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Il tatto moderna

Nel 1617-1618 due maestri della pittura fiamminga Pieter Brueghel il Vecchio e Rubens, che lavoravano ad Anversa presso la corte dei governatori ed erano legati da una forte amicizia, dipinsero a olio un ciclo di cinque opere allegoriche dedicate ai sensi. Questa è l'allegoria del tatto, la scena sembra ambientato in una sorta di antro da sibilla, si dispiega una stupefacente profusione di armi, cimeri, corazze, strumenti di ogni sorta. La figura della ninfa abbraccia e palpa il cherubino per sentire le pelle morbida e accarezzevole. Ci sono anche dei quadri appoggiati alla parete oppure in terra, nell'angolo a destra anche la figura della scimmia, quasi a voler indicare la limitatezza non razionale del tatto e quindi una sua accezione prevalentemente negativa.

Nella modernità, per quanto riguarda l'estetica, proviene dal barocco artistico non meno che dall'impresa scientifica. Il barocco inaugura un'epoca di sradicamento delle arti.

da finalità mimetiche e euristiche e didascaliche per trasportare le pratiche artistiche sul terreno di una originazione di universi simbolici, non si può non rilevare come l'intera sensorialità libera e incessante corruzione di significati inauditi, di umana sia provocata a perdersi dentro ripetute opere create per meravigliare. Una meraviglia che è dissoluzione dei nessi significativi della metafora dell'ellissi preesistenti entro i giochi di un immaginare che si piega e si ripiega sulle proprie volute, nel dominio onnipervasivo incerti i consueti parametri di validità epistemica e ontologica della realtà. Con l'epoca del infinita nella ricerca dello stupefacente che rende barocco si incontra quindi un'enorme complessità ricercata e complicata dall'avvento contemporaneo della nuova scienza, che invece mira a stabilire i paradigmi di una nuova razionalità. Gian Battista Vico Tra i grandi filosofi

Dell'età barocca ritroviamo Gian Battista Vico, venne definito il fondatore del sapere estetologico da Croce. Lui sembrae romanticismo con i suoi "Principi pone comecostituire il ponte teorico tra barocco di coscienza nuova attorno alla natura delle nazioni",originaria la verità della poesia del mito. La verità cioè è intrinsecamente poetica, non per un rivestimento succedaneo secondario ma, tra ladalla verità del mito e noi, c'è la storia dell'umanità che ha spezzato la solidarietà originaria tra poesia e verità perverità poetica che muove Vico sono impropri. La logica infatti per lui è un'impropria derivazione dalpensare piuttosto a verità in termini razionalistici che per percettivi e prelinguistici. La prima età dell'uomo non alinguaggio originario inarticolato fatto di eventi, figure, azioni, di un insieme di stilicaso per Vico è

quella geroglifica, la quale si esprime in figure mitiche che possiedono le proprietà di costruire universali non astratti mafantastici, cioè costruiti dalla fantasia quale capacità di produrre ed erigere figure sensibili. Per lui la fantasia creatrice si radica nel sensorioe nella sensibilità.

Galileo Galilei della nuova scienza, in alcune pagine della sua opera "Il saggiatore", si concentra sui sensi per spiegare cheEsponente di spicco e fondatore determinate qualità appartengano intrinsecamente alla materia, la quale consta effettivamente solo dai dati primari di figure, dimensione, posizione, tempo e moto di una sostanza corporea. Da tali dati va distinto il fatto che una materia possa presentarsi come bianco o rossa, amara o dolce, sonora o muta ecc., senza quindi il soggetto animato e sensitivo qualità di questo tipo svaniscono al pari di molte altre qualità.

Sicuramente, in Galilei l'urgenza di criteri che sensoriali solitamente,

ma per sbaglio, ritenute dei corpi. consentono di discriminare dallavalidità dell’informazione sensoriale si unisce all’esigenza di separare e privilegiare gli aspetti del reale suscettibili di trattamento matematico.

Galilei mette all’opera il suo interesse costante per lo svolgersi delle modalità sensoriali nella luce della consapevolezza dei possibili erroriche ne possono discendere, cioè dell’eventuale contrasto tra sensi e conoscenza. Il filosofo è tornato spesso negli ultimi anni nei dibatti dellafilosofia della mente non di rado offuscato da una corte di imputazioni di dualismo tra anime e corpo, fatti assumere a tutta la successivamodernità quali sostanze separate.

Nell’opera “Le passioni dell’anima” Descartes distingue la percezione in quanto riferita alla cosa esternae da esse causata dalla sensazione in quanto affezione corporea, è importante dire che lui tratta del corpo assumendo non

