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Forme dell'articolo indeterminativo

UN = si premette ai nomi maschili che iniziano per consonante tranne quelli per z, x, pn, gn, sc; si premette anche ai nomi maschili che iniziano per vocale o semiconsonante u/w.

UNO = si premette ai nomi maschili che iniziano per s, z, x, pn, gn, sc, con il medesimo uso dell'articolo determinativo LO.

UNA = si premette ai nomi femminili elidendosi in UN secondo l'uso dell'articolo LA. Non ha forme plurali ma si possono usare i partitivi: dei, degli, delle; o gli aggettivi: qualche, alcuni, alcune.

Usi particolari degli articoli

La presenza o l'assenza dell'articolo davanti ad un nome è in rapporto con le differenze di significato.

Nomi geografici: nomi di città e di piccole isole non vogliono l'articolo, lo assumono solo se sono accompagnati da un attributo o da un complemento. Richiedono l'articolo nomi di monti, fiumi, laghi. Prendono di regola l'articolo i nomi di isole grandi, regioni, stati.

continenti. Nomi propri di persona: rifiutano l'articolo. Possono averlo quando sono usati in senso traslato o se accompagnati da un nome o da un aggettivo. I cognomi di donne richiedono l'articolo così come i plurali dei cognomi. L'uso dell'articolo davanti al cognome si conserva nelle cronache giornalistiche e nel linguaggio burocratico. Davanti ad alcuni cognomi famosi prevale la forma senza articolo; per i personaggi più celebri possono o no avere l'articolo. L'articolo è sempre presente davanti agli appellativi di patria.

AGGETTIVO POSSESSIVO: l'articolo si omette davanti ai nomi di parentela preceduti da un aggettivo possessivo che non sia LORO. Si usa quando i nomi di parentela sono al plurale o accompagnati da attributi o dal possessivo. Chiedono l'articolo i diminuitivi e gli affettivi. Non vogliono l'articolo gli appellativi preceduti da vostra e sua.

OMISSIONE DELL'ARTICOLO. L'articolo viene omesso:

locuzioni avverbiali. Es in fondo, di proposito

espressioni che hanno valore di avverbi qualificativi. Es. con audacia

complementi di luogo. Es. tornare a casa

nomi che formano con il verbo una sola espressione. es. sentire freddo

locuzioni in cui il sostantivo integra il significato dell'altro. es carte da gioco.

espressioni modali. Es. in pigiama

frasi proverbiali. Es. buon vino fa buon sangue

titoli o capitoli di libri. Es. grammatica italiana

per brevità nei linguaggi telegrafici o pubblicitari

si può omettere nelle preposizioni introdotte da senza. Es. girare senza (una) meta.

PREPOSIZIONI ARTICOLATE.

Quando l'articolo è preceduto dalle preposizioni di, a, da, in su, con, si unisce al esse dando luogo alle preposizioni articolate.

L'ARTICOLO PARTITIVO

Ha la funzione di indicare una parte, una quantità indeterminata (del dello, della, dei, degli, delle).

L'ORDINE DELLE PAROLE E DEI COSTITUENTI.

L'ordine

dei costituenti è il settore che si occupa delle norme che regolano la posizione degli elementi nella frase, interessando varie dimensioni: la collocazione della proposizione nel periodo, dei sintagmi nella proposizione, delle parole nel sintagma, dei morfemi delle parole; per cui possiamo parlare di ORDINE DEI COSTITUENTI. In italiano la possibilità di operare modifiche nell'ordine dei costituenti è molto limitata, non si può separare l'ausiliare dal verbo o l'aggettivo dal nome, cosa che invece può avvenire in altre lingue. L'ORDINE DEI COSTITUENTI DEL SINTAGMA: Il sintagma è costituito da una componente base detta testa e uno o più elementi che modificano e completano l'elemento testa. Nel SN possiamo chiamare determinato la testa nominale; determinante ciò che la modifica. L'italiano presenta l'ordine determinato + determinante, cioè una struttura progressiva, l'inglese invece l'ordinestruttura comunicativa e alle esigenze del contesto).

situazione comunicativa.

DISLOCAZIONE A SINISTRA:

In una frase non marcata in genere, il soggetto è:

  • collocato in posizione iniziale;
  • è il tema dell'enunciato;
  • un elemento noto agli interlocutori.

Il predicato è l'elemento nuovo o rema. La dislocazione a sinistra tende a sottolineare un elemento diverso del soggetto.

Tematizzazione: sottolineare che un costituente è il tema della frase.

Particolarità della DISL.SX:

Non sono possibili dislocazioni parziali, se spostiamo ad es. un complemento oggetto dobbiamo spostare anche tutti i suoi modificatori.

Costruzione con tema sospeso: si ha quando l'elemento dislocato non è accordato grammaticalmente con il pronome con cui viene ripreso, l'elemento di spicco della frase viene collocato in prima posizione.

DISLOCAZIONE A DESTRA:

  • Viene messo in secondo piano l'elemento tema, e in primo piano l'elemento nuovo (predicato verbale).
  • Quando il tema non sembra essere in rilievo.

