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Nel modello di Bertrand l’impresa si preoccupa di fissare il prezzo di vendita, al fine
di influenzare le scelte dei consumatori all'acquisto in base al prezzo più conveniente.
Le imprese, quindi, attraverso una serie di fasi di aggiustamento del prezzo arrivano
in definitiva a fissare un prezzo pari al costo marginale.
Lezione 28
30. Spiegare la curva di Lorenz? Che rapporto ha con il coefficiente di Gini?
La curva di Lorenz (Max O. Lorenz, 1905) è uno strumento grafico proposto per
l’analisi della disparità nella distribuzione di un certo attributo. Solitamente questo
attributo è il reddito, ma non sono escluse altre numerose applicazioni di questo
strumento
La curva di Lorenz è una misura relativa della disuguaglianza che consente di
rappresentare graficamente la quota di reddito totale percepita da una porzione
(frazione cumulata) di popolazione ordinata per livelli non decrescenti di reddito
La curva di Lorenz è la relazione che lega ciascuna quota cumulata della popolazione
con la corrispondente quota del reddito totale posseduta da queste persone.
Come già affermato la curva di Lorenz informa sul grado di disuguaglianza della
distribuzione, e quanto più questa curva si trova vicina alla bisettrice e tanto più la
distribuzione è egualitaria
A partire dall’area compresa tra la curva e la retta di equidistribuzione si possono
definire gli indici di concentrazione, che valutano la tendenza della variabile oggetto
di studio a concentrarsi su poche delle n unità statistiche oggetto d’indagine. Una
misura sintetica della disuguaglianza molto diffusa è l’indice di Gini (1914).
Questo indice fornisce un’immediata interpretazione geometrica della curva di
Lorenz
L’indice di Gini è calcolato come il rapporto tra l’area compresa tra la diagonale (la
linea di uguaglianza perfetta, retta a 45°) e la curva di Lorenz, e l’area del triangolo
sottesa alla diagonale.
31. Per quali motivi emergono economie di scala?
Si realizzano economie di scala quando si ottiene un costo medio unitario della
produzione che diminuisce al crescere delle dimensioni dell’impianto, fermi restando
i prezzi dei fattori produttivi (macchine, immobili, lavoro, altri input di produzione) e
ipotizzando che ogni impianto è utilizzato alla sua capacità ottima.
Cosa diversa sono le economie di scala monetarie (o pecuniarie) che un’impresa
realizza quando ottiene di acquistare risorse di beni e servizi a prezzo minore
aumentandone la domanda o semplicemente avvantaggiandosi di una sua posizione di
monopsonio ovvero la presenza di un solo acquirente a fronte di una pluralità di
venditori.
32. Illustrare il coefficiente di entropia
Il coefficiente di entropia è una ponderazione sulla base delle quote
di mercato delle imprese. Con il termine entropia s'intende che l'economia aziendale
senza un governo efficiente, tende inesorabilmente al caos ed alla disorganizzazione.
Limitare l'entropia quindi, significa influenzare positivamente l'organizzazione
aziendale nell'attuare il processo decisionale.
33. Definire il concetto di elasticità rispetto al prezzo
L'elasticità della domanda al prezzo misura la reattività della quantità di domanda a
cambiamenti del prezzo del bene stesso. Se la variazione percentuale della quantità
domandata è maggiore rispetto alla variazione percentuale del prezzo la domanda è
elastica.
Se la variazione percentuale della quantità domandata è inferiore rispetto alla
variazione percentuale del prezzo la domanda è inelastica.
Se la variazione percentuale della quantità domandata è uguale alla variazione
percentuale del prezzo la domanda è ad elasticità unitaria.
34. Che cos'è l'elasticità incrociata della domanda ?
Un settore produttivo si definisce sulla base del numero di imprese
presenti, sulle dimensioni di queste, sulle barriere all’entrata esistenti
e sul grado di differenziazione del prodotto.
Appartengono ad un medesimo settore produttivo tutti i prodotti che
soddisfano uno stesso bisogno.
La sostituibilità è misurata attraverso l’elasticità incrociata della
domanda.
Ad elevati valori di elasticità incrociata corrispondono bene
strettamente sostituti
35. Definire il concetto di monopolio naturale
Si dice che un’industria è caratterizzata da monopolio naturale quando una sola
impresa riesce a produrre il quantitativo di prodotto richiesto dal mercato a un costo
inferiore a quello ottenibile qualora esso fosse realizzato da due o più imprese.
Un monopolio naturale tende a formarsi quando il costo per la fornitura di una certa
quantità, da parte di una sola impresa, è inferiore alla somma dei costi che
potrebbero sopportare imprese di dimensioni minori. È chiaro che questo avviene
quando il bene in parola presenta costi medi decrescenti per l’intero tratto rilevante
della domanda. Questi caratteri spesso si presentano nel caso di imprese mono
prodotto caratterizzate da economie di scala. È vero anche che la presenza di un
monopolio naturale può dipendere dal livello della domanda: tanto più questa è
elevata, tanto più è probabile che il monopolio naturale cessi di esistere. La presenza
di un monopolio naturale rappresenta un caso in cui è auspicabile l’intervento del
potere pubblico, per impedire l’ingresso di nuove imprese che lo renderebbe
inefficiente, e per promuovere un adeguato livello di offerta.