nella sua vivacità di forze e percezioni attive, ma piuttosto quale corpo oggetto realtà materiale non corporeità e sensorialità che percepisce se stessa come "Meditazioni metafisiche" del pezzo senziente. Cartesio vede nelle sensazione certe maniere confuse di pensare, le celebri analisi compiute indi cera che lo stato solido presenta determinate qualità sensibili che però perde se liquefatta, mostrano come la percezione che si sviluppa da sensibile non avvenga per opera dei sensi ma per una visione della mente. Un'intellezione capace di cogliere l'oggetto quell'apprensione come ciò che permane al di sotto delle sue variazioni sensibili. Unita al corpo, l'anima trova la sua sede principale nel cervello, dove immagine e sente per mezzo dei nervi che come fili si estendono a tutte le membra, talmente ramificati da non poter toccare alcuna parte senza muovere qualche loro estremità e così.trasmettere il moto verso il centro. Alla varietà dei nervi e dei loro movimenti è connessa quella dei sensi, Cartesio ne conta 7, 2 dei quali interni [il primo comprende fame sete naturali, e il secondo le passioni], 5 invece sono i soliti sensi permuovono i nervi e quelli dei pensieri confusi generati nell'animaunanime convinzione essendo 5 anche i geni degli oggetti che delle relativeimpressioni. Primo viene il tatto, che ha per oggetto tutti i corpi che possono muovere qualche parte della carne e della pelle e per organotutti i nervi che vi si trovano. Ogni corpo agisce in modo diverso con la loro pesantezza, durezza, calore e umidità, eccitando altrettantediverse sensazioni dell'anima o qualità tattili.FranciaTra gli ultimi decenni del Seicento e i primi del Settecento cresce una visione completamente diversa rispetto a quella maggioritaria in Europa,una concezione materialistica della realtà e della sensorialità umana, siallestisce quindi una scena di pensiero che sarà d'influenza sullae dell'uomo successiva.

filosofia della natura

§ De Condillac; Circa un secolo dopo Descartes, anche Etienne Bonnot de Condillac rivolse espressioni filosofiche di severa critica all'astrattezza dei sistemi materiali, nel "Trattato delle sensazione" elaborò anche una teoria della conoscenza in forma sensistica, riconducendo tutte le cognizioni umane alla base sensoriale della percezione sensibile, pressappoco al modo in cui Newton avea fatto dell'attrazione il solo e principale principio esplicativo dell'universo. In polemica con Descartes, che si era eletto paladino di una riduzione intellettualistica della sensazione a sorta di riflessione interiore, Condillac negò che la riflessione costituisse una fonte autonoma di conoscenza e radicalizzò il primato dei sensi, ritenendoli l'unica fonte dell'idea. Tutte le idee a prodursi piùfacilmente sarebbero quelle di estensione ricavate più precisamente dal tatto, da queste idee è impossibile separarsene allo stato di veglia, mentre tattili, il tatto è l'unico senso attivo che vi siano inattivi gusto, odorato, udito e vista. Solo il sonno sospende infatti le percezioni avere nozioni dell'esteriorità, con il tatto si percepisce il corpo e l'interazione delle sue varie parti, fornisce il sentimento fondamentale che dà la vita all'animale. Ciò che emerge in questa filosofia francese del settecento è una visione continuistica tramite materia vivente e non vivente, la stessa meccanica regolativa del funzionamento di un orologio regola altresì un corpo animato e i altri non significano che termini materiale e materialismo in quest'epoca questo: tutti gli esseri viventi non sono altro che meccanismi infinitamente complicati, cioè degli orologi che si caricano da soli. Questa postura

Intellettuale sul finire del secolo di Diderot, l'analogia meccanismo-organismo subisce una correzione radicale che inizia con la riflessione filosofica diventa sempre meno probabile, soprattutto lo sviluppo di una nuova scienza quale la fisiologia. Diderot formulò una prima teoria della conoscenza nella "Lettera sui ciechi", § Diderot, con questo scritto intervenne sul problema assai dibattuto all'epoca se il tatto fosse in grado di trasferire le proprie informazioni alla vista. Valutando le circostanze a proposito di alcuni ciechi nati dotati di inaudite competenze tattili, sostenne che lo stato degli organi dei sensi influenzino parecchio metafisica e morale. Quelle di un cieco e di un sordo sarebbero diverse dalle nostre, così come un essere dotato di sei sensi troverebbe a sua volta imperfette le nostre sensazioni. L'assunto teologico, naturale cioè quel barlume della scienza di Dio che si può trarre dalla sola contemplazione del creato,

ha scarsa presa sui ciechi che non hanno mai visto il sole o gli astri e concepiscono la materia in modo così astratto da poterla ritenere pensante. Un ipotetico filosofo cieco o sordo dalla nascita dovesse costruire un uomo ad imitazione di Descartes, certamente ne situerebbe l'anima sulla punta delle dita, da dove gli vengono le principali sensazioni e ogni conoscenza. Negli scritti successivi giunse a un nuovo materialismo, intendendo la materia come un composto in fermento soggetto a incessanti evoluzioni dove simmetria e ordine trovano una stabilità soltanto transitoria. Nel primo di tre dialoghi, inizialmente con il suo grande amico Lambert, Diderot presenta l'ipotesi che una statua realizzata da Franconé, sculture che lui riteneva un perfetto incapace, venisse pestata in un mortaio e ridotta in polvere di marmo. A questa polvere veniva aggiunto dell'humus fino a che il marmo

diventasse sostanza organica, in questo modo si affermava la vita ela costruzione di un mondo vitale in continuità con le leggi del mondo minerale-inorganico. Il vivente è distinto dalla pietra se siconsiderano gli stati estremi, le situazioni intermedie non sono però così chiare, i minerali per esempio sono c

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Publisher
A.A. 2021-2022
26 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/04 Estetica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher -dille- di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Estetica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Boffi Guido.