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CM* D’ D
y* y y
DOM
RM 32
POLITICHE INDUSTRIALI 2017/2018
Excursus sull’elasticità (Ԑ):
p
€ D |Ԑ|=0
|Ԑ|↑ dy 100
dy p
y
dp dp y
100
p
Questo giustifica il fatto che D’ è più
|Ԑ|-->infinito piatta rispetto a D nel precedente
grafico.
(concorrenza)
y
IMPRESE MULTIPRODOTTO ED ECONOMIE DI DIVERSIFICAZIONE
Le “scope economies” sono il risultato di funzioni di costo sub-additive che incentivano la crescita
tramite diversificazione. ( 1
; 2 ) ( 1
;
0 ) ( 0
; 2 )
C y y C y C y
(Costa meno produrre insieme i due beni piuttosto che produrli separatamente)
Esempi:
Diversi prodotti dell’industria alimentare con diverse stagionalità (conserve)
Distribuzione multiprodotto (concessionari multi-brand)
Ammortamento costi ricerca e sviluppo R&S (farmaceutica ----> fertilizzanti)
STRATEGIA DI PREZZO LIMITE
Un monopolista opera in un mercato con BAE non insormontabili per un potenziale entrante. Il
monopolista ha vantaggi di costo rispetto al potenziale entrante. Questi vantaggi di costo sono
espressione di barriere all’entrata esogene. L’incombent (monopolista) può impedire l’entrata
fissando il prezzo massimo che non rende più vantaggioso l’ingresso per il potenziale entrante
(prezzo limite). Il prezzo limite è al di sotto del prezzo di monopolio ma è comunque sopra al costo
medio dell’incombent. 33
POLITICHE INDUSTRIALI 2017/2018
p
€ 0
p CME
p* E
M M MONOPOLISTA:
(y* ;p* ) --> surplus/π=A+B
M M
p* A E CME =CM
PE PE PE PE π>0
(y* ;p* ) --> surplus/π’=B
PE PE
B CME =CM
M M π’>0
Pe[(E -y* );(p* )] --> π =0
y’ M PE PE
D y
y* y’
M RM 25/10/17
* * *
p y CMe y
M M M M M
( * ) * 0
p CMe y
M M M
*
p CMe
M M
* * ( * ) * 0
y CMe y p CMe y
pe pe pe pe pe pe pe
' * * * 0
p y CMe y
pe M M M
'
M M
Perchè vende ad un prezzo più basso (perdita economica).
A B
M
' B
M
Nel secondo caso si perde l’area A.
Il monopolista fissa il prezzo limite p =CMe (< p* ). Il monopolista produce una quantità
lim pe M
maggiore associata al nuovo prezzo limite. y .
LM 34
POLITICHE INDUSTRIALI 2017/2018
C’è un nuovo equilibrio di monopolio che è E’ . ora il pe per entrare deve vendere ad un prezzo
M
inferiore al suo costo medio: E pe
( ; )
E y pe y > 0
pe
pe pe
P < CMe questa è la condizione di profitti negativa dove π < 0 quindi pe non entra nel
pe pe pe
mercato.
A B
M
' B
(perde l’area A se entra il pe)
M
B C
lim
Quindi al monopolista non conviene far entrare il pe ma fissare un p perchè B < B+C ma profitti
lim
superiori: π > π’ .
Mlim M
Pi,€ P =CMe ---> i consumatori
π=0
lim pe
pagano una maggiore quantità (y* )
lim
ad un prezzo inferiore (p ).
P* E lim
M M Parte della funzione di domanda
rimane insoddisfatta, qui si può
A E’ CMe =CM
M pe pe posizionare pe però il prezzo non
sarebbe sufficiente a coprire CMe.
P B C
lim Il potenziale entrante potrebbe
decidere di produrre una quantità
p E CMe =CM
pe pe M M aggiuntiva che viene venduta al prezzo
più basso possibile.
D y
y* y*
M lim RM
GIOCHI DI DETERRENZA ALL’ENTRATA
Un mercato è caratterizzato dalla presenza di un monopolista e dall’ingresso di un pe. Il
monopolista può avere 2 tipi di atteggiamenti:
- aggressivo: cioè sostiene costi irrecuperabili
- accomodante (non fa nulla finchè il pe non si dichiara)
35
POLITICHE INDUSTRIALI 2017/2018
In un gioco dinamico dimostra come, date certe condizioni, la minaccia “credibile”, dissuade il
potenziale entrante (pe).
GIOCATORI monopolista/incumbent
Pe
Strategie: aggressivo (investimento irrecuperabile)
1) Monopolista passivo
2) Pe non entrare
entrare
3) Monopolista guerra di prezzo (va oltre alla strategia del p )
lim
Accomodante (si risveglia al suo ingresso)
PAY-OFFS: profitti
Confronto:
C
Se , il gioco si conclude con un monopolista aggressivo che adotta una strategia
M MD
di investimento che comporta deterrenza all’entrata per impedire l’ingresso del pe.
C
Se , cioè l’investimento è stato aggressivo rispetto al costo del mercato, la
M MD
strategia è passiva con un atteggiamento accomodante. La deterrenza si verifica solo se
l’investimento irrecuperabile è troppo elevato.
