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Estratto del documento

COVARIAZIONE:

 Consenso = modo in cui le altre persone si comportano di fronte al medesimo stimolo

 Le altre persone subiscono lo stesso effetto in riferimento alla stessa entità?

 Distintività = modo in cui l'attore risponde ad altri stimoli

 L'effetto si manifesta quando è presente l'entità e invece non si presenta quando l'entità è assente?

 Consistenza (coerenza nel tempo e nelle modalità) = frequenza con cui il comportamento osservato fra lo stesso attore e lo stesso stimolo si verifica nel tempo e in varie circostanze

 L'effetto si manifesta ogni volta che l'entità è presente indipendentemente dalle forme di interazione?

Mettere insieme queste diverse informazioni ci permette poi di arrivare a capire qual è la causa effettiva del comportamento.

Combinando le diverse informazioni è possibile effettuare delle attribuzioni causali e stabilire se la causa di un

determinato evento sono:
  1. Attore
  2. Per Kelly quando si presenta questa triade la causa è l'attore: alta consistenza, bassa distintività, basso consenso.

  3. Entità
  4. Per Kelly quando si presenta questa triade la causa è l'entità: alta consistenza, alta distintività, alto consenso.

  5. Circostanze
  6. Per Kelly quando si presenta questa triade la causa è la circostanza: bassa consistenza, alta distintività, basso consenso.

LIMITI DELLA TEORIA
  • Le persone non usano le informazioni di consenso nella misura prevista dalla teoria di Kelly
  • Le persone non dispongono sempre di tutte le informazioni previste dal modello ma inferiscono i dati mancanti.
ATTRIBUZIONI ED EMOZIONI (Weiner, 1986) = le persone valutano in quale misura e perché abbiano avuto successo o abbiano fallito in particolari attività e questo provoca emozioni positive o negative di carattere generale. Le cause a cui attribuire un determinato evento possono essere diverse a seconda delle circostanze e delle caratteristiche dell'attore o dell'entità coinvolta.comportamento interno) da coloro che credono che il loro destino sia determinato da forze esterne (locus del comportamento esterno). STABILITÀ Le attribuzioni stabili si riferiscono a cause che sono considerate costanti nel tempo, mentre le attribuzioni instabili si riferiscono a cause che possono variare nel tempo. CONTROLLABILITÀ Le attribuzioni controllabili si riferiscono a cause che l'individuo ritiene di poter controllare o influenzare, mentre le attribuzioni incontrollabili si riferiscono a cause che l'individuo ritiene di non poter controllare o influenzare. Le attribuzioni in relazione a successi e insuccessi possono influenzare le aspettative, le motivazioni, le prestazioni future e le emozioni degli individui. Le relazioni emotive possono essere: - locus interno (+ successo): l'individuo attribuisce il successo al proprio comportamento interno; - locus esterno (+ successo): l'individuo attribuisce il successo a cause esterne al proprio controllo; - controllabilità (+ insuccesso): l'individuo attribuisce l'insuccesso a cause che ritiene di poter controllare o influenzare; - incontrollabilità (+ insuccesso): l'individuo attribuisce l'insuccesso a cause che ritiene di non poter controllare o influenzare; - stabilità (+ insuccesso): l'individuo attribuisce l'insuccesso a cause che ritiene costanti nel tempo; - instabilità (+ insuccesso): l'individuo attribuisce l'insuccesso a cause che ritiene variabili nel tempo. ROTTER introduce il concetto di STILI ATTRIBUTIVI, che sono predisposizioni individuali alla base di un certo tipo di attribuzione causale. Pensare che il proprio comportamento possa essere determinato con più facilità da un certo tipo di cause può influire sul successivo comportamento del soggetto. LOCUS OF CONTROL è un costrutto che distingue le persone che ritengono di controllare il proprio destino (locus del comportamento interno) da coloro che credono che il loro destino sia determinato da forze esterne (locus del comportamento esterno).

controllointerno) da quelle che tendono a considerare il proprio destino controllato da fattori esterni (locus del controllo esterno)

LEZIONE 9 MISURA DEL LOCUS OF CONTROL (Rotter, 1973)

Propone una misura del locus del controllo, sviluppa una scala volta a misurare l'intenzione dell'item, vengono presentati due item e viene chiesto con quale si sia in accordo e in quale grado

Esempi di item:

  • “Molte volte le reazioni dei miei insegnanti mi sembrano del tutto casuali” locus esterno
  • “Nella mia esperienza ho notato che vi è una connessione tra il mio impegno e i voti che ottengo” locus interno
  • “Talvolta penso di non avere abbastanza controllo sulla direzione che sta prendendo la mia vita” locus esterno
  • “Quello che mi succede dipende esclusivamente da me” locus interno

Persone con locus interno:

  • Maggiore fiducia nelle proprie capacità, più indipendenti, più resistenti ai tentativi

dipersuasione…

  • È più probabile che affrontino direttamente i problemi (di fronte ad un insuccesso provano a cambiare strategia)
  • Possibili conseguenze: livello personale, salute…
  • Si vede come la tendenza ad essere consapevoli del proprio destino e a modificare il proprio destino sia associata a delle caratteristiche sociali; sono persone più propositive

SENSO DI IMPOTENZA APPRESA (Seligman, 1975)

Condizione in cui gli individui arrivano a credere di essere incapaci di esercitare una qualsiasi influenza sull’ambiente tanto che smettono di provare ad esercitarla

  • Eventi negativi incontrollabili mancanza di controllo sulla situazione impotenza appresa depressione

Viceversa, un elevato e accentuato locus del controllo esterno può avere aspetti opposti si sentono incapaci di esercitare una qualsiasi influenza sull’ambiente circostante, gli insuccessi se sono particolarmente ripetuti possono provocare l’immobilismo;

aver fatto esperienza di eventi negativi incontrollabili porta a credersi incapaci e uno dei possibili esiti (estremo) è la depressione.

