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Modelli di benessere e salute
Nel molto più recente, si parla di perfetto stato di benessere e di morte prematura, causato da un disequilibrio. Possono esserci i primi segnali di malattia (signs), i sintomi, e poi le forme di disabilità, che tendono ad avvicinare lo stato di salute dell'individuo verso la morte precoce.
Un'altra rappresentazione, risalente agli anni '70, è il Modello Olistico di Blum (1974), in cui si mette la salute al centro e si indicano con 4 frecce i fattori principali che influenzano: il patrimonio genetico, l'ambiente esterno, i comportamenti e i servizi sanitari.
Abbiamo poi il Mandala of Health di Hancock e Perkins (1985), dove cambiano 4 determinanti principali: la visualizzazione ma restiamo più o meno fermi sui comportamenti personali, situazione fisica ed economica, ambiente esterno e patrimonio.
fi fi fi fi 50 di 84genetico. La comunità in cui siamo immersi e la famiglia iniziano ad avere un peso, comeè giusto che sia.
COMMUNITY ECOSYSTEM MODEL DI HANCOCK E PERKINS (1993)Il è più o menosimile, e mette in relazione economia, comunità ed ambiente, de nendone lecaratteristiche che garantiscono una buona salute. Anche in questo caso non c’è tracciadi sanità.
Avvicinandoci al nostro secolo, troviamo uno schema a blocchi in cui troviamo fattorisociali, sici e genetici, ed in più lasanità, con tutte le relative interazioni.Si intuisce la complessità delproblema e si mettono in evidenzasempre gli stessi determinanti cheormai conosciamo.
MODELLOQuesto prende il nome diDEI DETERMINANTI DELLASALUTE (1990).
fi fi 51 di 84Vediamo poi il BUTTERFLY MODEL (1999), che pone l’uomo all’interno dell’ecosistemascomponibile in ambiente bio sico e socioeconomico. L’in uenza dei due
determinanti può essere modi cata dal singolo individuo, tramite le sue caratteristiche genetiche ed il suo stile di vita: vengono anche definite delle features per una vita in salute.
MODELLO DI ACHESON (1999),
Uno degli ultimi è il elaborato su incarico del sistema sanitario inglese. La salute della popolazione è vista come dipendente da fattori personali come età e sesso, fattori genetici, fattori di vita individuali e quelli che dipendono da come si vive in comunità, e poi fattori generali e culturali.
In un angolo c'è anche la sanità. Comincia ad essere chiaro il rapporto tra salute e sanità, che è stata inserita tra i fattori rilevanti solo recentemente.
Questi modelli sono però ancora tutti qualitativi: a seconda della posizione nel gra cosi può attribuire maggiore o minore importanza, ma si tratta sempre di modelli qualitativi.
MODELLO DI DEVER (1976)
Parliamo degli anni 70-80,
ed è ciò che adesso viene preso come riferimento. Dever era un ricercatore della Georgia (USA), che aveva stabilito come determinanti della salute i stile di vita, sistema sanitario, ambiente e patrimonio genetico. I soliti quattro: quanti care la loro valenza sulla salute, Dever però si è posto il problema di trovando network di persone dei numeri. In modo piuttosto semplice, ha messo insieme un esperte di questi settori (lavoratori ospedalieri) ed ha chiesto, in base alla loro esperienza, di attribuire un peso a questi fattori. In particolare, aveva collezionato le principali cause di morte negli USA nel 1973 (prime 13), e quindi aveva chiesto alla comunità scientifica-sanitaria-clinica costruita di valutare, per ognuna di queste, il peso dei 4 fattori. Si tratta sempre di valutazioni soggettive, ma fatte da professionisti del settore sanitario, che quindi hanno una certa rilevanza. Ci si è poi chiesti quanto il governo federale spendesse per.ognunoIndicativamente,di questi fattori, in % sulla spesa sanitaria federale. La stragrande maggioranza dellaspesa è indirizzata sul determinante che pesa meno, ma che è intrinsecamente piùcostoso, ovvero il sistema sanitario. Sulla sensibilizzazione riguardo lo stile di vita non sispendeva praticamente niente, anche se ora la situazione è migliorata.
