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Ciclo: si parte dal prelievo dal corpo del paziente, poi avviene la coltivazione di esse. Successivamente
quando sono aumentate di numero sufficientemente, vengono indotte a differenziarsi (a seconda dell’uso
che andrò a farne), poi vengono re immesse nel circolo sanguigno. Non è mai sufficiente un’unica infusione.
Siti per sperimentazioni in atto:
- Clinicaltrials.gov
- EU Clinical Trials Register
CASO CLINICO SIMULAZIONE (VEDI FILE AUDIO CELL)
Uomo 60 anni con lesione estesa destra, lobo frontale, temporale e parietale. Cambia carattere:
aggressività verbale, ansia, sospettosità, difficoltà a eseguire compiti visuo spaziale. Durante il colloquio
riporta continue interruzioni e forte produzione verbale.
Inutile ripetere cose già presenti nel caso. Specificare che funzione cognitiva vado ad indagare con un test.
Se viene richiesto è MOLTO importante specificare cosa sarebbe utile approfondire in sede anamnestica.
26 maggio 2015
La riabilitazione neuropsicologica (M. Sozzi)
Che cosa serve per fare una buona riabilitazione neuropsicologica? Sicuramente una precisa valutazione,
una buona conoscenza degli aspetti emotivi e una buona conoscenza dei modelli di apprendimento sono
fondamentali.
Una buona valutazione che possa rilevare la presenza di un deficit, evitando gli errori di falso positivo o di
falso negativo. Le condizioni che possono determinare questi errori sono le scelte scorrette dei test, che
possono magnificare quella che in realtà è la normale capacità della persona (magari avanti con l’età, ed è
un compito troppo complesso). Un altro errore è quello di sottostimare la presenza di un deficit.
Prima di una riabilitazione è importante la buona valutazione, il passo cioè precedente. Deve essere
fondamentale la conoscenza del funzionamento cognitivo.
È importante una pianificazione rigorosa dell’intervento terapeutico e uno sviluppo delle teorie riabilitative.
È FONDAMENTALE L’EFFICACIA del trattamento. Cioè dimostrare che il miglioramento del paziente
ottenuto, dipende esattamente da quello che ho fatto.
Un’analisi dell’efficacia delle terapie farmacologiche è molto più evidente di quelle neuropsicologiche,
perché per le prime è molto più semplice osservare l’effetto placebo, che è più facilmente somministrabile.
A livello neuropsicologico è impossibile fare una riabilitazione “placebo”.
Cercando un trattamento sempre più efficace si è alla ricerca di tecniche non basate solo sull’esercizio. La
tecnica di stimolazione elettrica che non implica la relazione interpersonale, può essere più semplice
osservare un effetto placebo,dove per esempio io faccio finta di dare una scossa elettrica invece non la do
… in questi ultimi anni stanno incrementando le ricerche per l’innovazione degli strumenti NON INVASIVE
BRAIN STIMULATION (NIBS). Libro Sandrini, Cohen (2013). Non invasive brain stimulation in
neurorehabilitation. Handbok of clinical psychology.
Non è stata riconosciuta un’applicabilità clinica, sono ancora di natura sperimentale, per vedere se
funzionano.
TMS stimolazione magnetica transcranica. Attiva alcune cellule, un particolare settore alla volta, grazie
ad un campo magnetico generato da questo strumento costituito da cavi molto fitti (Es: far alzare un
braccio ad un paziente senza che se ne renda conto). Non sono stati riscontrati effetti collaterali. Può
andare anche molto in profondità, nelle aree sottocorticali. Non è applicato spesso nelle riabilitazioni, o
negli ospedali, è molto costosa. Gli studi non sono così abbondanti sui pazienti.
TDCs stimolazione transcranica a corrente diretta. Non è una stimolazione derivante da un campo
magnetico ma da un anodo e un catodo che posti uno sul lato destro e uno sul lato sx del cranio determina
un cambiamento dell’attività, attraverso lo spostamento della corrente. È una corrente che va da 1 a 2
micronvolt. È insomma un’intensità molto debole. La corrente deve superare l’osso, le meningi, quella che
passa si disperde poi nel liquor che è liquido. Eppure nonostante questo si possono trovare delle variazioni
nei movimenti neuronali. Viene rispettata molto meno la focalità rispetto alla TMS. È più dispersivo. La TMS
permette per esempio di andare a stimolare l’area del braccio. Mentre la TDCs no.
La TDCs Non ha solo effetti immediati ma anche che permangono del tempo dopo la stimolazione. La
corrente indotta ha determinato dei cambiamenti: varia la forza disattivazione delle connessioni sinaptiche.
Una controindicazione: se possiede bypass al cuore, e soprattutto un paziente epilettico. è necessario
esaminare con l’elettroencefalogramma EEF.
NEGLET
Due tecniche di riabilitazione:
- Bottom-up processes: gli effetti di queste tecniche (vedi slides) non permangono in modo
persistente, dopo un po’ decadono. Molti lavori scientifici dimostrano l’efficacia riducendo il
comportamento, ma l’efficacia maggiore si riscontra affiancando esercizi visuo-spaziale.
