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CHE EQUIVALE A SALVARE LA VITA
DEGLI UOMINI
Fare arte imitando la natura significa imitare la volta del cielo.
Imitare la volta del cielo significa che va ricercata la misura umana nella volta del cielo infatti per
costruire lo spazio serve una misura umana universale.
La regola della SPAZIOTEMPORALITA’ UMANA (SPAZIO = punti cardinali – TEMPO = il
sole dà la misura del giorno e della notte, il ciclo delle stagioni) la si trova nella volta del cielo.
Le proporzioni della volta celeste vengono dunque tradotte in numeri, proporzioni numeriche e
valgono come regole.
Con Hegel si assiste ad un passaggio:
A=IMITAZIONE della NATURA
↓
A=ESPRESSIONE dell’IO
Parlare di arte come espressione dell’io significa parlare di arte autoreferenziale che non risponde a
niente che sta al di fuori di sé ovvero non fa riferimento a nessuna legge.
Questo ha portato alla realizzazione di una serie di “mostri”, ovvero spazi che non sono a misura
d’uomo e quindi sono ostili alla vita umana (esempio i gradini della scala della stazione di Bovisa,
imitano i gradini di una piazza rinascimentali fatti per essere percorsi dai cavalli, il passaggio all’arte
come espressione dell’io legittima il fatto che vengono realizzati gradini di questo tipo per essere
percorsi da uomini seppure non sono affatto a misura umana).
Il pericolo dell’autoreferenzialità è che, siccome non è necessario rifarsi ad un normario condiviso,
nel senso che chiunque si può autoproclamare un artista soltanto perché l’ha deciso, prima questo non
poteva avvenire per principio.
L’uomo è quindi considerato libero perché non prende regole da nessuno e la sua arte non prende più
regole dalla natura ma solo da se stesso in questo modo viene a mancare una controparte con cui
confrontarsi in modo da perfezionare il proprio lavoro.
Si assiste ad un’inversione di segno con Hegel.
N<A LIBERTA’
N<A ARTE SPIRITUALITA’
Compare la libertà solo NATURA
nel Settecento, da un
punto di vista storico con
la Rivoluzione francese e
da un punto di vista
filosofico con Kant
La natura non è più considerata superiore all’arte e questo ha conseguenze positive in quanto si assiste
a grandi sperimentazioni in campo artistico ma anche negative in quanto si sperimenta una libertà
quasi anarchica.
Nel corso del Novecento i filosofi smettono di domandarsi quale sia la definizione di arte e quindi
non si interrogano più su cosa sia un’opera d’arte.
X=LA Processo di ASTRAZIONE
=
Portare fuori dall’insieme il particolare per DEFINIRE (dal latino
arrivare all’universale, ovvero a quello che circoscrivere, dare confini)
viene indicato con l’articolo determinativo
(es. LA casa)
Secondo Kant un’opera d’arte è un meccanismo simbolico
ARTE 1) SIMBOLO
Il simbolo è capace di prendere due dimensioni distanti e le getta insieme (dal greco)
2) PENSARE >CONOSCERE
L’opera d’arte è un oggetto sensibile almeno ad uno dei nostri sensi, ovvero entra in relazione con
noi attraverso uno dei nostri sensi.
Le opere d’arte sono oggetti che fanno pensare all’infinito e fanno illuminare maggiormente qualcosa
di più complesso senza mai saturarlo a differenza di un enigma scientifico che porta ad una soluzione.
L’incontro sensibile con un oggetto A porta a pensare su qualcosa di più lontano e complesso X.
OPERA D’ARTE FA PENSARE = OGGETTO SENSIBILE, FORMA CHE FUNZIONA COME
SIMBOLO.
A X Domande esistenziali
Oggetto simbolo che fa pensare di
uno dei grandi temi della filosofia più
complessi
Esempio Scultura Amore e Psiche
Un pezzo di marmo fa riflettere su
una domanda complessa come cos’è
l’amore. Opera d’arte= particolare che porta a un
P U qualcosa di universale ovvero qualcosa al di
sopra di tutti gli esseri umani e che ha un valore
=ARTE riconosciuto da tutti (es. cos’è l’amore)
Insieme degli oggetti artefattuali, non tutti gli oggetti dell’insieme sono
opere d’arte, solo alcuni.
Le opere d’arte costituiscono un insieme eccezionale e vengono
classificati non per generi ma per le loro capacità simboliche.
U
P =ARTE
A X ARCHITETTURA
Quando un’architettura è un’opera d’arte? Quale X indaga?
X=qual è la MISURA UMANA IDEALE
CHI E’ L’UOMO UNIVERSALE a partire dalla sua
SPAZIOTEMPORALITA’
La MISURA UMANA IDEALE deve rispondere ai BISOGNI e alle ASPIRAZIONI dell’uomo.
L’architettura infatti risponde alla domanda che cos’è un uomo in essenza in termini di bisogni e
aspirazioni a partire dalla sua spazio temporalità.
Un’architettura è un’opera d’arte quando simboleggia un’idea di uomo, infatti osservando alcuni
interni viene fuori una precisa idea di uomo e si coglie lo spazio temporalità, basti pensare ad alcuni
interni di Loos o al contrario a quegli spazi che sono ostili alla vita umana.
