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CONTENUTI E CARATTERI DI BASE
1. Considera la totalità del territorio comunale (è un piano di dettaglio);
2. Indica e fa propri i vincoli e le altre prescrizioni degli strumenti urbanistici sovraordinati (non
bisogna ricontrollare tutte le norme di importanza maggiore a meno che non siano piano nuovi
rispetto al piano regolatore stesso);
3. Esplicita gli obiettivi dell’Amministrazione comunale relativamente all’assetto del proprio territorio
(in particolare con l’elaborato della RELAZIONE ILLUSTRATIVA);
4. Prescrive, in aggiunta a quanto previsto al punto 2, gli ulteriori provvedimenti necessari per la tutela
dei beni naturali, ambientali e storico – culturali (beni ecologici: viene inglobato il piano
paesaggistico regionale a cui vengono aggiunti maggior dettagli);
5. Individua le misure e gli interventi necessari alla conservazione, al recupero e al riordino della città
esistente e del patrimonio edilizio (il piano si occupa anche di ciò che già esiste);
6. Individua e disciplina gli usi del territorio - di servizio, abitativi, produttivi … - e determina le
rispettive dotazioni di parcheggio, verde, altri servizi pubblici;
7. Articola il territorio in zone (ZONIZZAZIONE) e determina per ciascuna gli usi compatibili, gli
interventi previsti e i rispettivi indici e regole (nelle NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE),
individuando in particolare tutti gli spazi da destinare a uso pubblico o da sottoporre a speciali
servitù;
8. Localizza le principali reti infrastrutturali, esistenti e previste (ci sono tutte le strade, ferrovie,
tramvie sia già presenti che previste per il futuro);
9. Localizza le principali attrezzature di servizio, puntuali e areali, esistenti e previste, ivi comprese le
aree verdi e le aree libere attrezzate;
10. Indica le zone dove il Piano può essere direttamente operativo (INTERVENTO DIRETTO se intorno
il terreno edificabile è già urbanizzato) e quelle rinviate ai Piani attuativi (bisogna fare prima le
opere di urbanizzazione se non sono presenti intorno al terreno e poi costruire il terreno edificabile);
11. Indica le priorità degli interventi e provvedimenti previsti (PROGRAMMAZIONE)
Il piano regolatore è uno strumento tecnico e politico quindi rispecchia le idee politiche del tempo.
Elaborati fondamentali del piano regolatore sono 3: relazione illustrativa, la zonizzazione e le norme tecniche
di attuazione; anche se ci sono molti più elaborati all’interno questi sono quelli guida. Il piano regolatore
vale a tempo indeterminato finché il comune non lo cambia. Uno dei problemi di questi piani è di dover
cogliere i cambiamenti; quindi, si può modificare il piano che prevedeva altri interventi.
PIANI ATTUATIVI (DOMANDA ESAME)
Nelle aree ad intervento diretto non è necessario il piano attuativo. A Roma ci sono 200 quartieri di cui la
maggior parte sono nati tramite piani attuativi. I piani attuativi si fanno su piccoli/medi/grandi ambiti urbani.
PROCEDURE DI FORMAZIONE e APPROVAZIONE
1. Documento programmatico preliminare / Delibera di formazione. (Primo passo) L’Amministrazione
(il sindaco) indica i motivi che rendono necessario un nuovo Piano (di regola e la “Variante” di un
Piano vigente), gli obiettivi, gli indirizzi programmatici per la sua elaborazione, l’indicazione del
progettista o della procedura per l’assegnazione dell’incarico. (L’elaborazione del nuovo piano è
messa ai voti davanti al consiglio comunale che si deve esprimere a maggioranza)
2. Elaborazione Tecnica. Analisi: Schema di massima (“Schema direttore”): Progettazione definitiva
del Piano
3. Adozione. (è rivotata dal consiglio comunale) È l’atto deliberativo (di competenza del Consiglio
comunale) con in quale l’Amministrazione comunale “fa proprio” il progetto di PRG. A questo punto
entrano in vigore le MISURE DI SALVAGUARDIA, che vietano al Sindaco di autorizzare, per i
successivi cinque anni, interventi in contrasto con il Piano adottato. (Se entro 5 anni non viene
approvato alla scadenza dei 5 anni va rivotato per riapprovarlo o meno);
4. Pubblicazione. Il progetto di PRG viene depositato in visione al Pubblico, presso la Segreteria
comunale, per 30 giorni.
5. Osservazioni. Entro i successivi 30 giorni possono presentare “osservazioni” (se non d’accordo con
il piano) al Piano: Associazioni sindacali, Istituzioni ed Enti pubblici interessati (a termini di Legge).
I Privati sono ammessi a presentare osservazioni solo se non a tutela dell’interesse privato, ma in
qualità di collaboratori dell’interesse pubblico. Il Comune esamina le osservazioni (le deve leggere
tutte sennò i cittadini possono fare ricorso al TAR), ed eventualmente il Consiglio Comunale le
accetta: ove le modifiche conseguenti siano sostanziali, il Piano va (rifatto e poi) ripubblicato,
diversamente prosegue il suo iter (se le modifiche sono piccole). (Le osservazioni vengono fatte da
ingegneri, architetti e geometri che devono portare le lamentele dei cittadini riguardo gli impegni
politici non rispettati durante la redazione del piano) (fase di controdeduzione è la fase di lettura e
risposta del comune).
6. Invio alla Regione o Ente delegato per l’Approvazione Regionale. Il Piano, comprensivo delle
osservazioni, viene inviato alla Regione (o alla Province in caso di delega) per l’approvazione.
