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QUINTA LEZIONE

Emanuele Bianchi

Psicologo del lavoro che lavora all’eni. All’inizio si è occupato di selezione, la prima cosa

da fare è parlare con il manager e capire di quale persona lui ha bisogno, lo psicologo per

questo parla due “lingue” (deve essere in grado di capire il modo di parlare del manager

oltre al suo).

La prima è una prova di autopresentazione, poi dinamica di gruppo poi colloquio con il

manager.

All’interno di una azienda, nella selezione del personale ci sono 5 unità o di più:

• organizzazione: ci lavorano laureati in economia e ingegneri gestionali e disegnano le

organizzazioni come supporto al business (organigrammi);

• gestione e risorse umane: ci possono essere persone laureate in economia o persone

non laureate con una grande esperienza, esse seguono la vita dei dipendenti dall’inizio

alla fine;

• comunicazione: mantenere buoni rapporti con chi si occupa dell’azienda, reputazione;

• coordinamento relazioni sindacali;

• sviluppo e formazione: una volta selezionata la persona viene assunta e l’area sviluppo

e formazione segue il suo percorso professionale, facendo loro cambiare posizione

attraverso la diversificazione per fare in modo che l’azienda possa avere a disposizione

un bacino di risorse spendibile in più contesti. Il vantaggio c’è sia per l’azienda sia per

la persona che non fa sempre lo stesso lavoro.

I processi in particolare che gli psicologi seguono sono: le performance (schede di

valutazione annuale per valutare le persone sono utili per capire come le persone vengono

valutate; feedback per lavoratore). Dopo 3 anni i lavoratori partecipano la rilevazione del

potenziale in cui una giornata c’è lavoro di gruppo e lavoro individuale e restituisco al

manager che la persona che aveva assunto ha questo livello di potenziale oggi. Fanno

anche colloqui motivazionali in cui si chiede alle persone quale sia loro livello di

soddisfazione. 13/03/17

SESTA LEZIONE

La scoperta del gruppo (Mayo) e Lewin

Taylor parlava di individui, Mayo di gruppi.

Fino a Lewin le organizzazioni o i contesti sociali si potevano cambiare facendo un

progetto affidato a ingegneri o sociologi, ma imponendo con la forza; Lewin dirà che in

tutto questo si è tralasciata la forza del micro gruppo può essere un cuore pulsante di una

organizzazione, quindi conoscendo i piccoli gruppi si può pensare di modificare un ambito

più grande.

Lo strumento principale per fare questo si chiama T-group  training group, spazio

dedicato alle dinamiche che genera il gruppo e nasce con Lewin.

In genere accanto ad un compito, ad un contenuto, ci interessa il processo e le dinamiche

di gruppo che si vengono a creare, magari qualcuno assume il ruolo di leader qualcuno di

gregario; per questo il conduttore di gruppo può dare una restituzione all’intero gruppo.

Secondo Lewin un gruppo è un insieme di persone legate una all’altra che non possono

raggiungere un obiettivo senza l’aiuto degli altri; in gruppo nascono dinamiche diverse da

quelle che generano le persone da sole, il gruppo come àncora per un sviluppo della

soggettività.

Con Lewin nasce una nuova professionalità sui gruppi, poiché inizia a presentare il t-

group, i suoi percorsi di formazione con l’obiettivo di influenzare un gruppo sperando che

lavori nel senso desiderato, portandolo a lavorare meglio sapendo che ogni volta che si

lavora in gruppo c’è un equilibrio.

Grazie alla possibilità di modificare il sistema di forze del gruppo è sperabile cambiare il

comportamento dei singoli attraverso l’utilizzo della parola e non la forza e l’autorità (non

come Taylor che imponeva il lavoro), Lewin ha in mente un processo di democratizzazione

dei luoghi di lavoro, attraverso la via del confronto e della parola.

Avendo idea del gruppo come entità avente un equilibrio semi stazionario devono tenersi

in considerazione:

• funzione di manutenzione  per accompagnare i gruppi c’è una funzione di

“manutenzione relazionale” tipica della psicologia, e cercare di creare condizioni in cui i

gruppi possano indipendentemente dal compito funzionare sufficientemente bene;

• funzione di produzione  action-research cioè quanto il gruppo produce.

Schein: siamo negli anni ‘80, interpreta il pensiero di Lewin e utilizza ciò che ha detto per

armonizzare le organizzazioni del lavoro; ha tentato di costruire percorsi formativi che

permettessero di lavorare serenamente e ha fondato OCLI (organizational development)

che significa pensare allo sviluppo organizzativo avendo in mente quello che ha detto

Lewin. Porta il concetto di motivazione in maniera più ampia di Ford: essa non è un tratto

individuale ma dipende da variabili di tipo contestuale.

Qual è lo stile di conduzione del gruppo che aiuta a lavorare meglio?

Stili diversi e conduzione diverse del gruppo  concezione diversa di gruppo. Ti sacrifichi

per gli altri o ti nascondi dietro il gruppo?

Modo di pensare al gruppo in maniera diversa  Wilfred Bion, psicoanalista che si è

concentrato sulla dimensione gruppale (si è occupato di gruppi perché si stufava in

seduta).

Bion, figlio di famiglia aristocratica inglese (consoli o ambasciatori in india), qui sente

l’influsso della cultura indiana, ha vissuto nei collegi per questo si è interessato ai gruppi

avendoci vissuto fin da subito, nel 1940 fa esperienza del Northfield durante la seconda

guerra mondiale che si rifa alla sua esperienza come medico nella prima guerra mondiale.

