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Christian Metz, padre della semiotica del cinema, mostra una distanza tra la
riproduzione del reale meccanica e la sua rielaborazione con mezzi tecnici,
dando vita all’analisi del cinema tramite gli strumenti della linguistica con il suo
testo Sintagmatica (i pezzi autonomi dei film sono sintagmi)
Ambiti di ricerca dell’UNIMI : primo tra essi è l’intervento del mondo cattolico
nella cinematografia e la sua gestione della censura, indagato da Subini nel
testo I Cattolici in Italia negli anni 40-70+ secondo progetto di ricerca è Comizi
d’Amore, in cui si indaga il ruolo del cinema nei discorsi sulla sessualità tra il 48
e il 78, portando in primo piano i discorsi rispetto alla storia delle istituzioni; in
particolare Anna Tonelli mette in luce l’omosessualità di Pasolini a partire dalle
pellicole del 46/9, creando un netto contrasto tra la scelta politica di aderire al
PCI e la sua sessualità, per cui verrà anche espulso dal partito nel 1949 dopo
che si appartò con due giovani ad una fiera di paese: nella denuncia si
sosteneva che egli tenesse “sovente conferenze e comizi”, di conseguenza lui
torna sulla vicenda con il film Comizi d’Amore in cui trasforma in tali i comizi
politici basati sull’odio ( nel film scartato Il Sogno di una cosa afferma come
“bisogni chiarire l’odio in comizi d’amore”)= in questo periodo però si colloca un
cambiamento radicale della situazione cinematografica e culturale italiana,
poiché come dichiara Indro Montanelli nel 1961 non si può condannare
l’erotismo nel cinema italiano poiché è diventato marca della cinematografia
nazionaleciò è una risposta al controllo della chiesa cattolica nell’ambito della
comunicazione e dei media, che con la sua moralizzazione e sobrietà ha portato
a non far esplodere i tabù come nelle altre nazioni ma poi ha causato la loro
esplosione in modo violento e repentino: le istituzioni di censura erano infatti
solo all’apparenza laiche, dato che come mostra la lettera di Giovanni De
Tomasi ad Andreotti, in cui si parla della visione al CCC di Un Tram chiamato
desiderio per la sua censura, si richiedeva oltre che la presenza di Galletto
anche quella di un parroco per il giudizio
Regime clericale 1948/68 : si tratta del periodo in cui la chiesa ha potere di
intromissione nelle faccende politiche italiane; Rossellini che si adatta al regime
cattolico viene premiato alla Mostra del cinema di Venezia, nel dopoguerra
infatti per un complesso sistema di condizioni favorevoli si ha la realizzazione di
un processo di riconquista cattolica, che però subito cade con una laicizzazione
della società dato dal Boom economico del 1958; si ha quindi una differenza tra
l’ethos prescritto e l’ethos collettivo, come mostrano le reazioni opposte alla
Legge Merlin del 58, in cui si vieta la prostituzione di stato e quindi si fa
mancare lo sfogo sessuale istituzionalizzato e legittimato, portando la
popolazione ad un rifiuto del moralismo e cercando un’opera in cui catalizzare la
loro frustrazione: quest’Opera è la Dolce Vita di Federico Fellini, che venne
accettata dalla Censura cattolica (che aveva scambiato con i Social Democratici
il settore dell’istruzione per quello cinematografico), grazie al fatto che Fellini,
sostituendo Rossellini per lo scandalo con la Bergman, era definito un regista
cattolico se dal 48/58 si ebbero problematiche nel sistema di Censura di
Andreotti, dal 58/60 crepe nella diga di Scalfaro, che portò alla nascita della
prostituzione nel 66/72 con l’apertura della prima sala a luci rosse in Italia nel
78: si ha un cambiamento nel potere clericale dal 60/6 comprendendo come
debbano negoziare e non imporre, dal 66/8 si ha il movimento studentesco e
rivoluzione sessuale, dal 68/78 si ha la caduta del tabù dell’osceno con Ultimo
Tango a Parigi e Gola Profonda= Consulich sostiene, nella sua Scalata al Sesso,
che il principio fu Federico, dando vita ad un modello di sessualità opposto a
quello manzoniano prefissato dai cattolici
Per la legge il concetto osceno si lega a quello di pudore: infatti viene detto
osceno ciò che urta il sentimento pubblico di pudore, che non è assoluto ma si
evolve sempre con la società; nel periodico cattolico Studi Cattolici nel 1958 si
sostiene che il sentimento del pudore vada inquadrato con quello dei cattolici in
Italia (dato che vi sono pochi a non dirsi tali) non in base alle dichiarazioni ma ai
concreti comportamenti= tal sentimento essendo in costante evoluzione
subisce un netto cambiamento nel dopoguerra per l’occidentalizzazione
dell’Italia con l’influenza socioeconomica americana, che innesta nella cultura il
concetto di tempo libero e di consumismo, dando vita al consumatore moderno,
che porta sempre più in là i limiti del pudore adattandosi alla cultura americana,
e porta ad una sessualizzazione del cinema che segue gli interessi del pubblico:
Andreotti in una sua intervista negli anni 80 mostra come per lui il principale
problema sia la violenza e le posizioni politiche estremiste, non l’apertura di
prospettive sentimentali, proprio per questo nel 1953 Scalfaro lo dichiara non
adatto a guidare il settore della censura cinematografica l’Italia si trova
spaccata politicamente tra due fazioni, la 1° è quella di Andreotti e dei
