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Introduzione Impiantistica
In questa materia ci occupiamo degli impianti industriali (vista come la produttività dal punto di vista gestionale).
Per un nastro meccanico ad esempio una rulliera ed un nastro hanno lo stesso ruolo dal punto di vista strutturale di una rulliera con sopra tele o gomma), mentre dal nostro punto di vista sono due concetti radicalmente differenti.
RULLIERA: struttura in tela dove sono rilevate le ruote che possoagevolare movimento orizzontale colle (regolarmente posati) neiiii possono essere liberi o moztozzati.
NASTRO: come detto è una rulliera con sopra un manto di tele e gomma, attraverso due pulleggie di invio, sta motorizzando così da creare un flusso a velocità costante di colle sul nastro (telece non motorizzato).
Se due macchine sono concerne da una rulliera su un systeme di transporto nuggets che occorre un flusso continuo dalla macchina a monte alla macchina a valle. Se quest'ultima si ferma, la macchina a monte continua a mandare avanti i collei, creaeando cosi due codeo. A quel punto sono necessari intervenne nella macchina a valle mandandola in ovverride per risolvere le code.
Nel caso in cui due macchine sinoe collegate de un motore e come prima si blocca la macchina a valle, si deve frenare il motore ma se frena il motore si blocca anche le macchine a montepernent non ho più lo spesso.
Quindi, c'è una differenza in termini di capacita di BUFFERIZZAZIONE (corris ai paree da tanpore) che ha il vello.
e non il mattino. Questa capacità consente di evitare di progettare parti di differenza da una macchina all'altra in dimensione rigida tra loro, si dice che la tolleranza disaccoppia che il mattino accoppia. Quando si compiono scelte progettuali di impianto è importante mantenere un adeguato grado di flessibilità ed elasticità del processo Ci sono varie tipologie di flessibilità:
Flessibilità ai Volumi (Elasticità)
capacità di un'azienda di reagire ad una (aumento) variazione delle quantità in maniera rapida ed economica. Il problema delle diminuzioni è che si rischia se non riesce a coprire certi fini.
Flessibilità Statica
capacità di un'azienda di variare in maniera rapida ed economica le produzioni. Attenzione sulle stesse risorse produttive (prodotti in catalogo già lavorati in precedenza) e così capacità di effettuare un setup in maniera veloce, cioè consente di contenere i costi e avere quindi un indice di flessibilità molto alto. Si dice anche che la dimensione del prodotto determina il tempo di setup in tutto si intende il quantitativo lotto di materiale che verrà processato in un'unica sostituzione. Esistono lotti economici e lotti tecnici; i primi vengono determinati dal punto di vista economica ovvero quanti lotti mantenere sul livello di produzione su una linea, i secondi non ricalcano vincoli rincalcolati alla risorsa produttiva.
Flessibilità Dinamica
capacità di un'azienda di gestire in maniera rapida ed economica lavori di produzione ai fini unici di introduzione di nuovi prodotti (ovvero prodotti non a catalogo).
Analisi costo-volume-profitto
Ricordiamo che i costi vengono generalmente suddivisi in costi fissi e costi variabili, insieme recuperano la totalità dei costi di produzione, infatti: CT(q) = CF + CV(q).
Altro parametro molto importante è il costo medio (Cm) che corrisponde al costo unitario di produzione, per un dato numero di unità prodotte, ed è definito come: Cm(q) = CT(q)/q.
Consideriamo il costo medio variabile (CVm): è il costo medio su tutta la produzione per la sola pari variabile (CVm(q) = CV(q)/q).
Infine abbiamo il costo marginale C M che rappresenta l'incremento subito dal costo totale quando la produzione aumenta di una unità: CM(q) = d[CT(q)]/dq.
Per q ➔ ∞ vediamo che la curva del costo unitario tende ad un asintoto orizzontale rappresentato dalla retta C = CVm al di sotto del quale non si può andare perchè bisogna coprire almeno il costo dei materiali usati per produrre. Inoltre man mano che il volume di produzione aumenta, si ripartiscono i costi fissi su un volume di produzione sempre più alto.
