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Estratto del documento

ARTE BRASILIANA

Nella serra del Capivara sono state rinvenute delle incisioni rupestri molto simili a quelli rinvenuti

in Valle Camonica. Questo sta a significare che queste popolazioni conoscano le varie espressioni

artistiche ancora prima dell’arrivo degli europei in America.

Le prima descrizioni delle popolazioni indigene e del paesaggio brasiliano

dopo la scoperta e dopo l’arrivo degli schiavi dell’Africa furono realizzate

dai pittori olandesi Franz e Post e Albert van der Eckout.

fu membro dell’entourage del principe Maurizio di Nassau. Viaggiò in

Post

Brasile dal 1637 al 1644 e vi realizzò un certo numero di paesaggi. I suoi

dipinti costituiscono un importantissimo documento della colonizzazione del

paese. Egli descrive in particolare il mondo rurale mettendo in risalto la

vegetazione e le abitazioni. Il suo spiccato senso del dettaglio lo porta a fare

delle descrizioni miniaturistiche delle piante e delle abitazioni.

Albert Eckcout invece al servizio del conte di Nassau governatore generale

del Brasile olandese, arrivò in Brasile nel 1637e vi rimase fino al 1644. Eckout si specializzò in

pittura della flora e fauna e in “tipi umani”, in questi anni produsse circa 400 disegni e schizzi,

produsse anche 26 tele a olio, le tele sono costituite da “ritratti etnografici”, sono: Homen Topnia,

Mulher Homen negro, Mulher negra; dodici nature morte con frutta brasiliana e infine la grande tela

dal titolo: Danca das Tapnias. Si tratta di opere che sono state viste come raccolte etnografie del

Brasile, ritratti fedeli della popolazioni che egli aveva incontrato.

Anni dopo la grande colonizzazione, il barocco trovò in Brasile

un terreno recettivo e fiorì rapidamente. Introdotto nel secolo

XVII. Durante il periodo coloniale si sviluppò una intima

associazione tra Chiesa e Stato.

Il barocco viene descritto come uno stile dinamico,

ornamentale, drammatico, stile che coltiva i contrasti e le

espressioni emotive, ma il suo carattere narrativo e la sua

plasticità si combinano con un preciso pragmatismo. L’arte barocca è stata un’arte funzionale, che

aveva chiaro ciò a cui doveva servire: al di là di una caratteristica decorativa, l’arte religiosa

cattolica e dei costumi della società europea da parte dei brasiliani. I primi edifici sacri furono

edificati a partire dalla seconda metà del XVI sec.

Antonio Francisco Lisbona era figlio di un portoghese, manovale emigrato in Brasile e della sua

schiava nera. Dal padre imparò le prime nozioni fondamentali di scultura e architettura, che

approfondì sotto la guida di Joao Gomez Batista. Il primo lavoro di Alejadinho si ebbe nella chiesa

di Nossa Senhora do Carmo a Ouro Preto, chiesa progettata dal padre. Le sue opere più significative

sono la facciata, la pianta, il pulpito e gli altari della chiesa di San Francesco a Ouro Preto.

Lo stile Neoclassico francese giunse in Brasile nel cuore dell’Amazzonia dove sorse la Masao

Bolonha e il teatro Amazonas.

Importante per i brasiliani fu la missione artistica francese che portò nel paese una grande quantità

di artisti. La missione su richiesta del re Giovanni VI, fu organizzata da Antonio de Araujo y

Azevedo e iniziò nel gennaio 1816. chiamata “settimana dell’arte

In età moderna, più precisamente ne 1922, si organizzò una mostra

moderna” in cui gli artisti manifestarono la loro insoddisfazione nei confronti del mondo

“accademico” in tutti i settori dell’arte brasiliana. Certamente i modernisti desideravano colpire e

scandalizzare gli accademici.

Una tra i più importanti artisti brasiliani partecipanti alla manifestazione fu

membro del “Grupo das Ciuco” che era un gruppo di

Tarsila do Amaral,

cinque artisti brasiliani considerati i più grandi influenti del movimento

artistico moderno in Brasile. Gli altri membri sono Anita Malfatti, Menotti

Del Picchia, Mario de Andradee e Oswald de Andrade.

A partire dal 1916 ha studiato arte a San Paolo. Successivamente studiò

disegno e pittura con il pittore accademico Pedro Alexandrino. Il mondo

artistico brasiliano era esteticamente conservatore, quindi Tarsila andò a

studiare a Parigi dal 1920al 1922.

Ritornata in Brasile fu organizzata la settimana di Arte Moderna. L’evento è stato fondamentale per

lo sviluppo del modernismo in Brasile. I partecipanti erano interessati del modernismo in Brasile. I

partecipanti erano interessati a cambiare. L’establishment artistico conservatore in Brasile

incoraggiando una nuova modalità distintiva dell’arte moderna. Gli artisti europei nel frattempo

avevano sviluppato un grande interesse per le culture africane e primitive come ispirazione. Ciò ha

portato Tarsila a utilizzare le forme indigene del proprio paese, incorporando gli stili moderni.

Un altro tra i più importanti artisti moderni brasiliani fu Roberto Burle

Marx, un architetto del paesaggio e botanico brasiliano. Iniziò la sua

carriera come artista plastico e pittore, acquisendo in seguito fama

internazionale esercitando la professione di architetto paesaggista.

Risiedette per gran parte della sua vita a Rio de Janeiro dove sono situate le

sue principali realizzazioni, anche se le sue opere possono essere visitate in

tutto il mondo.

