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Mutamenti nell'economia internazionale

Si assistette ad una riallocazione di risorse per soddisfare le richieste di guerra. Aumenta la produzione dei produttori primari non europei (cereali, Usa, Canada; carne, Argentina; zucchero, Cuba e Giava) mentre le produzioni europee tendono a diminuire (rivoluzione in Russia), anche se i paesi europei industrializzati cercano di limitare al minimo le importazioni di prodotti alimentari. Ne beneficia l'industria pesante nei paesi coinvolti dalla guerra (acciaio, carbone, costruzioni navali, ingegneria pesante) in Europa cresce tra il 30 e il 50% rispetto al 1913. Il processo di industrializzazione non europeo tende a crescere (USA, Giappone, Cina, India, in America Latina), si sviluppano positivamente soprattutto le produzioni che utilizzano materie prime locali (Barbero). Questi paesi che si avviano verso l'industrializzazione spesso non sono competitivi rispetto alle produzioni europee e statunitensi, quindi i loro governi adottano.

politiche protezionistiche e le loro produzioni sono principalmente destinate al mercato interno. Dopo la guerra la crescita della concorrenza degli USA e la riduzione degli sbocchi di esportazione portano anche gli europei a chiedere misure protettive.

L'intervento dello stato in economia

I costi della guerra ricadono sui bilanci statali: se generalmente prima della guerra la quota della spesa pubblica sul PIL si aggira intorno al 10%, alla fine del conflitto è cresciuta a dismisura. In Gran Bretagna raggiunge il 37%, in Francia è vicina al 50%, in Germania arriva quasi al 60%.

I governi impongono strettissimi controlli al commercio e ai trasporti, anche i paesi liberisti come la Gran Bretagna adottano politiche protezionistiche sulle importazioni di alcuni prodotti (alte tariffe doganali sui beni di lusso e sostegno alle produzioni interne legate alla difesa), questi provvedimenti restano in vigore anche dopo la fine della guerra.

Gli stati per vincere la guerra dovevano

Disporre di materie prime, di beni militari finiti e di cibo. Flotte ed eserciti devono impedire al nemico di importare merci, non di esportarle. Si verifica nei diversi paesi generalmente una notevole crescita del valore delle importazioni, dovuta anche all'aumento dei prezzi e una netta discesa delle esportazioni. Il disavanzo commerciale porta la necessità di avere aiuti esterni, gli USA diventano i principali prestatori dei paesi europei coinvolti nella guerra.

IL COMMERCIO MONDIALE DURANTE LA GUERRA- Nei paesi neutrali come la Svezia e nelle regioni di recente insediamento (USA, Canada) le esportazioni crescono sensibilmente, il valore delle importazioni sale, ma si ottengono sensibili avanzi commerciali (dato che non sono coinvolti nella guerra).- In America Latina crescono le esportazioni nei paesi che producono beni di prima necessità o materie prime, calano quelle dei prodotti "non essenziali" come il caffè, calano sensibilmente le importazioni.

In Africa e Australia si mantiene una certa continuità col passato. In Asia c’è una leggera crescita, ad eccezione dell’India legata alla Gran Bretagna. L’unico paese asiatico che aumenta notevolmente la sua apertura commerciale è il Giappone, che raggiunge una bilancia commerciale positiva. Il ruolo chiave che l’Europa ha nel commercio mondiale prima del 1914 fa sì che le relazioni economiche internazionali subiscano una complessiva contrazione durante la guerra. Ad aggravare la situazione c’è il costo dei noli nei trasporti che triplica, con conseguente rialzo dei prezzi. Complessivamente si ha una riduzione dei commerci da una parte e l’altra del mondo, anche se poche icosti di commercio si sono alzati, in relazione alla guerra.

LE EREDITÀ DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE

Cambiamenti politici: suffragio universale maschile in vari stati (questo perché i soldati hanno acquisito maggior valore con la guerra),

rende più difficile la stabilità dei governi; il rafforzamento del ruolo dei sindacati condiziona l'intervento pubblico in economia (deflazione/disoccupazione)- I paesi coinvolti nel conflitto si indebitano pesantemente con gli Stati Uniti e la Gran Bretagna. In totale i debiti ammontano a oltre 26 miliardi di dollari, la Germania deve pagare come "riparazioni di guerra" 33 miliardi di dollari- Il mancato ritorno al gold standard- La divisione dell'Europa in un gran numero di piccoli stati nazionali. In tal modo si nega l'unità economica delle regioni europee e si creano nuovi stati delimitati da barriere che ostacolano gli scambi e gli investimenti. Sfaldamento dell'impero russo e di quello turco *- Rivoluzione comunista in Russia, chiusura delle frontiere per evitare fenomeni di arbitraggio e per il controllo statale dei commerci- Fratture degli equilibri internazionali sia in Europa, sia in Asia* Cartina su slide Europa nel 1915 (a

dx) e nel 1900 —> nel 1915 l’Europa era costituita da alcuni grandistati: Impero AstroUngarico (ricordiamoci che si parla di Impero Asburgico e di Impero Austriaco fino al1866, dopo per riconoscere l’importanza dell’Ungheria prende il nome di AstroUngarico);Germania, Impero Ottomano, che comprendeva la Turchia e parte dei paesi del mediterraneo.Nel 1819 si firmano i trattati di pace a Versailles e vediamo che non c’è più l’Impero AstroUngarico,Ungheria, Austria, Cecoslovacchia non sono più un unico impero; con la fine della guerra l’Austria vienecompletamente disgregate e divisa in tanti piccoli stati (processo opposto a quello avvenuto nel Congressodi Vienna che aveva mantenuti i grandi imperi) e si tiene conto dell’autodeterminazione dei popoli,tenendo conto della volontà dei singoli paesi.La Germania prima era unita con la Prussia, adesso viene tolta una zona alla Russia e si crea un corridoioche

