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Estratto del documento

NUOVE QUESTIONI:

• Come devono essere ripartite le risorse tra individui inquanto privati e come collettività? –

giustizia distributiva

• Cosa possono fare gli indiviudi con le risorse che controllano – libertà e autonomia degli individui

nella gestione delle loro risorse

• Cosa può fare la collettività con le risorse che controlla collettivamente

Prima questione: Le diverse concezioni della giustizia distributiva

- Nella maggior parte dei casi la distribuzione delle risorse è un processo continuo -> è importante

che ci siano delle istituzioni che gestiscono questa distribuzione

- Concezioni possono essere classificate in 3 macro-categorie

a. Libertarismo

- Le concezioni libertarie si basano su tre principi

• Il principio di proprietà di sé (i soggetti hanno un controllo esclusivo del proprio corpo e

delle loro abilità – principio della self-ownership) – anche il ridursi alla schiavitù attiene a

questo principio (una persona è libera a fare ciò che desidera con il proprio corpo e la

propria persona)

• Il principio per cui una persona ha diritto a tutti i frutti del proprio lavoro o allo scambio del

frutto del proprio lavoro con altri soggetti principio del labour mixing -> il prodotto del

proprio lavoro è un’estensione del proprio corpo; siamo proprietari delle cose che

produciamo così come siamo proprietari del proprio corpo

• Il principio dell’appropriazione originaria delle risorse esterne – il problema principale delle

teorie libertarie; ci sono delle risorse esterne (risorse naturali) che non sono proprietà di

nessuno ma sono necessarie perché l’individuo possa produrre lavoro

- Varie dottrine libertarie rispondono diversamente all’ultimo principio

- John Locke – “le clausole lockiane”: ogni individuo può appropriarsi di risorse naturali lavorandole a

due condizioni: che nessuna risorsa naturale venga sprecata & di rilasciare la stessa quantità di

risorse usate ad altre persone 

- Altri autori rispondono diversamente

- Nozik (teorico del libertarismo): principio dell’appropriazione originaria delle risorse stabilisce che

una persona può appropriarsi delle risorse nella misura in cui l’appropriazione delle risorse non

peggiora la condizione di altri soggetti ma la migliora (di solito: paradosso del freerider – quelli che

usufruiscono delle risorse senza mantenerle o conservarle) -> per Nozik: es. prendendo un campo e

coltivandolo, creo più benessere che lasciare il campo abbandonato – la gente trae più benessere

dal mio atto di appropriazione (assumo persone, redistribuisco certe risorse) e non danneggia

nessuno replica a Nozik da Jerry Cohen: se ci fosse un utilizzo di questa risorsa migliore per tutti

rispetto all’appropriazione-> pensando a un’autorità che controlla una risorsa e attribuisce dei

compiti di coltivare e distribuire questa risorsa -> potrebbe essere che una gestione pubblica delle

risorse sia migliore rispetto a una gestione privata delle risorse (una condizione ancora migliore

della condizione di Nozik -> collettivamente bisogna scegliere la migliore opzione non quella meglio

soltanto allo stato di natura -> quella più efficiente e giusta)

- Recentemente nel dibattito – libertari di sinistra – che ritengono che un criterio appropriato

dell’attribuzione delle risorse sia un criterio egalitario (che gli individui inizino la vita con la stessa

quota di risorse -> poi loro ne facciano quello che vogliono) -> proposte varie: Se ricevere la quota

all’inizio della vita adulta oppure se riceverla come una sorta di reddito minimo durante tutta la vita

 l’unico ruolo redistributivo da parte dello Stato nei confronti dell’individuo è quello di

trasformare il valore delle risorse naturali e redistribuirle con le quote

- Thomas Paine – pamphlet “giustizia agraria” – formula una visione simile a Locke: le risorse naturali

non appartengono a nessuno; ogni individuo ha diritto a una quota eguale delle risorse e il modo

migliore per garantire loro questa cosa è di dare loro una quota monetaria che rappresenta la

quota delle risorse naturali

- B. Ackerman e A. Alstott – sostengono l’idea di un capitale iniziale che ogni cittadino dovrebbe

ricevere al compimento della maggiore età che rappresenti la loro quota delle risorse naturali

- Van Parijs – sostiene l’idea di dare ai cittadini un reddito minimo per tutta la durata della vita (basic

income)

 I libertari sono quelli che tendenzialmente limitano i poteri redistributivi dello Stato; la

collettività non può operare dei trasferimenti volti a garantire alle persone livelli essenziali

di assistenza o di benessere (grandi critici dello stato sociale sottrarre risorse agli

individui per lo stato sociale); l’unica forma di trasferimento di risorse è quella

volontaristica 

- Le possibili obiezioni riguardo alla teoria libertarista il fatto di vivere in una collettività incide su

quello che l’individuo è in grado di produrre e ottenere (in una comunità basata sul principio della

divisione del lavoro gli individui possono aumentare di molto il loro “Profitto”)