Tipi di soggettività
→ RELATIVISMO ovvero qualcosa di meramente personale
→ INTERSOGGETTIVITA’ ovvero qualcosa che si può argomentare perché è condivisibile e
non meramente soggettivo o legato ad un gusto personale.
Definizione di architetto data da Umberto Eco ne “La struttura assente”
“È costretto a diventare sociologo, politico, psicologo, antropologo, semiologo…ma, insieme, e
soprattutto, deve essere chi l’etimologia della parola che indica il suo mestiere che è…costruttore di
cose prime e di cose eccellenti” e ancora “l’architetto si trova condannato, ad essere forse l’unica e
ultima figura di umanista della società contemporanea”.
Formaggio afferma che progettare significa dover rispondere alla domanda sulla relazione tra libertà
e necessità e si interroga sulla questione se progettare è un atto libero o meno, a tal proposito cita
Spinoza che formula una nozione di autonomia non fondata sull’assenza della necessità alla presenza
della libertà ma su entrambe, e arriva ad argomentare che la prassi umana è una prassi di libertà e di
necessità insieme.
La libertà di un architetto quindi non è l’affermazione della sua autodeterminazione ma
l’affermazione della sua autodeterminazione all’interno di una storia fatta da leggi che servono per
comparare il lavoro dell’architetto con il numero infinito di comparazioni possibili e fornire
l’occasione di un superamento attraverso appunto la comparazione con altro da sé.
Le varie classificazione che sono state fatte nel corso della storia e che oggi si fatica a fare, sono un
esercizio di comparazione che spinge ad immaginare alternative possibili prima di trasformare una
soluzione di partenza in un oggetto che ha un peso dal quale è complicato poi tornare indietro.
La storia delle classificazioni insegna che continuare a mettere alla prova classificazioni significa
continuare a dare agli oggetti la possibilità di essere una risposta credibile a una domanda sul senso
che questi hanno per gli uomini e si tratta di una risposta che passa per necessità attraverso la loro
identità e la relazione che hanno con noi uomini,
Distinzione tra diversi ambiti di ricerca
→ MIOPI (es. scienziati) vedono da vicino ma non da lontano, hanno uno sguardo specialistico
con un andamento verticale
→ PRESBITI (es. umanisti) vedono da lontano ma non da vicino, hanno uno sguardo
lungimirante, che gli consente di immaginare il futuro, con un andamento or
ORDINE
L’arte può essere considerata uno strumento attraverso il quale provare a passare dal chaos al kosmos.
Chaos = spazio vuoto e immenso, immensa apertura, abisso, voragine
↓
Kosmos = ordine nel senso di convenienza, decoro, gravita, decenza, dignità, contegno, disciplina
ma anche di ordinamento e mondo, ordine mondiale.
Chaos Spazio vuoto e immenso
↓ ↓
=
Kosmos ORDINE
L’ordine è una nozione essenziale per l’arte perché è il senso ultimo della sua esistenza.
La genesi dell’arte è fondata sul bisogno di risolvere l’immensa distesa dello spazio che è sentito
pericoloso a causa appunto della sua immensità che eccede la misura dell’essere umano.
Per risolvere questo vuoto è quindi possibile segnare una parte dell’intero e sentirla come umana e
quindi sicura, segnare significa quindi fare ordine ovvero fare un mondo umano dentro allo, e
separato dallo, spazio vuoto e immenso attraverso un ordinamento.
L’arte, intesa come strumento per passare dal chaos al kosmos ovvero per avere un mondo non
disumano ma umano, deve agire con ordine.
È fondamentale sottolineare l’analogia tra la nozione di ordine e il significato etimologico della parola
architettura che h l’archè della tektonìa ovvero il comando della costruzione, il genitivo della
costruzione può indicare il comando esercitato dagli esseri umani sulle cose prime e sulle cose
eccellenti ma anche il comando esercitato dalla costruzione umana sullo spazio vuoto (dalla tektonìa
sul chaos).
L’arte in generale, e l’architettura in particolare, esercita un potere su qualcosa di estraneo per
trasformare una sua parte in qualcosa di umano con la quale gli esseri umani possono essere in
relazione positiva.
L’architettura dunque utilizza l’ordine per addomesticare lo spazio vuoto e immenso in un posto che
gli esseri umani possono abitare.
Fare ordine significa avere la capacità di riconoscere un ordine nel chaos che deve essere estratto da
questo per poter essere usato dagli esseri umani, per fare ordine quindi gli esseri umani devono
estrarre un kosmos dal chaos ma soprattutto costruire con le regole del kosmos e ottenere una
dimensione umana.
La prima operazione che viene citata è il riconoscimento di un ordine nel chaos e Pitagora è
fondamentale in quanto la sua filosofia si pone l’obiettivo di identificare il cardine dell’ordine delle
cose e il cardine è rappresentato dal numero infatti le cose sono date da rapporti numerici tra le parti
e l’intero.
Agostino nel “De ordine” fa rifermento a Pitagora e fa un esempio architettonico in cui sostiene che
l’errata proporzione delle parti è come un insulto per la vista (esempio una porta non perfettamente
al centro) mentre la simmetria diletta e attira a sé l’attenzione (esempio tre finestre di cui una al
centro e le altre due a fianco in modo da diffondere la luce ad intervalli pari) e gli architetti parlano
di ragione mentre le parti disposte in modo asimmet