Modo di rispondere alla domanda
- Produzione per MAGAZZINO
- Produzione su COMMESSA
Modo di realizzare il prodotto
- Produzione per PROCESSO
- Produzione MANIFATTURIERE
Analizziamo per primo il modo di realizzare il volume. Per produzione episodica si intende la produzione di un prodotto singolo, quindi contraddistinto da elevata variabilità. La produzione è organizzata in modo da ottenere le quantità richieste dai singoli ordini. Nella produzione per lotti i cicli sono meno variabili e il loro impiego ha luogo con criterio di alternanza. I prodotti sono realizzati in lotti di entità superiore e fabbricati in modo da sfruttare delle scorte. Nelle produzioni continue i cicli restano costanti per periodi notevolmente estesi dando luogo al flusso intermittente dei prodotti dalle caratteristiche omogenee. In generale bisogna dire che esistono lotti grandi e lotti piccoli. I lotti piccoli possono decidere di fare lotti piccoli se la velocità è bassa e alta. Quando il tempo è basso è preferibilmente conveniente fare lotti grandi (esempio: la produzione di barrette di banana tagliata avviene con tempo di setup superiore ai due giorni per
Rappresentazione dei processi: Plant Layout (1)
Esistono molti modi per rappresentare un processo produttivo attraverso diagrammi e fra essi la scomposizione a blocchi è molto qualitativa perché descrive semplicemente le operazioni. Un tipo di diagramma usato è un tecnico è l'Operation Process Chart - O.P.C., chiamato anche Operation Process Chart, tipicamente standardizzato ASME eseguito anche qualitativamente e per flussi in entrata e in uscita di un' operazione. Lo abbiamo al Flow process chart che ci consente di andare verso il layout ed è utile per vedere le influenze date dal trasporto ( è uno spostamento da un valore aggiunto). Infine abbiamo i multi process layout (plant) in cui ci sono presenti diversi cicli ognuno dei quali possibili Job-shop scelte e regole le Operazioni. Una macchina si prende parte di lavoro. Lo scopo è la riduzione delle perdite di efficienza derivati dal trasporto, quindi la maggior ottimizzazione della produttività del sistema. Esiste un parte di macro-layout (in cui si dispone le macchine e le aree) e un parte di micro-layout (disposizione del singolo, macchine e dei posti di lavoro). La forma percio nello studio del plant layout è la macchina - progetto - e rende decorre tempo. Bisogna tener conto della tipologia della quantità dei prodotti da realizzare della esistenza di definiti di volumi per caratteristiche particolari della macchina (numero, tipo volume per) della manifattura .
- *NOTAZIONE ASME
- o - operazione di lavoro
- d - attesa (delay)
- 0 controllo qualità
- --> trasporto
- ∇ pt di stoccaggio
minimizzate ovvero le perdite di tempo.
TEMPO OPERATIVO NETTO: è il tempo per il quale l’impianto produce al tasso di produzione standard (si escludono le perdite per difetti). Idealmente si ottiene sottraendo il tempo generativo le perdite di velocità. Tuttavia, queste non sono misurabili sperimentalmente ma si stimano nulla.
TEMPO OPERATIVO NETTO A VALORE AGGIUNTO: è il tempo nel quale l’impianto produce prodotti di qualità accettabile. Si può anche definire come il tempo che avrebbe dovuto impiegare in condizioni di efficienza unitaria per realizzare un certo volume di produzione. Non ho delineato questo tempo ma di più: cioè il tempo che occorre per ottenere escludendo il tempo operativo netto le perdite a causa di difetti, anche qui non ho la misura esatta da sottrarre.
Definiamo ora l’OEE uno dei più importanti indicatori dell’Operations Management e che misura l’efficienza del sistema produttivo, e che, nell’accezione più generica la OEE = Tempo operativo netto / tempo ciclo teorico. In realtà l’OEE viene poi articolato in: tempo di carico.
Tra sottrando OEE = D * EP * Q dove la disponibilità (D)
tiene conto delle perdite di tempo per l’efficienza delle prestazioni (EP)
tiene conto delle perdite di velocità, il tasso di qualità (Q) tiene conto delle perdite di qualità.
- D = tempo operativo - tempo di carico - grandi fermate
- tempo di carico tempo di carico
Ep = tempo operativo netto / tempo operativo = tempo ciclo teorico (limito confronto con scarti e rilavorazione) / tempo operativo