A livello numerico:
A) M1 sceglie una strategia accomodante (in quanto 20 > -20) e il pe preferisce entrare (in quanto
20 > 0).
B) M2 sceglie di mantenere un atteggiamento aggressivo (-20 > -10) poichè è preferibile
contenere la perdita. Il pe dunque preferirà non entrare per non sostenere alcuna perdita (0 > -20)
e il gioco finisce. Strategia di deterrenza all’entrata affinchè non entri ---> monopolista strategia
aggressiva. 36
POLITICHE INDUSTRIALI 2017/2018
PUBBLICITA’
Una classificazione merceologica per tipologia pubblicitaria:
1. Beni di ricerca: quelli le cui caratteristiche rilevanti ( in linea di principio) sono accertabili prima
dei consumi. (Es. Automobili, articoli sportivi e computer)
2. Beni di esperienza: quelli le cui caratteristiche non sono accertabili prima dell’atto del consumo.
(Es. Cibo, istruzione, prodotto e servizi artistici). 03/11/17
Gli economisti distinguono tra:
(Correzione del test precedente su quaderno)
- pubblicità informativa che è quella che tutti vediamo come socialmente utile che descrive le
caratteristiche e segnala l’esistenza di un prodotto. Questo tipo di pubblicità si applica ai beni di
ricerca che hanno caratteristiche note prima dell’acquisto.
- pubblicità persuasiva si propone l’obiettivo di influenzare le preferenze dei consumatori. Non vi è
un obiettivo di natura informativa ma si vogliono manipolare le preferenze dei consumatori.
Questo tipo di pubblicità è adatto per i beni di esperienza.
La spesa pubblicitaria segnala l’elevata qualità dello stesso prodotto. Pubblicità persuasiva per
l’elevata qualità del contenuto del bene di esperienza. Bisognerebbe investire in pubblicità
persuasiva per esaltare le qualità del prodotto e persuadere il consumatore. La qualità
dell’acquisto sarà confermata se si venderà più volte allo stesso consumatore.
Il rapporto tra spese pubblicitarie e fatturato, è molto diverso a seconda dei settori merceologici.
Questo è l’indice di intensità pubblicitaria descritto con la formula:
a s
p y
Dove:
- a è il costo unitario per spot pubblicitario
- s è la quantità di spot
- a x s è la spesa pubblicitaria complessiva
- p è il prezzo unitario dell’output
- y è la quantità output
- p x y sono i ricavi totali
37
POLITICHE INDUSTRIALI 2017/2018
L’elasticità della domanda alla pubblicità, codificata dalla ettera greca ɳ, misura la sensibiità della
domanda a variazioni incrementali di pubblicità.
( )
y f s
s y
s y
y
100
y s dy s s
y
ys
s
s y ds y y
100
s
(Ys: è la variazione della quantità domandata a fronte della variazione marginae di numero di spot)
La pubblicità varia tra i shopping goods ed i convenience goods. Gli shopping goods sono i beni
costosi e acquistati poco frequentemente e lo shopping è ragionato. I convenience goods sono
beni poco costosi ed acquistati frequentemente con un consumo quasi quotidiano. Ci si attende
che l’elasticità della domanda alla pubblicità sia maggiore per i convenience goods che per gli
shopping goods. 08/11/17
PUBBLICITA’
L’impresa che massimizza il profitto deciderà di spendere in pubblicità una proporzione dei propri
ricavi uguale al rapporto tra elasticità della domanda alla spesa pubblicitaria e elasticità della
domanda al prezzo.
C’è quindi un’intensità pubblicitaria ottima.
Maxπ = RT-CT y = f(s) = y(s)
a = costo x spot
c = costo di promozione
p = prezzo
( ) ( )
p y s c y s as
RT CT 38
POLITICHE INDUSTRIALI 2017/2018
d dy dy
0 1 0
p c a
---->
ds ds ds
Ys 0
p ys c ys a
( )
ys p c a
----> ----> costo marginale della pubblicità (a)
a
p c
ys
Ys(p-c) ---> margine per ciascuna unità venduta
P-c=a/ys ----> prima condizione
1
p CM p
p c
Indice Lerner =
| | | |
p
Equivalgo le 2 condizioni:
a p ys
?
| |
ys p
* *
a s ys s
---> (ragioniamo in termini ottimali, devo identificare la quantità ottima)
| |
p y y
A sx abbiamo il rapporto tra spesa pubblicitaria e ricavi totali.
A dx abbiamo l’elasticità della domanda alla pubblicità.
Quindi stiamo dimostrando che:
questa condizione è domandata dal
| |
Se i consumatori sono sensibili agli spot pubblicitari, questa formula ci dice che è meglio
aumentare la quota di pubblicità, bisogna investire maggiormente in pubblicità.
*
a s
- se py 39
POLITICHE INDUSTRIALI 2017/2018
*
a s
| |
- se py
Si dimostra quindi che:
- più la domanda è inelastica rispetto al prezzo, più l’impresa dovrebbe spendere in pubblicità
- più la domanda è elastica rispetto alla spesa pubblicitaria (ɳ), pi&ugrav