Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
La crisi del ‘29
Il crollo dell’economia americana portò a fallimenti di banche, chiusura di industrie, disoccupazione
elevatissima e si diffuse a tutto il resto d’Europa. La crisi portò ad un blocco generalizzato delle varie
economie e a una situazione molto difficile da superare. Si ritornò a stabilizzare il valore delle monete in modo
da rendere più equilibrata e sicura la finanza ma il ritorno ai gold standard in realtà rese ancora più difficile la
ripresa perché tendeva a rallentare il processo dinamico di crescita.
Il protezionismo come reazione alla crisi
Nel 1933 si cercò con la Conferenza monetaria di Londra di riordinare la finanza internazionale e rispondere
globalmente a livello internazionale con accordi tra gli stati a questa crisi ma di fatto ognuno andò per conto
suo. Questa conferenza non diede risultati positivi, fu un fallimento, e il commercio internazionale tra il ‘29 e
il ‘33 subì una contrazione costante. Parecchi stati si orientarono verso l’autarchia: cercarono di essere
autonomi e produrre tutto quello che serviva loro. Si attuarono tutta una serie di strategie finanziarie per cercare
di limitare gli scambi, controllare i cambi, mettersi d’accordo per scambiarsi merci con lo stesso controvalore
in modo tale da limitare la bilancia negativa nei confronti degli altri paesi.
Con gli accordi di Ottawa, 1932 la Gran Bretagna introdusse il sistema delle «preferenze imperiali» accordi
con i paesi del Commonwealth in modo da creare un’area doganale comune protetta dalla concorrenza esterna.
In India nel 1933 si posero delle tariffe verso i beni non britannici del 75%.
Il volume del commercio globale
Il volume si ridusse notevolmente e quindi anche il commercio dei prodotti tendeva a scendere.
Sostanzialmente la maggior parte dei paesi entrò in crisi. Alcune aree dell’Asia e dell’America Latina
riuscirono a mantenere una loro autonomia e quindi a superare la crisi. Altri paesi in via di sviluppo si trovarono
invece in condizioni difficilissime di grande povertà perché non riuscirono più ad esportare materie prime che
prima avevano sbocchi internazionali. Ci furono quindi fasi di rivolte e ribellioni, le prime manifestazioni nei
confronti dei paesi colonizzatori.
La risposta di Roosevelt alla crisi: il new deal
Roosevelt venne eletto nel 1932 e instaurò una politica di stile keynesiano: lo stato creava domanda attraverso
lavori pubblici e investimenti, promuovendo la limitazione della produzione agricola. Portò a far ripartire la
domanda e nel momento in cui la domanda ripartiva, ripartì anche la capacità di acquisto dei cittadini degli
USA quindi si ebbe un avvio di ripresa. Questo processo che si innescò con il new deal fu un processo che si
concluse solo con la Seconda guerra mondiale.
Nazismo, fascismo, imperialismo giapponese
Qualcosa di simile successe anche in Europa e in Giappone: si instaurarono governi totalitari. I governi
accrebbero notevolmente la spesa pubblica, inizialmente per favorire l’aumento di opere pubbliche in modo
da ridare lavoro ai cittadini. Successivamente però si investì soprattutto nell’ambito militare, ci si preparava
alla guerra, in maniera tale da accrescere la domanda. In vari paesi d’Europa si ebbe invece una risposta
totalitaria, non democratica.
Il Giappone, paese cresciuto enormemente, si trovò in una situazione di difficoltà. Gli USA rifiutarono
immigrati giapponesi, i quali aumentarono la loro aggressività e cercarono di estendere i loro domini in alcune
zone della Russia e in Asia. Quindi negli anni ‘30 si ebbe una forte espansione giapponese, aggressiva, che
precluse l’ingresso del Giappone nella Seconda guerra mondiale.
Segnali di controtendenza
Fallimento della Conferenza del 1933, alcuni paesi tentarono di limitare il protezionismo: stipularono accordi
con la Gran Bretagna e si ebbe un calo delle tariffe protettive.
Dopo la Seconda guerra mondiale ci fu un cambiamento e l’introduzione di politiche volte a favorire il libero
scambio.
Spartizione dell’Impero Ottomano
Nel 1920 con il trattato di Sèvres ci fu la spartizione dell’Impero Ottomano dal quale si crearono zone di
influenza da parte dei paesi occidentali e non vere e proprie colonie. Tutta la zona del Medio Oriente si avviò
a un percorso molto complesso, con molti conflitti. Le premesse della situazione di instabilità vanno ricercare
nella divisione che si ha con la caduta dell’Impero Ottomano. Questa divisione non tenne conto delle realtà
locali e questo ha provocato una serie di problemi.
Gran Bretagna e Francia cercarono di controllare questi territori. Si formarono stati arabi ma senza una struttura
interna ben definita. Un tentativo di istaurare uno stato indipendente in Iraq è schiacciato dagli inglesi, che
oltre alla regione controllano anche la Palestina, dividendola in due aree: Transgiordania e Palestina. La Francia
aveva il controllo di Siria e Libano.
La Seconda guerra mondiale (1939-1945)
La Seconda guerra mondiale creò una separazione molto netta tra i vari continenti. Dal punto di vista
commerciale ci fu una divisione tra Europa, Asia e il resto del mondo. L’Europa era controllata in maniera
quasi completa dai tedeschi, l’Asia dai giapponesi e il resto del mondo (in particolare GB e USA) si oppose
a questa alleanza tra Germania e Giappone.
