vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
PROBLEMA DEL SE’ o SELF
L’azione sociale come suo momento elementare ha il momento dell’auto-interazione = ognuno di
noi dialoga con se stesso decidendo di comportarsi in un modo piuttosto che in un altro. Diventa
oggetto della propria azione.
-> ciascuno ha le capacità di decidere un percorso di azione piuttosto che un altro.
L’individuo sceglie di giocare una partita/ruolo (Goffman), questa però non è una scelta del tutto
libera. I valori possono agire dentro di noi senza che ne siamo consapevoli, perché interiorizzati e
cose abituali che facciamo in automatico, inconsciamente.
Es =
- pulsioni represse, Freud;
valori, Parsons;
-
- aspettative di ruolo, Parsons; (=ciò che gli altri si aspettano da noi in base al nostro ruolo).
Durkheim e il suicidio =
Per Durkheim la società è basata sul rito, quindi è rituale. Il suicidio non è un fatto solo
psicologico ma si deve anche misurare l’influsso della società sull’individuo :
deficit di integrazione sociale = suicidio egoistico;
-
- kamikaze = suicidio altruista = testimonia un valore.
C’è comunque un fattore che al suicida è ignoto/inconsapevole -> fatto di cui l’attore sociale è
inconscio.
Per Blumer la maggior parte delle azioni dell’individuo sono, invece, compiute intenzionalmente,
non ci sono fattori indipendenti dalla volontà del singolo. Ciò è dimostrato dal cambiamento della
società dovuto al nostro cambiamento e alle scelte che abbiamo deciso di fare. L’unico modo per
mantenere un’identità è la routine che la tutela. L’individuo è una cellula della società. Se le
persone sono convinte che una determinata cosa è vera allora questa può diventare vera
socialmente. La società è una miriade di individui che cercano di adattarsi alle azioni/al
comportamento degli altri. 24/02/’10
AZIONE
Per Blumer è il momento costitutivo della società, è il processo nel quale la società si costituisce e
gli individui formano la propria identità.
“… questa società composta di interazioni, di azioni che si adattano sulla reazione degli altri genera una
società conflittuale o pacifica?...” (Blumer).
Quesito fondamentale per la sociologia che Blumer affronta però solo marginalmente.
- società conflittuale = visione di Marx;
- società pacifica = visioni organicistiche.
Il conflitto, la stessa lotta di classe sono dovute all’ingiustizia senza di esse infatti la società
vivrebbe in pace e armonia -> idea pedagogistica di Marx che riprende Rousseau e il suo “bon
sauvage” = l’uomo è fondamentalmente buono.
Il bene sta nell’uomo, il male nella società che corrompe l’uomo.
Blumer non propende né per il conflitto né per l’armonia, dipende dalle situazioni -> visione
liberale della società. La società sta in piedi per il continuo adattamento degli individui ai
comportamenti degli altri; ci adattiamo, prendiamo il ruolo degli altri per paura, interesse ma
soprattutto per un riconoscimento. 5
SOCIOLOGIA DELL’ORGANIZZAZIONE 1 MARZANO
25/02/’10
DONALD ROY
Lavorò per circa un anno in una fabbrica metalmeccanica, uno dei luoghi privilegiati del pensiero
organizzativo. Fece una ricerca originale dal momento che per la prima volta venne analizzato
cosa fanno gli operai in pratica.
Prima di Roy le ricerche sulla fabbrica avevano una prospettiva manageriale, Taylor ipotizzava il
modo migliore per produrre. La domanda principale della ricerca di Roy è “perché gli operai non
producono di più”. Analizza il conflitto all’interno della classe operaia, conflitto che si traduce in
micro conflitti tra gli operai; rivela come gli operai adattassero la loro velocità e la loro produzione
in base al lavoro che dovevano fare. Il conflitto quotidiano era quello di far credere al padrone di
metterci più tempo del dovuto; tutti però si conformavano a questo tipo di produzione per evitare
anche di essere etichettati come “company men”, ossia uomini del padrone. Gli operai, quindi,
calcolavano i loro tempi e carichi di lavoro in base al guadagno che volevano ottenere.
Un primo modo di non produrre era la “quote restriction”, ridurre la produzione per evitare che
ogni prodotto diminuisse di valore. La “gold breaking” invece implica un lavoro minore e/o più
lento dal momento che la quota del cottimo è irraggiungibile. Oppure si falsificavano le schede con
i risultati di produzione. Esistono due tipi di operai :
- acchiappa cottimo = più interessati al guadagno;
fannulloni = più interessati a fare meno fatica.
-
Roy non risponde semplicemente alla sua domanda, ma mostra quali sono i meccanismi in un dato
insieme di fattori organizzativi, mostrando perché gli operai producono e non producono.
Perché il tutto funzioni deve esserci, però, una certa collaborazione e/o conflitto tra gli operai e
altre figure che lavorano nella fabbrica (magazzinieri ecc). Conflitti per esempio tra operaio e capo
reparto per la produzione troppo bassa; oppure tra capo reparto e un addetto tempi e metodi se
quest’ultimo insulta l’operaio per la scarsa produzione.
-> non c’è solo l’operaio contro il padrone, ma ci sono varie classi intermedie.
