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I
A e una frase che può essere identica ma che introduce qualcosa di nuovo A ; vi è poi una parte B
che cambia completamente e poi si ritorna a una parte A, che può essere una A semplice oppure
II
una A , che modifica qualcosa; però ci può essere una nuova frase C, in cui si torna alla tonalità
dell'inizio con una melodia diversa, per far sì che il pezzo musicalmente si possa concludere.
Violetta non conclude la sua forma lirica, ma la prende in prestito da Alfredo, insieme alle parole. Il
cantabile di Violetta inizia in modo minore, con un ricordo triste del passato, ma quando ripete le
parole di Alfredo arriva un raggio di luce perché il modo diventa maggiore, speranzoso, allegro.
L'amore quindi viene qui presentato come una cosa positiva e bella. Poi, in questo momento di
innamoramento di cui lei si perde dietro questi sogni da fanciulla rischiosi, si risveglia da sola
dicendo che questi sogni in realtà sono follie. C'è un cambio metrico che segnala un cambio di
situazione drammatica, in quanto si passa a versi sciolti piuttosto regolari: a parte l'endecasillabo
iniziale, i versi continuano con una serie di settenari e infine un distico. Dopo di questo ci sono le
cabaletta,
due strofe della la parte finale virtuosistica, con un altro cambio metrico: sia dal punto di
vista testuale che musicale la struttura è regolare. Il testo è arcaizzante e ci si riferisce alla malattia
sempre in modi indiretti, così da creare una specie di distanza di sicurezza tra il significato tragico
del testo e il pubblico, che magari vive in prima persona o per mezzo di altri queste situazioni
dolorose. Il ritmo della cabaletta è il valzer. Violetta afferma che deve continuare a godere in
maniera sfrenata della sua vita e i virtuosismi finali rappresentano l'emblema musicale della
frivolezza della lorette, che vive tra le feste facendo mercato del proprio corpo in vortici di piaceri
che la condurranno alla morte. I vocalizzi hanno un ruolo drammatico importante: lei sta cercando
di scacciare il pensiero dell'amore con insistenza, ma l'amore di Alfredo canta dentro di lei. Si tratta
dell'Io di Violetta spezzato in due. Se dunque a parole Violetta dichiara ancora di voler restare
sempre libera, il suo cuore ha già deciso: vivrà il suo sogno d’amore.
Atto II
Nel secondo atto Violetta e Alfredo si trovano già in campagna appena fuori le mura di Parigi per
stare lontani dalla società frivola e crudele parigina. Lei per finanziare la sua vita con lui sta
vendendo tutti gli oggetti di lusso che i suoi mantenitori le avevano comprato. Nella prima scena
Alfredo entra in costume da caccia e canta la sua felicità con un tema orchestrale vivace, che serve
da siparietto e introduce l’assolo di Alfredo, un’aria in due tempi di stampo tradizionale. In un breve
recitativo Alfredo ci informa su ciò che è accaduto nel lasso di tempo fra il primo e il secondo atto.
Nel dramma esso era occupato da un intero atto, nel quale avveniva un secondo incontro tra i due
protagonisti, che alla fine decidevano di andare a vivere insieme in campagna: Verdi ha omesso
quest’atto poiché non aggiungeva elementi indispensabili allo sviluppo della vicenda. Conclusa la
De’ miei bollenti spiriti
scena, Alfredo intona un cantabile ( ) in cui si mostra quanto mai
compiaciuto che indugia a ricordare il suo ardore giovanile temprato da Violetta e di come lei abbia
breve tempo di
rinunciato alla sua mondanità per vivere con lui. L’entrata di Annina dà luogo a un
mezzo, in cui Alfredo scopre che Violetta sta mettendo all'asta tutto per permettersi una vita
dispendiosa: Alfredo dunque si rende conto di essere diventato un mantenuto e, incolpandosi per la
Oh mio rimorso! Oh infamia!