fi fi 53 di 84Anche tutti gli altri studi successivi confermano le percentuali del modello di Dever, ma hacercare di misurare sperimentalmente queste grandezze,comunque senso senzadarsi delle opinioni.Nel secolo scorso c’è uno snodo circa a metà: nella prima metà ci sono svoltesigni cative nella gestione delle malattie infettive, e quindi un gran miglioramento dellecondizioni di salute; nella seconda metà c’è una grande espansione della sanità. Capiamoche tutto avviene attorno allo snodo del ’50 perchè se costruiamo l’aspettativa
Di vita negli anni in funzione della spesa sanitaria vediamo che il guadagno di salute è fortissimo all'inizio, e poi l'aspettativa di vita continua ad aumentare ma più lentamente.
Dal punto di vista della sanità, dal 1901 al 1950 la spesa sanitaria è rimasta sostanzialmente invariata, con un aumento massimo dell'1%, mentre dopo c'è stata una crescita di 8 volte. La morale è che, se vogliamo tenere conto di entrambe le grandezze: la spesa sale solo nella seconda metà del secolo, mentre l'aspettativa di vita va dai 40 agli 80 anni, nonostante le due guerre mondiali che ostacolano questa salita.
Lo stesso discorso non si può fare con l'800 né si potrà fare dal 2000 in poi: solo il secolo scorso ha avuto questa netta distinzione in due periodi (per di più equamente lunghi).
Si può fare un'approssimazione: nel primo periodo, con bassa spesa in...
ciò, sanità e grossi guadagni di salute, si attribuiscono i risultati ottenuti (sbagliando di poco) tutti ai determinanti non sanitari (qualcosa si è speso per la sanità, ma pochissimo). L'ambiente esterno (fognature, strade pulite, acqua potabile), fattori genetici e stile di vita diventano il centro di tutti i risultati ottenuti: chiaramente in realtà la sanità c'è stata, ma a compensazione, i risultati della seconda metà del '900 l'errore fatto è trascurabile. Vengono attribuiti tutti alla sanità, che è stata ai suoi massimi livelli (anche troppa, come testimonia la necessità di governarla venuta a ne secolo). Anche qui c'è un errore, perché in questi anni ci sono stati ancora miglioramenti dello stile di vita, venuti ad esempio dall'introduzione dei riscaldamenti e dei frigoriferi nelle case. Tutti sommato i risultati sono gli stessi delmodello di Denver: il sistema sanitario influenza al 13%, ed il resto sono gli altri fattori. Approfittando della singolarità del '900, si può lavorare allo stesso modo sugli altri Paesi, tenendo conto delle singole storie: per la Spagna, ad esempio, lo snodo è avvenuto negli '60, più che nel '50, e lo sfasamento di 10 anni è storicamente comprensibile; per gli Stati Uniti invece la svolta c'è stata prima. Ad oggi i modelli usati sono tutti molto simili a quello di Denver, anche se chiaramente alcuni determinanti vengono spostati da una classe all'altra e le percentuali possono essere leggermente diverse.
