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OMERICA

G.B. Vico  grande filosofo italiano. Poema omerico espressione di una cultura collettiva, di genio

collettivo.

Suddivisione cultura greca:

- 1200-800 a.C.  Fase di oralità pura, forse no possibile composizione scritta dei testi anche

perchè viene abbandonata la lineare B

- 800-400 a.C.  auralità fase in cui c’e la scrittura ma non viene usata per trasmettere e

comunicare la poesia (la poesia può anche essere stata scritta dall’autore ma viene

trasmessa oralmente)

- 400 a.C. in poi  nasce la scrittura in ambito letterario. Nascono anche canzonieri

Tra le ultime due fasi  Platone (scrisse molto), ma sostiene che ora che si inizierà a scrivere non ci

si ricorderà più di niente. Lui sostiene che le cose più importanti vanno dette a voce, perfino lui

stesso le tramandava ai suoi discepoli.

Mousikè = tutte le arti delle muse.

530 a.C/ 550 a.C  tirannia di Pisistrato, collocavano la prima stesura dei poemi di Omero.

Gli antichi distinguevano 2 grandi generi poetici:

1. Epica  poesia recitata. Accompagnata da suono di cetra, lira, barbiton, etc. Il cantore

(aedo = cantore o rapsodo = cucitore > prende canti diversi e li combina insieme. I termini

vengono usati come sinonimi) epico canta storie mitologiche, eroiche in esecuzioni

pubbliche. Spesso lo scrittore recita anche ciò che scrive. Particolare metro  esametro il

quale diventa tradizionale e ripreso in tradizione romana.

2. Lirica (melica= melos = canto)  poesia cantata. Accompagnata da strumenti a corda e da

strumenti a fiato (principale aulos = flauto lungo doppio tipo). Poesia di vario genere. Si

distingueva per la forma di esecuzione che era il canto.

Opera può essere monodica (solista) e corale (distinzione moderna) oppure entrambi

assieme. Veniva fatta anche con balli fatti dal coro = danzare dal greco chòros.

Canti per le feste di matrimonio, funerali, feste private (simposio = dove ci si riuniva per

bere dopo aver mangiato). Feste religiose, canti per le divinità fatta da un coro: esempio

peana per Apollo oppure ditirambi per Dioniso.

Tutta la poesia greca nell’epoca di Omero è poesia d’occasione. Pensata per essere eseguita in

particolari circostanze.

Lo stesso Omero ci svela che questa era una usanza antica. Dentro l’Odissea sono presenti due

figure di cantori: 3 di 14

- Femio  cantore di corte del regno dei Feaci dove Ulisse arriva alla fine. Egli canta le

vicende della guerra di Troia alla quale Ulisse aveva partecipato. È interessante come

Ulisse si metta a piangere nel sentire le vicende. Il re chiede di cantarne un altro vista la

reazione;

- Demodoco  canta per i Proci. Al ritorno Ulisse lo vuole uccidere, ma sia il figlio che il

cantore stesso si giustifica dicendo che egli stesse cantando ciò che gli altri avevano

chiesto.

Il poeta e soprattutto il cantore epico è posto sotto la protezione delle muse  questo rapporto lo

isola e lo rende diverso dagli altri  sorta di possessione (poeta posseduto dalle muse).

“Ione” = Dialogo di Platone  Socrate fa domande a Ione (= rapsodo) il quale partecipa alla

narrazione vivacemente con entusiasmo e trasporto, commovendosi.

All'interno del poema sono presenti delle espressioni che si ripetono più volte (formule).

Solitamente:

- nome + epiteto spesso ritornano occupando sempre la stessa posizione all’interno del

verso. La formula esprime un idea fissa (secondo Perry). Questo aiuta il poeta a ricordare e

completare il verso;

- scene tipiche come la scena del sonno o la vestizione del guerriero.

Perry  da interpretazione dell’opera di Omero  trasmesso in modo orale.

