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VARIETA', AVANSPETTACOLO E TEATRO DI RIVISTA.
Ettore Petrolini agevola il compito dello studioso perchè lui stesso ha trascritto tutto della
sua vita artistica.
Ricordarsi di Leopoldo Fregoli, stesso periodo di Petrolini e romano anche lui , era un
attore che dire di varietà è limitativo, specializzato in un numero particolare, era un
trasformista ( si esibiva cambiandosi velocemente d'abito ed esibiva delle personalità e
pg diversi in pochi secondi. [ fregolismo: capacità mimetica di cambiare ruolo attraverso
l'abito]. L'avanguardia teatrale si serve molto spesso di questi fenomeni che partono dal
popolo ed esprimono un'idea di teatro nuova. Il fregolismo ci fa pensare anche
all'importanza di abiti sulla scena. Opere relative a ciò e con spunti sul vestito:
“Travestiti che ballano” di Rosso di San Secondo, “Nostra dea” di Bontempelli, “Vestire gli
ignudi” di Pirandello, “L'abito nuovo” di De Filippo e Pirandello.
Petrolini nel 1928 parla di teatro teatrale e teatro non teatrale → la maggior parte del
teatro scritto è noioso e antiteatrale. Il fallimento dei teatri sperimentali non è colpa del
pubblico, ma in questi tempietti del teatro domina il più stomachevole rispetto dell'arte.
L'opera d'arte va fecondata → questo è il rispetto religioso per il testo scritto ( l'opera di
teatro invece è abuso con violenza ). L'opera teatrale scritta è solo lo scheletro della
rappresentazione. “Il borghese gentiluomo” di Molière, risente di più del contrasto fra
teatro scritto e teatro letterario. Teoria dello spazio vuoto: “l'attore che meriti questo
nome oltre al bagalio di immagini e di battute comiche prestabilite deve avere una
sensibilità dell'ambiente in cui lavora, un senso speciale che non è altro se non il talento
dell'attore”
Petrolini dice “Un caso particolarissimo e interessante di quelle improvvisazioni con cui si
riempie lo spazio vuoto è lo “Slittamento” → “l' uscire dalle dimensioni della finzione
scenica passando per un momento nelle dimensioni della realtà.” L'attore rompe l'incanto
della finzione. Per esempio si può parlare con il suggeritore ( quella figura a metà fra
mondo del pubblico e degli attori ) → non era solo quello che suggeriva ma anche quello
che si occupava di tutti i rumori, suoni, dava il segmnale... e poi era quello che sapeva
scrivere
Numeri di Varietà: negli anni '10 il numero dei Salamini ( susseguirsi di battute
nonsense, dove non c'è una logica, causa/effetto), fatto di filastrocche e canti
20/04/16
26/04/16
Teatro di Varietà → Eduardo Scarpetta → (padre naturale di Eduardo de Filippo)→
Eduardo comincia a recitare a 6 anni nella parte di una geisja nella compagnia del
padre naturale Eduardo Scarpetta e reciterà anche col fratellastro Vincenzo.
>pulcinella< scioscia mmocca, un pulcinella che si spoglia della maschera più
spigolosa e tradizionale antica di Antonio Petito e sembrava più un personaggio di
teatro borghese. Sia nella narrativa che nel teatro la città fa da scenario a queste
vicende popolari. Sottobosco fendente della spettacolarità teatrale, che nasce ai confini
della drammaturgia alta, ufficiale, ma anche ai margini dell'industria culturale dello
spettacolo. Diventa però il trampolino di lancio di fenomeni di carattere ascendente
come il teatro di Eduardo (il suo è un percorso ascendente, verso un teatro che
possa guardare alla nazione tutta, che perdo forse quella matrice napoletana cruda
che era all'inizio e che si confonde col teatro di varietà).
Vito Pandolfi disegna questo quadro piuttosto fosco e piatto della drammaturgia subito
dopo la guerra: “la drammaturgia italiana stenta a trovare un posto originale e a definire
dei caratteri propri”, da la colpa al regista, che sceglie l'opera ma la modifica
mandandola,ma soprattutto di quei registi che scelgono un teatro estetizzante che è
lontano dalla realtà (quello di Visconti che è quasi aristocratico). Difficoltà ad elaborare un
linguaggio drammatico. Dice anche che in questo quadro il teatro dialettale segna un
capitolo a parte, perché ha un suo pubblico proprio e anche un suo linguaggio, e
quindi fa l'esempio di Raffaele Viviani che durante il periodo tra le due guerre, fascismo,
che nasce nel teatro di varietà, riesce tra pochi a dare un'immagine tragica a suo modo
dell'Italia, in dialetto. per Viviani il problema quindi è linguistico, per offrire la realtà
della vita, il teatro rifiuta la lingua, che diventa un fenomeno di finzione (perché
l'italiano non è quello che parla la nutrice, come dice Dante, ma è una lingua che ha
bisogno di un processo di traduzione, la lingua dei sentimenti e delle emozioni,
quella che parliamo da piccoli. Quindi il dialetto, che ci personifica e ci identifica →
Verga: non era un calco dialettale, ma mescola veramente le carte, anche il narratore
parla il dialetto, non solo i personaggi, in questo sta la difficoltà del teatro di Verga che
rappresenta le basse classi sociali). Dialetto non come rappresentazione oleografica della
realtà, ma generale della realtà. Poi fa l'esempio di Eduardo, che quando Pandolfi scrive,
è diventato un personaggio di rilievo. Viviani e Eduardo non solo solo accomunati dal
fatto che sono napoletani, ma anche dal fatto che sono autori-attori: V. ed E. sono
gli unici ad offrirci un'immagine autentica del nostro paese degli ultimi 30 anni.