situazione finanziaria ( ), decide di partire di Parigi per risolvere la
questione. Se nel cantabile Alfredo si era presentato nella veste soddisfatta del giovane
intemperante, nella cabaletta addirittura indossa la corazza dell’eroe: ciò introduce una nota di
falsità nel suo atteggiamento, che contrasta apertamente con il carattere intimo dell’opera. Entra
Violetta e Annina le dice che Alfredo è partito per Parigi e tornerà al tramonto. Intanto Giuseppe,
suo servitore, le ha portato un invito di Flora per un ricevimento di quella sera, ma Violetta non ha
intenzione di presentarsi. Rientra Giuseppe per informarla che fuori c’è un signore che vuole
vederla. Violetta risponde di farlo accomodare, credendo fosse l’uomo d’affari che aspettava. Il
duetto tra Violetta e Germont padre rappresenta il momento cruciale dell’opera, quello in cui
inizia la parabola discendente della protagonista. Il brano mostra una forma piuttosto anomala, con
sei sezioni distinte, delle quali con cambi di tempo interni: si tratta di una vera e propria scena
drammatica, nella quale diversi spunti melodici in orchestra o nelle parti vocali segnalano il mutare
dello stato emotivo e psicologico dei personaggi. Giorgio Germont, il padre di Alfredo, si presenta a
casa di Violetta accusandola duramente di voler spogliare Alfredo delle sue ricchezze. Nel momento
dell'ingresso di Germont in base alla musica si capisce il genere sessuale, lo status sociale e l'età
del personaggio: il registro è grave e basso, espressione di una progressiva pericolosità del
personaggio, che tende ad essere autoritario/cattivo (baritoni e bassi) e il ritmo puntato della
marcia, che ha una sua solennità e che caratterizza l'apparizione dei re e delle persone potenti nel
melodramma dalle sue origini, un topos che si è venuta a formare nella musica occidentale. Il primo
suono che canta Giorgio è un sì naturale e l'ultimo è un fa e anche quello di Violetta comincia con
tritono,
un sì. Tra sì e fa naturale vi è uno spazio, un cioè una quarta eccedente in musica chiamata
diabulus in musica, l'intervallo melodico proibito e cattivo. Il personaggio minaccioso è guidato da
una melodia minacciosa che è percepita da Violetta, la quale si tiene a distanza, facendo un tritono
a sua volta. Violetta lo interrompe con un accenno di autorità: è donna, e in casa propria, e non gli
permette di insultarla. La dignità di lei lo sorprende. Violetta allora gli mostra i documenti che
provano la vendita di ogni suo avere per mantenere l'amante presso di lei: si crea un momento di
grande tensione cinematografico, perché si deve dare il tempo al personaggio di leggere. Pur
sacrificio per salvare il futuro dei
convinto dell'amore che lega Violetta al figlio, egli le chiede un
suoi due figli. Nella risposta di Violetta c'è un eccesso retorico, un acuto, uno slancio eccessivo in
quanto sta cercando di comprendere qualcosa che Giorgio non le ha ancora detto per non arrivare a
quel momento, cercando di modificare la situazione. Lui invece abbassa sempre di più il tono del
discorso con delle risposte freddo e la riporta al grado 0 del recitativo e le dice di sacrificare il suo
amore per Alfredo. Germont spiega che ha anche una figlia che si dovrebbe sposare, ma se Alfredo
Pura siccome
se non torna subito a casa rischia di mettere in pericolo il matrimonio della sorella (
un angelo ), mettendo in risalto quell'aggettivo che non si può usare per descrivere Violetta.
Germond dunque non dice che non desidera avere come nuora una ex prostituta, bensì allude solo
alla necessità del ritorno di Alfredo in seno alla famiglia, affinché la sorella si possa sposare. In
questo primo gesto musicale regolare e prevedibile (prima 8+8 battute, poi 4+4), Germont ritorna
sempre alle stesse note, alle stesse melodie e ci sono molte ripetizioni. Questo ha un valore con due
possibili letture: da una parte Germont è un uomo vecchio e quindi si esprime in forme prevedibili,
conosciute; dall’altra, il suo potrebbe essere un tentativo di tranquillizzare Violetta esprimendosi in
una lingua musicale tranquilla, pacata, senza scossoni. Violetta così propone di allontanarsi per un
Ah, comprendo
certo periodo da Alfredo ( ); ma non basta e il vecchio Germont le chiede di
abbandonarlo per sempre. La risposta di Violetta è tutt'altro che tranquilla, fa finta di non capire
tentando la soluzione più facile emotivamente e musicalmente e fa una progressione ascendente:
modula pian piano il suo tono innalzandolo sempre di più fino ad arrivare a un ritmo martellante,
all’urlo finale, allo svelamento della vera intenzione di Germont. Violetta, senza parenti né amici e
Non sapete quale
provata dalla tisi, non può accettare, in quanto Alfredo è l'unico affetto che ha (
affetto ). Lei aveva capito fin dall'inizio cosa il padre volesse chiederle, ma ha sempre cercato negli
interventi precedenti di sviare quello a cui non voleva arrivare. Il gesto melodico musicale, che è la
seconda melodia veramente compiuta di questo duetto, è radicalmente diverso rispetto a quello di
Germont precedente: è tutto molto più rapido, compresso, che inizia con un modo minore e che
sfocia in un modo maggiore nell’ultimo distico, con molte ripetizioni del testo, un’enfasi molto forte
e un ritmo ossessivo e finisce con un acuto. Mentre lei è stata presa da un moto dell’anima molto
forte, Giorgio rimane impassibile, calmo, come se non avesse ascoltato nulla e le dice che, siccome
è ancora giovane e molto bella, potrebbe tornare a fare quello che faceva prima. Germont le fa
Un dì
allora notare che quando il tempo avrà cancellato la sua avvenenza, bellezza e giovinezza (
quando le veneri ), Alfredo si stancherà di lei e che non potrà trarre nessun conforto, non essendo
la loro unione benedetta dal cielo e quindi dal vincolo del matrimonio. Dopo che il tempo avrà
portato via tutto quello che li terrà uniti rimarrà solo il tedio, la noia, la stanchezza del vivere.
L’intervento di Germont è marcato da un andantino piuttosto mosso, precisamente una polka
rallentata con leziosismi (abbellimenti) sulla parte finale dei versi, un tempo di 2/4 e un linguaggio
musicale pacato, pronto a sferrare l’attacco finale. Nel momento in cui Violetta sta per cedere, la
melodia si fa discendente, tristemente calma e per un attimo i due personaggi sovrappongono le
loro linee vocali: lei canta un testo nuovo con una melodia nuova, lui canta la parte precedente
sovrapponendosi a lei. La sua melodia regolare e suadente si dimostra un efficace strumento
cede definitivamente e accetta di
dialettico per dosare l’attacco decisivo a Violetta, che, stremata,
lasciare Alfredo: il conflitto durante il tempo d’attacco, che è articolato al suo interno in una serie di
episodi, arriva ad una sua conclusione tragica e inizia il cantabile. La melodia di Violetta è lunga e
distesa, non ha