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LE TERAPIE BASATE SULLA MENTALIZZAZIONE CON I BAMBINI ADOTTATI E LE LORO FAMIGLIE (MULLER, GERITS, SIECKER)

Queste terapie (che fanno riferimento ai MBT-F) spesso sono in abbinamento con la terapia di gioco MBT per i bambini piccoli o con la terapia di gruppo MBT per gli adolescenti adottati.

L'impatto dell'esperienza precoce sui bambini adottati

Sono state osservate differenti conseguenze evolutive a lungo termine nel modo in cui i bambini adottati sono in grado di relazionarsi con se stessi e con gli altri. Tali differenze dipendono dalla natura delle condizioni vissute precedentemente all'alcollocamento in famiglia, dalle vulnerabilità e dai punti di forza di un bambino e dalle condizioni della famiglia adottiva. I bambini adottati hanno maggiori probabilità di sviluppare: attaccamento disorganizzato, deficit di attenzione e iperattività (DDAI), disturbi da comportamento dirompente (ex disturbo della condotta), disabilità nell'apprendimento. Tutti

I bambini in fase di latenza dipendono, durante lo sviluppo, dalle capacità di funzionamento riflessivo dei loro genitori. I bambini adottati spesso mancano di queste esperienze nei loro primi anni di vita e ciò può inibire la loro capacità di sentirsi compresi, ritardando questo specifico aspetto del loro sviluppo emotivo e rendendo loro difficile l'utilizzo delle rappresentazioni o delle riformulazioni del genitore.

MBT-F con i bambini adottati e le loro famiglie

Uno degli obiettivi è sostenere gli sforzi dei genitori e degli insegnanti per comprendere il comportamento del bambino adottato. Un altro obiettivo è aumentare la comprensione reciproca e migliorare la sintonia all'interno della famiglia. Presumibilmente, è la capacità dei genitori di tollerare e regolare le proprie esperienze interiori affettive che consente loro di tollerare e regolare queste esperienze nel figlio. È molto importante supportare i genitori

dei bambini adottati che spesso possono mettere in dubbio la propria competenza genitoriale, sentirsi delusi e impotenti. I genitori adottivi spesso trovano difficile stabilire dei limiti chiari per i loro figli. Alcuni genitori sono così concentrati sull'essere i migliori genitori possibili, che tendono a vedere ogni errore come un fallimento; non mostrano le proprie emozioni né fanno emergere i propri bisogni; questo ha un enorme effetto sul funzionamento riflessivo dei genitori e quindi sulla relazione tra loro e i figli. Nella nostra esperienza, il MBT-F si è rivelato utile per i bambini adottati soprattutto quando è applicato simultaneamente alla terapia di gioco MBT individuale, che si occupa di sostenere la consapevolezza dei sentimenti, dei pensieri e della loro esplicita mentalizzazione. I sentimenti di abbandono, perdita e incertezza preoccupano molti figli adottivi durante l'infanzia; questa suscettibilità esistenziale influenza a

Un livello veramente fondamentale la capacità dei bambini adottati di fortificare la relazione di attaccamento con i loro genitori adottivi (possono ipo/ipermentalizzare). Una parte essenziale della terapia di gioco MBT è imparare a regolare le emozioni; alcuni bambini affrontano i problemi funzionando principalmente nella modalità dell'equivalenza psichica, faticano ad utilizzare l'immaginazione mentre giocano e nascondono questa mancanza con un comportamento caotico e impulsivo; altri bambini funzionano principalmente nella modalità del far finta, il loro gioco può essere pieno di fantasia ma allo stesso tempo privo di emozioni e ripetitivo.

IL TRATTAMENTO BASATO SULLA MENTALIZZAZIONE (MBT) È UNA RISPOSTA PER L'AUTOLESIONISMO NEGLI ADOLESCENTI? (TRUDIE ROSSOUW)

L'autolesionismo si riferisce ad azioni volte a far del male a se stessi, tra cui: procurarsi tagli, bruciarsi, avvelenarsi, procurarsi un'overdose, tentare di impiccarsi,

buttarsi da luoghi elevati… l'autolesionismo può esprimere o no l'intenzione di morire. Nonostante siano situazioni diverse, spesso c'è una grande sovrapposizione tra queste due forme di autolesionismo; ad esempio, l'autolesionismo è il più grande predittore singolo del suicidio portato a compimento. Percentuali maggiori di autolesionismo sono state associate a: genere femminile, conflitto familiare, stile genitoriale giudicante, alienazione parentale, problemi di salute mentale nei genitori, storia di abuso fisico e sessuale; depressione, ansia, pensiero ruminante/negativo. L'autolesionismo nel contesto della mentalizzazione Quando le rappresentazioni del bambino da parte del caregiver sono fondate su attribuzioni non sintonizzate, il neonato interiorizzerà delle rappresentazioni non accurate di se stesso, quindi la rappresentazione secondaria nella sua mente sarà aliena rispetto al suo stato mentale autentico ealla sua intenzionalità. Questa rappresentazione aliena, comunque, diventa parte del concetto interiore di sé ed è stata chiamata da Fonagy (2000) "sé alieno". Ripetute esperienze di questo tipo condurranno alla fine a una situazione in cui la mente del neonato o del bambino piccolo è dominata dal sé alieno. L'esperienza interiore del sé alieno è simile all'esperienza di un persecutore interno, ossia l'esperienza costante di critica interiore, odio verso se stesso, mancanza di conferma interna e aspettativa di fallimento. Il sé è odiato e, attraverso le lenti proiettive del sé alieno, il mondo esterno può essere percepito come potenzialmente ostile, umiliante e aggressivo. In uno stato interiore dominato dal sé alieno, in cui le rappresentazioni interne sono incongruenti con le esperienze personali, le rappresentazioni degli altri saranno allo stesso modo inaccurate e, quindi,