Pandolfi torna a dire che per rappresentare la realtà della vita si usa il dialetto, dietro il
dialetto si trincerano i sentimenti schietti degli strati subalterni. Il percorso di Eduardo è
un percorso dal dialetto alla lingua: non abbandonerà mai il dialetto, ma sfumerà col
passare degli anni, anche le ambientazioni e i personaggi cambieranno molto
parallelamente al linguaggio. Orizzonte del basso popolo → Orizzonte di carattere
piccolo borghese. Dunque la scena si sposta anche dal vicolo, dal basso napoletano al
tinello domestico (equivalente del salotto borghese) buono della casa di questi personaggi.
-1940: “Non Ti Pago”, visione amara della vita, con uno sfondo comico.
-1945: svolta importante → messa in scena di “Napoli Milionaria”. Il 25 marzo debutta, è
appena finita la guerra. Il teatro è il San Carlo di Napoli (era stato concesso per una
matinèe teatrale). All'epoca si era già consumato il divorzio tra Eduardo e Peppino De
Filippo. Era una recita di carattere straordinario e si può dire che è proprio una svolta sia
nel teatro eduardiano si nel nel teatro italiano. “Credo che non sia più rappresentabile, è
teatro dell'800. Ho portato elementi della vita napoletana (la lotteria, la truffa..)”. Si
vuole presentare come uno scrittore nuovo, importante la visione che vuole dare di se.
(Dialogo Tra Sordi, dibattito alla sapienza di Roma tra Eduardo e Carmelo Bene. Molte
frecciate tra i due, e soprattutto il primo attacco di Carmelo Bene nei confronti delle
sovvenzioni dello Stato, che aveva dato un sacco di soldi al teatro di Milano, quello di
Strehler; Stato che considerava teatro di seria A e serie B, e lui era serie B).
“Il secolo nuovo per Napoli comincia con l'arrivo degli alleati, la guerra ha fatto passare
tanto tempo e io ho il dovere di scrivere degli altri” (1 aprile 1945, pochi giorni dopo la
premiére).
“Se fossi giornalista avrei scritto articoli sulla Napoli miseramente arricchitasi, ma sono un
teatrante e quindi ho scritto di Gennaro e Donna Amalia”.
Pandolfi dice che il cinema neorealista è un'arte superiore, che si nutre della realtà e
che per riuscirci meglio usa attori della strada addirittura (Ladri di Biciclette, Roma
Città Aperta…). Eduardo giustifica questa scelta per il cinema ma ne è contrario però per
quanto riguarda il teatro, che è alto professionismo quindi ci vuole grande capacità
dell'attore, grande professionista dell'arte scenica, quindi non va bene la persona presa
dalla strada. A Eduardo piace essere scambiato per il personaggio che interpreta, ma
dietro a questo sta proprio una alta bravura mimetica, che non è propria all'attore di
strada
→ Lucio Ridenti ed Eduardo, quello che li accomunava era l'intrattenimento: non si può
più concepire quel teatro che intrattiene e basta, ma adesso si ha bisogno di un teatro
che faccia riflettere, ma anche divertire → “La Via del Tabacco” (regia di Visconti,
interpretato da Gassman), Visconti vanta il fatto che gli attori avevano vissuto
veramente sulla scena le esperienze dei personaggi che interpretavano.<– Ridenti
non è d'accordo, dice che gli attori devono fingere sulla scena se sono veri attori,
d'accordo con Eduardo.
>Moglie di Gennaro: grande figura femminile, che cambia a causa della guerra, che
vende beni di prima necessità a caro prezzo ai vicini. Quindi poi obbligheranno Gennaro a
fingersi morto per evitare la perquisizione. Scena farsesca, quasi da commedia dell'arte,
che sembra quasi da teatro di Peppino de Filippo<
-1949/50: è regista di un film preso da Napoli Milionaria. Sconfitta della sinistra e vittoria
della Democrazia Cristiana, America contro la Russia, Nato contro Patto di Varsavia.
Paura della guerra. In questo clima (clima che è anche in un'altra opera di Eduardo, La
Paura N°1), nasce questo film. Cambia alcune cose della commedia, il cambiamento
maggiore è l'ambientazione temporale (?): nel film si allunga il periodo fino ad arrivare ad
un periodo che va dal 1940 al 1950, come a dire che non c'è il senso della fine della
guerra, c'è sempre il pericolo di una guerra in agguato. (Differenze tra film e dramma
nell'introduzione del libro)
27/04/16
1904: pare non sia un'idea di Pirandello ma di Luigi Capuana. “Decameroncino”: la
raccolta di novelle che ha ispirato Pirandello; nell'ultima novella c'è il pg di uno scrittore
che si ispira alla realtà. La creazione viene vista come una sorta di ossessione, di incubo.
Confusione tra arte e vita. “Colloquio con Pirandello alle prove dell'abito nuovo” in
Scenario dell' aprile 1937 → avverte la presenza fantasmatica di Piry come se lui fosse lì
ad assistere alle prove. Invenzione narrativa che ha alle spalle la letteratura del pg ben
presente a Pirandello e anticipata da Capuana.
“Napoli milionaria”: un'opera che si trasforma, da ottimismo ( desiderio naturale per chi
viene dalla guerra ); ci sono