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Lezione 7 – 28 ottobre
I costi delle guerre
Tutte queste guerre erano guerre molto impegnative e dispendiose, che spesso venivano combattute su più fronti e che quindi incidevano pesantemente sul bilancio degli stati. La Gran Bretagna è il paese che esce vittorioso da tutte queste guerre però i costi si ripercuotono anche sul suo bilancio. È costretta ad accrescere il suo gettito fiscale, quindi il gettito fiscale medio annuo passò da 3,6 milioni di sterline annui durante la guerra della Lega di Augusta a 8,6 durante quella dei 7 anni. Nel giro di pochi anni (fine '600 – metà '700, ca. 60 anni) ci si trova a quasi triplicare la riscossione delle varie imposte. Il debito nazionale aumentò da 16,7 milioni di
Sterline nel 1697 (anno della Guerra della Lega d'Augusta) a 132,6 nel 1763 (quasiotto volte tanto) e la spesa militare, che era quella più importante per lo stato (che in età moderna non offriva molti servizi alla sua popolazione) costituiva circa il 70% del totale, ma come quota del reddito nazionale salì dal 9% del 1710 al 14% del 1760.
In questa fase il Regno Unito inizia il suo grande progresso che poi sfocerà nella Rivoluzione Industriale, che è favorito dalla crescita notevole dei traffici. Se abbiamo una netta crescita del gettito fiscale, un debito dello stato che diventa molto pesante, abbiamo allo stesso tempo una crescita del reddito nazionale (PIL dello stato) e di conseguenza i costi della guerra incidono pesantemente sul reddito nazionale, ma comunque in misura contenuta.
Tatiana Vlas, 2021 ©
La Gran Bretagna riesce a sostenere una tale situazione di squilibrio e di debito pubblico (nonostante l'obiettivo comune a tutti gli
Stati di mantenere la bilancia in equilibrio) perché godeva di un sistema di riscossione delle imposte estremamente efficiente, centralizzato; era lo Stato stesso che si occupava di raccogliere e gestire le imposte: se oggi questo è normale, in età moderna questo non era così comune. Spesso gli stati affidavano in appalto o con altri patti l'esazione delle tasse a dei privati (banchieri e altre persone facoltose), che davano allo stato l'importo che lo stato voleva ottenere da una determinata imposta (in rate o subito), per poi occuparsi personalmente della riscossione delle imposte. Ciò determinava un guadagno non indifferente. Nel momento in cui chi aveva l'incarico di acquisire queste imposte, le esigeva dal contribuente, poteva "allargarsi", porre un surplus che gli permettesse di guadagnare di più. Questo non andava a vantaggio dello stato. Capitava anche che i banchieri si mettessero d'accordo per abbassare le
offerte così che fosse più facile ottenere l'incarico per determinate imposte. Una cifra considerevole si ricavava dalle imposte indirette su beni di consumo, ciò era comune in età moderna, dove era difficile riuscire a quantificare il ricavato dei beni immobili e delle campagne, non c'era un sistema di misurazione molto preciso (non esisteva il catasto, ovvero un censimento di tutte le proprietà con le loro dimensioni, delle mappe che indicassero esattamente i loro confini, quali erano le colture praticamente su quei terreni, ecc.). Questo si comincia ad applicare a partire dalla metà del '700. Era difficile applicare imposte anche sull'attività commerciale e imprenditoriale, essendoci lavoro decentrato nelle campagne e c'erano ceti sociali, ovvero nobiltà e clero, che non pagavano le tasse, nonostante fossero quelli che possedevano le maggiori proprietà terriere. In altri luoghi invece venivano.pagate, come nella Repubblica di Venezia, dove però c'era un sistema facilmente eludibile e dove le imposte dirette venivano pagate solo quando c'era una determinata necessità, per esempio quando lo stato era in una situazione di difficoltà. L'esazione delle imposte dirette era complessa. L'Inghilterra applicava le imposte dirette a tutti, anche se non in maniera equa. 1/3 delle entrate proveniva da dazi su merci coloniali e bevande alcoliche; i consumi nel corso del '700 si accrescono, almeno per il ceto medio, aumenta quindi il gettito in generale. Poteva contrarre prestiti più facilmente e a tassi più agevolati con emissione di debito pubblico nei mercati finanziari e attraverso la Banca d'Inghilterra creata nel 1694. Questa banca aveva come compito fondamentale quello di finanziare il debito pubblico, prestando denaro allo stato. Ben presto avrà anche la possibilità di emettere moneta. È una
banca "moderna" al servizio dello Stato, la prima a nascere in tutto il mondo.C'era quindi una somma di situazioni favorevoli che consentivano alla Gran Bretagna di risolvere più facilmente di altri paesi la situazione debitoria.
