Anteprima
Vedrai una selezione di 10 pagine su 76
Appunti lezioni diritto del lavoro - Prof. Salomone Pag. 1 Appunti lezioni diritto del lavoro - Prof. Salomone Pag. 2
Anteprima di 10 pagg. su 76.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti lezioni diritto del lavoro - Prof. Salomone Pag. 6
Anteprima di 10 pagg. su 76.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti lezioni diritto del lavoro - Prof. Salomone Pag. 11
Anteprima di 10 pagg. su 76.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti lezioni diritto del lavoro - Prof. Salomone Pag. 16
Anteprima di 10 pagg. su 76.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti lezioni diritto del lavoro - Prof. Salomone Pag. 21
Anteprima di 10 pagg. su 76.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti lezioni diritto del lavoro - Prof. Salomone Pag. 26
Anteprima di 10 pagg. su 76.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti lezioni diritto del lavoro - Prof. Salomone Pag. 31
Anteprima di 10 pagg. su 76.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti lezioni diritto del lavoro - Prof. Salomone Pag. 36
Anteprima di 10 pagg. su 76.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti lezioni diritto del lavoro - Prof. Salomone Pag. 41
1 su 76
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

RIEPILOGO:

Parlare di rapporti di lavoro significa ora guardare non più lo scenario collettivo e

istituzionale (o il rapporto fra fonti come dinamica del rapporto sindacale), ma significa

concentrarci sulla dimensione del rapporto individuale. Guardiamo le stesse situazioni,

ma con uno sguardo diverso, mirato sui contratti individuali.

Il lavoro, in tutte le sue forme e applicazioni, si può osservare, ma molto difficilmente

si comprende che tipo di rapporto giuridico è sottostante a una attività lavorativa.

Ciò che il giudice deve fare per prima cosa, è un lavoro di inquadramento, di

qualificazione.

QUALIFICARE IL LAVORO significa comprendere la ragione giuridica e la disciplina. La

disciplina, cioè le regole specifiche, dipendono dalla qualificazione giuridica,

dipendono dalla ragione giuridica che io ho rintracciato in quella situazione concreta.

affectio

-Se io mi trovo a lavorare nel bar dell’amico, l’ di amicizia è talmente

assorbente, da sostituire la disciplina giuridica positiva a quel rapporto lavorativo. E’

un rapporto totalmente occasionale e totalmente privo di rilevanza giuridica. E’ un

rapporto che nasce in virtù del rapporto di amicizia con il titolare del bar.

-A noi interessano i casi in cui la ragione giuridica è legata a situazioni ulteriori e

diverse, che possono dare origine a problemi di qualificazione e disciplina giuridica.

Siamo andati ad osservare il modo in cui il nostro codice civile tratta il lavoro che si

rende all’interno di una relazione con l’imprenditore.

Siamo quindi tornati nel Libro V del c.c. – DEL LAVORO.

SEZIONE II – DEI COLLABORATORI DELL’IMPRENDITORE.

ART. 2094 – PRESTATORE DI LAVORO SUBORDINATO la norma cardine di tutto

il sistema. E’ ancora oggi la norma più importante, mai modificata del ’42. E’ la norma

che ci dice più chiaramente come si lavora quando l’imprenditore costruisce una

relazione stabile.

L’idea del codice civile sottesa questa norma è che questo è il modo più stabile in cui

si costruisce una relazione lavorativa.

E abbiamo visto come deve essere analizzata parola per parola.

Ciò che ci interessa, in prima battuta, è che si tratta di un RAPPORTO OBBLIGATORIO

schema giuridico che va ricondotto alle obbligazioni.

Il rapporto di lavoro subordinato va costruito quindi come un contratto obbligatorio. Si

tratta di un contratto nel quale l’obbligazione principale è quella di collaborare

nell’impresa.