Articolo: top-down strategy in rehabilitation of spatial neglet: how about age effect? Si è
dimostrato che più il paziente è anziano, maggiore è la possibilità di recuperare! A livello
metaforico se dobbiamo img il funzionamento della mente nel soggetto giovane e anziano,
immaginiamoci delle porte. Il soggetto giovane è una porta ultramoderna, con scanning etc
ultracomplesse. L’anziano ha una porta di legno, eppure ha una sua funzione uguale. È più semplice
riparare la prima o la seconda porta? Le capacità di recupero dell’anziano sono migliori a quelle del
soggetto giovano, n quanto è più complesso.
Non vanno mai usati gli stessi esercizi nella riabilitazione e nella valutazione (iperapprendimento).
Quando applico degli esercizi, cambia il contesto: riguardo il barrage, non dico più “barra tutte le linee che
vedi” ma “barra tutte le 10 linee”. Se ne rende conto e va a cercare quelle che gli mancano.
Alcuni esercizi potrebbero essere:
- Confronti di parole: “Mi dica cosa accomuna le due parole sul foglio” ne vede solo una le prime
volte, poi riuscirà ad andare a cercarla a sinistra.
- Confronti di somme
- Lettura frasi
- Ricerca lettere
Dall’eserciziario PONG per i neglettici.
Negli esercizi poi il paziente diventerà più rapido e accurato. Le due variabili per accertarsi del
miglioramento sono queste appunto, accuratezza e rapidità.
Come incide il fallimento negli esercizi? Incide sicuramente. È importante a questo punto anche la variabile
relazionale. Se noi non facciamo capire al pz che ha sbagliato, lui penserà di aver fatto giusto! Poi i pazienti
neuropsicologici sono spesso anosognosici di conseguenza sono i più difficoltosi. Quando il paziente
comincia ad acquisire consapevolezza, s’incupisce e allora diventa difficile. C’è sempre un aspetto emotivo
molto importante.
Articolo: Novel insights in the rehabilitation of neglet (L. Fasotti) tratta di: esercizi tradizionali, NIBS (TMS,
TDCs), trattamento farmacologico e realtà virtuale. 27 maggio 2015
Neuropsicologia e Psicodiagnosi Forense (Alessia Monti)
C’è tutto un ambito della neuropsicologia che richiede una serie di conoscenze diagnostiche, ma anche
psichiatriche e semiotiche. Anche se può essere piu un ambito del medico, lavorare in questo settore
prevede l’acquisizione di queste conoscenze.
Gli interlocutori vanno dal giudice, al pubblico ministero, al personale medico. È importante perché nel
corso di formazione di psicologia si apprende un linguaggio che è tutto psicologico, mentre queste
specializzazioni si apprende un linguaggio che riguarda l’ambito medico, necessario comunque.
Esiste un Albo dei CTU (consulenti tecnici di ufficio, accessibile se iscritto almeno da tre anni all’albo degli
psicologi) per entrare nell’ambito forense. Esiste una scuola di specializzazione ma in teoria sono
abbastanza anche un tot di ore di tirocinio in questo ambito.
La neuropsicologia in ambito forense si propone di stabilire in una pluralità di scopi medico-legali e
giudiziari … Va a identificare lo stato cognitivo, comportamentale ed emotivo di individui con danni evidenti
o presunti del sistema nervoso centrale. Si tratta di una branca della neuropsicologia radicata
storicamente alla neuropsicologia clinica, disciplina madre della quale ha ereditato la tradizione
psicometrica e l’impostazione datale dalla clinica neurologica e psichiatrica.
Distinzione in medicina e neuropsicologia legale: fra ambito civilistico e penalistico. In ambito penalistico si
fa un integrazione dell’esame psichiatrico forense nella determinazione delle capacità dell’imputato. (Es:
valutazione del QI).
Neuropsicologia Neuropsicologia forense neuropsicologia forense in ambito criminale
Se dobbiamo essere neuropsicologi forensi è necessario prima essere neuropsicologi. È fondamentale
quindi una specializzazione iniziale in neuropsicologia clinica. Infatti un esame neuropsicologico ci permette
di individuare l’organizzazione e il funzionamento del soggetto e stabilirne un’integrità.
In ambito forense ciò che è più richiesto al neuropsicologia è la capacità di valutare nel soggetto (sia aspetti
patrimoniali che legati al crimine nel caso particolare) gli aspetti della memoria e quelli del linguaggio, dove
molto spesso purtroppo si ritrovano delle valutazioni anche in ambito clinico, di pazienti afasici che invece
sono diagnosticati erroneamente come dementi. È fondamentale il corretto esame neuropsicologico, che
va sia dalla conoscenza dell’organizzazione anatomo-funzionale cerebrale alla base dell’architettura
cognitiva, alla conoscenza della testistica, alla conoscenza degli svariati profili cognitivi che si possono
determinare nell’ambito della patologia neurologica, psichiatrica e nel disagio psicologico. È necessario
anche essere in grado di gestire i numerosi fattori che inquinano la validità della misurazione psicometrica
e, soprattutto, quelli legati alla simulazione del disturbo da parte del soggetto (esistono apparecchiature
specializzate!).
Alla valutazione neuropsicologica possono intervenire numerose figure: avvocato, medico internista,
medico di base, neurologo, psichiatra, geriatria, neurochirurgo, etc … ultimamente è stato necessario
inserire in questa variabile anche il medico specialista della chirurgia estetica (molte persone che si
sottopongono alla chirurgia estetica ma poi fanno causa perché non soddisfatti!!!)
Obiettivo dell’esame neuropsicologico