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COME DEFINIRE IL POLITICO:

1.FORMALE: studio del comportamento politico, gli “strumenti” (pratiche, strategie) per il conseguimento

del potere

2.studio della “funzione” (ordine sociale, regolare conflitti, essere un’autorità)

3.SOSTANZIALE: il politico non come categoria universale, ma prodotto di una storia particolare

(=riflessione sugli stati post-coloniali e post-socialisti).

Queste tre definizioni sono connesse alla psicologia sociale e alla scienza politica.

Primo sussulto degli antropologi (inizio 1900) reazione alla filosofia critica intesa come studio astratto e

teorico della politica: La teoria politica confonde l’ideale (racconti, narrazioni) con l’attuale (comportamenti

pratici). I primi antropologi vogliono proprio osservare i comportamenti.

A partire dal 1970 Foucault influenza queste teorie per guardare il materiale etnografico: mostra

l’UBIQUITA’ DEL POTERE.

Judith Butler “La vita psichica del potere”

 rendere soggetti vuol dire anche assoggettarsi

Dal 1970 l’antropologia riconosce di essere stata una scienza coloniale, proprio osservando lo studio della

politica. Riflette sui condizionamenti sulla costruzione dell’oggetto della politica nell’antropologia.

Geertz: studio trasformazioni delle religioni tradizionali indonesiane durante l’industrializzazione; poi si

sposta a studiare l’Algeria.

Passaggio da studio società esotiche a società autoctone (processi di cittadinanza, violenze politiche,

inclusione sociale, ruolo della policy e nazionalismi).

LEGGERE “UN’ANARCHIA ORDINATA” di Evans Pritchard : nozione strutturale di spazio e tempo, non sono

assoluti ma diventano strutture sociali. Pritchard riconosce nella PARENTELA la chiave dell’ordine politico

dei Nuer (struttura dei lignaggi): ci sono alleanze un funzione degli antenati che si hanno in comune. Per

gestire il conflitto con un terzo, bisogna trovare un’origine comune per riconoscerci. L’emergere dell’ordine

politico qui è in assenza di una regola statuale condivisa. (ex. ONU oggi).

LEGGERE “POLITICAL SYSTEMS OF HIGHLAND BURMA” di Leach : in Birmania, vuole riconoscere il Sistema

politico.

Leach storicizza il suo racconto (vs Pritchard): introduce l’elemento dinamico del CAMBIAMENTO.

E’ uno strutturalfunzionalista, lo strutturalfunzionalismo in generale accentua l’idea di conservazione

dell’identità a discapito dell’elemento dinamico, vede continuità nelle strutture.

Leach mostra che uno stesso gruppo oscilla tra condizione di uguaglianza e struttura gerarchica, che si

alternano e cambiano nel tempo.

TURNER: Studio in Cetro Africa delle micropolitiche di un villaggio in Zambia. Studia il rito di iniziazione dei

giovani Nembu. Capisce che c’è un conflitto tra il fatto che si tratta di una società sia matrilineare (lo zio

materno è l’autorità, c’è tensione tra padre, che è accessorio, e cognato) che virilocale (si va a abitare nella

famiglia del padre). Turner scopre che questo dramma sociale si mostra nel rito.

I simboli condivisi mantengono i soggetti legati.

Siamo fatto di struttura (ruolo sociale) e antistruttura (momenti in cui siamo tutti uguali) ritrovata nella fase

della liminarità.

Turner studia anche l’”antropologia della performance” in alcune lezioni facendo teatro.

“African political systems” di Meyer Fortes e E. E. Evans-Pritchard: ripresa degli africani in termini

comparative e funzionalisti.

Negli anni 80 il focus passa sui MARGINALI, NAZIONALISMI E RESISTENZA ANTROPOLOGIA DEL POTERE E

DELLA RESISTENZA (Bourdieu, Gramsci)

“Can the subalterne speak?” Studio degli effetti della (de)colonizzazione.

16.4.18

Paradigma=costellazione (sistema) di valori, credenze, tecniche condivise da membri di una comunità

INCONTRO DIRETTO + CONOSCENZA INTIMA

OSSERVAZIONE PARTECIPANTE

(termine ombrello)

1.Paradigma 2.Paradigma ermeneutico

positivista (interpretative turn)

Il fieldwork tra positivismo ed ermeneutica

1.PARADIGMA POSITIVISTA :

Fieldwork di Malinowski

-visione prevale sull’ ascolto-focus su OSSERVAZIONE dell’oggetto: il vedere predomina e mantiene la

DISTANZA (=”non devo contaminarmi”). Si guardano le azioni come atti scientifici (simile al

comportamentismo, dimmi cosa fai e ti dirò chi sei) =OSSERVARE PERSONE IN AZIONE E RISALIRE ALLE

REGOLE

-vivere in/vivere con: fine=raccolta dati: andare a vivere nella tenda per raccogliere info

-singolarità è accessoria: si vogliono stabilire leggi generali

-ricercatore “fly on the wall”

-distanza fondatrice tra soggetto e oggetto della ricerca: si ricercavano oggetti in cui la distanza era

assicurata (ex. Civiltà povere, non le élite)

-l’oggetto è “out there”

-effetti: l’etnologo come straniero in un mondo sociale che vuole conoscere intimamente; ricerca di oggetti

diversi (cf Merleau-Ponty)

2.PARADIGMA ERMENEUTICO “L’azione umana è sensata!”

