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Parametro di classificazione, :
Sordi
● → corde vocali rilassate, l’aria passa liberamente, vibrazione più debole
Sonori
● → corde vocali tese, l’aria non passa liberamente, vibrazione più forte
nasalità
Parametro di classificazione, :
Suoni nasali, normalmente sonori, in cui il flusso d’aria viene fatto uscire dal naso e dalla bocca.
Suoni nasali → es. can, mat, sang Suoni orali → es. cat, bat, sag
ostacolo
Parametro di classificazione, tipo di nella produzione:
● Ostruenti (prodotti con il bloccaggio totale o parziale dell’aria)
○ Occlusivi (plosivi) → ostacolo completo (suoni “b” o “p”)
Fricativi
○ → suono bloccato da una fessura molto stretta (suoni “f” o “s”)
stridenti
i fricativi che producono una frizione più forte sono gli (suono “z”)
gli altri fricativi sono chiamati non stridenti (suono “f”)
Affricati
○ → iniziano come occlusivi e terminano come fricativi (suoni “ts” o “dz”)
● Non-ostruenti (classe dei sonoranti, suoni sonori in cui il flusso d’aria esce abb. liberamente, liquidi)
○ Laterali → l’aria esce ai lati della bocca (suoni “l” “gl”)
Vibranti
○ → vibrazione della lingua o dell’ugola (suono “r”)
Classificazione delle semiconsonanti:
Organi articolatori avvicinati senza contatto. Due in italiano → “j” (palatale) e “w” (velare)
J e W sono semiconsonanti quando sono seguite da una vocale tonica (es. “piede) e semivocali quando seguono
una vocale tonica (es. “sei”). Sono una via di mezzo tra le vocali e le consonanti.
Classificazione delle vocali:
Prodotti senza ostacolo. Non classificabili in base al modo di articolazione o agli organi coinvolti.
● Altezza della lingua:
posizione alta → chiuse (“i”, “u”) posizione bassa → aperte (“a”)
posizione medio-alta → semi-chiuse (“e”, “o”) posizione medio-bassa → semi-aperte
● Avanzamento/arretramento della lingua:
Vocali anteriori → lingua in posizione avanzata (“i”, “e”)
Vocali posteriori → lingua in posizione arretrata (“u”, “o”)
Vocali centrali → lingua in posizione centrale (“a”)
● Arrotondamento delle labbra:
Arrotondate (“o”, “u”) o non arrotondate (“e”, “i”)
● Vocali tese o rilassate:
Presenti specialmente nelle lingua inglese e tedesca
Dittonghi e trittonghi:
Combinazioni di vocali con semivocali o semiconsonanti. (le SC e SV non funzionano senza supporto) Due tipi:
● Dittonghi → Una vocale ed un approssimante.
Ascendenti (app. seguita da vocale) e discendenti (vocale seguita dall’app.)
Semiconsonanti → sempre ascendenti Semivocali → sempre discendenti
● Trittonghi → più di un elemento sonorante, non consonante (es. “miei”)
● Iato → due vocali appartenenti a sillabe diverse (es. “idea”)
4 - Fonologia
Fonologia → Determina la selezione dei suoni e regole che governano il loro raggruppamento
(Unità minima = fonemi)
Fonetica → Studia l’articolazione dei suoni e la loro produzione (Unità minima = foni)
Quando alcuni cambiamenti di suono provocano un cambiamento del senso sono chiamati → Fonemi
Individuazione di un fonema tramite → prova di commutazione (minimal pair - coppie minime)
due parole identiche ad eccezione di un suono (es. “Casa”/”Cassa”)
La geminazione (prolungamento della consonante) ha una natura fonologica in italiano
La nasalizzazione invece non ha natura fonologica in italiano (in francese si)
Fonema
→ suoni distinti che provocano cambiamento di senso = crea distribuzione contrastiva
Allofono → suoni distinti che non provocano cambiamento di senso = crea distribuzione complementare
Ci sono casi in due suoni simili foneticamente che non provocano cambiamento di senso = distribuzione libera
Notazione fonetica → [ ] Notazione fonologica → / /
Le vocali sono i suoni più sonori della lingua. La loro funzione sonorante le rende il nucleo della sillaba.
Sillaba → più piccola unità di organizzazione dei suoni di una lingua.
(le sillabe, con le vocali, permettono al parlante di respirare)
attacco rima
Le sillabe sono composte da → L’ e la . La consonante successiva alla vocale è chiamata coda
La sillaba è:
● Aperta, se priva di coda (finisce quindi con una vocale)
● Chiusa, se contiene una coda (finisce quindi con una consonante)
Fonotattica → regole che governano le combinazioni di segmenti
Alcune combinazioni di consonanti non sono possibili a livello articolatorio o anatomico → assenze sistematiche
causali
Vi sono anche delle assenze , senza natura anatomica o articolatoria.
La sillaba viene formata con → 1) formazione del nucle 2) formazione dell’attacco 3) formazione della coda
Fatti soprasegmentali → caratteristiche non dipendenti dalla divisione sillabica in segmenti:
Lunghezza
● (durata temporale dei suoni) - sonno/sono
La lunghezza può creare un contrasto nel senso. In italiano col variare della lunghezza consonantica.
● Accento (proprietà della sillaba, la sillaba tonica è più prominente) - àncora/ancòra
Ha una natura contrastiva, provoca un cambio di senso
● Intonazione (altezza tonale dei suoni)
Distinzione tra frasi interrogative o affermative in italiano. In alcune lingue crea anche diff. semantiche.
5 - Morfologia
I suoni, nelle lingue umane, sono associati ad un senso.
Le parole hanno quindi un contenuto lessicale ed un contenuto grammaticale.
lessicale
Contenuto → Definizione del concetto nel dizionario. Associazione all’elemento concreto o astratto.
Contenuto grammaticale → Informazioni grammaticali (numero, genere, caso, …)
(il contenuto grammaticale è variabile, quello lessicale solitamente no)
morfema
Il è l’elemento più minimale che contiene un senso. Le parole delle lingue sono formate da morfemi.
Nelle lingue flessive un morfema può contenere più informazioni grammaticali.
(es. “Gatto” → due morfemi - radice “Gatt-” e suffisso “-o”, inf. grammaticali genere, numero e caso)
La morfologia studia la struttura della parola. Per parola si intende:
● La combinazione di elementi minori dotati di significato (i morfemi)
● Costituita spesso intorno ad una base lessicale
● Una entità autonoma nella lingua
● Una forma che può rappresentare isolatamente un segno linguistico compiuto
All’interno della parola l’ordine dei morfemi è fisso (non possono essere invertiti e/o cambiati)
Allomorfo → variante di un morfema (es. l’articolo definito plurale → “i” e “gli” - allomorfi dello stesso morfema)
.
Criteri di classificazione dei morfemi italiani:
● Criterio dell’indipendenza
○ Morfemi Liberi → indipendenti, non hanno bisogno di altri morfemi per essere grammaticali
(es. “cane”, “sera”, “scrivania”, …)
○ Morfemi Legati → non possono essere indipendenti, necessitano di altri morfemi
(es. “ebbe” in “canterebbe”, “ono” in “possono”, ...)
I morfemi grammaticali sono solitamente legati
● Criterio della posizione dei morfemi
○ Prefissi → Precedono la radice o la base
○ Radice → unità minimale che contiene il senso
○ Base → unità che contiene la radice ed altri morfemi
Suffissi
○ → vengono aggiunti dopo la radice o la base
(es. “Inattivo” → [in + [attivo]] - prefisso aggiunto alla base attivo - 4 morfemi = in-att-iv-o)
Processi morfologici:
● Derivazione: processo che può creare una nuova categoria lessicale
es. N → A → V = “centro” → “centrale” → “centralizzare” ….
Flessione:
● modifica o aggiunge alla radice o alla base delle informazioni grammaticali
(non cambia la categoria del morfema)
es. Genere: “bello” → “bella” (maschile → femminile)
Numero: “bello” → “belli” (singolare → plurale)
● Composizione: forma parole nuove a partire da due parole esistenti
es. “Capo” + “Stazione” → “Capostazione”
6 - Pragmatica
Le parole possono esprimere qualcosa di più rispetto al semplice significato letterale.
Il contesto può influenzare il significato della parola.
Semantica → studia il significato letterale espresso dal parlante
Pragmatica → studia l’informazione che il parlante trasmette e le azioni che compie quando parla
Atti linguistici (sono normalmente compresenti):
1. Atti locutori → pronuncia di determinate parole e sintagmi (enunciazione)
2. Atti proposizionali → riferimento alle entità e predicazione di determinate proprietà in merito ad esse
(predicazione → verbo + soggetto / un azione)
3. Atti illocutori → un constatazione, ordine, consglio, etc. (non necessitano di una forma proposizionale)
4. Atti perlocutori → produzione di un determinato effetto sull'interlocutore
es. “Maria ha scritto il racconto?” → contiene tutti gli atti linguistici
(l’atto proposizionale è l’unico che non si realizza sempre → espressioni non predicative “Gianni!Che disastro!)
Interpretazione → modo di associare gli elementi del linguaggio ad elementi del mondo reale
(l’atto linguistico presuppone una conoscenza di fondo tra parlante ed interlocutore)
Contesto → situazione (insieme di fattori extralinguistici: sociali, ambientali, psicologici…)
Distinzione tra:
● Ciò che il soggetto dice esplicitamente (sintassi + semantica, processi contestuali)
● ciò che il soggetto assume implicitamente (principi razionali, massime che governano la conversazione)
Nonostante la parte implicita della comunicazione, che può influenzarla, quest’ultima è guidata dalla
Massime
“Logica della conversazione” (Paul Grace) → :
1. Massima della quantità → fornire l’informazione necessaria (né troppa né poca)
2. Massima della