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NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE
Indica le destinazioni d'uso delle varie zone. Sono il contenuto fondamentale del piano. Contengono le prescrizioni che dicono cosa è possibile o meno fare, danno una serie di parametri (es. capacità edificatoria: quanto è possibile edificare).
Il piano deve contenere anche il DIMENSIONAMENTO o FABBISOGNO e i VINCOLI, ossia restrizioni provenienti da altre leggi che operano sul territorio interessato. Ad esempio, la sovraintendenza attraverso DL 42/2004 può vincolare gli edifici/paesaggi di importanza storica e culturale. Si tratta di un vincolo a fini di tutela paesaggistica. Vi è poi un vincolo idrogeologico che vieta di costruire in determinate zone ritenute pericolose. Il comune ha il compito di verificare che questi vincoli vengano rispettati.
L 1150/1942 viene approvata il 17 agosto 1942, ma viene messa in stand-by fino alla fine della guerra. Inizialmente viene messa in deroga, quindi è attiva ma non viene
rispettata perché sidevono prima fare ipiani urbanistici. Prima di procedere con questi è però necessario ricostruire le cittàdevastate dalla Guerra, attraverso i PIANI DI COSTRUZIONE, che vengono utilizzatidal ’45 al ’50. Si demoliscono gli edifici storici e si costruiscono edifici più moderni. A 5pianoMilano con questo meccanismo si prosegue fino al ’54, quando viene redatto ilregolatore di Milano.Quindi negli anni successivi alla Guerra le città vengono ricostruite senza piani.Ad un certo punto però il piano urbanistico viene rese obbligatorio per poter cosìottenere la LICENZA EDILIZIA. Viene scritta una lista di città per cui il pianourbanistico è obbligatorio (città principali e città con emergenza di abitazione).I Piani Territoriali Regionali non vengono fatti dal Ministero e i Piani Intercomunali nonvengono proprio fatti, per cui poco per volta la legge urbanistica viene disgregata.Non è rispettata. Per quanto riguarda i Piani Territoriali ciò avviene fino a fine anni '70, mentre per i Piani Intercomunali questo si verifica fino a metà anni '90. Verso la metà degli anni '60 si discute in Parlamento del fallimento della Legge Urbanistica. Questo dibattito raggiunge l'apice nel 1966, anno in cui si verificano una serie di eventi calamitosi, quali l'acqua alta a Venezia, l'alluvione di Firenze e la frana di Agrigento. Ad Agrigento su una zona di terreno calcareo sorgono numerosi edifici e essendo appunto il terreno molto instabile si verifica una frana che distrugge molti edifici. La maggior parte delle strutture furono costruite senza licenza edilizia. Viene emanata una nuova legge urbanistica, la L 765/1967 chiamata Legge Ponte. Essa prescrive una serie di norme che precedentemente non furono rispettate:
- STRUMENTO URBANISTICO il quale deve avere:
- zonizzazione: divisione del terreno in Zone Territoriali
- C1 case a torre
- C2 case a schiera
- C3 case su lotto a schiera
- tutti vi possono accedere, è un edificio pubblico
Omogenee (ZTO)dimensionamento: le previsioni di un piano devono essere fatte in manierascientifica- STANDARD URBANISTICI- PIANI DI URBANIZZAZIONE PRIMARIA
Il sistema di norme nazionali è completato nel 1968 con DI 1444/1968.
Nel 1972 cambia la struttura della normativa urbanistica del nostro Paese: viene datopiù potere alleRegioni, è necessario quindi cambiare la Costituzione.
Vengono istituite le Regioni a Statuto Speciale: su alcune materie la Regione ha poteriesclusivi, ad esempio
Nel 1976 le competenze in materia urbanistica passa alle Regioni.
Come abbiamo già visto il PRGC è composto da una parte scritta (relazione), una partecartografica e unaparte amministrativa (norme tecniche).
PRESCRIZIONI: rappresentano gli interventi urbanistici che si possono fare nellediverse zone.
L 1150/1942 determinano il fatto che tutto il territorio comunale deve essere sottoposto aL 765/1967 prescrizioni
Nel PRGC i colori possono variare ma denominazioni e contenuti sono fissi.
non possono essere variate. I colori diversi indicano l'uso diverso e le diverse prescrizioni delle zone. ZTO (Zona Territoriale Omogenea) è un termine utilizzato per indicare un'area geografica che presenta caratteristiche omogenee dal punto di vista urbanistico, ambientale o sociale. Lo zoning o zonizzazione è un concetto che nasce dalla necessità di organizzare la città in modo da garantire efficienza e funzionalità della produzione. Il principio dello zoning consiste nel capire dove posizionare le attività produttive in una città in fase di espansione. Ad esempio, le fabbriche vengono collocate ai margini della città perché devono essere facilmente accessibili dall'esterno. Inoltre, si deve evitare che altre attività non produttive entrino in contatto con le attività produttive. Ad esempio, le zone residenziali devono rimanere separate dalle zone produttive. Nel corso del tempo, tra le due Grandi Guerre, sono stati applicati i primi piani di zoning. Con la legge L1150/1942 e la legge L765/1967, lo zoning diventa un obbligo di legge nel Piano Regolatore. Il Decreto Ministeriale 1444/1968 spiega come lo zoning deve essere applicato e quali ZTO devono essere previste.Sono suddivise in SUBZONE: vengono individuate dal Piano Regolatore perché una zona può essere costituita da parti diverse. Ad esempio, un edificio di 70m è indicato diversamente da uno di 50m, perché sono soggetti a normative, prescrizioni urbanistiche differenti.
