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STURM UND DRANG
-> “tempesta e impeto” -> il primo termine si riferisce alla natura, il secondo agli impeti
dell’animo.
Friedrich Maximilian Klinger, dramma del 1776 → originariamente portava il titolo
WIRRWARR (“confusione”), per poi essere intitolato STURM UND DRANG da Christoph
Kaufmann. È il primo accostamento dei due termini in Germania, ma non indica ancora il
movimento letterario, che invece verrà definito da Schlegel all'inizio dell'Ottocento.
A partire dai decenni che seguono la definizione di Schlegel, il movimento venne
considerato come opposizione e reazione alla AUFKLÄRUNG, in particolare alla ragione e
al metodo razionalistico utilizzato. Questa definizione accompagna la critica letteraria fino
agli anni '50/'60 del XX secolo.
Korff definisce questa corrente “come espressione dell'indignazione contro tutte le forme di
costrizione della forza vitale dentro i sistemi razionali”.
A partire dagli anni '70, però, è stato ritenuto riduttivo considerare lo STURM UND DRANG
come mera opposizione a un'altra corrente letteraria; è anche importante tener conto
dell'emergere dell'io lirico in fenomeni come la EMPFINDSAMKEIT o il movimento pietista.
Kemper riconosce dal punto di vista cronologico tre fasi:
1) FRÜHPHASE (1758-1768)
2) KERNPHASE (1769-1776)
3) SPÄTPHASE (1777-1789)
L'impeto letterario si spegne nella letteratura degli anni '90, anche come conseguenza agli
orrori della Rivoluzione Francese.
1) FRÜHPHASE – inizia nel 1758 con un fatto biografico di Johann Georg Hamann.
Definito precursore dello STURM UND DRANG, Hamann vive una profonda cristi
esistenziale dovuta ad un fallimento personale nel campo del commercio. Ricerca conforto
con la lettura della Bibbia da cui trae spunto per scrivere le sue opere più importanti (opere
visionarie)
2) KERNPHASE – caratterizzata dalla crisi esistenziale di due personaggi: Johan Gottfried
Herder e Goethe. Herder svolgeva l'attività di predicatore (teologo) nella città di Riga, fino
a quando decide di cambiare vita recandosi a Parigi; durante il viaggio stese il Journal
meinen Reise im Jahre 1769, prima opera dello STURM UND DRANG, considerata
manifesto del movimento, in cui si definiscono i concetti di genio, io e artista.
Goethe studia giurisprudenza a Lipsia; essendosi ammalato di una malattia polmonare, è
costretto ad abbandonare gli studi e torna alla sua città natale, Francoforte. Questa
malattia diventa una crisi personale e Goethe cerca conforto con la lettura di scritti pietisti.
Questi però non lo soddisfano e inizia a riflettere su quale sia la sua funzione di artista
nella società e dell’io della artista in quanto genio.
Nel 1770 si trasferisce a Strasburgo, dove incontra Herder, con cui pubblica “Von
deutscher Art und Kunst” (“Intorno al carattere e all'arte dei tedeschi” - 1773). Entrambi,
poi, si trasferiscono a Weimar: Herder diventa pastore, mentre Goethe precettore.
Questa è la fase in cui Goethe stenderà Die Leiden des jungen Werther (1773) e inizia a
stendere il Faust nella versione Ur-Faust. Leggendo tutto il Faust, si nota l'evoluzione
poetica di Goethe.
In questo periodo scrive anche l'inno in versi liberi, Prometheus.
3) SPÄTPHASE – corrisponde alla pubblicazione degli ultimi scritti di Herder (mentre si
trova a Weimar). Schiller, invece, scrive i suoi drammi, come Kabale und Liebe (1783) e di
Kunstler (1789).
Ciò che distingue lo SuD da tutti gli altri movimenti è che gli autore dello SuD
vogliono rompere a tutti i costi con la tradizione, considerata da loro restrizione.
Per gli Sturmer è importante affermare la propria volontà, libertà in quanto artisti.
Il genio è colui che riscopre la forza vitale della natura, ma al contempo non è
costretto a seguire le regole della natura e crea un mondo ad essa alternativo. Crea,
quindi, regole proprie e, seguendole attraverso l'opera artistica, arriva a creare un mondo
altro, proprio.
Quest'idea era già insita nella Kritische di Kant.
→ Genio per Hamann. Egli vede nel genio “la continuazione dell'attività divina di
creazione”: è il genio che continua l'opera di Dio, creando, senza farsi guidare dalle
regole della logica, ma solamente dallo sguardo profetico. Le leggi della logica,
invece, sono inadeguate per comprendere la realtà; per capirla fino in fondo bisogna
affidarsi alle forze irrazionali che emergono dall'anima e che permettono all'artista una
sorta di “atto di chiaroveggenza”.
Questo concetto di artista-genio è espresso soprattutto in Sokratische Denkwürdigkeiten
(“Memorabili socratici” - 1759). Una sorta di daimon socratico opera nell'animo del
poeta e gli permette di fare profezie secolarizzate. Anche il linguaggio delle opere del
genio è particolare e personale e nasce non tanto dalla riflessione quanto da un furor
poetico che lo porta a fare poesia poetica offrendo rappresentazioni nuove e
creando/modellando la natura. Il linguaggio più consono, perciò, è quello di parlare
attraverso le immagini.
