdoti di Gerusalemme e il laico galileo.

-Gli ultimi giorni e la morte. Nel 30 d.C., mentre Gesù era a Gerusalemme per l’approssimarsi della

festa di Pasqua, ebbe la sensazione che la crescente ostilità delle autorità del Tempio di

Gerusalemme nei suoi confronti stesse per raggiungere il culmine. Celebrò un solenne banchetto

di addio con il gruppo più ristretto dei suoi discepoli un giovedì sera, il 6 aprile secondo il nostro

computo moderno, (NB: l’inizio del quattordicesimo giorno di Nisan, il giorno della preparazione di

pasqua, secondo il computo liturgico giudaico.) Arrestato nel Getsemani nella notte tra il 6 e il 7

Aprile, dapprima fu esaminato da alcuni capi giudei e poi consegnato a Pilato venerdì 7 Aprile di

buon mattino. Pilato, lo condannò a morte per crocifissione. Dopo essere stato flagellato e

schernito, Gesù fu crocifisso, fuori Gerusalemme, nello stesso giorno. Morì la sera di venerdì 7

aprile 30 d.C. a circa 36 anni.

7.5 CONCLUSIONE:

Meier ha iniziato nel 1991 un’opera in quattro volumi: “Un ebreo marginale”. Ripensare il Gesù

storico, nella quale si può trovare una discussione sui principi metodologici e critici della ricerca. La

conclusione dell’indagine è che Gesù fu un ebreo “marginale”. Marginale:

> Dal punto di vista della letteratura giudaica e pagana, il Nazareno (Gesù) fu insignificante per la

storia nazionale e mondiale.

>Come criminale messo a morte nel modo più brutale con esecuzione pubblica, Gesù fu cacciato

ai margini di quella società: agli occhi dei romani, Gesù morì dell’orribile morte degli schiavi e

cadde sotto la maledizione di Dio.

>Gesù per primo marginalizzò se stesso: a 30 anni era un carpentiere con una sua rispettabilità

sociale; abbandonò il mestiere e la città natia, divenne disoccupato e per intraprendere un

ministero profetico; i suoi parenti lo considerarono un pazzo.

> Alcuni suoi insegnamenti erano marginali (assoluta proibizione del divorzio – rifiuto del digiuno

volontario – celibato volontario) in quanto non coincidevano con opinioni e pratiche dei gruppi

giudaici del tempo. Gesù, come maestro, non aveva frequentato una scuola scribale né era stato

discepolo di un noto maestro e con tutto ciò sfidava insegnamenti e pratiche accettate dai giudei

suoi contemporanei. Inoltre proclamò i suoi insegnamenti in maniera autoritaria.

> Il suo insegnamento e stile risultava offensivo per molti giudei, li allontanava da lui e spingeva se

stesso ai margini. Questo spiega la sua fine repentina e brutale: Gesù aveva pochissima gente

dalla sua parte. > Gesù, il povero laico diventato profeta e maestro, incontrò la morte a

Gerusalemme anche a causa di uno scontro con il ricco sacerdozio aristocratico urbano.

Di questo “ebreo marginale” conosciamo ormai molto: il vaglio delle fonti storiche che ci parlano di

Gesù di Nazaret, lo studio della cronologia e della geografia in cui si è svolta la sua vicenda, e una

sintetica carrellata sui grandi al tempo di Gesù hanno chiaramente offerto un quadro di riferimento

abbastanza completo entro il quale poter comprendere gli avvenimenti della vita di Gesù di

Nazaret. L’ANNUNCIO DEL REGNO E IL DISCORSO IN

PARABOLE

La domanda è: chi fu veramente Gesù di Nazareth?

Per comprendere chi è Gesù è necessario interrogare il suo messaggio: dal suo messaggio

emerge chi egli sia. Oltretutto più volte nei vangeli Gesù viene definito un profeta: egli ritiene di

avere un compito particolare, quello di parlare in nome/a nome di Dio.

8.1. esiste un centro unitario della predicazione di Gesù?

C’è una domanda preliminare, però, alla ricerca: è mai possibile individuare nelle parole di Gesù, a

prima vista frammentarie e disorganiche, un messaggio unitario?

Gesù parlava un linguaggio immediato, concreto, prendendo spunti dalla vita quotidiana. Nel corso

della storia diversi tentativi sono stati fatti per individuare il suo messaggio. Spesso il messaggio di

Gesù è stato letto con categorie morali, ossia come un insegnamento su ciò che è bene e male nel

comportamento degli uomini, è ovvio quindi che l’argomento abituale e centrale della predicazione

di Gesù era il Regno di Dio. Innanzi tutto Gesù fa del Regno di Dio il motivo dominante del suo

messaggio e della sua azione, dando molta importanza a questo tema. Come provare quanto

detto? >Se si guarda l’inizio della

predicazione di Gesù, si dice che il Regno di Dio era il tema centrale del suo annuncio. Marco

riassume significativamente il messaggio di Gesù in questi termini:

«Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio, e diceva: “Il tempo è compiuto e il Regno

di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo”».

Matteo riassume l’operato di Gesù con questa frase sintetica: «Gesù percorreva tutta la Galilea,

insegnando nelle loro sinagoghe, predicando la buona novella del Regno e curando ogni sorta di

malattia e di infermità nel popolo».

> La costruzione «Regno di Dio», è tra le parole che ricorre di più nei vangeli.

33 volte nel vangelo di Luca 14 volte in Marco 4 volte in Matte o

.

Matteo preferisce la formula «regno dei cieli» (32 volte), perché con il genitivo «dei cieli»

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Publisher
A.A. 2016-2017
44 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/03 Filosofia morale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher GiovyGio96 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Introduzione alla teologia e questioni di teologia fondamentale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Maiolini Raffaele.