Comune, consiglio comunale (eletti), assessori (nei vari ambiti, sono scelti dal sindaco).
Se il PRG è solo adottato e non approvato, quindi ha un valore giuridico ma non è ancora operativo, il piano
nuovo e quello precedente coesistono.
MISURE DI SALVAGUARDIA (DOMANDA D’ESAME)
Misure che si adottano quando coesistono i due piani, per ogni area vale la norma più restrittiva tra i due
piani (quello nuovo e quello precedente); il piano nuovo potrebbe coincidere con quello vecchio per alcune
zone; ma per le zone in cui varia vale ciò che dice il piano più restrittivo.
L’iter è così complesso e lungo per garantire l’interesse pubblico, sennò sarebbe facile fare speculazione.
Appena viene adottato il PRG viene pubblicato per 30 giorni e vengono fatte le osservazioni per entro e non
oltre i 60 giorni successivi all’approvazione.
ZONE TERRITORIALI OMOGENEE STANDARD (DOMANDA ESAME)
GLI ELABORATI FONDAMENTALI:
• RELAZIONE: Esplicita i dati di analisi del territorio comunale, Descrive obiettivi
dell’Amministrazione, Spiega i criteri adottati e le scelte
• “ZONIZZAZIONE” (Disciplina degli usi del suolo):
Definisce graficamente l’assetto previsto per i sistemi ambientale, relazionale, insediativo.
• NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE
Elaborato che, in forma di testo scritto, definisce e fissa nel dettaglio le regole per le trasformazioni e
gli indici relativi ad ogni zona. È strutturato in genere come un testo di legge (in Titoli e Articoli).
Esempio tratto da un PRG di Norme Tecniche di Attuazione:
I principali nodi problematici evidenziati dall’esperienza pluridecennale del PRG tradizionale possono essere
sintetizzati facendo riferimento a quattro diversi ambiti concettuali:
- efficacia,
- flessibilità,
- equità,
- sostenibilità (ambientale e sociale).
Alcune rilevanti innovazioni riguardanti il Piano urbanistico comunale generale e introdotte da Leggi
regionali per il Governo del territorio negli ultimi decenni: i Piani urbanistici comunali «a più velocità»,
articolati in due (o tre) componenti costitutive.
Il Piano Urbanistico Comunale “a due velocità”:
Per il problema dell’efficacia e della flessibilità sono state proposte nel tempo diverse soluzioni. La più
rilevante, recentemente recepita in modi differenziati da diverse legislazioni urbanistiche regionali, consiste
nello “sdoppiare” il PRG in due differenti componenti costitutive del Piano Urbanistico Comunale:
• il Piano strutturale, avente un arco temporale medio - lungo di validità, e contenente le grandi scelte
e le “invarianti” di lungo periodo (assetto del sistema infrastrutturale, del sistema ambientale, regole
di base per gli interventi sulla città esistente)
• il Piano operativo, avente validità di breve periodo coincidente preferenzialmente con il mandato di
un’Amministrazione comunale.
Il «Regolamento urbanistico», previsto da alcune LUR, si configura come il Piano delle regole riguardanti
la città esistente.
• il Piano operativo:
a. riguarda solo le parti del territorio comunale indicate nel Piano strutturale cui corrispondono
progetti di trasformazione concretamente programmati nel breve e medio periodo, per le
quali viene definito il regime giuridico degli immobili e dettagliate le previsioni del Piano
strutturale,
b. correla gli interventi previsti ai bilanci comunali ed ai programmi per le opere pubbliche,
c. assumendo per questo generalmente una durata congruente con il mandato
dell’Amministrazione comunale
Per quanto riguarda la Regione Lazio, in particolare, gli strumenti della pianificazione urbanistica comunale
sono (LR n. 38/1999):
• il Piano Urbanistico Comunale Generale (PUGC), articolato in:
- Disposizioni strutturali;
- Disposizioni programmatiche,
• I Piani Urbanistici Operativi Comunali (PUOC).
NOTA: questi ultimi hanno i contenuti e l’efficacia dei Piani attuativi e di taluni tipi di Programmi complessi
previsti dalla legislazione nazionale; questo può generare confusione con i “Piani operativi” che, in altre
Regioni, costituiscono invece, come abbiamo detto, una delle due componenti del Piano Urbanistico
Comunale (e che corrispondono alle Disposizioni programmatiche di PUGC della Regione Lazio).
Articolazione dei contenuti normativi
il Piano comunale non si limita più ad esprimere solamente regole obbligatorie, ma contiene anche regole
che esprimono:
- possibili alternative di attuazione praticabili,
- incentivi non obbligatori a seguire determinati comportamenti realizzativi nelle attuazioni,
- semplici esempi di scenari possibili di assetto urbano,
- guide e manuali,
- elaborati descrittivi,
- elaborati privi di valore normativo finalizzati alla comunicazione o alla gestione.
Con il termine PEREQUAZIONE si intende, nel significato più diffuso, un sistema di regole e tecniche di
pianificazione teso a:
- perseguire un’equa ripartizione, tra i proprietari degli immobili interessati dalle trasformazioni previste dal
Piano, dei diritti edificatori riconosciuti dalla pianificazione urbanistica e degli oneri derivanti dalla
realizzazione delle dotazioni territoriali;
-rendere possibile (ed economicamente conveniente) la cessione consensuale e gratuita all’Amministrazione
comunale, da parte dei privati proprietari di immobili, delle aree necessarie a soddisfare il fabbisogno di
su