Permette alla Polonia di accedere direttamente sul Mar Baltico senza dover attraversare il territorio tedesco; il confine tra la Francia e la Germania si modifica, perché la prima riacquisisce l'Alsazia e la Lorena che nel 1870 erano della Germania -> si penalizza chi ha voluto la Guerra (Austria e Germania). La Germania inoltre deve pagare i 33 miliardi di dollari di risarcimento di guerra, non avendo questi soldi, crea denaro stampando banconote, cerca di risolvere la situazione attraverso l'emissione di moneta, che diventa incontrollata e porta all'inflazione, il valore del denaro diminuisce, e la Germania arriva anche all'iperinflazione: il denaro tedesco non valeva più nulla. -> si attua una riforma finanziaria con la quale si crea una nuova moneta, il "reich marc" che equivaleva 1 bilione di marchio precedente.

SPARTIZIONE DELL'IMPERO OTTOMANO (screen cartina) -> viene ripartito in molte zone e parecchie

Di queste vengono poi controllate da altri paesi europei; le zone a sud sono ancora zone di instabilità politica.

LA DISSOLUZIONE DELL'IMPERO OTTOMANO

I territori del Medio oriente e dell'Asia occidentale già appartenuti all'impero furono oggetto di attenzione da parte di Gran Bretagna e Francia, e ne esercitano un'influenza. Non si trattava di un colonialismo diretto, ma della formazione di stati arabi. Un tentativo di istaurare uno stato indipendente in Iraq è schiacciato dagli inglesi, che oltre alla regione controllano anche la Palestina, dividendola in due aree: Transgiordania e Palestina. La Francia ha il controllo di Siria e Libano.

LA RIVOLUZIONE RUSSA E L'AFFERMAZIONE DEL COMUNISMO

La Russia era in una situazione di totale arretratezza, nel corso dell'800 ci furono una serie di innovazioni, si avvia per volontà degli zar, verso un modernamento sia liberando i servi della gleba, che inizia ad industrializzarsi l'industria.

Pesante e cotoniera e nascono le prime fabbriche moderne. Col nuovo governo dello zar c'è una prima ribellione guidata dal ceto moderato, superata questa fase prenderanno il sopravvento i politici che hanno posizioni più radicali in ambito socialista. Arriva VIENIN, politico comunista che si era rifugiato in Svizzera e in questa fase di malessere della Russia, i tedeschi favoriscono l'ingresso di Vienin in Russia per indebolirla; lui riesce a raggruppare dei seguaci e compie la Rivoluzione d'Ottobre.

Abbiamo 3 fasi:

  1. Comunismo di guerra (1917-1921): fase in cui tutte le imprese vengono nazionalizzate, qualsiasi forma capitalistica viene presa in capo dallo Stato, la produzione agricola diventa collettivizzata e si produce per dare la maggior parte del prodotto allo Stato per sfamare i cittadini; questa fase porta al crollo prima della produzione agricola e poi industriale
  2. Nuova Economia Popolare NEP: porta un po' di liberalizzazione per favorire una

Ripresa della produzione.

3. Quando muore Vienin sale al potere Stalin —> attua la politica della Pianificazione, una politica di pianiquinquennali e lo Stato programma quello che bisognerà produrre in Russia per i prossimi 5 anni

1917 —> Rivoluzione Russa

Nel giro di pochi anni il Paese subisce una radicale trasformazione:

  • Le imprese vengono nazionalizzate
  • Il capitalismo privato viene messo al bando
  • Viene collettivizzata la produzione agricola (anche con l’eliminazione fisica dei piccoli proprietari terrieri)

Dopo una fase di crollo della produzione industriale si dà avvio (1928-1929) al primo programma di pianificazione sovietica.

IL PRIMO DOPOGUERRA (riassunto di quello detto prima)

Il passaggio dalla guerra alla pace, poi, fu contrassegnato:

  • Rapido squilibrio tra la produzione di guerra e la domanda di pace
  • Altissima inflazione che è iperinflazione per alcuni paesi sconfitti
  • Precaria condizione finanziaria dei paesi coinvolti.
  • Emergere
di nuove ideologie e spinte totalitarie. Evidente affermazione della superiorità economica statunitense, l'unica economia sviluppata che non aveva dovuto fare direttamente i conti con l'evento bellico.

LA POLITICA COMMERCIALE TRA LE DUE GUERRE

Il PROTEZIONISMO si accentua in seguito: - alla pressione delle svalutazioni monetarie - alle necessità di bilancio - alle esigenze della produzione interna

Dopo la 1GM si è creato un ente, la SOCIETÀ DELLE NAZIONI e negli anni '20 interviene in favore della libertà e regolarità degli scambi, MA non ottiene risultati significativi e concreti per la perdurante incertezza della situazione politica e l'aggravarsi di quella economica in seguito allo scoppio della grande crisi del '29.

Pur essendo una grande potenza economica e industriale gli USA non sono in grado di esprimere una vera leadership mondiale sul piano economico e politico, come aveva fatto la Gran Bretagna prima della

guerra.Cause della crescita negli Stati Uniti:

  • diminuzione dei prezzi di derrate alimentari (ad esempio: frumento e zucchero)
Dettagli
A.A. 2021-2022
127 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/12 Storia economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher francescalucchese di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del commercio e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Verona o del prof Ferrari Maria Luisa.