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SAGGIO SUL DONO DI MARCEL MAUSS

È un libro composto alla fine della prima guerra mondiale, apparso in due puntate all'interno di una rivista

francese, L'Année sociologique, che era una delle palestre, una delle riviste più importanti che radunava il

lavoro di sociologi e antropologi particolarmente brillanti.

Marcel Mauss è una figura molto importante per tutto il nostro lavoro, è una figura anche in qualche misura

paradigmatica, perché rappresenta in sé una sorta di periodo di snodo nello sviluppo della disciplina.

Mauss nasce nel 1872, si forma quindi nell'Accademia in Francia negli anni a cavallo del nuovo secolo. Parte

da una condizione privilegiata, è il nipote di un grande sociologo della primissima generazione francese,

Émile Durkheim, uno studioso che, con altri sociologi e antropologi dell'età positivistica, comincia a

sviluppare un tipo di ricerca legata al tentativo di comprendere, di individuare una serie di meccanismi di

base di funzionamento dei grandi aggregati sociali, in un primo momento senza escludere e senza distinguere

le società arcaiche o primitive e le società occidentali.

Marcel Mauss persegue ugualmente un disegno in qualche misura di unione, di collegamento stretto della

sociologia e dell'antropologia, interessandosi quindi ai fatti culturali di società non occidentali, ma

collegando sempre questo tipo di interesse a un tentativo di confronto e di comparazione molto vivace e

incessante con forme e istituzioni delle società moderne. In altre parole Mauss centra il suo interesse su

alcuni meccanismi del funzionamento delle società cosiddette "arcaiche", allo scopo però di rilevare e di

individuare anche nelle società contemporanee, nelle società industriali, nelle realtà metropolitane, tracce

evidenti, persistenti e condizionanti di questi meccanismi ritenuti arcaici, cioè di gruppi appartenenti a

stagioni culturali e storiche del passato.

Quindi uno dei tratti di interesse di Mauss è il tentativo di collegare costantemente l'individuazione e lo

studio di forme culturali appartenenti al passato o comunque a società preindustriali, e qui naturalmente c'è

una grossa suggestione importante dell'evoluzionismo, nel senso che anche Mauss è dell'idea fondamentale

che le società attuali moderne siano delle società costruite sulle spalle, sulla memoria e sui retaggi lasciati

dalle società precedenti, collegati però a un tentativo di imbastire un discorso critico preciso anche sulle

società moderne, e lo vedremo anche nel Saggio sul Dono.

Mauss non era uno studioso asettico rispetto alla posizione sociale e civile degli intellettuali, in particolare

degli antropologi. Mauss aderì fin da giovane al movimento socialista in Francia, si mantenne in generale su

posizioni quasi sempre, a quanto sappiamo, di individuo non massimalista, quindi un esponente di un

riformismo socialista che aveva però profondi contenuti antibellicistici, e malgrado quest'impostazione,

questo impegno politico professato in maniera costante lungo tutta la sua esistenza, ebbe in sorte quella di

partecipare direttamente, con molti suoi colleghi di Università, alla prima guerra mondiale. Fu arruolato, fece

35

un'esperienza molto pesante, molto diretta del fronte ed ebbe il dolore di assistere anche alla morte di una

generazione importante di sociologi e antropologi francesi come lui, che morivano durante il primo conflitto

mondiale.

Tracce di queste sue esperienze le vedremo presenti in diverse sue opere, Su qualche forma primitiva di

classificazione (1901), tentativi di individuare sistemi tassonomici e forme di descrizione della natura da

parte di varie culture extraoccidentali, Sulle variazioni stagionali delle società eschimesi (1904), studio del

modo eschimese di percepire le variazioni stagionali, ma soprattutto il culmine di queste riflessioni fu il

Saggio sul Dono, che reca come sottotitolo Forma e motivo dello scambio nelle società arcaiche.

Qual è il tipo di interesse che suscita in Mauss il fenomeno del dono? Il fenomeno del dono Marcel Mauss lo

collega a un tentativo di comprensione critica dell'insieme dei meccanismi, delle forme e delle logiche dello

scambio cosiddetto economico. In altre parole Mauss pone al centro della sua riflessione un tema che, ancora

una volta, collega le società moderne, le società ad esempio di tipo capitalistico, con le società arcaiche. Il

problema di Mauss è individuare in che modo e in che termini gli scambi di natura materiale fra gli individui

e i gruppi avvengano e abbiano e assumano significati che vanno al di là della pura logica utilitaristica che

l'economia politica attribuisce a questi tipi di scambio. Il problema cioè di Mauss è di scoprire in che modo e

in che termini il tema dello scambio di beni aventi varie forme di utilità implica o meno, o si svolge,

all'interno di particolari regole di natura sociale, economica, morale, estetica, religiosa e come e in che

misura queste modalità affiancano e a volte si sovrappongono e addirittura sommergono una mera finalità

utilitaristica dello scambio dei beni.

Il problema si collega, per Mauss, a una posizione critica che lui ritiene di assumere nei confronti del mondo

contemporaneo, del mondo in cui lo stesso Mauss vive. L'interesse deriva in parte da una posizione per nulla

neutrale, anzi molto critica, nei confronti di alcuni meccanismi evidenti del sistema economico mondiale così

come si presentava ai suoi occhi. Mauss è una persona che si sviluppa intellettualmente tra la fine del 1800 e

gli inizi del 900. Quali sono i fatti economici che contraddistinguono questa stagione nel mondo occidentale?