,si completa l'enunciato con l'aggiunta del tema.

Frase scissa:COPULA + COSTITUENTE FOCALIZZATO +CHE + RESTO DELLA FRASE

La frase scissa suddivide l'informazione in due blocchi distinti, isolando l'informazione nuova dal resto dell'enunciato.

Pseudoscissa:introduttore + verbo essere + copula +costituente focalizzato;es. quello che non capisco è perché si comporti cosi.

POSIZIONE DEL SOGGETTO:

Il soggetto nelle frasi non marcate precede il verbo.

In alcuni casi in posizione postverbale non assume rilievo particolare (Frasi senza tema).

L'inversione del soggetto è comune :

  1. Costruzioni passive
  2. Verbi dicendi
  3. Con i verbi che introducono nuovi personaggi.

L'ordine verbo-soggetto è obbligatorio:

  • Quando la frase e introdotta da una cong. avv. o pron. Interrogativi.
  • Quando il V e il compl. ogg. non sono separabili
  • Quando si può confondere il soggetto dall'oggetto e preferibile mettere prima il
soggetto. POSIZIONE DELL'AGGETTIVO NEL SINTAGMA NOMINALE: L'aggettivo in genere è posto dopo il nome. La collocazione postnominale non è uguale a quella prenominale: 6. Differenza semantica: NA= indica in modo più oggettivo una caratteristica di N; AN= maggiore soggettività di giudizio. 7. Differenza di funzione: NA= l'aggettivo a funzione restrittiva; AN= l'aggettivo a funzione descrittiva. 8. Differenza di Atteggiamento del parlante: AN= maggiore coinvolgimento emotivo. 9. Differenza di registro: AN= tentativo di elaborazione stilistica del messaggio. In alcuni casi la diversa collocazione può modificare il significato. POSIZIONE DELL'AVVERBIO: Dipende dalla posizione che occupano nella frase e ne modificano il significato, tuttavia la posizione dell'avverbio è piuttosto libera. POSIZIONE DEL PARTICIPIO PASSATO: Tra un ausiliare e un participio passato si possono includere avverbi o alcune congiunzioni. LA POSIZIONE DELL'INFINITO: Sitrova in apertura di frase e ripetuto in forma coniugata all'interno della stessa frase. LINGUA E DIALETTI IN ITALIA: Il latino si è frantumato in Italia in una molteplicità di dialetti che si possono suddividere in gruppi in base a caratteri linguistici (soprattutto fonologici ma anche lessicali, morfologici, sintattici). Successivamente, lo svolgersi degli eventi, ha fatto sì che in varie zone della Romania singoli dialetti emergessero e si imponessero su altri diventando lingue. Così in Italia il dialetto fiorentino del trecento è diventato la lingua Italiana; in Francia il dialetto dell' Ile de france è diventato il francese; in Spagna il dialetto Casigliano è diventato lo spagnolo. DIFFERENZE TRA DIALETTO E LINGUA: Come l'italiano, i nostri dialetti riflettono tradizioni e culture nobili; possiedono un lessico e una grammatica: sono diventati a tutti gli effetti lingue. La lingua differisce dal dialetto per fatti esterni (prestigio sociale,codificazione, ecc..) non differisce invece il sistema linguistico (strutture morfosintattiche, lessicali). Lingua e dialetto non si possono considerare come fattori separati ma intermedi. Lo scambio tra lingua e dialetto in realtà è biunivoco. L'italiano assume in realtà dai dialetti, per questo si sono creati gli "ITALIANI REGIONALI", che stanno tra la lingua e il dialetto. ITALIANO REGIONALE: È una varietà di italiano, con particolarità regionali (pronuncia, lessico, morfosintassi). DIALETTO: È usato in un'area circoscritta rispetto alla lingua, la quale appare in un'area più vasta. I motivi di tale espansione sono di carattere culturale in Italia; politici in Francia e in Spagna. In Italia le opere di Dante, Petrarca e Boccaccia diedero un grande prestigio al fiorentino del trecento, che in seguito fu adottato dalle persone colte e dai centri di potere della penisola. In Francia e Spagna invece, il potere monarchico.impose di diffondere il dialetto cortigiano. L'espansione della lingua parlata su un'area più ampia, il fatto che tale lingua possa essere scritta dai letterati, la circostanza che porta a imporre regole grammaticali e insegnata nelle scuole, tutti questi fattori tendono a differenziare la lingua dal dialetto. I fattori che distinguono la lingua dal dialetto sono: 1. la lingua subisce una codificazione, vale a dire che si operano delle scelte tra forma concorrenti e quindi si propongono dei modelli: ciò non avviene nei dialetti. 2. la lingua possiede un uso scritto, che manca nei dialetti. 3. la lingua gode di prestigio sociale rispetto ai dialetti. 4. la lingua ha acquistato una dignità culturale rispetto ai dialetti. Tuttavia l'unico criterio che ci fa distinguere la lingua dal dialetto è la minore estensione geografica di quest'ultimo. Lingua nazionale: si intende il sistema linguistico adottato da una comunità, costitue
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A.A. 2007-2008
45 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher trick-master di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Tavoni Mirko.