La vita di guerra e le sue esperienze nei collegi lo hanno portato ad enfatizzare il pensiero

di gruppo.

Nella seconda guerra mondiale le autorità britanniche lo hanno chiamato a gestire un

centro di raccolta di soldati ritenuti inabili perché toccati dalla guerra che non riuscivano a

combattere momentaneamente; Bion, diventato medico e poi psichiatra ha gestito questi

gruppi non sapendo inizialmente bene come fare, ha creato degli spazi aperti per capire

cosa facessero queste persone e ci ha riflettuto.

Da questa prima esperienza lo ha portato a concepire alcune idee, la prima idea forte era

concentrata sull’idea del grande capo: per far qualcosa i gruppi hanno bisogno di

un’autorità forte, in particolare il suo gruppo di soldati inabili alla guerra cercavano in Bion

un grande capo e si aspettavano che lui indicasse loro qualcosa da fare.

Poi c’è stato un’altra esperienza della clinica Tavistock di Londra, nata come una clinica

centrata sulla psicoterapia; Bion doveva importare qui la capacità di gestire i gruppi,

volevano inserire la psicoterapia di gruppo.

Per Bion, Melania Klein è stata importantissima, ha influenzato il modo di concepire lo

sviluppo del pensiero in Bion. Lei diceva che il bambino affronta una fase schizoparanoide

e una fase depressiva: nella prima la frustrazione per una realtà che non soddisfa sempre

(la mamma che non dà il latte al bambino) lo porta a scindere la realtà in realtà buona

(la mamma) e realtà cattiva (mondo che lo circonda); ma ciò che interessa di questa fase

della vita è una modalità di pensiero che la Klein definiva schizoparanoide (il mondo è fatto

di parti buone e parti cattive che non stanno insieme) in questo modo semplifica la realtà.

Bion ha detto che queste modalità di pensiero (schizoparanoide e depressivo) ci

accompagnano tutta la vita; quando la realtà è troppo frustrante la difficoltà nel tollerare

l’ambivalenza ci porta a distinguere la realtà in buoni e cattivi, adottando un pensiero

riduttivo e semplificato.

Questa modalità di pensare alla vita adulta l’ha portata alla clinica Tavistock; la dirigenza

della clinica chiede di fare controlli a medici e infermieri facendo fare lui gruppi di

supervisione e Bion nota che questi gruppi di professionisti orientavano il pensiero del

gruppo in un modo che ha colpito Bion, gli infermieri, i medici e gli ausiliari si mettevano in

rapporto con Bion adottando stili di funzionamento che lui ha sintetizzato con una parola;

questi gruppi tutti avevano una componente razionale che avevano obiettivi chiari che

tentano di raggiungere con tenacia, ma accanto a questa componente “gruppi di lavoro”

Bion individua uno stile di funzionamento orientata al gruppo di base (modalità di

funzionamento del gruppo tutt’altro che razionale).

Nei gruppi ci sono modalità di funzionamento molto legate alle emozioni, ma anche

strutturata; i gruppi acquisivano una configurazione specifica, che lui ha notato essere

ricorrente.

Gli assunti di base tengono insieme le persone, gli stili di funzionamento sono ricorrenti e

orientati nel pensiero schizoparanoico o regressivo:

• dipendenza;

• attacco-fuga;

• accoppiamento.

Primo assunto: dipendenza da un capo

Secondo assunto: accoppiamento, in alcuni gruppi raggiungere un fine è difficile perché ci

sono 2 o più persone che polarizzano l’attenzione, si continua a lavorare stando insieme

(accoppiamento) senza arrivare alla fine; si è in continua elaborazione.

Terzo assunto: attacco-fuga, idea di un nemico o fuggire da una minaccia.

Il gruppo pone all’individuo domande forti sull’identità, ‘’quanto valgo rispetto ai miei

compagni di gruppo’’. Ma il singolo ha bisogno degli altri, ha mente relazionale.

Per rispondere a questa ambivalenza le persone utilizzano degli schemi di funzionamento

come gli assunti di base.

Bion portandoci il pensiero della Klein arriva a concepire il gruppo come un insieme di

persone che costantemente alternano periodo in cui sono gruppo di base e altre in cui le

emozioni prendono il sopravvento. I gruppi di base non sono qualcosa di negativo.

Varchetta ci dice che le organizzazioni non sono fatte solo di aspetti razionali. 14/03/17

SETTIMA LEZIONE

Maggiori cambiamenti del mondo del lavoro negli ultimi anni

Aris Accornero è il più grande sociologo italiano che si è occupato del lavoro e ha scritto

un libro intitolato "era il secolo del lavoro” si chiede quali valori ci ha lasciato questo secolo

sul lavoro.

Racconta l’architettura del 1900 in poche pagine, in cui dice che è l’800 che porta a

costruire il 900: Taylor, grandi masse che lavorano in modo acritico all’interno

dell’industria, creazioni di diversi profili di lavoratori. Binomio produttività/improduttività

Nasce la mistica del lavoro cioè “dobbiamo lavorare per essere buoni cittadini” non dando

conto a ciò che si produce; c’è un travaso del mondo alla società di una casta sociale, si

stratificano le figure che popolano la soc

Dettagli
A.A. 2016-2017
28 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/06 Psicologia del lavoro e delle organizzazioni

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher teresa.capurso1996 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia del lavoro e delle organizzazioni e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Ripamonti Silvio Carlo.