Altra opera fondamentale: Aesthetika in nuce. Eine Rhapsodie in kabbalistischer Prosa
(“Estetica in nuce. Una rapsodia in prosa cabalistica” – 1762). La “rapsodia” è un
componimento musicale che non segue uno schema razionale, così come la poesia e gli
scritti di Hamann.
“I sensi e le passioni non parlano e non intendono che attraverso
immagini. Nelle immagini è contenuto tutto il tesoro della conoscenza
e della felicità umana. La natura agisce attraverso i sensi e le
passioni. […] La vostra filosofia menzognera ha tolto di mezzo la
natura.”
L'ultima frase attacca direttamente l'Illuminismo: alla riflessione razionale intorno alla
natura si preferisce un capire la natura immergendovisi irrazionalmente.
Illuminismo → la natura viene compresa.
Sturm und Drang → la natura viene percepita/sentita.
→ Genio per Herder. Opera Fragmente. Über die neuere deutsche Literatur (1767).
Per semplificare la sua definizione di genio, riprende quella lessinghiana – ovvero, è
genio colui che attraverso la riflessione e il talento naturale stende un'opera non
come imitazione, ma interpretazione della natura. Allo stesso modo, Herder riprende
Shakespeare come modello.
Ma la differenza sta nel fatto che Herder vede la natura come “sorgente vivificatrice” e
“forza creatrice primordiale”. Il poeta-genio deve entrare in concorrenza con le forze della
natura e proporre, attraverso il suo linguaggio, una natura alternativa.
Herder rifiuta uno spirito ispiratore, un daimon. L'individualità del genio herderiano non
viene dall'esterno, ma è l'artista stesso, grazie al suo talento, a creare la sua opera.
Herder sostiene che la lingua nazionale contiene quello che l’artista può esprimere;
della “lingua geniale” si occupa in due scritti “Über den Ursprung der Sprache”
(“Sull'origine del linguaggio”, 1771) e “Von deutscher Art und Kunst” (“Intorno al
carattere e all'arte dei tedeschi” , 1773).
Nella prima opera sostiene che la lingua sia di creazione umana e non divina e
risiede nella forza espressiva di ogni popolo considerata dal punto di vista
diacronico: nello sviluppo storico ogni popolo propone delle espressioni
linguistiche che cambiano nel corso della storia e che contribuiscono a costituire la
storia stessa del paese.
Individua la massima espressione della lingua nazionale nel VOLKSLIED (canto
popolare), senza autore e tramandato oralmente nei secoli. Herder, in realtà, identifica
Omero come autore, parla dei canti di Ossian (in realtà personaggio creato da un poeta
inglese Macpherson).
Dietro al concetto di letteratura popolare tramandata oralmente vi è anche l'idea di
nazione che considera il popolo come comunità che si sviluppa con e attraverso
una lingua e una tradizione, tramandata attraverso i canti popolari. Più avanti, nel
periodo del Terzo Reich, si ripresero gli scritti di Herder connotando il VOLK etnicamente,
non linguisticamente come voleva l'autore.
Nella seconda opera ritorna sul concetto di VOLKSLIED, ma gli interessa soprattutto
contrapporla alla poesia d'arte: VOLKSDICHTUNG vs KUNSTDICHTUNG. Giudica
negativamente la poesia d'arte in quanto frutto di riflessioni intellettuali.
“Vediamo e sentiamo appena; anzi: pensiamo e rimuginiamo
solamente; non poetiamo sul e nel modo vivente, […] ma pensiamo
artificiosamente a un tema o a un modo di trattarlo, o entrambe le
cose, e abbiamo pensato con artificiosità così a lungo, così spesso,
dall'inizio, che ora ci riuscirebbe a malapena un libero sviluppo.”
Quindi, non si pensa più sul mondo vivente, ma il pensiero è tutto tecnico, tanto che riesce
difficile pensare liberamente.
KUNSTLICH vs. KUNSTLERISCH, un po' come:
- GEISTIG → si riferisce allo spirito e all'attività dello spirito (è l'uso che ne fa Kandinskij)
- GEISTLICH → si riferisce a preti e pastori che si occupano della “vita spirituale”
All'interno del VOLKSLIED è ancora presente uno spirito non tecnico/artificioso, così come
anche il genio riesce ad essere libero nella sua poietica della natura.
→ Genio per Goethe. A differenza della lirica dell'AUFKLÄRUNG, quella dello STURM
UND DRANG → ERLEBNISSLYRIK/STIMMUNGSLYRIK, “lirica del sentimento”. Questo
non vuol dire abbandonarsi a fantasticherie, ma apporre una soggettivizzazione alla realtà
e al modo di rapportarsi con la natura → INDIVIDUALISIERTE WIRKLICHKEIT (“realtà
individualizzata”).
Questa concezione è presente nel Prometheus, inno in versi liberi; del mito viene
sottolineata la ribellione agli dèi con il gesto del ratto del fuoco e del far dono di esso
all'umanità. Biograficamente, Goethe ci propone un personaggio SELBSTHELFER, “colui
che aiuta se stesso”, ovvero colui che si basta e non ha bisogno di istanze esterne
(Prometeo → dèi; genio → regole).