Ci fu una guerra marittima molto intensa, con l’utilizzo dei sommergibili, che ostacolò il commercio
marittimo. I vari blocchi si concentrarono nel commercio al loro interno di quei beni essenziali (economia di
guerra). C’era un andamento simile a quello della Prima guerra: calò il consumo dei beni voluttuari, ci si
concentrava nei beni che servivano per la guerra. Alcuni paesi come il Canada e gli USA aumentarono
notevolmente le loro esportazioni e la produzione anche per supplire alla domanda del resto del mondo che
non commerciava più con l’Europa. L’Europa diminuì notevolmente gli scambi ed era completamente
concentrata sulla produzione bellica.
La Seconda guerra mondiale fu molto più cruenta della Prima. Coinvolse un numero di stati e di popolazione
estremamente elevata (61 nazioni, 110 milioni di persone coinvolte). I morti aumentavano in maniera
considerevole (55 milioni morti, 35 feriti, 3 dispersi). Questi numeri aumentarono soprattutto a causa dei
bombardamenti a tappeto: si colpivano molte zone e in esse anche la popolazione civile in misura rilevante.
Oltre a morte, distruzione, inflazione e disoccupazione, ci furono altre conseguenze geopolitiche. Era
necessario dopo la guerra passare ad una riconversione. L’unico paese che ne uscì più forte furono gli USA. Si
avviò un periodo di forte contrasto tra le due superpotenze (USA e URSS) che avviarono la cosiddetta Guerra
Fredda, ovvero sostanzialmente non combattuta se non per singoli episodi (non si arriva mai ad una guerra
globale).
Il dopoguerra
Le conseguenze della guerra vennero affrontate in maniera completamente diversa a ciò che era stato deciso
dopo la Prima: c’era stato un irrigidimento e una chiusura, dopo la Seconda si cercò di non ripetere gli errori
fatti dopo la Prima. “Lezioni della storia”, si cercava di imparare dagli errori precedenti.
Uno degli elementi più importanti fu la ricerca della piena occupazione e quindi la volontà di aiutare tutti i
paesi a recuperare più in fretta possibile per evitare le tensioni che si erano create dopo la Prima. Gli USA
riuscirono a mantenere il loro primato per gli stessi motivi: la guerra non fu mai combattuta sul loro territorio
quindi l’industria ha potuto continuare a migliorare ed evolversi. Si ebbe un incremento dell’industria bellica
ma anche dell’industria civile. Gli USA diventarono la maggiore potenza che riuscì ad influenzare le politiche
dei paesi capitalisti occidentali. Diversamente da quello che aveva fatto dopo la Prima, gli USA assunsero
questo ruolo di guida e si fecero carico di risollevare le sorti generali. Si resero conto che, se fossero restati
l’unico paese avanzato, avrebbero rischiato di ripetere ciò che era successo con la crisi del ’29.
L’espansione del comunismo
L’ideologia democratico-capitalista e totalitario-comunista si contrapposero. Le idee del comunismo non si
estesero solo all’interno dell’URSS ma anche
nell’Europa dell’Est.
La Cina venne guidata da un regime comunista
che partiva da concetti un po’ diversi, legati al
mondo rurale, da quelli dell’URSS (che
spingeva sull’industrializzazione), guidata da
Mao Zedong. Altre zone asiatiche come la
Corea e il Vietnam erano influenzate da regimi
comunisti nel nord, mentre nel sud erano
sostenute dagli USA. Questi paesi erano quindi
oggetto di conflitto, erano spartiti in due al loro
interno. Sia in Corea che in Vietnam ci furono guerre molto sanguinose. Il Vietnam venne poi unificato mentre
la Corea è rimasta divisa. Il regime vietnamita è tuttora filocomunista anche se negli ultimi decenni si è molto
aperto all’Occidente.
A Cuba si ebbe una rivolta nei confronti della Spagna, divenne indipendente ma con una forte presenza
statunitense (protettorato americano). Con Fidel Castro ci fu una rivoluzione e gli americani vennero cacciati.
Con il sostegno dell’URSS, la presenza di basi USA divenne elemento di grande tensione: con le tecnologie
del tempo le basi cubane dell’URSS potevano tranquillamente colpire il territorio americano.
In Europa, la fine della Seconda guerra vide in maniera concreta l’esercito dell’URSS e l’esercito americano
(alleato) accerchiarono la Germania (USA: sbarco in Normandia; URSS: scese dalla Russia verso l’Europa).
Il fronte venne liberato dagli alleati: USA, Gran Bretagna, Francia (governo di De Gaulle), Italia (governo che
si oppose a Mussolini). La parte est dell’Europa che era occupata dall’esercito russo rimase sotto l’influenza
dell’URSS, alleata: istaurati regimi filocomunisti in collaborazione con l’URSS.
Gli stati dell’est Europa firmarono l’alleanza col Patto di Varsavia, alleanza politica con risvolti anche
economici. Mentre la maggior parte dei paesi occidentali entrarono a far parte della NATO. I rapporti
economici che si crearono all’interno delle due alleanze erano stretti.
La guerra fredda
Lotta tra due sistemi sociali, politici ed economici. Rivalità tra sistema comunista e capitalista. Non si arrivò
mai ad una guerra mondiale perché la paura dell’impiego della bomba atomica diede a tutti la consapevolezza
che, se si fosse dovuta usare la bomba atomica (come alla fine della Seconda guerra mondiale), il mondo
sarebbe andato completamente distrutto.
Dopo la guerra si creò una divisione notevole tra est e ovest, anche a livello economico e commerci