La guerra d'indipendenza americana
Il Parlamento inglese pensò di scaricare una parte dei costi delle guerre sulle colonie, piuttosto che inasprire le imposte sulla madrepatria. Il problema è che le colonie americane, su cui veniva scaricata maggiormente la tassazione, erano abitate prevalentemente da inglesi trasferitisi nelle colonie del nord America e, in parte minore, da popolazioni europee, che quindi in fondo si sentivano di far parte della madrepatria, non si sentivano un corpo estraneo. "no taxation without representation".
La reazione dei coloni americani fu però dura. Essi si opposero infatti all'imposizione di tale tassazione: l'intenzione era quella di pagare le tasse soltanto se
Riconosciuti come cittadini della madrepatria, ovvero se rappresentati in parlamento. Questo è uno dei primi motivi di scontro tra Gran Bretagna e colonie. Un altro motivo di contrasto era dato dal fatto che la Gran Bretagna cercò anche di limitare le spinte di ampliamento dei territori occidentali (che desideravano spingersi all'interno per occupare nuovi territori) in modo da evitare scontri con i nativi. La GRAN BRETAGNA fa quindi di tutto per impedire agli americani di espandersi. Le colonie riuscirono ad aprirsi all'espansione soltanto dopo la Guerra d'Indipendenza, arrivando nell'Ottocento a "chiudere la frontiera", spingendosi verso Ovest fino a raggiungere la costa del Pacifico e ad occupare un territorio molto vasto nell'America Settentrionale, raggiungendo così il loro obiettivo. Questi motivi di malcontento portano allo scontro. Tutto ciò risultò inaccettabile per i coloni americani.
che rappresentavano rispettivamente il clero, la nobiltà e il terzo stato. Durante la Rivoluzione Francese, il terzo stato si ribellò contro l'oppressione della monarchia e rivendicò i propri diritti. La Rivoluzione portò alla caduta della monarchia e all'instaurazione della Repubblica. Durante questo periodo, furono introdotte importanti riforme sociali e politiche, come l'abolizione dei privilegi nobiliari e l'istituzione dei diritti dell'uomo e del cittadino. La Rivoluzione Francese ebbe un impatto significativo sulla storia europea e mondiale, influenzando i movimenti di emancipazione e l'affermazione dei principi di libertà, uguaglianza e fratellanza.un'entità indefinita che andava dai contadini fino ai grandi banchieri non nobili. La borghesia quindi si oppone a questa situazione dando l'innesco alla rivoluzione, che è importantissima perché scardina completamente l'organizzazione sociale e politica degli Stati, portando cambiamenti anche nei paesi non direttamente interessati, facendo sì che le cose non siano più le stesse in tutta l'Europa occidentale. L'indipendenza degli Stati Uniti d'America (USA) è molto importante: crea i presupposti per una grande potenza, ma anche ha delle ripercussioni importanti per la Francia e per tutto il mondo. Con la Rivoluzione francese si annullerà quello che era il vecchio sistema di Anticoregime: l'antico modo con cui si ordinava la società, secondo un'ineguaglianza tra i diversi gruppi sociali. I nobili avevano tutti i diritti, la popolazione normale aveva molti meno diritti. Sarà la borghesia adiniziare la Rivoluzione francese. Si innescherà poi anche la rivoluzioneindustriale, con una forte trasformazione dal punto di vista economico: il periodo tra 700-800 è un periodo di grandissimi cambiamenti, nel mondo occidentale.
Colonie inglesi, francesi e spagnole nel Settecento
C'è una trasformazione nei possedimenti prima e dopo la Guerra d'Indipendenza americana, che cambia alcuni equilibri:
- Perdita delle colonie inglesi
- Acquisizione di alcuni territori all'interno dell'America Settentrionale da parte della Francia
- Compensazioni e scambi tra Francia e Spagna
- Rafforzamento della posizione inglese in India
- Mantenimento del controllo del Centro-Sud America e delle Filippine da parte della Spagna
- Contrazione della posizione olandese in oriente
- Inizio '800: ribellione dell'America latina alla Spagna, che abbandonerà tali territori.
L'India tra XVI e XVIII secolo
L'India nel XVI secolo fu conquistata dalla
dinastia Moghul che creò e resse un impero via via più esteso e potente, anche se difficile da sostenere nel lungo periodo. Tale dinastia migliorò le condizioni economiche del paese attraverso varie iniziative:- Sistema di tassazione a favore dell'agricoltura destinata a prodotti da reddito (cotone e canna da zucchero, particolarmente richiesti sui mercati internazionali) per favorire la commercializzazione dell'economia a livello internazionale e quindi l'ingresso di moneta nelle casse dello Stato.
- Produzione di tessuti di cotone era uno dei settori principali della manifattura indiana: si producevano mussole di elevata qualità, molto pregiate e morbide, e dunque molto richieste dal pubblico internazionale e soprattutto europeo.
- Produzione di tessuti pesanti destinati alla popolazione comune, che fossero resistenti, con uno forte smercio in Oriente, soprattutto in Cina.
strade e fiumi
- navigabili
- diversamente