Negli anni 50 del 1900 si leggeva omero solo attraverso Perry. Solo che in questi anni venne

inventata la televisione e si inizia a sperimentare un nuovo tipo di oralità che condiziona e

influenza ed è anche autorevole. Viene anche concepito meglio il ruolo dell’oralità e le

interpretazioni di Perry.

Havelock Odissea come un enciclopedia

Serie di cose nel poema che hanno considerato Odissea come unione di nuclei originari messi

insieme. In realtà ha una costruzione molto ben studiata.

Vincenzo di Benedetto -> libro che è una reazione alle teorie oraliste. “nel laboratorio di Omero”

Oggi noi sappiamo che per anni era stata trasmessa in modo orale. 4 di 14

Odissea  struttura tripartita:

- libri/canti - I-IV  Telemachia

- X-XII  Nostos = ritorno di Ulisse (parte in flashback e parte in diretta)

- XIII- XXIV  Mnesterofonia = uccisione pretendenti

Primi 10 versi del primo libro  natura proemiale  parla in prima persona il poeta e invoca la

Musa:

- custode della memoria e del passato, conosce tutto il passato dell’ umanità e lo infonde ai

poeti che sono i prediletti

- Poeta intrattiene un rapporto personale e diretto.

Esempio: per l‘Odissea “Raccontami musa, l’uomo (uomo al centro dell’azione)”

Per l’ Iliade “Canta o dea la fura, la rabbia, l’ira di Achille”.

Nei poemi  centralità dell’uomo di cui si racconta la storia e il carattere.

ODISSEA: Storia di un uomo, un eroe, che subito viene definito con un aggettivo: polytropos 

traduzione non letterale = ricco d’astuzie.

Letteralmente: poly = molto; tropos, trèpo = girare  eroe che sa girarsi molto, che sa prendere la

posizione giusta a seconda delle circostanze. Indica innanzitutto la capacità di adattamento e la

mutevolezza di Ulisse (eroe che cambia in base alla circostanza.).

Conosciamo lo stato d’animo del personaggio  Ulisse ha dolori e sofferenze, ha patito molto.

Aggettivo formulare che accompagna Ulisse è polytlas = colui che ha molto sofferto, ma anche

sopportato per riuscire a sopravvivere.

L’obiettivo d Ulisse è il ritorno a casa e salvare la sua vita.

Deve cercare di far ritornare anche i suoi compagni perché è un comandante (ha combattuto nella

guerra di Troia), ma non è la “missione” principale. I suoi compagni non riusciranno a tornare.

M. Lavagetto  Ulisse è il viaggiatore senza testimoni  tutto il racconto e le sue imprese non hanno

testimoni per smentirlo e/o confermare.

Altro tema tipico  poema della casa, degli affetti famigliari e del rapporto tra uomo e donna. Le

figure femminili sono importanti: Atena, Penelope (moglie di Ulisse) Euriclea (la nutrice, riconosce

Odisseo prima della moglie, grazie alla ferita sulla gamba).

Un autore famoso dice che Omero ha composto l’Iliade per gli uomini e l’Odissea per le donne.

Figura di Penelope specie di Ulisse al femminile  molto furba, crea inganni (come tela) ed è

astuta.

Calipso impedisce il ritorno di Ulisse.

Poseidone non vuole il ritorno  ira vagamente giustificata (gli ha accecato il figlio Polifemo) che gli

impedisce il ritorno.

NB: spesso gli dei viaggiano verso i loro popoli preferiti (esempio: Apollo ama i popoli del nord;

Poseidone quelli del sud). In assenza di Poseidone gli dei ne approfittano per aiutare Odisseo, in

particolare Atena (= figlia prediletta di Zeus perché rispetto agli altri gli dà meno pensieri). 5 di 14

Atena chiede a Zeus di poter aiutare l’eroe ed ha 2 idee:

- manda Ermes da Calipso con l’ordine di rilasciare Ulisse  resta tutto sospeso per 4 canti e

verrà raccontata in seguito;

- Nel frattempo Atena andrà da Telemaco (figlio di Ulisse e Penelope) sotto mentite spoglie

(Mente) confortandolo ed informandolo che il padre è vivo e gli dice di mettersi in viaggio

per cercarlo. Deve andare dai vecchi compagni del padre per trovare notizie. La partenza

non avviene subito. Da qui inizia la Telemachia (= i primi 4 canti).

