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Le parole e le cose
(M. Foucault, Le parole e le cose, p. 5) Abbiamo sempre, anche se non ce ne rendiamo conto, quando pensiamo e quando parliamo, una griglia di categorie che ordina la nostra esperienza del medesimo e dell'altro. Questa categorizzazione agisce come un effetto che produce delle superfici ordinate e organizza la nostra esperienza molteplice.Questaimpossibilità,dicuiFoucaultparlaallafine,cimettedifronteallimitedel nostro pensiero. Di fronte a questa impossibilità il pensiero europeo sirapporta inm aniera imperialista. Jullien accoglie la sfida
dinonpensareinmanieraimperialista,cercandodipassareperlaCinaeperl’esperienzadelpensierocinesealfinedimettereindiscussionelenostrecategorie.Andràacercarequalisonoipresuppostinonpensatidell’esperienzaesteticacomeèdescrittadaKantodaSchopenhauer.Per Jullien sarà importante ritornare alle fonti del pensieroestetico e del bello che si ritrova in Platone. Non si tratta per Jullien di fare una comparazione per giudicare quale modalità sia poi la migliore, ma l'idea è piuttosto andare a decostruire i nostri presupposti. L'importanza che Jullien attribuisce all'estetica nella sua riflessione non è casuale poiché secondo la sua impostazione
dibellodipendedaunasortadimossainizialechehadeterminatoundestinoechenascetra Socratee Platone. La tesi fondamentale di Jullien èchesenoitorniamoaconsiderareiluoghiin cui per la prima volta è stata elaborata l’idea del bello troviamo ilmovimento dell’essenzializzazione. In greco
siverificaunpassaggiodecisivoper ilnostropensiero→sipassadaunaggettivo“bello”aunsostantivoconlafilosofia. La mossa fondamentale che si distende tra Platone e Plotino(dall’inizioallafine del pensiero greco) che può essere chiamata la mossa concettuale
del movimento teoretico del “ti estì” → momento in cui il bello, la bellezza, le cose belle vengono sottoposte all’investigazione filosofica. Quando passiamo al sostantivo questo senso del bello, che all’inizio era indefinito e vago, si isola e diventa esclusivo.
Ci sono due motivi principali per cui il bello si configura come il cardine della metafisica: 1. movimento della separazione → il bello venendo posto come un'essenza (correlato di una definizione) si separa dalle cose sensibili. Questo vuol dire anche che il bello si separa dalla vita sensibile e pratica. 2. movimento delle mediazione → ilbello è come un veicolo che ci puòportaredalpianodellanostracontingenzaalpianodelleidee ⇒il bello non è possibile pensare al mondo delle idee, che nonesisterebbese non fosseseparatodanoi Ecco dove il discorso viene a toccare una quarta specie didelirio: quello per cui quando "uno, alla vista della bellezza terrena, riandando con il ricordo alla bellezza vera, metta le ali, e di nuovo pennuto e agognante di volare, ma impotente a farlo, come un uccello fissi l'altezza e trascuri le cose terrene, offre motivo di essere ritenuto uscito di senno"
[….]Lavistaèilpiùacutodeisensipermessialnostrocorpo;essaperònonvedeilpensiero[…]Népuò vedere le altre essenze &