Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
SESTA LEZIONE
“El Ben qui si possedie sanza invidia.... → qui parla Lauro. I beni materiali qui, nella campagna si possiedono senza che appunto uno non voglia averli per sé, senza odio, senza invidia, avaritia (desiderio di possesso, non è avaro colui che non spende è proprio avidità) la vostra avidità ha piccola radice non attecchisce più di tanto come una pianta che non ha radici profonde e può essere sradicata facilmente. Vi accontentate della vostra accidia (peccato, petrarca secretum si incolpa, qui significa indifferenza verso i beni materiali), vi accontentate, vi appaggate della vostra indifferenza verso le ricchezze. Quindi non si dice una cosa per un'altra, si è sinceri, né la lingua è contraria, né quello che si dice rispecchia sentimenti opposti rispetto a ciò che si prova, pensa, tanto che quello che oggi nelle città lo fa meglio, quella dissimulare, simulare pensare una cosa e
dirne un'altra, non far vedere i propri sentimenti, quello che lo fa meglio sembra che sia più felice in città. Nemmeno credo che capiti (egli neutro, no riferito a una persona), in un'aria così pura come quella della campagna, che ci sia un cuore in sofferenza mentre la bocca, cioè al di fuori sembra che la bocca rida, contrasto per cui esiste una differenza tra i propri sentimenti, avere cuore angosciato e non far vedere quindi ridere solo esternamente con la bocca. Tanto che è più saggio sempre oggi e sempre in città chi più copre e varia, chi più ricopre e nasconde mimetizza, la verità. Chioggi si affida alla bontà ingenua, semplice solo alla bontà senza accompagnarla da malizia è stolto, stupido, e quello che ha più furbizia, cattiveria, appare più saggio a chi abita nella città. Perifrasi (ha il proprio nido, abita in quel cerchio delle patrie mura, Firenze, cittadini in.generale). Ogni amicizia si misura con l'utile, col tornaconto, ci si fa amico colui che ci può essere utile da un punto di vista economico, dei profitti, non è dettata dall'amore l'amicizia, ma è dettata dal tornaconto, rifletti quale dolcezza ci possa essere in quell'amore il quale è viziato dalla fortuna, pensa quale consolazione si può avere per quel sentimento che la sorte rende più tiepido o guasta, rovina, vizia. Come può essere in pace quel cuore il quale la cupidità, la bramosia colpisce, affligge e spinge, o verso eccessiva speranza o verso paura, quindi un cuore che è in preda dell'ansia di possesso di beni non può mai essere tranquillo, in pace con se stesso, ma sarà sempre colpito e mosso o da eccessiva speranza di ottenere qualcosa o paura di perderla. Ma (avversativo) (vita cittadina, vita falsa, non ci sono sentimenti che possono essere sinceri) ma voi invece pastori, contadini cheabitate fuori città, dove non regna nessun pensiero agitato da passioni (perturbato: perturbationes latine descritte da Cicerone, 4 perturbazioni, qui significa agitato dalle passioni, perturbazioni), non avete nessuna passione che vi agita, non pensieri rei, malvagi, né il cuore sta pendente, pende verso, né il cuore sta in ansia per cose nuove, a causa di novità di quello che può succedere. (ogni periodo coincide con la terzina, discorso di tipo etico-filosofico, si vuole che la chiarezza sia maggiore, quando invece farà la parafrasi della de felicitate userà dei periodi più lunghi e composti). La vostra sete spegne un fresco rio, un fresco rio spegne la vostra sete, se avete sete bevete acqua semplice, se avete fame la spegnete con i frutti che vi dà la natura e misurate ogni vostro desiderio con la natura, tutto ciò che desiderate con i ritmi della natura, quello che desiderate ve lo dà la natura (mentre nellacittà si cercano beni nonnaturali). (eco di Lucrezio, de rerum natura V, 937-38 e 945 “ciò che lòa terracreava spontaneamente quel dono eera succficiente a placare i cuori e persedare la sete i fiumi e le fonti li richiamaano, serivivono semplicemente.”).
Riferimento ai vestiti (in città sono sfarzosi, delle classi benestanti rispetto aquelli semplici, poveri dei pastori), le vostre vesti non sono come quellecercate in paesi stranieri (strani) le onde salate (del mare), cercate in paesistranieri d'oltremare, stoffe, è della città, voi invece vi accontentate alle pellidelle bestie, quelle che allevate che avete vicino a voi. (ha saltato una terzina:il letto, il vostro letto è formato da qualche fronda alvero durante estate,foglie, sopra cui vi coricate e d'inverno il vostro letto è formato da fieno sottole capanne che avete come abitazione e il fieno serve per fuggire il freddo e lapioggia (più la capanella)).