Le Zone indicano e vincolano le possibilità di intervento che il proprietario può fare sul proprio bene.
Inoltre, alle diverse Zone corrisponde un diverso valore economico, la capacità edificatoria di un terreno è stabilita dal Piano Regolatore e quindi stabilisce i valori di mercato (terreni edificabili = maggior valore).
ZTO Zone Territoriale Omogenee
ZONA A: parti storiche
Costituisce le parti urbane con caratteristica storica, architettonica o monumentale. In generale sono i centri storici della città.
In questa zona alcuni interventi edilizi sono vietati: demolizione (Definiti da art. 3 nuova costruzione L457/1978). Queste due operazioni sono possibili solo attraverso specifiche.
procedure.
ZONA B: zone edificate e urbanizzate
È la zona più complessa, ci sono funzioni diverse. È la città esistente nel momento in cui si sta redigendo il Piano. Distinzione tra zone edificate e zone urbanizzate:
Urbanizzata: zona nelle quali sono state realizzate le opere di urbanizzazione primaria (es. strade, marciapiede, pista ciclabile, fognatura, rete di illuminazione, rete dell’acqua)
Edificata: è scontato che abbia le opere di urbanizzazione, sono le zone abitate. In queste zone deve sempre prevalere la funzione residenziale, inoltre vengono elencate le attività compatibili con la zona B centro commerciale non va bene perché è troppo rumoroso. le officine meccaniche devono chiedere una deroga
Una zona può essere urbanizzata ma non edificata.
ZONA C: zona residenziale di nuovo impianto
Al momento in cui il Piano viene compilato non sono edificate, sono destinate solamente alla funzione residenziale.
Possono
essere inserite solo attività di produzione primaria. Anche qui sono elencatele attività che possono essere presenti.
La Zona C è suddivisa in subzone in base alla capacità edificatoria:
Allo stato attuale si paga l'IMU anche sulla capacità edificatoria di un terreno: se possiedo un terreno edificabile ma non edificato devo ugualmente pagare l'IMU.
Curiosità! La crisi del mercato porta alla richiesta di chi possiede un terreno di declassarlo da terreno edificabile e terreno agrario per evitare di pagare più tasse.
ZONA D: attività produttive, "zone industriali"
Le attività produttive sono esterne/lontane dall'edificato e vicine alle strade. Comprende tutte le attività produttive.
ZONE D1: zone produttive
ZONE D2: zone commerciali alcune di queste potrebbero stare più vicine alle zone residenziali
Si fa distinzione tra zone produttive
industriali e zone produttive artigianali (risultano essere più piccole), distinzione quindi legata alle dimensioni del capannone.
ZONA E: attività agricole
Sono zone destinate esclusivamente all'attività agricola, in cui si può solo coltivare. È possibile costruire solo se l'immobile è strettamente legato all'attività di produzione del fondo.
Nella cartina del piano non hanno nessun colore, ma è sbagliato dire che sono zone bianche.
Sono le uniche per cui la capacità edificatoria è già stabilita: 0,03 m su m indice
Zona E è distinta in subZONE per distinguere le aree con agricoltura "normale" e le aree con una particolare agricoltura (es. una coltivazione di fragole necessita di specifiche serre e quindi di specifiche norme).
E1: produzione agricola specializzata
E2: zona agricola normale
E3: zona agricola mista
E4: zona agricola a diffuso carattere insediativo (tutte le aree)
agricole in cui gli edifici superano la capacità edificatoria stabilita e che quindi sono in deroga. Non sono illegali ma hanno precisi motivi per cui hanno dimensioni maggiori). Queste aree sono stabilite dalla LR Veneto 24/1985.
Inoltre, a partire dalla fine anni '70 l'attività agricola spesso è accompagnata dalla costruzione di un capannone, assumendo quindi un carattere produttivo, per cui la normativa viene modificata per andare in contro alle esigenze delle persone, della società.
Nelle zone E3 ed E4 si possono avere attività miste.
ZONA F: servizi e attrezzature pubbliche
Tutti i servizi e le attrezzature necessarie alle comunità (campi da calcio, palazzetto, sale pubbliche, scuole, biblioteche, parcheggi etc.). Il decreto stabilisce che queste zone siano pubbliche perché vengono realizzati servizi che possono essere usati da tutti. Sono aree pubbliche perché: