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Pietro e Giovanni nella Visitatio 3
Pietro e Giovanni c'è scritto poi una visitatio 3 che prevede anche la presenza di Cristo e l'uomo che vende gli unguenti, quindi capiamo che questa scena che rappresentava prima un germe minimo di due o tre personaggi che si scambiano pochissime battute stando immobili, questa scena diventa sempre più ampia accogliendo altri vari personaggi persino un personaggio comune, una sorta di comparsa la persona che vende l'unguento che è presente pure nel testamento ma è meno religiosa, e tutti questi personaggi si muovono questa scena prevede anche un movimento quindi nelle prime versioni della visitatio, si è immobili, i personaggi sono minimi, i versi sono legati al rito stesso, il pubblico chi è? È quello dei fedeli, riuniti per ascoltare la celebrazione liturgica la messa, e dove siamo? Ovviamente siamo in chiesa o in un convento, accanto abbiamo un dettaglio che magari ci aiuta, il dramma liturgico forma di teatro inizialmente in latino.
soggetto sacro, stretto rapporto con la liturgia nelle chiese, il tropo è quello che abbiamo definito quale breve testo cantato introduttivo, a diversi momenti liturgici in particolare la Pasqua poi c'è anche il Natale che è un altro momento culminante della liturgia cristiana, si diffonde a partire dal X secolo presso il monastero San Gallo il quen queritis in specifico è uno di questi primi tropi, è il primo nucleo drammatico accertato noi lavoriamo sulle fonti, nasce nel monastero benedettino di San Gallo ad opera del musicista Tutilone, con il passare del tempo si verifica questo passaggio qui dal punto di vista dello spettacolo, c'è un'evoluzione che avviene in circa due secoli verso il teatro ed è qui specificata, la visitatio non si svolge più solo presso l'altare ma ci si sposta e si allestisce proprio anche un sepolcro e quindi siamo di fronte ad un oggetto scenico apposito, l'altare non è unoggetto scenico, diventa un oggettoscenico al bisogno ma l'altare è liturgico, piano piano la scena inizia ad essere un po' più rappresentativa, poi gli agenti in scena aumentano alla processione che dall'altare porta al sagrato partecipano tutti i monaci e non solo il coro dei cantori, si usano sempre più accessori lo vedremo anche costumi, magari il velo per le Marie, le ali per l'angelo, naturalmente le Marie sono impersonate da monaci da uomini donne proprio non ce ne sono figuriamoci, questo è il passaggio dal testamento questi sono i versi e qui abbiamo il testo dello spettacolo, inizialmente non può essere detto spettacolo poi lo diventerà in latino è questo quen queritis in sepulcro christi colae fino anni 60 la messa era in latino e siamo in quella dimensione li, questo è l'interrogatio quindi l'interrogatio dell'angelo, responsio delle Marie che dicono Gesù crocifisso in interrogatio no
Il testo int non è qui e qui si chiude è resuscitato come preannunciato, questo è, semplice questi sono i primiversi del primo dramma liturgico detto quen queritis perché sono le prime due parole pronunciate dall'attore.
Questa è una miniatura ma siamo già nel XII secolo, una miniatura proprio della visitatio delle Marie al sepolcro a San Gallo, dicevamo che oltre il momento della Pasqua anche il momento del Natale prevede un germe teatrale che dato dall'ufficio della stella, cioè anche nel momento del Natale accade la medesima cosa, cioè si parte da un elemento liturgico per arrivare ad un elemento di rappresentazione teatrale, è molto meno importante il Natale rispetto alla Pasqua è un momento che sicuramente ha molto meno valore teatrale, la tipologia è quella dell'ufficio della stella che è più vasta comprende l'annunciazione a Maria, la diffusione della novella ai pastori e ai magi.