Un elemento sono il capitalismo e il colonialismo, il complesso dei fenomeni legati al dominio occidentale in

determinate aree del cosiddetto terzo mondo, del mondo extraoccidentale come basato sulla volontà di

dominio collegato a una logica di tipo mercantile, di valorizzazione economica capitalistica che funge da

base, da motivazione razionale di questa forma di dominio. Ovviamente l'espansione colonialista rappresenta

per Mauss uno dei dati di un fenomeno più generale.

Alla fine dell'800 e all'inizio del 900 noi assistiamo nel mondo a una forma di mondializzazione

dell'economia. In questo quadro una serie di trust finanziari, un sistema di accredito, determinati meccanismi

di circolazione di metalli preziosi, costituiscono le basi di confronto di potentati economici molto rilevanti,

che molto spesso si estendono al di là dei confini delle singole nazioni. Possiamo dire che in generale alla

fine dell'800 noi assistiamo all'estensione di domini multinazionali, ci sono già una serie di realtà

economiche che si estendono oltre i confini, ad esempio, delle Nazioni e degli Stati in cui nascono. E così

pure possiamo parlare, alla fine dell'800, del compimento chiave evidente di una serie di altri fatti economici

di grandissima rilevanza, come ad esempio la rottura delle barriere sulla circolazione del mercato del lavoro

e dell'offerta della forza lavoro. Grandi flussi migratori, quelli che ad esempio affluiscono nel Nord America

e nel Sud America, prendono la loro massima portata proprio in questo periodo, e questo avviene sulla base

della venuta meno di una serie di ostacoli che impedivano fino a quel momento, o fino ad alcuni decenni

precedenti, la circolazione, ad esempio, della forza lavoro, quindi la domanda e l'offerta di lavoro avvengono

sulla base di radicali mutamenti di vita.

Noi possiamo vedere in maniera asettica queste cose e parlare di questa forma di liberalizzazione del mercato

di lavoro come di un fatto in qualche misura positivo, in realtà sappiamo che le immigrazioni, fatte sia pure

per andare incontro a condizioni di lavoro migliori rispetto alle precedenti, per tanti cittadini europei

rappresentarono un dramma, una forma di morte culturale a cui poi, molto spesso, segue una stagione di

miglioramento, ma non sempre e non nella maniera più indolore.

Mauss osserva questi meccanismi economici, i grandi periodi di disoccupazione, le crisi cicliche del

capitalismo, il divario e la disuguaglianza in condizioni di vita materiali all'interno della società occidentale

e, naturalmente, colloca il suo interesse e la sua volontà di approfondimento proprio nel tentativo di

comprendere in che modi e in che termini le altre epoche culturali, oppure anche in epoche culturali

contemporanee altri gruppi umani abbiano risolto altrimenti il problema produzione e dell'uso dei beni

materiali. C'è quindi un interesse fortissimo in Mauss per individuare e segnalare anche con una

testimonianza intellettuale, la presenza di modalità alternative di stare al mondo dal punto di vista della

materialità. 36

Questo è un elemento di sfondo di grande interesse per noi, perché ci consente, attraverso la lettura del libro

di Mauss, di entrare nei termini della struttura comparativistica del suo lavoro, perché questo è un altro degli

elementi importanti da segnalare prima di addentrarci nella lettura del Saggio sul Dono di Mauss.

Marcel Mauss pur ponendosi problemi così moderni, così attuali, fu un antropologo in qualche misura

appartenente a una schiera iniziale della pratica antropologica. Non fu mai un antropologo sul campo, una

caratteristica quasi paradossale fu che Mauss costruì il suo Saggio sul Dono sulla base di una conoscenza da

erudita, di grande profondità e di grande ricchezza. Mauss era un conoscitore di tutta la letteratura

etnografica disponibile alla sua epoca, pubblicata in lingua francese, in lingua inglese, in lingua tedesca, e in

altre lingue latinoamericane.

Mauss morì nel 1950, senza aver mai praticato direttamente la ricerca sul campo, non conobbe mai come il

Malinowski o come altri antropologi l'esperienza traumatica della sperimentazione diretta dell'attività

culturale, ma compensò questa scelta metodologica con una acutissima sensibilità antropologica e con

un'enorme capacità di lettura e di comprensione e di selezione dei materiali etnografici su cui basava il suo

lavoro. Le fonti etnografiche di Mauss sono quindi tutte di seconda mano, sono tutte fonti indirette che

appartengono alla letteratura disponibile all'epoca.

Il saggio sul dono inizia con una lunga citazione tratta da un poema epico reperito nell'Islanda alla fine del

XIII secolo, l'Edda scandinava, un poema che è composto da diverse parti, di autori dubbi. Il manoscritto fu

custodito a Copenaghen per molto tempo, restituito all'Islanda nel secolo scorso, ed è un testo che comprende

poemi di varia natura. Il secondo di questi, il cosiddetto Havamal, è una sorta di elencazione dei

comportamenti che deve tenere un monarca perché abbia rispetto per sé stesso e per il suo titolo, nelle

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
87 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Eli.M09 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia culturale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Cagliari o del prof Tiragallo Felice.