36. Illustrare l'indice HH
L’indice detto HH, che prende il nome da Herfindhal e Hirschman, dipende sia dalla
disuguaglianza delle quote di mercato che dal numero delle imprese (N). Il suddetto
indice si calcola sommando i quadrati dei valori che esprimono la dimensione di ogni
singola unità considerata. E' complesso da determinare perché richiede la
disponibilità della ripartizione per dimensione di
tutte le imprese del settore.
37. Che ruolo hanno le barriere all'entrata nella determinazione del livello di concentrazione
di un settore?
Un settore produttivo si definisce sulla base del numero di imprese
presenti, sulle dimensioni di queste, sulle barriere all’entrata esistenti
e sul grado di differenziazione del prodotto.
Appartengono ad un medesimo settore produttivo tutti i prodotti che
soddisfano uno stesso bisogno.
Si parla di concentrazione settoriale con riferimento alla popolosità di
una determinata industria, situata in un’area geografica definita.
Viene misurata con il rapporto di concentrazione
RCn= ΣSi
l’indice, anche se di semplice determinazione, presenta il limite di
non tener conto della numerosità degli operatori e della distribuzione
dimensionale delle imprese non considerate
38. Illustrare i quattro tipi di impresa presenti nel distretto (guida, trainata, specializzata,
bloccata)
Il distretto è una formula organizzativa alternativa alla grande
impresa integrata, dove la divisione del lavoro non opera a livello di
impresa, ma a livello di singola unità aziendale.
Le unità produttive che operano all’interno del distretto sono di
piccole- medie dimensioni, quindi molto flessibili.
Sulla base dell’autonomia strategica che possiedono possiamo
distinguere le imprese del distretto in:
- impresa guida
- impresa trainata
- impresa specializzata
- impresa bloccata
L'impresa guida è maggiormente strutturata ed in genere è presente in maniera diretta
sui mercati di sbocco con conoscenze tecnologiche e un maggiore potere
contrattuale. Le stesse accentrano le fasi strategiche del processo produttivo mentre
decentrano le fasi meramente tecnico produttive ad altre imprese sia interne che
esterne al distretto. In sostanza fungono da forze motrici dello sviluppo locale
attivano quasi spontaneamente la distribuzione tecnica del lavoro fra le unità
operative interne ed assumono il coordinamento dell'intera filiera produttiva
distrettuale e ne promuove politiche di marchio e di immagine.
L'impresa trainata è quella che per lo più adotta strategie imitative o adattive. Si
tratta, però, di imprese che, a differenza delle precedenti, non hanno competenze
progettuali significative né capacità innovative. Inoltre, esse in genere non hanno un
marchio proprio caratterizzato da buona visibilità sul mercato. Tali imprese hanno
una catena del valore generalmente meno completa rispetto alle imprese guida, in
termini di attività di progettazione, marketing e comunicazione e le loro competenze
sono più concentrate, limitandosi all'abilità nel coordinamento dei flussi produttivi
con altre imprese locali.
Esse, quindi, hanno competenze molto specifiche nella fase produttiva che
presidiamo, mentre non dispongono di adeguate competenze nelle altre attività,
incluse quelle a contatto col mercato finale.
L'imprese specializzate si caratterizzano per aver sviluppato competenze specifiche
nell'area produttiva e posseggono un elevato livello di know-how riguardo alle
tecnologie, alla gestione dei processi e all'innovazione inerenti la fase produttiva che
presidiano. Le catene del valore di queste imprese sono focalizzate su poche attività,
appartenenti alla fase su cui si è fondato il loro percorso di specializzazione.
Infine, l'imprese bloccata è quella che lavora essenzialmente come subfornitrici di
pochi clienti locali, a cui mette a disposizione la propria capacità produttiva. Sono
queste le imprese di piccole, piccolissime dimensioni, la cui sopravvivenza è
strettamente legata al cliente. Tali imprese devono garantire costi bassi, affidabilità e
rispetto degli standard prefissati dal proprio committente. Il loro vantaggio è
essenzialmente un vantaggio di costo, per assicurare il quale esse devono essere in
grado di sfruttare pienamente la propria capacità produttiva. La formula
imprenditoriale di queste imprese è fragile, in ragione dello scarso potere contrattuale
e della bassa autonomia strategica.
39. Quali sono gli elementi distintivi del distretto?
Il distretto industriale è definito come un sistema caratterizzato da
molte imprese specializzate in determinate produzioni.
Con il decreto legislativo 228 vengono identificati due nuove tipologie di distretto:
- il distretto rurale, in cui si ha una forte integrazione tra attività
agricola e attività connesse
- il distretto agroalimentare, sistema produttivo con un’elevata
interdipendenza tra le imprese agricole presenti
In sintesi sono elementi caratterizzanti il distretto:
- presenza di economie esterne locali
- rendimenti di scala cres