anche in questo caso, si va verso una maggiore complessità dell'episodio, l'episodio diventa sempre più complesso tanto da comprendere diversi luoghi liturgici, anche qui siamo sull'altare perché l'altare è luogo di due cose: simbolicamente il sepolcro di Cristo nel caso della visitatio e la mangiatoia dove è nato Gesù. Se abbiamo presente la messa di mezzanotte di Natale, il bambino Gesù viene posto sull'altare. Non a caso noi vediamo che l'altare è anche luogo dove ha luogo l'eucarestia, si mangia il corpo di Cristo, lì il corpo di Cristo nasce e muore. L'altare è il luogo centrale della chiesa, quel luogo è il luogo centrale del dramma liturgico perché lì quell'altare diventa simbolicamente usato per questo teatro, quale sepolcro e quale mangiatoia dove è nato Gesù bambino e quindi anche l'ufficio della stella ha luogo, inizia sull'altare per poi ampliarsi.questo è importante perché questo segna il passaggio fondamentale dalla visiatio sepulcri o comunque dall'ufficio della stella ai misteri e alle moralità, cioè circa due secoli a quel passaggio da un teatro fisso a un teatro in movimento che avremo più sul finire dell'epoca medievale, altra questione è che queste rappresentazioni in realtà sono abbastanza flessibili, cioè noi dobbiamo rifarci alle fonti, alle attestazioni che variano, noi abbiamo delle attestazioni che descrivono magari una visiatio sepulchri di un certo periodo, di un certo luogo e di un altro ancora con delle varianti, ad esempio abbiamo nel caso dell'ufficio della stella molto famoso è quello di Rouen cittadina in Francia, dove già nel XI secolo ci viene detto che i monaci arrivano all'altare da punti diversi, entrano come dire in scena, capiamo che questo è molto interessante, non siamo già più in una scena fissa.
di semplice ripetizione di versi, ma l'attestazione ci testimonia di un' entrata in scena dei personaggi cosa molto rara, perché di solito questi drammi liturgici non prevedono un ingresso o il movimento dei monaci, noi troviamo i testi dentro di testi religiosi come in questo caso che abbiamo li dal liber responsalis di san gallo, cioè dentro i libri liturgici di un convento questi sono i primi casi sono più che altro monasteri, e la differenza tra convento e monastero è che il convento è quello di suore mentre il monastero è quello dei frati, quindi dentro i testi liturgici lineati, quindi anche le lineature ci aiutano a visualizzare questi teatri noi abbiamo notizia di questi drammi liturgici, che il più delle volte sono brevissimi e non presentano didascalie tranne alcuni casi più emblematici proprio perché virano sempre di più verso la teatralità come nel caso di Urèn, dentro questi testi noiabbiamo le informazioni della messinscena, e grazie a questi testi possiamo dire che la messinscena è simbolica, gli accessori in scena sono pochissimi e di fatto coincidono e lo capiamo bene con quelli liturgici inizialmente, poi è ovvio che con il maturare di una teatralità in seno a queste liturgie, si arricchisce anche la scena e allora abbiamo le ali per l'angelo, il velo per le Marie, abbiamo l'uso anche di colori con valenza simbolica e questo è vero anche per la messa attuale, il rosso che ci identifica la morte di cristo o il porpora, il bianco la nascita e comunque in ogni caso tutta la messinscena è simbolica e rappresentativa in modo non realistico per forza simbolico. La prima attestazione in volgare è del XIII secolo, e siamo in Germania abbiamo a disposizione un manoscritto tedesco, relativo ad un mistero della passione tutt'oggi conservato, e ciò che ci interessa è che questo è il primo caso in cuiltri, che si sviluppano in modo più complesso e articolato rispetto ai drammi liturgici precedenti. Inoltre, si assiste a un aumento del numero di personaggi presenti sulla scena e a una maggiore interazione tra di loro. Un altro elemento importante è l'utilizzo della lingua volgare, anziché del latino, per rendere la rappresentazione più accessibile al pubblico. Ad esempio, una delle Marie si rivolge all'uomo degli unguenti in tedesco anziché in latino. Questo passaggio verso una certa teatralità si distingue in generale non prima del XII secolo. Inoltre, si verifica un ampliamento dello spazio scenico. A partire dal XII secolo, la scena diventa più ampia e si sposta anche all'esterno della chiesa. I testi testimoniano i movimenti degli attori in gioco, come ad esempio la processione dei chierici che escono dall'altare della chiesa insieme alle Marie e all'angelo. Questo è il principio dei misteri, che si sviluppano come una serie di miracoli e eventi legati alla vita di Cristo e dei santi.scopo religioso e moralità con insegnamento morale, che cosa sono misteri, miracoli e moralità? Rappresentano l'evoluzione della visiatio a partire dalla fine del XII-XIII secolo e domineranno le scene fino al XVI secolo in tutta Europa tranne in Italia, dove come ben sappiamo il medioevo finisce prima di questo XVI che convenzionalmente noi lo determiniamo con la scoperta dell'America quindi siamo nel 1492, e questo è proprio vero a livello teatrale, proprio perché nel '400 tutto questo mondo scompare a livello teatrale subito nel '400 perché nel '400 con gli studi sulla prospettiva, e l'applicazione della prospettiva il teatro viene completamente rivoluzionato, praticamente badiamo bene diventa quello che è già oggi, mentre altrove soprattutto nei paesi del nord Europa si continua con misteri, miracoli, moralità sono spettacoli grandiosi che coinvolgono la comunità, sono costituiti da apparati scenici.
che possono essere più o meno mobili, tipo carri in Inghilterra che rappresentano sempre soprattutto per misteri e miracoli, i momenti, i racconti biblici per le moralità con sfondo a insegnamento morale quindi didattici sono inscenati, voluti da 11 parità e dalla chiesa per formare la cittadinanza, il pubblico che prende parte all'allestimento e partecipa è proprio quello che ancora oggi accade con le nostre feste patronali nei paesi è tutto questo mondo, che spesso ha anche la forma della processione, quello che importa è che e questo ci interessa che si tratta di spettacoli cosiddetti paratattici e simultanei, che si svolgono in più luoghi ma davvero in luoghi disposti in modo paratattico come la via crucis, il presepio vivente è unico, la via crucis è l'esempio è lo spettacolo medievale paratattico, con dei loci o sedes questi sono i termini da sapere i loci sono i luoghi anche della memoria, noi sappiamo chera medievale era considerata una delle abilità più importanti. Gli studenti e gli studiosi imparavano a memoria testi letterari, discorsi politici, trattati filosofici e persino intere opere teatrali. La tecnica più comune utilizzata per memorizzare i testi era chiamata "memoria artificiale". Questa tecnica coinvolgeva l'uso di immagini mentali e associazioni visive per collegare le parole e le idee del testo da memorizzare. Gli studenti creavano immagini vivide e fantasiose nella loro mente, collegando ogni parola o concetto a un'immagine specifica. Questo rendeva più facile ricordare il testo in modo sequenziale. Inoltre, la retorica medievale includeva anche l'uso di dispositivi mnemonici, come l'uso di rime, acronimi e schemi di parole per aiutare a ricordare informazioni complesse. Questi dispositivi aiutavano a organizzare e strutturare il testo nella mente dell'oratore o dello studente, facilitando così la memorizzazione e la recitazione. La memoria era considerata una delle sette arti liberali nel sistema educativo medievale, insieme alla grammatica, la logica, la retorica, l'aritmetica, la geometria e la musica. Queste discipline erano considerate fondamentali per lo sviluppo intellettuale e spirituale degli individui. In conclusione, nel mondo medievale la retorica e la memoria erano strettamente legate. La memorizzazione dei testi era una pratica comune e importante per gli studenti e gli studiosi, che utilizzavano tecniche come l'uso di immagini mentali e dispositivi mnemonici per facilitare il processo di memorizzazione.