moderati, che combattono l’osceno fino al limite della cultura socioeconomica
americana e del modello economico e culturale italiano del periodo attuando la
politica del Compromesso (tentativo di creare il neorealismo cattolico), la 2° è
invece quella degli estremisti, guidati da Scalfaro, che scalzerà Andreotti al
potere nell’ambito della censura cinematografica nel 53, serrando le maglie
della censura e della moralità= questa prassi, identificata con la creazione di
una diga, verrà fatta crollare dalla Dolce Vita, liberando tutto quello che era in
essa contenuto e portando ad un repentino cambiamento nel paese italiano per
Ortoleva; infatti Barbanti dimostra come il processo di sessualizzazione in Italia,
paese moralista e rigido in cui la censura è guidata dalla componente clericale
(sono Andreotti e Galletto a giudicare nella sala del CCC un Tram chiamato
desiderio), quindi lontano dagli altri paesi europei in cui si hanno dibatti e
riflessioni sulla sessualità che portano ad un’evoluzione della rappresentazione
della sessualità nel cinema e non ad un’inversione completa di tendenza,
avvenga poiché la censura non colpisce le cause della formazione dell’osceno
ma le sue conseguenze; per questo dal 66 al 72 si ha il cambiamento di un
paese cattolico in uno esportatore di pornografia (68 Decameron di Pasolini con
pene in erezione)
Dopo il boom economico il cinema viene detto “immenso peccato” e Scalfaro fa
appello alla magistratura per ottenere una punizione di coloro che violarono il
pudore (caso di Pasolini con la Ricotta e del Trionfo Fuorilegge di Del Conte in cui
si invita a far coprire gli agenti così apprezzati solo da omosessuali): nel caso
della Dolce Vita di hanno 4 elementi innovativi: 1° è la presentazione di tutti gli
elementi che nella Sinossi di un vescovo di Milano al Cardinale Montini (futuro
Paolo VI) vengono indicati come motivi per non guardare il film, ovvero
Omosessualità-Amore libero-Tentativo di suicidio-Compiacimento di un padre
per la condotta dissipata del figlio-Orgia notturna-Spogliarello per capriccio-
Sfida all’ultimo residuo di pudore-baccanali di una diva in cerca di emozioni-
Scene di morbosità-Concubinaggio-perdita della dignità umana+ 2° concessione
del nullaosta al film in base allo statuto di autore di Fellini (2 oscar) creduto in
linea con la morale italiana+ 3° costituzione della base per film simili
avanguardistici+ 4° il pubblico educato all’edonismo sposta con tal film il limite
del pudore, dato che si basa sul comportamento realmente agito dalla
popolazione ( in Famiglia Italia, periodico cattolico, si descrive in modo distopico
il mondo creato dal cinema) Fellini dopo la Dolce Vita crea nel 1961 un film-
attacco contro coloro che avevano ostacolato la sua pellicola, in cui riporta in
modo ironico fatti reali come quello in cui Scalfaro portò i carabinieri di fronte ad
una donna per arrestarla poiché aveva scoperto le spalle per il caldo di Roma
( le aveva urlato che non era una donna onesta)+ in Divorzio all’Italiana di
Germi dello stesso anno mette in luce la risonanza della Dolce Vita, mostrando il
conflitto sottotraccia degli ultimi 10 anni che aveva portato a tagli-ricatti per
Rocco e i suoi fratelli e L’Avventura
La dolce vita : il film inizia con la contrapposizione tra sacro e profano che lo
caratterizzerà nella sua totalità: si ha infatti la presentazione della statua di
Cristo portata sopra le case di Roma da un elicottero (salvezza), guidato da
Marcello che chiede il numero a delle ragazze su una terrazza (dannazione),
subito seguito dal passaggio tra San Pietro e il Night Club+ altra manifestazione
sono le processioni presenti nella pellicola, che vanno da quella in cui si segue
Celentano cantando a quella in cui si esce dall’orgia notturna(tematica cara a
Fellini)= il film si organizza in 8 episodi, nel 1° l’incontro di Marcello con
Maddalena e il tentativo di suicidio di Emma, che si mostra come personaggio
debole e caratterizzato dalla pochezza (messo in un campo lungo contro lo
spazio asettico dell’ospedale), 2° scena della Fontana di Trevi e amore nella
suggestione della Roma notturna (intermezzo con la presentazione di Steiner),
3° falso miracolo, in cui una donna dichiara come non si importante che lo abbia
fatto la madonna o meno, dato che importa che qualcuno vi creda, 4° festa a
casa di Steiner, 5° incontro di Marcello con il padre e nel saluto lui abbandona
tutto il suo mondo per darsi a quello della modernità, 6° festa al castello e litigio
con Emma, 7° suicidio di Steiner ed abbandono di Marcello della letteratura e
giornalismo per diventare addetto stampa di un attore di poco conto, 8° orgia
finale con dannazione di Marcello nell’Epilogo, infatti dopo la visione del
mostro marino, si ha la visione di una bambina dall’altro lato della riva che
cerca di parlare con Marcello: si ha un finale in cui si potrebbe aver un
salvataggio in extremis, tipico di Fellini ed utilizzato nelle Notti di Cabiria ( la
donna per fedeltà alla notizia da cui era tratta la pellicola avrebbe dovuto
morire, ma il regista la salva con la conversione); qui secondo quando afferma
Kezich in La Dolce Vita di Federico Fellini, come il finale positivo fosse già scritto
al momento della ripresa, infatti Marcello avrebbe dovuto raccogliere le scarpe