“The interpretative turn”

-ascolto (implica vicinanza): capire come comprendono e sperimentano gli atti INTERAZIONE CON

L’ALTRO. Integrazione ascolto e visione VISIONE SOGGETTIVA DELL’ATTORE SOCIALE

-centralità della singolarità (dei soggetti e degli eventi)

-ricercatore implicato: egli interpreta

-distanza è l’oggetto di critica epistemologica politica ed etica, per smontarla e cogliere le logiche che la

governano

Filosofie interpretativiste vs ermeneutica filosofica

n.b. Armchair anthropologist: riprendono le informazioni fornite dai missionari

STRUTTURALFUNZIONALISMO deriva da teoria sociale di Durkheim (vs evoluzionismo: macrostorie che

inglobano le differenze). Secondo questa teoria, ogni società è distinta e bisogna comprendere ciò che le

tiene assieme (ovvero la struttura e la funzione). Non c’è comparazione, ma ricollocazione nel contesto.

 

Poltrona Veranda Tenda di Malinowski

Malinowski: no preoccupazione per la proiezione temporale (isole Trobriand)

Lo strutturalfunzionalismo critica il fatto che si pongono a parte i legami tra società europee e popolazioni

autoctone. Critica al “presente etnografico”

LEVI-STRAUSS

L’etnologo non ha legami con il soggetto che studia (distanza soggetto conoscente e oggetto)

Il sociologo oggettivizza e studia le società europee.

L’antropologo studia le società primitive e distanti

“A voir comme étranger ce qui est nôtre et comme nôtre ce qui est étranger » cit. Merleau-Ponty

Non posso essere familiare

Antropologo positivista si pensa come se stesse andando in un mondo alieno (dive anche De Certeau). Ho

bisogno di mostrare le differenze per raccontare il suo attraversamento (“mondi alieni”)

PARADIGMA ERMENEUTICO

Il contesto e la precomprensione dell’oggetto sono alla base, ma i diversi autori hanno considerato

diversamente l’anteriorità del significato e altri aspetti del rapporto tra soggetto conoscente e oggetto da

conoscere.

Tutti in comune: l’azione umana è meaningful (significativa): ha un contenuto intenzionale che indica il tipo

di azione e il fatto che può essere compresa solo all’interno del sistema di significato cui appartiene.

DILTHEY – WITTGENSTEIN – SCHUTZ – RICOEUR VS GADAMER

DILTHEY – WITTGENSTEIN – SCHUTZ – RICOEUR:

L’ermeneutica ingloba le TECNICHE per comprendere le azioni considerate come testi (vedi Ricoeur)

Il soggetto conoscente è distante, si sottrae alla situazione.

Significato è riprodotto: l’antropologo è un esegeta, che deve ricostruire un manoscritto. Il senso mi

precede. (“Il detto dal dire”). L’esegeta è una metafora di Geertz.

Ermenenutica del testo (Ricoeur): l’ermeneutica inizia dove il dialogo finisce.

vs

GADAMER:

L’oggetto fa parte della mia storia come soggetto, ne sono dentro. Secondo Gadamer, si conosce sempre

diversamente e il significato dell’oggetto è nuovo e legato all’atto stesso del conoscere (il senso è

coesistente nell’atto del conoscere).

Significato è coprodotto: l’antropologo è coinvolto nell’atto del conoscere e l’”urto” mi mette in

movimento. 

Ermeneutica del dialogo (Gadamer – Tylor) (no distanza) esperienza, l’ermeneutica diventa un modo di

vivere.

L’evento e il significato sono uniti: comprendere è un’avventura (no distanza), l’avventura mi modifica

Definizione di cultura di Geertz: rete (web of significance) si relazioni sociali e significati

17.4.18

LEVI-STRAUSS – strutturalismo

“Le but dernier des sciences humaines n’est pas de constistuer l’homme, mais de

le dissoudre »

1.traiettoria biografica e geografia: Parigi, Brasile, New School, Parigi

Antropologo da poltrona: ha fatto solo un lavoro sul campo in un testo che non sarà mai ripubblicato.

Famiglia ebrea – studi di filosofia

Costruisce il modello strutturalista.

Scrive nel 1955 “Tristi tropici” (diario di viaggio in Brasile): dice “Ho sempre odiato viaggiare”. E’ un

racconto disincantato: vuole incontrare l’indigeno che non è mai stato a contatto con l’europeo.

Il linguaggio genera una scissione tra natura e cultura. IL LINGUAGGIO E’ SIMBOLICO, è una costruzione che

obbliga.

Nel 1935 lavora in Brasile (cattedra di sociologia), poi si sposta in Francia e a New York alla “New School”

(=Ecole pratique des hautes études), dove incontra gli intellettuali ebrei esuli fuggiti come lui, tra cui

Jacobson.

Vocabolario=lessemi vs grammatica=regole di queste parti

L’esperienza empirica dell’incontro con la differenza porta a ricompensa (trovo gli indigeni) e castigo (non li

comprendo).

STRUTTURALISMO

2.L’architettura: le relazioni tra elementi socio-culturali di un gruppo sono più

fondative che gli elementi stessi

A NY Lévi-Strauss segue le lezioni di fonologia di Jacobson, che formula un’idea nuova di fonologia.

Novità di De Saussure:

3.Il concetto di struttura linguistica di De Saussure

-dicotomia langue (codice-grammatica, dim.sociale) e parole (discorso reale, dim.individuale). Saussure

sgancia il codice dal locutore, esclude l’intenzionalità individuale. Si focalizza sulle regole che sono

inconsapevoli ai parlanti.

-dicotomia diacronia/sincronia: fino ad allora la fonologia era lo studio nel tempo (=filologia). Saussure

sgancia la lingua dalla dimensione storica e la studia nella sua autonomia. Lingua=sistema atemporale.

Linguaggio=elementi interrelati in relazioni di similarità e contrast

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Publisher
A.A. 2018-2019
50 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giulia.liotta di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia culturale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Fava Ferdinando.