La sua partecipazione nella definizione della moderna architettura brasiliana

fu fondamentale, avendo fatto parte di gruppi incaricati alla realizzazione di

molti celebri progetti. La terrazza giardino che progettò per il palazzo Gustavo Caoabena viene

considerato in segno di rottura nella tradizione del paesaggismo. Il giardino costruito tramite specie

vegetali autoctone e forme sinuose, possiede una configurazione inedita per la tradizione

paesaggistica brasiliana ed internazionale.

Da quel punto in poi, Burle Marx continuerà lavorando con un linguaggio sufficientemente

artistiche, tra le quali: l’arte astratta,

organico ed evolutivo identificandolo con le avanguardie il

concretismo ed il costruttivismo.

Le planimetrie dei suoi progetti ricordano molto spesso quadri astratti.

I CADUVEO I Caduveo sono un Sottogruppo della nazione indigena Mbaya

dell’America meridionale di cui sono oggi gli unici superstiti, ridotti a

pochi individui stanziati lungo il Rio Nabileque, affluente del Paraguay.

Sono famosi come ceramisti e per la bellezza e per la bellezza delle

pitture corporali delle loro donne e sono stati studiati da C. Levis-

Strauss e fotografati da Guido Boggiani.

I Caduveo sono conosciuti anche con il nome di Indios cavalieri perché

possedevano molti cavalli.

Sono da sempre organizzati in una società gerarchica al cui estremo

stanno i nobili e all’altro estremo gli schiavi. Le donne si dedicavano

alla pittura corporale e facciali, con elementi geometrici e spiraliformi.

che nel 1887 viaggiò all’interno

Guido Boggiani fu un pittore, disegnatore ed etnografico italiano

del Brasile, della Bolivia e del Paraguay per documentare la vita degli indigeni della ragione.

I suoi interessi spaziavano dalla etnologia alla linguistica alle pitture, alla fotografia.

Fotografò e fece numerosi dipinti di popolazioni indigene che vivevano tra il Paraguay, l’Argentina

e il Brasile. Interessato al tatuaggio e alla pittura corporale, scatta più di 500 fotografie sugli

indigeni aborigeni sudamericani.

Il suo interesse fondamentale “etnografico” lo porta alla descrizione “oggettiva” delle distinte etnie.

Boggiani viene assassinato 1902 e si sospetta che si trattasse di un assassinio rituale.

È probabile che il suo assassinio fosse collegato alla sua attività di fotografo: è probabile, che per la

popolazione che egli fotografava, l’atto fosse interpretato come una maniera di “rubare l’anima” ai

selvaggi.

Nella metà degli anni 30 del 900 C. Lèvis-Strauss antropologo francese e la moglie avvicinano i

Caduveo. La spedizione era propiziata da due francesi. Con la moglie l’antropologo raccoglie molti

esempi di produzione ceramica, disegni di arte corporale che le donne producevano sul volto e sul

corpo. La prima risposta che egli si dà è che l’arte Caduveo avrebbe ragioni estetico-erotiche. Non è

però una spiegazione che egli sembri definitiva e allora approda ad una spiegazione di tipo

antropologico: l’arte della pittura del volto e del corpo avrebbe la ragione di distinguere gli uomini e

le donne dagli animali. Quindi, c’è una evidente contrapposizione tra natura e cultura. Le pitture sul

viso conferiscono all’individuo la sua dignità di essere umano.

INDIANI D’AMERICA

Gli indiani d’America o nativi americani, come vengono definiti dagli

statunitensi, comprendono ora più di 500 tribù. Benché le caratteristiche

culturali come la lingua, i costumi e le usanze variano enormemente da

una tribù all’altra, ci sono alcuni elementi che si possono incontrare

frequentemente e sono condivisi da molte tribù.

All’inizio del 500, mentre gli spagnoli dilagavano nella parte centrale e

meridionale del continente, altri europei presero a esplorare le coste

dell’America.

atlantiche della parte settentrionale

Ben presto, in seguito a diverse guerre territoriali, prevalsero gli inglesi

che giunsero a dominare l’intera fascia costiera dove un po’ alla volta si

fondarono 13 colonie, quelle che poi formarono gli USA.

Queste popolazioni di indiani prima della colonizzazione, secondo gli scavi, erano cacciatori-

raccoglitori che si espandevano verso est dall’Alaska. I primi gruppi si pensa che erano provenienti

dall’Asia che attraversarono lo stretto di Bering via mare.

Franz Boas fu uno dei primi antropologi a studiare queste popolazioni. Boas è stato un antropologo

tedesco neutralizzato statunitense che nel 1886 decise di compiere un viaggio in America

settentrionale nella Columbia Britannica per compiere uno studio etnografico sui nativi della costa

occidentale. Nel corso di questi studi analizzò da vicino Kwakinti, i Chinook ed i Tsimshian, mentre

nel 1887 decise di stabilirsi negli USA. Boas concepiva il lavoro sul campo come lo studio di

singole culture o particolari aree culturali. Inoltre secondo lui, non esiste popolo, per quanto

primitivo, che non conosca il godimento estetico e che non dedichi parte delle sue energie alla

produzione di cose “belle”. indiani d’America

Tutti i manufatti realizzati dagli erano. I canti si credeva che venissero insegnati

da spiriti inviati dall’essere supremo: erano perciò parole e musiche

durante una visione o un sogno

divine. Mentre i miti e le leggende si facevano risalire a meravigliosi tempi remoti. Il relativo

isolamento degli indiani d'America ha consentito la conservazione delle loro tradizioni mu

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
34 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gaia.vezzoli di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia culturale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Paltrinieri Anna Casella.