Abramson, Seligman, Teasdale (1978)

  • L'impotenza appresa fa sentire le persone cronicamente depresse solo se essa è attribuita a caratteristiche intrinseche del sé
  • La qualità e la persistenza della depressione dipendono dal fatto che la causa oltre ad essere percepita come incontrollabile, stabile e interna sia anche globale
  • Quando si verificano situazioni intrinseche al sé, attribuite a fattori interni della persona, la tendenza a sperimentare questo senso di impotenza si verifica quando le esperienze di vari insuccessi fatti dall'individuo vengono attribuiti a fattori personali, interni, incontrollabili, stabili (non posso far niente e sarà sempre così), globali (la situazione coinvolge non solo un ambito della propria vita senza permettermi di avere qualche successo in altri ambiti)
  1. fallimento totale)l'unica cosa è giocare sulla reversibilità degli eventi, rendere successi anche i piccoli ambiti in cui succede qualcosa, chiedere aiuto a una persona -> TENDENZE SISTEMATICHE (bias) possono portare la persona ad avere una visione distorta di come effettivamente le cose si sono presentate ->
  2. Errore fondamentale di attribuzione: tendenza ad attribuire il comportamento altrui a caratteristiche stabili di personalità ->
  3. Effetto attore-osservatore: tendenza ad attribuire il comportamento altrui a cause interne e il proprio comportamento a cause esterne ->
  4. Stili attributivi a favore del sé ->
  5. Ottimismo irrealistico ->
  6. Effetto del falso consenso e falsa unicità ->
  7. Tendenza sistematica 1) Errore fondamentale di attribuzione (Ross et al., 1977): tendenza generale di giudizio che i soggetti evidenziano quando, nell'individuare le cause del comportamento altrui, sottostimano l'impatto di fattori situazionali mentre sovrastimano il
  1. Ruolo dei fattori disposizionali
    • Tendenza a privilegiare le cause interne dell'attore (l'avevamo già visto in Heider)
  2. Importanza della salienza (Taylor e Fiske, 1975)
    • Esperimento: questa tendenza è stata analizzata da una vera e propria procedura sperimentale
    • Alcuni soggetti osservano due ragazzi (A e B) che conversano tra loro in base ad un copione
    • Alla fine gli osservatori dovevano dire chi, tra A e B, aveva scelto gli argomenti, chi aveva guidato la conversazione e chi aveva mostrato più aspetti di sé, chi si era maggiormente esposto nella conversazione
  3. Esempio immagine (adattata da Taylor e Fiske)
    • Gli osservatori sostennero che la persona che riuscivano a vedere meglio era quella che aveva avuto maggiore influenza ed importanza nella conversazione
    • A e B (triangoli) si guardano, gli osservatori (esagoni) possono vedere solo A (gli arancioni), solo B (i verdi) o entrambi (i blu); gli osservatori tendono a dire che dei due triangoli
È intervenuto dipiù chi vedono (dispercezione della realtà in funzione della percezione) Salienza ed errore fondamentale di attribuzione stesso disegno della salienza Quando cerchiamo di spiegare il comportamento di qualcuno la nostra attenzione si concentra di norma sulla persona piuttosto che sulla situazione circostante poiché è più facile da vedere o conoscere la persona che più attrae la nostra attenzione viene individuata come la causa della situazione, il contesto circostante tende a perdersi, è più probabile attribuire il comportamento ad una causa interna piuttosto che esterna Alle persone piace pensare in chiave disposizionale prediligere i fattori interni dell'attore Differenze culturali: gli individui apparenti a culture collettiviste hanno maggiori probabilità di tenere conto delle informazioni situazionali specialmente se queste sono particolarmente salienti (Miller, 1984;
  1. Tendenza al gruppo: secondo Morris e Peng (1994), nelle culture collettiviste, come quelle orientali, si dà maggiore importanza al gruppo di appartenenza e all'adattamento al contesto sociale. In queste culture, c'è una tendenza maggiore ad adeguare il proprio comportamento al gruppo e a attribuire il comportamento alle caratteristiche della collettività anziché all'individuo.
  2. Tendenza all'individuo: nelle culture individualiste, come quelle occidentali, si dà particolare importanza all'individuo e alla competizione che può alzare l'autostima. In queste culture, c'è una tendenza maggiore ad attribuire il comportamento alle caratteristiche interne della persona anziché alle circostanze.
  3. Differenza attore-osservatore: secondo Jones e Nisbett (1972), c'è una tendenza sistematica a spiegare il comportamento degli altri nei termini di fattori disposizionali e stabili, mentre si tende a spiegare il proprio comportamento nei termini di fattori situazionali e instabili.
vatore: gli attori tendevano a attribuire il comportamento degli attori a caratteristiche disposizionali, cioè a tratti di personalità o disposizioni interne, mentre gli osservatori tendevano a attribuire il comportamento degli attori a fattori situazionali, cioè alle circostanze esterne o al contesto in cui si trovavano gli attori. Questo esperimento dimostra come la prospettiva da cui osserviamo un evento influenzi la nostra interpretazione del comportamento degli altri. Quando siamo attori, tendiamo a focalizzarci sulle nostre caratteristiche personali come spiegazione del nostro comportamento, mentre quando siamo osservatori, tendiamo a considerare le circostanze esterne come spiegazione del comportamento degli altri. Questo fenomeno può avere importanti implicazioni nella comprensione delle dinamiche sociali e nella nostra capacità di comprendere gli altri.
Dettagli
A.A. 2020-2021
39 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/05 Psicologia sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher chiaramariani2001 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia sociale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Nerini Amanda.