Condurranno all'esperienza per cui il mondo relazionale non ha senso e non è prevedibile o gestibile. In questo modo il sé alieno può ostacolare lo sviluppo della mentalizzazione. In tale prospettiva, l'autolesionismo è inteso sia come sintomatico di un deficit nella capacità di mentalizzare, sia come un tentativo di liberare il sé dal sé alieno. Quindi l'autolesionismo rappresenta un modo concreto per gestire emozioni forti, nel contesto di un crollo della capacità di occuparsi degli stati mentali propri e altrui. In questa modalità non mentalizzante, "parti del corpo possono essere considerate equivalenti a specifici stati mentali e possono, quindi, essere letteralmente rimosse in modo fisico". Quindi la regola aurea è creare un'alleanza empatica, in questo modo noi stabiliamo un contatto empatico con il sé autentico che, a sua volta, crea un'esperienza di sicurezza.

nell'alleanza e fornisce una tregua dall'attacco del sé alieno. Il trattamento basato sulla mentalizzazione per adolescenti MBT-A Il MBT-A è una versione modificata del trattamento basato sulla mentalizzazione per adulti. È un modello di trattamento strutturato e manualizzato, che comprende una seduta monosettimanale di MBT individuale per adolescenti, associata a una terapia basata sulla mentalizzazione per famiglie MBT-F a frequenza mensile o bimestrale. L'obiettivo principale del MBT-A è aiutare i ragazzi e le loro famiglie a migliorare la loro consapevolezza degli stati mentali propri e altrui, attraverso il potenziamento della capacità di mentalizzazione. L'enfasi è sul miglioramento della loro comprensione degli stati mentali e dei processi che guidano il comportamento e i pattern relazionali, in contrapposizione all'esplorazione del contenuto inconscio che guida questi stati o all'applicazione di strategie.comportamentiste di gestione di sintomi comportamentali specifici di disagio. Il concetto fondamentale sottostante alla pratica del MBT è che le difficoltà nel comportamento e/o il conflitto familiare crescente sono il risultato abituale di un fallimento nella mentalizzazione. L'impatto del fallimento della mentalizzazione sulla regolazione emotiva è centrale per la comprensione di questi processi. Il MBT propone che il fallimento della mentalizzazione possa provocare una disregolazione affettiva all'interno di un individuo, che a sua volta produce un ulteriore fallimento della mentalizzazione. Questa disregolazione emotiva raramente è presente nell'individuo come in una bolla isolata, dalla quale tutti gli altri sono risparmiati; al contrario, l'emergere della disregolazione e il fallimento della mentalizzazione migrano all'interno del mondo interpersonale del soggetto, dove molte relazioni cadono preda del fraintendimento e del conflitto.

Conflitto interpersonale crescente. Il MBT-A consiste in una fase di valutazione e in tre fasi di trattamento:

  • La fase di valutazione dura più o meno 2 sedute e ha lo scopo di giungere a una formulazione psicologica delle difficoltà del ragazzo e della sua capacità di mentalizzare. Alcuni disturbi sull'asse I possono necessitare di un trattamento farmacologico.
  • La fase iniziale comincia con l'incontro di restituzione, nel quale al ragazzo viene presentata una restituzione scritta; nell'incontro con la famiglia, la restituzione non è presentata in formato scritto, ma costituisce la base di una discussione. L'obiettivo della restituzione è quello di illustrare le difficoltà attuali in termini mentalizzanti e relazionali; un altro obiettivo è anche quello di fornire ai ragazzi e alle loro famiglie un'immagine di se stessi che li faccia sentirsi compresi; inoltre, si inizia a delineare un percorso di trattamento.
All'incontro di restituzione con la famiglia seguel'incontro psicoeducativo. - l'obiettivo della fase centrale è di migliorare la mentalizzazione nei ragazzi e nelle loro famiglie, il che includerà la capacità di diventare maggiormente consapevoli degli stati mentali altrui; un altro obiettivo è aiutare i ragazzi e la famiglia ad avere un migliore controllo sugli impulsi. - nella fase finale ci si propone di consolidare i risultati raggiunti nella terapia, preparando il ragazzo e la sua famiglia all'indipendenza e supportando il giovane verso l'assunzione di una maggiore responsabilità. LEZ 16 REGOLAZIONE EMOTIVA La regolazione emotiva intesa come la capacità di mantenere l'organizzazione comportamentale a fronte di elevati livelli di tensione mobilitati da emozioni positive e negative (Siegel, 1999; Sroufe, 1995; Tronick, 1989). Competenze precoci di regolazione del bambino sono presenti fin dai primi mesi.

(AUTOREGOLATORIE ED ETEROREGOLATORIE). Bambino come sistema autoorganizzantesi con competenze precoci a livello percettivo, cognitivo e di comunicazione affettiva. Paradigma volto immobile-Still Face (Brazelton, Tronick, 1978; Tronick, et al., 2005) con bambini di 3-4 mesi, fino ai 9 mesi

PRIMO EPISODIO (tre minuti circa): baseline Interazione faccia a faccia madre/bambino

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
67 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ireneluparini di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Dalla diagnosi alle indicazioni del trattamento clinico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Riva Crugnola Cristina.