Atena protettrice di Ulisse e aiutante “magica”. La dea e Ulisse  caratteristiche simili  intelligenza

e astuzia.

Si capisce che è una faccenda umana e divina allo stesso tempo  le vicende degli dei scorrono

parallele a quelle umane. Le vicende umane dipendono dallo scontro tra Atena e Poseidone.

Telemaco  gli viene dato il ricordo del padre da Atena. Dai Proci viene trattato da ragazzino

perchè non è ancora diventato re visto che non si ha la certezza che Odisseo sia morto. Infatti il

potere lo ha Penelope perchè per divenire re bisognava sposarla. Gli viene anche data la forza da

Atena, anche la madre ne rimane stupefatta  si impone sui Proci.

Itaca: civiltà rustica, contadina, senza grandi ricchezze è un mondo un po‘ a parte (ipotesi: forse

riflette l’epoca dei secoli bui dove i grandi palazzi crollarono. A differenza dei re dell’Iliade che

regnavano su grandi città, Odisseo governa una piccola isola, una sorta di paesello.).

Quando va a Sparta Telemaco si trova in un’altra dimensione.

Canto II

Telemaco fa ciò che aveva preannunciato ai Proci. Convoca l’assemblea ed accusa, prendendo

coraggio, i Proci di scialacquare le sostanze del padre. Nasce un battibecco tra Telemaco e i Proci

sopratutto con Antinoo (sorta di capo) e lui da la colpa alla madre perché non ha ancora deciso

chi sposare.

Aliterse -> entra nel discorso tra i due e profetizza ai Proci il ritorno di Ulisse. Segue poi una

seconda profezia fatta da Atena travestita da Méntore (= vecchio di Itaca al quale Ulisse aveva

affidato il figlio prima di partire.).

Atena appare a Telemaco che è sulle rive del mare (travestita da un giovane?) e gli fa un’altra

profezia dicendo che tutti saranno uccisi -> doppia profezia sul futuro.

Telemaco parte e si passa al III canto

Nestore a Pilo (= città che esiste, sud del Peloponneso dove fu scoperto un grande palazzo

Miceneo. Nell’Iliade è presente Nestore, vecchio, no guerriero, secondo Ovidio sarebbe vissuto

200 anni. Nell’Odissea da il suo parere e non sempre è efficaci. Ha il ruolo di vecchio saggio

consigliere.) 6 di 14

[Pisistrato fece mettere per iscritto i poemi e disse che egli era un discendente di Nestore,

infatti si pensa che la sua ampliata nella riscrittura di Pisistrato.]

Telemaco arriva da Nestore e dice di essere figlio di Ulisse che cerca informazioni sul padre.

Nestore gli dice che non sa che cosa sia successo  sono partiti da Troia tutti assieme, ma poi si

sono divisi di alcuni sa il ritorno di altri nulla tra cui Ulisse.

Nestore sa che Agamennone è tornato, ma è stato ucciso, era re di Micene e marito Clitennestra,

la quale lo tradiva con Egisto.

Mito importante, Agamennone stesso lo racconta ad Ulisse dall’inferno  Agamennone mette in

guardia Ulisse il quale sarà molto attento al ritorno.

Nestore gli dice che potrebbe sapere qualcosa da Menelao (fratello di Agamennone) e gli dice di

andare a Sparta/Lacedemone. Il canto finisce con una festa e la partenza di Telemaco per Sparta

accompagnato da un figlio di Nestore, Pisistrato

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
13 pagine
1 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/02 Lingua e letteratura greca

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Fra_Fra_96 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura greca e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trento o del prof Ieranò Giorgio.