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Nel frattempo, erano successe altre cose importanti. Nel 1965 una donna siciliana
viene rapita da un uomo. Vorrebbe che la ragazza accettasse di buon grado di
sposarlo, lei si rifiuta, viene additata come prostituta da tutti, la sua famiglia la
sostiene, c’è un processo. Ciò segnala a tutta l’Italia quali siano le condizioni/idee
effettive sullo stupro, le donne, il matrimonio, ecc. questa donna si è dovuta
trasferire altrove, al nord, è poi tornata nel suo paese. Proprio in quegli anni ci
sono i documenti dei primi gruppi femministi italiani. 12
In generale, i gruppi più importanti cominciano tra Roma, Milano e Trento
(nuova facoltà di sociologia). Questi gruppi condividono una totale ignoranza delle
elaborazioni del primo femminismo. In Europa sono legati agli studi sociali, negli
USA ai gruppi radicali dei neri.
Queste giovani donne, che per la prima volta si vedono da sole, si accorgono che il
primo problema è che non hanno gli strumenti intellettuali per affrontare il
problema. In gran parte sono figlie di una cultura di sinistra e quindi hanno gli
strumenti di una cultura di sinistra ma non funziona perché il tipo di
sfruttamento individuato da Marx nel processo capitalistico non è quello delle
donne che è piuttosto un’oppressione. Quindi: cos’è che non va? Cosa vorremmo
noi? Questa serie di interrogazioni a 360° è una sfida anche molto difficile. Si parte
dalla sensazione precisa di un fallimento, un disagio fortissimo, anche di
riconoscere che la frustrazione vista nelle proprie madri non sembra passata
perché stanno facendo una vita diversa coi maschi. Chiaramente si tratta di un
processo lungo, che durerà molto, che però ha messo al mondo una nuova
soggettività. Ciò che è accaduto in questo lungo processo fatto di tanti errori ha
portato elementi nuovi della definizione di sé che le donne hanno cominciato a
dare.
22/03/18
Settima lezione
Comincia a farsi chiaro per le donne che essere in queste classi di maschi è
difficile. Quando le donne si sottraggono da quelli che vengono ritenuti compiti
loro, nasce il conflitto.
Le donne si mettono insieme → ogni donna partecipa a partite dal profondo disagio
e si deve risolvere questo. Si parte dalla propria esperienza soggettiva.
Si mette al centro la persona → prima le persone entrano in un gruppo e
l’interessante è il programma generale, ora l’attenzione si sposta sulla singola
soggettività.
Una delle pensatrici
“Il manifesto di rivolta femminista” (’71) di Carla Lonzi → mette come testa di
inizio una citazione “le donne saranno sempre divise le une dalle altre? Non
formeranno mai un corpo unico?” l’elemento provocatorio è il più forte del
manifesto. Vuole creare scandalo. Lei sostiene che ci sono due soggetti → due
soggettività diverse, che hanno esperienze diverse del mondo. La donna è
l’altro rispetto all’uomo e l’uomo l’altro rispetto alla donna. Questo configura una
parità. Si tratta di un cambiamento. Il concetto che c’è un soggetto da cui se ne
definisce un altro è alla base della nostra cultura. Dante e Petrarca dicono “io” e
“tu”. In un certo momento della storia in cui si arriva a dire “io voglio dirmi”.
L’uguaglianza tra due esseri molto diversi, quando la cultura è tutta improntata su
uno → prevede l’adattamento di uno all’altro. Per uguaglianza c’è intriso il concetto
di adattamento. Nel manifesto non c’è un ragionamento generale → nascono
concetti elencati uno dopo l’altro. Al centro c’è il concetto di un soggetto che deve
creare la sua autonomia e questo non è scontato.
Ci sono delle concezioni alla base della nostra cultura → vengono aperte e
decostruite. Già con questi due processi c’è una trasformazione.
Prende delle cose che sono reputate scontate e le rovescia. Escono fuori queste
affermazioni semplici e forti che vanno al cuore.
“sputiamo su Hegel” → frase fortissima, da movimento all’avanguardia. Cerca di
mettere a fuoco che nella filosofia occidentale c’è un buco, che il soggetto è
13
uno; metà dell’umanità ne resta fuori, c’è dunque qualcosa che non funziona
in questo sistema.
L’idea di UNIVERSALE → uno dei perni della filosofia. Filosofo > colui che è in grado
di produrre un pensiero astratto → il pensiero filosofico ambisce a pensare il
mondo. L’universale è in realtà neutro, dietro cui c’è una figura maschile. Tutto il
lavoro della filosofia si basa sull’allontanamento del corpo. Alcune filosofe
femministe sostengono che noi siamo corpi e il nostro pensiero è corporeo. Come
facciamo i conti con questo? Gli uomini non vengono cancellati, ma devono
rendersi conto delle donne. questo manifesto letto (p. 116) è il più radicale. Lonzi
va diretta al punto. Questo nucleo forte è il femminismo della differenza → si fonda
sulla differenza sessuale e da lì parte.
Questa presa di distanza, mettersi fuori → fa una critica alla politica di allora
perché rinvia al futuro la soluzione di questa condizione.