Inoltre tutto il lavoro dipende dalle relazioni informali tra i vari gruppi di lavoro.
Kunda in modo simile descrive le dinamiche degli ingegneri alla “Digital” (=ditta di prodotti
elettronici - informatici).
Quando si può parlare di interazione tra gruppo? Cos’è un gruppo?
Non bisogna dare per scontata l’esistenza dei gruppi, ma è necessario prenderli come modello di
analisi.
-> un gruppo è tale quando c’è un “CLUSTER” di interazioni. Più ci sono interazioni tra le
persone più si può parlare di gruppo; il gruppo non è un concetto a priori.
MICHAEL BURAWAY (sociologo)
Effettua negli anni ’70 un’altra ricerca (MANUFACTURING CONSENT = costruire il consenso)
nella fabbrica in cui era stato Roy. Tuttavia era una ricerca diversa rispetto a quella effettuata 30
anni prima da Roy :
- non più cottimo, bensì pagamento orario;
- Roy aveva effettuato un’osservazione partecipata coperta, non aveva detto a nessuno che
stava facendo una ricerca; Buraway invece effettua un’osservazione scoperta, dichiara il suo
intento di ricerca, tutti lo sanno. Per questo avrà accesso a tutti i luoghi della fabbrica ->
analisi ad ampio raggio, non possibile per Roy che in quanto operaio non poteva accedere a
tutti i luoghi.
- Vi è una diversa organizzazione del lavoro = la fabbrica è parte di una grande corporation
multinazionale 6
SOCIOLOGIA DELL’ORGANIZZAZIONE 1 MARZANO
-> non c’è più un regime di concorrenza, mirato ad aumentare la produzione e diminuire i
prezzi; bensì un regime monopolistico, si può lavorare con più calma dal momento che non
c’è più concorrenza.
- le macchine sono più automatiche.
Buraway si chiede “perché gli operai lavorano così tanto?”
Abbandona totalmente il punto di vista del padrone, affronta il problema del consenso = ogni
organizzazione per andare avanti ha bisogno del consenso dei membri ->
“Come si crea il consenso? Perché gli operai vanno a lavorare in fabbrica?”
Roy = per il salario.
Buraway = una volta che sei sul porto di lavoro e hai la paga giornaliera, il pensiero del salario
non ti spinge a lavorare di più -> c’è bisogno di altri mezzi di consenso. Buraway fa la sua ricerca
per capire come si crea il consenso nel campo della produzione :
- garantire ai lavoratori di poter essere spostati -> mercato di lavoro interno;
giochi di produzione (dinamiche interne al gruppo operaio) -> gli operai non lavorano
- pensando al salario, è come se facessero una gara a chi riesce a produrre di più. 02/03/’10
Cosa succede quando c’è la necessità di un’organizzazione? Un’unione di individui? Come funzionano
queste organizzazioni e come stanno in piedi?
Probabilmente il funzionamento dell’Ospedale Riuniti di Bergamo non implica la contraddizione
della spinta individualista della società.
Perché un’organizzazione funzioni non è necessario che gli individui abbiano gli stessi obiettivi,
anzi è molto più probabile che funzioni proprio grazie alla molteplicità di scopi dei vari individui.
Le organizzazioni forniscono degli incentivi (materiali, simbolici, immateriali) alla partecipazione
degli individui. Gli individui possono partecipare perché sono orgogliosi di far parte di una
determinata organizzazione; l’orgoglio di appartenenza derivava dalle culture politiche. Oggi
invece viene erogato dalle imprese/aziende che spendono capitali per rendere i propri dipendenti
orgogliosi = forte identificazione, anche desiderio di esibire il proprio status.
La presenza di incentivi simbolici è molto importante per le organizzazioni dal momento che
permettono di non fare calcoli su vantaggi e svantaggi. Le persone si identificano pienamente con i
valori di quella determinata organizzazione; gli incentivi sono importanti anche perché
permettono di fare profitti = le persone non sono appagate solo dallo stipendio, ma anche per il
fatto di far parte di un’organizzazione.
Esistono una serie di rappresentazioni sociali, una certa cultura che assegnano/attribuiscono a
certe organizzazioni, un insieme di compiti, sono deposte a svolgere certi ruoli.
Incentivi materiali :
- Coercizione = non sono del tutto libero. Dal momento che ho firmato un contratto, che comporta
una serie di obblighi, sono legato alla vita dell’organizzazione.
- Ruolo = definito dalle aspettative sociali, quello che la gente si aspetta che tu faccia;
caratterizzato da forti pressioni sociali. Le persone cercano la realizzazione delle proprie
aspettative.
- Norma sociale = possono variare da luogo a luogo; la norma è il modo in cui le cose vengono
fatte = routine, insieme ai ruoli rende le situazioni sociali prevedibili.
- Rapporti gerarchici = POTERE = le organizzazioni non sono eguali = dislivelli gerarchici. Il
potere da importanza all’interno della gerarchia; ma non è detto che chi è più in alto nella scala
gerarchica abbia più potere. 03/03/’10
Alcuni temi legati agli aspetti culturali sono legati ai gruppi professionali : 7
SOCIOLOGIA DELL’ORGANIZZAZIONE 1 MARZANO
gruppi di persone che appartengono ad una certo gruppo con alcuni propri valori/simbol