- Le persone più privilegiate sarebbero quelle più dotate di abilità/talento

b. Utilitarismo

- Le concezioni utilitaristiche (opposte rispetto al libertarismo) sostengono che le risorse vanno

distribuite in tal modo da massimizzare il benessere aggregato, che consiste nella soddisfazione

delle preferenze degli individui

- Il modello ideale dell’utilitarismo è quella del macro-individuo (la cui funzione di utilità è la somma

delle funzioni di utilità di tutti gli individui della comunità non interessandosi necessariamente di

come verranno distribuite le risorse – indifferenza rispetto all’individuo)

- Concezione di giustizia collettiva – interesse per l’aggregato e disinteresse per l’individuo (a

differenza del libertarismo che ha come soggetto l’individuo) si può anche sacrificare il

benessere di un individuo se questo promuovo il benessere collettivo 

- Da un punto di vista delle implicazioni di politica economica dell’utilitarismo due opzioni che

vanno in direzioni opposte: a) raccomanda una distribuzione uguale delle risorse a parità di

condizione per massimizzare il benessere ma allo stesso tempo b) questa distribuzione permette

delle diseguaglianze a livello di ricchezza e ha degli effetti disincentivanti sulla produzione

giustifica le diseguaglianze in realtà

- A livello istituzionale l’implicazione riguardo la politica economica -> da una parte favorisce libero

mercato/competizione affiancata da politiche di welfare che garantiscono la soddisfazione dei

bisogni essenziali – assetto istituzionale tipo welfare state

- Utilitarismo e libertarismo sono a due poli opposti -> egalitarismo si trova in mezzo (considerando

che il libertarismo è espressione di una sostanziale indifferenza per il benessere degli altri mentre

invece l’utilitarismo impone alle persone di sacrificare il proprio benessere a favore del benessere

 

della collettività nel libertarismo l’individuo è al centro; nell’utilitarismo la collettività) un’asse

che vede benessere e indifferenza: opposti sono utilitarismo e libertarismo; in mezzo egalitarismo

- Dal punto di vista politico e istituzionale invece l’asse cambia: il massimo della redistribuzione è

nell’egalitarismo – il minimo è il libertarismo (livello minore di redistribuzione); utilitarismo si

colloca in mezzo

c. Egalitarismo 

- Molta più varietà le concezioni egalitarie condividono un’idea dell’eguaglianza delle opportunità

iniziali -> all’inizio della vita adulta le persone devono godere di eguali opportunità (educative e

formative; di competere per accedere alle diverse posizioni sociali; di accedere a tutta una serie di

benefici quali assistenza sanitaria ecc.) -> obbietta alle implicazioni del libertarismo (secondo il

quale alcune persone sono vantaggiate dalla vita nascendo in famiglie più agiate e non è ingiusto;

mentre invece per l’egalitarismo dovrebbero tutti avere le stesse opportunità;)

- L’elemento distintivo dell’egalitarismo= tutto ciò che è arbitrario (che non è meritato dagli

individui) è ingiusto concezione meritocratica (che si può tradurre paradossalmente in

un’intuizione anti-meritocratica nella quale si assume che in realtà gli individui non meritano

niente) questo ultimo punto si può capire spiegando la differenza tra egalitarismo liberale e

- Egalitarismo liberale: bisognano livellare le condizioni di partenza tra gli individui -> le

diseguaglianze che si formano riflettano le libere scelte degli individui (all’inizio della vita si può

dare una compensazione per le persone meno “talentuose” o con più difficoltà; allo stesso punto in

un momento più tardivo della vita le persone con più talenti – hanno più chances sul mercato – o

per la “lotteria naturale” o per quella “sociale” - potrebbero essere tassate di più; con le tasse si

vanno a favorire le persone meno talentuose) esercitare una forma di redistribuzione da chi ha

più successo a chi ne ha meno è una sorta di compensazione per le forme di diseguaglianza

- Importante definire quale spazio riconosciamo al merito individuale (se gli individui non hanno

scelto i talenti -> non hanno meriti personali -> per Rawls: riconosce la validità dell’argomento anti-

slivellamento

egalitario verso il basso non si prevedono incentivi per le persone di utilizzare il

talento per – anche 

- Rawls – la disposizione a lavorare è un talento una persona non può dire di meritare qualcosa in

virtù dei fattori della “lotteria sociale” perché non dipende da loro

❖ Definizione prof (appunti)

- Le concezioni egalitariste si collocano in posizione intermedia rispetto a libertarismo e utilitarismo.

L’intuizione centrale dell’egalitarismo è che le istituzioni sociali dovrebbero neutralizzare l’impatto

della sorte sulla vite delle persone, eguagliando le loro opportunità di modo che eventuali

differenze nelle risorse a loro disposizione, nella misura in cui sono ammesse, siano unicamente il

frutto delle loro libere scelte. Ciò che distingue le diverse concezioni egalitarie sono:

a) idee diverse su quale tipo di sorte debba essere neutralizzata, se solo quella sociale (quella,

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
59 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/20 Filosofia del diritto

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ameliapr di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia e politica del diritto e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Riva Nicola.