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STILE DI VITA
È uno dei fattori determinanti maggiori sulla salute e necessita di vari indici per essere misurato, tra cui:
- Consumo di tabacco (numero di sigarette al giorno per persona, percentuale di fumatori adeterminate età, per sesso, intensità,..): è una delle cause maggiori per tumori e malattie dell'apparato respiratorio quindi è un fattore da tenere in considerazione. Di solito le politiche di questo settore sono state di regolamentazione dell'uso e dei luoghi, con anche discreti successi, e di aumento dei prezzi.
- Consumo di alcool (per persona e per genere, come causa di incidenti): diverse patologie sono legate al consumo eccessivo di alcool.
- Consumo di droghe: un ruolo importante ha l'informazione.
- Incidenti stradali: anche in questo caso sono necessarie regole e leggi.
- Calorie assimilate (per persona, al giorno).
- Consumo di cereali, vegetali e le abitudini alimentari.
- Incidenti.
questo ancora non avviene.Ci sono decine di grandezze per misurare lo stile di vita e tutte devono essere attentamente monitorate.
SANITA'
Il primo aspetto da considerare in questo ambito è il personale, in particolare il numero di medici e infermieri.
Nel grafico a lato il numero di medici è rapportato a 1000 abitanti: per ogni paese si riportano i valori del 2000 e del 2019. In generale, il numero di medici è aumentato nel periodo di tempo considerato. Le grandi diversità in termini di numero di medici tra i paesi industrializzati non sono facilmente spiegabili: si deve avere una visione d'insieme dei paesi. Il numero medio di medici per i paesi dell'OECD è di 3.6; l'Italia ha invece un valore superiore alla media, di 4.1. Se la si confronta con altri paesi, come gli Stati Uniti (2.6) o il Giappone (2.5), il risultato è notevole. Negli ultimi anni, il numero di medici in Italia si è abbassato (da circa 6 a 4) ma è ancora
molto elevato: il problema principale nel nostro caso riguarda la distribuzione delle competenze e del personale. Quindi, la maggiore difficoltà non è legata al numero chiuso di medicina ma devono essere cambiate le regole; servono maggiori investimenti e una migliore organizzazione. Le varie specializzazioni sono numericamente composte in base alla situazione attuale nelle università: è necessario aumentare il numero di studenti per specifici ambiti sanitari (come quello dell'anestesia).
Il grafico permette il confronto del numero di medici per età e per genere. In Italia i medici sono più anziani, per la mancanza di ricambio e per le difficoltà di accesso per i giovani neolaureati: per questo bisogna cambiare le regole. Per quanto riguarda la divisione in genere c'è un importante divario tra uomini e donne; in generale, nel nostro paese questo si riscontra spesso nelle posizioni di alto livello. Qui analizziamo invece il vero
problemaitaliano: il numero eccessivamente basso di infermieri (6.2, poco più dei medici) ed inferiore alla media dei paesi dell'OECD. Se si confronta con la Svizzera (18) o con la Germania (13.8), la gravità del problema appare evidente. Anche in Giappone, in cui il numero di medici era inferiore, gli infermieri sono molti di più. Il numero di infermieri è fondamentale per garantire un'ottima assistenza ed è quindi necessario aumentarlo. Non solo, è anche fondamentale aumentarne lo stipendio e trasferire delle conoscenze dai medici agli infermieri stessi, dato che sono assolutamente in grado di compiere operazioni anche delicate. Questo secondo aspetto è più complesso perché spesso i medici sono troppo concentrati sul loro operato: servono delle regole in funzione della garanzia della salute e non per assecondare i medici. Ovviamente l'aumento del numero di infermieri richiede necessariamente importanti
investimenti. Si misura il rapporto tra infermieri e medici per avere maggiori informazioni riguardo l'assistenza. In Giappone si arriva addirittura ad un rapporto di 4.7: per ogni medico ci sono quasi 5 infermieri. In Italia questo rapporto è di appena 1.5, molto inferiore alla media di 2.6. Nei primi anni '50 del 1900 spesso i reparti erano governati dalle suore quindi l'assistenza era spesso associata alla religione: queste reminiscenze, soprattutto in Italia, ci sono ancora. Infatti, un ulteriore problema riguarda il fatto che, ancora oggi, spesso la figura dell'infermiere è associata solo al genere femminile. Per meglio testimoniare quanto detto, si riporta la remunerazione in dollari degli infermieri a parità di potere d'acquisto (PPP- non si considera il dollaro di cambio ma il dollaro che considera anche il costo della vita nei paesi). È evidente che lo stipendio in Italia è molto più basso rispetto alla media.
dell'OECD e di altri paesi industrializzati, come il Lussemburgo, il Belgio o gli Stati Uniti. Dopo l'Italia nell'elenco di paesi europei c'è solo la Grecia, tutti gli altri sono sopra. Il lavoro degli infermieri deve essere reso più attrattivo, quindi è assolutamente necessario aumentare la retribuzione (anche perché gli infermieri sono alla base del corretto funzionamento ospedaliero). Questi dati già evidenziano i punti di forza e di debolezza dei diversi sistemi sanitari nei paesi. Ora passiamo alla valutazione della percentuale di lavoratori per le cure a lungo termine per pazienti con più di 65 anni. Si confrontano il 2011 e il 2019 anche se non sono evidenziabili importanti differenze. Anche in questo caso, l'Italia non è in una buona posizione: ha infatti un valore di circa 3, che è molto basso se confrontato con altri Stati, quali ad esempio la Norvegia o la Svezia. Un altro problema dell'Italia.i anziani non autosufficienti che necessitano di assistenza. Tuttavia, la mancanza di risorse e di personale sanitario adeguato crea una situazione critica. Il problema principale è la scarsa attenzione alla salute degli anziani da parte del settore pubblico. Spesso, l'assistenza è delegata esclusivamente alle famiglie, che si trovano a dover fronteggiare da sole le esigenze di cura dei propri cari anziani. Questo crea un carico eccessivo sulle famiglie e può portare a situazioni di stress e burnout. Il numero di badanti e badanti è vicino al milione, mentre gli infermieri sono solo 400.000. In totale, il personale sanitario, compresi medici e amministrativi, ammonta a circa 600.000/700.000. Questa differenza significativa è dovuta a due motivi principali. In primo luogo, l'assistenza a lungo termine degli anziani è principalmente a carico delle famiglie. Questo significa che le famiglie devono assumersi la responsabilità di prendersi cura dei propri anziani non autosufficienti, senza un adeguato supporto da parte delle istituzioni. In secondo luogo, le strutture, i servizi e il personale sanitario sono estremamente limitati. Ciò significa che le risorse disponibili per l'assistenza agli anziani sono insufficienti rispetto alla domanda crescente. Questo crea una situazione in cui molte persone anziane non ricevono l'assistenza di cui hanno bisogno. In conclusione, il settore dell'assistenza agli anziani in Italia è in rapida espansione a causa dell'aumento della popolazione anziana non autosufficiente. Tuttavia, la mancanza di risorse e di personale sanitario adeguato rappresenta una sfida significativa. È necessario un maggiore impegno da parte del settore pubblico per garantire una migliore assistenza agli anziani e un adeguato supporto alle famiglie che si prendono cura di loro.