È molto dolce dormire tra questi alberi, se è bellastagione, un sonno che non è rotto da preoccupazioni, interotto, ma è unsonno in cui l'ionda dei monti, onda montana, il torrente montano, risponde al tuo russar col mormorio, il russamento di colui che dorme a cui fa da voce del torrente il moromorio delle acque che gorgoglia, visione iddilliaca della vita dei pastori e non cittadina. È così bello il vostro paesaggio in cui vivete che io mi immagino che spesso le ninfee silvestri, queste ninfe abitatrice dei boschi (amadriadi), ogni tiopo di ninfa silvestre, si raduni presso questo fiumicelllo con acque chiare e belle, canatando le ninfe con un'armomia più dolce di quella che esiste sulla terra, che non si trova in nessun'altra parte della terra. Al dolcde canto soave delle ninfe, dolce soave (sinonimi) snello (semplice), senza troppe complicazioni, al vostro canto al suono della zampogna dei pastori e ai versi vostri e a quelloChe dite rispondono gli uccellini, filomena o altri uccelli (usignolo e altro uccello: rondine, progne sorella di filomena). Se capiti che un toro combatti con un altro credo che questo spettacolo non dia minore diletto, divertimento, di quel divertimento che danno i fieri ludi (giochi marziali, prove, tornei, giostre) che avvengono nei teatri cittadini, e tu rivolto al alfeo che fai da giudice, a cui tocca il ruolo di giudice, al più bravo nel combattimento doni non ricchezze ma solo una corona verde d'alloro segno di vittoria. E quello che ha perso, viene svergognato, se ne sta solo misero, oppure disprezzato dagli altri. Quello che ha perduto non si vendica. È felice colui che gli abbisogna ciò che desidera, colui che si accontenta di quello che ha, e non colui a cui manca ciò che la sua anima insaziabile che non si può mai accontentare desidera, è felice chi si limita nei desideri e infelice chi ha desideri eccessivi che non può soddisfare.
Serie di assiomi, massime dicaarttere oraziano (orazio, epistole, primo, secondo 46, "non desideri di piùchi dalla sorter ha ricevuto quanto basti"). I nostri desideri sono infitni e nondimuinisce mai (nostra vita cittadina, di noi cittadini) voglia che non ha maifine non dimuisnice mai ma cresce e più cresce e più tormenta l'anima. Chi hapiù desideri di molte cose a lui mancano, difettano molte cose, sente che glimmancano le cose che desideri, aumento del desiderio collegato a mancanzacorrispettiva di quello che deisdera. La prima coppia di versi (infinitavoglia...tormenta: orazio, carmina terza 16, v. 17-17 "gli affanni seguono ilcrescere del denaro e la fame di beni maggiori". Anche ultimo verso: a quelloacui..manca: carmina, terzo, 16 v42,43 "molte cose mancano a chi moltodesidera"). Colui mi pare ricco, mi sembra ricco colui che si contenta solo diquello che ha, si acontenta solo delle cose che ha e non diquelle che non ha, e non (prima parte positiva/negativa e seconda parte negativa/positiva), mi pare ricco colui che apprezza ciò che non possiede piuttosto quello che ha. (exploitizio interpretatio: 2 proposizioni sinonime, nella perisologia invece sono in rapporto oppositivo. Hanno stesso significato ma uno espresso in termini positivi e l'altro in negativi). Una povertà quieta, che si accontenta di sé stessa, senza inquietudine, accettata pienamente è una grande ricchezza, grazie a lorenzo che concede pur ché non faccia a pugni con quello che è necessario, se uno è povero e manca anche quel necessario per vivere non può avere una povertà tranquilla, serena. Uno può essere ricco oppure non ricco a seconda di come si è abituiti, se uno è abituato a vivere tra le ricchezze non si abitua troppo facilmente alla povertà ma se uno è abituato alla povertà si abitua facilmente. E non mi rendoconto come ci possa essere qualcuno che biasimi o riprenda, qualcuno che condanni la mente che è contenta di sé stessa, colui che si accontenta delle proprie cose e non so come ci possa essere chi lodi colui che dipende dagli altri, dalle altre cose, dal possesso dei beni. La vostra vita rivolto ad alfeo, o pastori mi sembra quella, amesso che sene trovi qualcunoa in questo mondo erroneo, peccaminoso, indotto allo sbagliola vostra vita mi pare quella che più si avvicina alla quiete umana, a quella tranquillità che si può ottnere tra di noi. (mondo errante: petrarca, espressione che usa petrarca nel canzoniere, è la gente uomini che sono per natura portati a peccaRE, a sbagliare), ammesso che ci possa essere un po' di tranquillità nella vita umana, in questo mondo rivolto all'errore, mi pare che questo possa individuarsi con quella dei pastori, con la vita dei pasotir. Si chiude il discorso di Lauro in lode della vita di campagna. Il pastore nonFu più costante all'udire, non fu più paziente, il pastore dà segni di impazienza alle parole di Lorenzo, si guarda un po' in giro, di qua e di là, in segno di imbarazzo a dover replicare a lui, mostrò, ebbe una insolita esigenza di parlare (fe nuovo sembiante, mostrò), ebbe una insolita esigenza di parlare, perché è un persona che è taciturna, parla poco, e non può esimersi dal rispondere a Lorenzo. Lo accusa di incoerenza: se ti piace tanto questa vita perché non vieni qua e rimani in città? Poi co inciò con un sospiro cordiale, tratto dal profondo del cuore, non so per quale errore tu debba chiamare lieta, felice una vita come la mia che in effetti non è una vita ma un martirio, sofferenza continua (correctio forte), anzi no vita, martirio, e non so per quale motivo tanto ti piace quella vita che tu lodi, la nostra vita e non so per quale motivo fuggi, scappi dopo aver lodato questa vita.
La lodi e poi la lascia a noi tu fai un'altra vita e come mai tu non perdi