Domenighetti Nel 2000, (uno dei responsabili della sanità svizzera) aveva ricalcolato queste percentuali, senza discostarsi molto da quelle viste fino ad ora. Il secolo scorso si è concluso con l'estensione massima della sanità, e quindi lui ha riflettuto sul fatto che potesse esserci addirittura un investimento
è adeguato, se è superiore a 1 significa che c'è un consumo eccessivo di sanità, mentre se è inferiore a 1 indica un consumo insufficiente. Ecco il testo formattato con i tag HTML:eccessivo in sanità: avere troppa sanità vuoldire che ne consumiamo troppa. Per fare una valutazione del consumo di sanità, in mododa veri care la sua impressione in modo oggettivo, ha de nito un indice quantitativo chepresi i medici comevaluti l’uso giusto o sbagliato della sanità fatto da ciascuno:riferimento, si osserva come questi tendono a curare sé stessi e come invececurano gli altri. Si parte dal presupposto che i medici siano nella condizione ottimale di  fi fi fi fl fi fi fl 55 di 84consocenza, quindi si osserva il comportamento dei medici su sé stessi e sui proprifamigliari, prendendolo come riferimento, perché, nonostante chiaramente il medicopossa sbagliare, tenderà a fare il meglio possibile su sé stesso, permettendoci di de nireun consumo sanitario “giusto” e confrontabile con quello dei pazienti in genere. Se ilrapporto vale 1 vuol dire che il livello di consumo della sanità
ha una sua logica, riferita alle conoscenze dei medici. Se invece questo indice vale più di 1, il consumo di sanità dei pazienti prescritto dai medici è eccessivo rispetto a quello che riteniamo il consumo ottimo. Ha osservato che la differenza tra medici e popolazione generale è molto elevata, invece le prescrizioni agli avvocati sono molto più simili a quelle che i medici fanno su loro stessi. Estendendo questo discorso su tutta la sanità svizzera, si è stimato che, in base a una % tra il 30 e il 40% di quella svizzera questo indicatore, semplice ma ragionevole, non serve a nulla: è una sanità indotta, che non serve. Quando parliamo di un intervento sanitario (anche semplice) inutile parliamo di un intervento potenzialmente dannoso, perché c'è solamente il rischio di avere infezioni o complicanze di vario tipo, oltre che costoso.
MODELLO DEI DETERMINANTI MODIFICATO (DI CRIVELLINI)
L'uso poco sensato e logico
one, misura, valutazione e governo dei sistemi sanitari. Questo argomento è di fondamentale importanza per garantire un'adeguata gestione delle risorse e una corretta valutazione dell'efficacia delle politiche sanitarie. La rappresentazione dei sistemi sanitari può avvenire attraverso l'utilizzo di indicatori e dati statistici che permettono di analizzare la situazione sanitaria di una determinata popolazione. Questi indicatori possono riguardare ad esempio l'accesso ai servizi sanitari, la qualità dell'assistenza, l'efficienza del sistema, la copertura assicurativa, ecc. La misura dei sistemi sanitari è necessaria per valutare l'andamento delle politiche sanitarie e individuare eventuali criticità o aree di miglioramento. Questa misurazione può avvenire attraverso l'analisi di dati quantitativi e qualitativi, l'effettuazione di studi e ricerche, l'utilizzo di modelli matematici, ecc. La valutazione dei sistemi sanitari è un processo complesso che permette di valutare l'efficacia, l'efficienza e l'equità delle politiche sanitarie. Questa valutazione può riguardare ad esempio l'impatto di una determinata politica sulla salute della popolazione, l'efficacia di un intervento sanitario, l'efficienza nell'utilizzo delle risorse, ecc. Il governo dei sistemi sanitari è responsabile della pianificazione, dell'organizzazione e della gestione delle risorse sanitarie. Questo compito spetta alle istituzioni pubbliche, ai professionisti sanitari e agli operatori del settore. Il governo dei sistemi sanitari deve garantire l'accesso equo ai servizi sanitari, la qualità dell'assistenza, la sostenibilità economica del sistema, ecc. In conclusione, la rappresentazione, la misura, la valutazione e il governo dei sistemi sanitari sono temi fondamentali per garantire un'adeguata gestione delle risorse e una corretta valutazione dell'efficacia delle politiche sanitarie. Questi processi permettono di individuare criticità, migliorare l'efficienza del sistema e garantire un'assistenza sanitaria di qualità per tutti.