La critica alla psicanalisi, in particolare alla psicanalisi freudiana → Freud
chiarisce che la sessualità c’è fin dalle fasce (positivo), ma conferma la rilevanza
della figura maschile e relega la donna a una condizione di subalternità. Le
donne si trovano insieme tra loro e cercano di capire. Le donne fanno il self-help,
educazione delle donne sulla conoscenza del loro corpo. Venivano fatte delle
“autovisite” per capire come fosse fatto il corpo della donna. Quindi così inizia il
discorso sulla contraccezione, l’aborto (venivano fatti degli aborti clandestini
perché erano vietati). La vera novità è l’autocoscienza → sulla conoscenza di sé,
con le altre donne, hanno costruito un nuovo soggetto. Autocoscienza è un termine
hegeliano. Per le donne non è un atto soggettivo, ma collettivo.
Questi piccoli gruppi che si riuniscono nelle case fanno sì che emergano
consapevolezze e quelli che erano ritenuti propri difetti sono legati all’essere
donne in quella cultura, in quel momento. Si tratta di qualcosa di politico, ci sono
in ballo rapporti di potere.
In questo contesto si sta costruendo una relazione sociale-politica, si sta dando
vita alle singolarità delle donne. capire ciò che una sente e prova attraverso il .. il
nominare si sta costituendo non solo un lessico comune, ma anche un soggetto.
Queste donne che stanno facendo questo lavoro sociale-politico hanno un
problema nel linguaggio. Non c’è dubbio che un prestito significativo sia stato fatto
dalla psicanalisi. Questo spostamento dello sguardo collettivo al personale, lo
definisce come politico. Si parte da sé, dalla propria esperienza, da ciò che si è
capito e ciò che non si è capito della propria esperienza.
Non è politica per le donne, ma politica con le donne.
Questo produce il riconoscersi come donna, attraverso il rispecchiamento con altre
donne e non con l’altro, l’uomo. Queste donne politiche entrano nella scena
pubblica → radio, consultori, ecc.
La vita cambia e produce sconvolgimenti nei rapporti tra sessi, questo porta a
cambiamenti anche nella grande politica generale.
Dal ’76 l’ONU dichiara un decennio per le donne.
Nel ’75 finalmente in Europa sia le donne che gli uomini finiscono il liceo. Le donne
vengono mandate in certi tipi di scuole, gli uomini in altre.
Negli anni ’70 cambiano in tutta Europa le leggi sulla famiglia.
Our bodies and ourselves
Libro importante (’70) → . La concezione proprietaria
del corpo (“noi abbiamo il corpo” e non “noi siamo il nostro corpo”) significa un
distacco, potere disporre del mio corpo. Invece in questo libro, che si fonda
sulla conoscenza e cura del corpo, la novità è che noi donne partiamo
dall’identificazione del nostro corpo o qualcun altro ne dispone.
Da questo partono nuove riflessioni sulla prostituzione. 14
Come ne esce la soggettività ed il corpo di una persona dopo la prostituzione?
Negli anni ’70 nelle riflessioni delle femministe in Italia e in Francia si dà attenzione
alla psicanalisi.
’70 in Italia → sviluppo e apertura, nonostante il terrorismo. Nel ’74 si viene
chiamati al referendum per una legge sul divorzio (il referendum è bocciato). Nel
’75 passa la riforma sul diritto di famiglia → cambiano i rapporti nel
matrimonio e coi figli. Le donne non perdono il cognome, il marito poteva picchiare
la donna per proteggerla e le donne erano potestà paterna, nel ’75 ci sono i
consultori in cui si può essere aiutate nella contraccezione e maternità.
Nel ’78 finalmente passa la legge sull’interruzione di gravidanza > nodo cruciale.
Questa legge è importantissima.
27/02/18
Ottava lezione
’74-’75 referendum sul divorzio
Le conseguenze di questa impostazione arrivano fino ad oggi.
Aborti → in condizioni pessime se fatti da gente che veniva pagata poco,
vergognosi se fatti da chi veniva pagato molto perché ufficialmente si dichiarava
contrario e agiva diversamente da quello che diceva.
Anche se i partiti che cercavano di proporre dei disegni di legge, c’erano dei
conflitti su alcune problematiche: chi deve decidere? Ci sono state più proposte:
una commissione di medici, una commissione di medici e il padre, medici e giuristi.
Si tratta di depenalizzare l’aborto in quanto tale, farlo diventare libero, senza
regole di alcun genere. È complesso, stiamo pur sempre parlando di una vita
potenziale e di una gravidanza in atto e se non si fa niente, viene prodotto un
bambino. Ci vuole una decisione attiva traumatica. Su questa idea: chi deve
decidere, se sia una cosa che riguarda uno Stato o meno. Alla fine, attraverso
lunghissimi dibattiti interni in parlamento in consultazioni condotte soprattutto da
donne presenti in parlamento si è arrivati a una conclusione eccellente.
Legge 194 sembrava che in questo Paese, dove c’è il Vaticano, non potesse mai
passare. Non prevede la decisione del potenziale padre, di esperti, ma della donna,
autodeterminazione della donna che si basa su due principi fondamentali: la
gravidanza è un processo che coinvolge la persona della madre, fisicamente e
psichicamente, la donna cambia per sempre. Il processo si conclude con il parto
che non è una passeggiata e sicuramente implica dei rischi. Questi 9 mesi che la
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
- E molto altro ancora...
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