COLLABORARE significa qualcosa di più di “mettersi a fare qualcosa in cambio di

qualcos’altro”. Il prestatore di lavoro subordinato fa qualcosa di impegnativo, perché

collabora NELL’IMPRESA, ed è ALLE DIPENDENZE E SOTTO LA DIREZIONE

DELL’IMPRENDITORE (il succo della subordinazione). = Un soggetto, l’imprenditore, è

giuridicamente nella posizione di esercitare il potere di eterodirezione. il

E’

contratto in cui si descrive in modo più forte questa situazione di soggezione.

Lo schema che ha in testa il legislatore nel ’42 è uno schema che immagina

applicabile a tantissime situazioni, perché è comunque una norma molto generica

(lavoro intellettuale o manuale, imprenditore).

Nonostante la chiara intenzione del legislatore, questa norma ha qualche problema

di PREGNANZA QUALIFICATORIA: ci indica il modello, ma non ci dà tantissimi

elementi per qualificare. Non ci da tante opportunità da questo punto di vista, perché

la norma è un po’ tautologica.

Questa situazione, il fatto che la norma sia non tanto capace di fare da filtro, di essere

strumento per qualificare, è resa più delicata dal fatto che altre norme del c.c. sono

costruite in opposizione a questa,

Per esempio l’art. 2022, norma dedicata al lavoratore autonomo, descritto come colui

che si trova in regime di non subordinazione.

Quindi capire cosa significa “lavoratore subordinato” è fondamentale per capire anche

altre norme.

Ora dobbiamo capire meglio cosa significa concretamente “RAPPORTO DI LAVORO

SUBORDINATO”. Dobbiamo capire cosa ci vuole dire il legislatore e cosa la prassi ha

messo in piedi negli anni successivi.

Il problema della qualificazione giuridica del lavoro subordinato è che il

lavoro subordinato rappresenta un TIPO IMPOSTO. Cioè si tratta di una

condizione/situazione che è caratterizzata dalla INDEROGABILITÀ.

= Significa che, nel nostro ordinamento, la fattispecie “lavoro subordinato” ha alcuni

effetti inderogabili, che sono automatici, e che sono imposti dal modello legislativo.

-Esempio: Significa che quando io dico che Riccardo Salomone è un prestatore di

lavoro subordinato ai sensi e per gli effetti dell’art. 2094, perché lavora all’università

con queste caratteristiche, dalla qualificazione “lavoratore subordinato” discendono

degli effetti che sono non modificabili, inderogabili, imposti. Significa che l’autonomia,

lo spazio di costruzione di questa relazione lavorativa, è ridotta a zero – dal punto di

vista degli effetti e della disciplina positiva applicabile.

Derivano determinate conseguenze necessarie per esempio sul piano dei contributi,

della tassazione (le tasse sono quelle previste dalla legge, e non possono essere

diverse), dei trattamenti lavorativi (orario, salario, disciplina delle ferie).

La qualificazione fa conseguire e derivare determinate situazioni giuridiche NON

MODIFICABILI.

Viceversa, se la prestazione di lavoro è autonomo, o altro tipo contrattuale, lì non ho

questo stesso effetto: non ho questo effetto di imposizione, ma ho molta più

autonomia, più margine di manovra. Quindi, fuori dalla subordinazione si possono

costruire rapporti molto più elastici.

Quindi per il legislatore, dire che un lavoratore è subordinato significa riconoscere la

necessità di una tutela maggiore, perché c’è uno squilibrio tra lavoratore e

imprenditore. Quindi c’è la necessità di adottare la tecnica di protezione del diritto del

lavoro (mediante forme di tutela, contratti collettivi, ecc.).

-Per esempio si ha un’immediata applicazione dell’art. 36 Cost.: il lavoratore

subordinato non può avere un salario inferiore a quello sufficiente per garantire a sé e

alla propria famiglia una esistenza libera e dignitosa. Minimo retributivo è uno degli

effetti inderogabili scaturiti dal fatto di trattarsi di un lavoro subordinato.

Questi spazi di limitazione dell’autonomia che il lavoratore subordinato impone, sono

pensati per proteggere, tutelare. Questo è lo scopo del lavoro subordinato per come è

previsto.

La situazione per cui all’evidenza di una situazione di lavoro subordinato

corrispondono determinati effetti, non riguarda solo i privati. E’ una situazione che

riguarda anche lo stato. E anche il legislatore.

Il fatto che esista una corrispondenza necessaria fattispecie – effetti, è un vincolo che

consideriamo persino sul legislatore.

Significa che nemmeno una legge del Parlamento potrebbe dire, di fronte a un caso

concreto, che a determinati caratteri quel caso concreto non è lavoro subordinato.

Vediamo come argomenta questo la nostra corte costituzionale, in una sentenza molto

nota e molto importante.

SENT. 115/94 della Corte Costituzionale

E’ la decisione più importante della consulta in materia di subordinazione.

In questo caso, qualche giudice si trova di fronte a una situazione in cui vi sono dei

“collaboratori” che lavorano presso una Farmacia Comunale (quindi non farmacisti, ma

addetti – a prendere cose dal magazzino, o indicare reparto, o incartare regali di

natale), e vi era al tempo una legge di metà degli anni ’90 che diceva, in sintesi:

‘’ "Le province, i comuni, le comunità montane e i loro consorzi, le Istituzioni pubbliche

di assistenza e beneficenza (IPAB), gli enti non commerciali senza scopo di lucro che

svolgono attività socio-assistenziale e le istituzioni sanitarie operanti nel Servizio

sanitario nazionale non sono soggetti, relativamente ai contratti d'opera o per

prestazioni professionali a carattere individuale da essi stipulati, all'adempimento di

tutti gli obblighi derivanti dalle leggi in materia di previdenza e di

assistenza, non ponendo in essere, i contratti stessi, rapporti di

subordinazione" (comma 2).’’

= Se tu sei un comune, una comunità montana, un ente che opera nell’ambito

sanitario, tu puoi stipulare contratti che non sono di lavoro subordinato, che non ti

portano quegli effetti necessari, obbligatori.

Il legislatore diceva che chi lavora in farmacia come collaboratore aggiunto, non è

lavoratore subordinato. Quindi non bisogna applicare disciplina di tutela, di previdenza

sociale, ecc. per quel soggetto.

La corte svolge l’argomentazione che abbiamo sintetizzato: la legge NON PUO’ fare

questo, non può dire che quei soggetti non sono lavoratori subordinati, perché per

vedere se quelli lì sono lavoratori subordinati occorre vedere se quei soggetti sono in

una situazione di subordinazione ai sensi e per gli effetti dell’art. 2094 c.c.

Se tu vuoi dire che una situazione concreta non è di lavoro subordinato, NON PUOI

FARLO! Nemmeno se sei legislatore. Perché ciò che conta sono gli effetti concreti che

si applicano a quella situazione.

Ciò che conta è la qualificazione concreta!

E’ questo il nodo più complesso dei contratti individuali di lavoro.

La qualificazione del rapporto di lavoro è ciò che l’interprete fa in partenza. La

caratteristica del rapporto di lavoro subordinato del nostro ordinamento è che si tratta

di un tipo imposto, da cui discendono effetti inderogabili.

Questo si spinge fino al livello più alto: si può ricavare un principio per cui nemmeno il

legislatore potrebbe dire che un rapporto è non subordinato quando invece lo è.

TIPO IMPOSTO significa che nessuno, nemmeno il legislatore, è padrone della

qualificazione. La qualificazione dipende dal concreto, da come il rapporto si svolge.

La questione della sentenza riguarda appunto una legge degli anni ’90 che ad un certo

punto, per realizzare determinati scopi, diceva che alcuni rapporti lavorativi, svolti dai

collaboratori nelle farmacie comunali, non erano subordinati.

E qualche giudice dubita della legittimità costituzionale della proposizione in

questione.

La corte considera la questione per come è stata posta non ammissibile in una parte, e

non fondata in relazione ad un’altra.

IN DIRITTO

5.-

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
76 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/07 Diritto del lavoro

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ludo_kiss95 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto del lavoro e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trento o del prof Salomone Riccardo.