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MASSIMIZZAZIONE PROFITTI

Le imprese non hanno generalmente come obiettivo la massimizzazione dei ricavi, ma quella dei profitti, che

sono dati da:

Profitti totali = Ricavi totali – Costi totali

Quanto produrre? quale quantità massimizza i profitti? PUNTO A

• 9 operai che producono 939 scatole

• Costo marginale = 0,85$

Si possono ottenere profitti più alti, perché se si

produce una scatola in più i ricavi aumentano di 1.13$,

che è maggiore degli 0.85$ che costa produrla.

M PUNTO B

• 17 operai che producono 1438 scatole

• Costo marginale = 1,50$

Il costo marginale di produrre l'ultima unità è

maggiore del prezzo di mercato; di conseguenza

produrre l'ultima unità comporta una perdita.

se l’impresa può produrre un’altra unità di output a un costo inferiore rispetto al prezzo di mercato

▪ (=ricavo), aumenterà la produzione e accrescerà i profitti

se invece ridurre la produzione di un’unità di output comporta un risparmio superiore rispetto al ricavo,

▪ diminuirà la produzione e accrescerà i profitti

In altre parole:

• se P > CM, l’impresa aumenta la produzione

• se P < CM, l’impresa diminuisce la produzione

Le imprese saranno in equilibrio (non avranno alcun incentivo a cambiare le loro scelte) quando:

ricavo marginale ( = prezzo) = costo marginale

PUNTO M massimizzazione dei i profitti; l’impresa:

• produrrà Q = 1.225

• lo venderà a un prezzo pari a P = 1,13 $

• avrà un ricavo totale = P x Q = 1.384,25 $

• avrà un costo medio pari a CTMe = 0,93 $

• avrà un costo totale = CTMe x Q = 1.139,25 $

• avrà un profitto = ricavo totale – costo totale = 1384,25 – 1.139,25 = 245 $

• Area verde = profitti

• Area azzurra = costi totali

• Somma delle due aree = ricavi totali

Ricavi totali = Prezzo x Q

Costi totali = CTMe x Q

Profitti totali = Ricavi totali – Costi totali Profitti totali = Prezzo x Q - CTMe x Q = (Prezzo – CTMe) x Q

In che modo il prezzo di mercato determina la scelta dell'output da parte dell’impresa?

Quando il prezzo di mercato aumenta, aumenterà anche la produzione; viceversa, se il prezzo di mercato si

riducesse, la produzione diminuirebbe.

ELASTICITA’ DELL’OFFERTA RISPETTO AL PREZZO = Variazione percentuale della quantità offerta di un

bene data la variazione percentuale del suo prezzo

L’elasticità dell’offerta tende a essere positiva perché, a causa dei rendimenti marginali decrescenti, quando i

prezzi aumentano le imprese sono disposte ad accrescere la produzione.

• Un’offerta elastica significa che la quantità offerta varia sensibilmente alle variazioni di prezzo

⇾ Caso estremo: curva di offerta perfettamente elastica una variazione molto piccola del prezzo

porta una variazione infinita della quantità offerta

• Un’offerta inelastica significa che ogni data variazione percentuale del prezzo causa una variazione

percentuale più piccola della quantità offerta

⇾ Caso estremo: curva di offerta perfettamente inelastica: a qualsiasi livello di prezzo viene fornita la

stessa quantità

• Curva di offerta ad elasticità unitaria: = 1 Una variazione dell' 1% del prezzo porta una variazione dell'

1% della quantità offerta

Quanto più ripida è la curva, tanto meno sensibile alle variazioni di prezzo è la quantità domandata.

L’elasticità dell’offerta è determinata da diversi fattori, tra cui:

• la disponibilità di scorte in eccesso da parte dell’impresa

• il tempo che l’impresa ha a disposizione per rispondere alle variazioni di prezzo: Maggiore è il tempo, più

elastica è l'offerta

• la presenza di lavoratori prontamente disponibili: Se vi sono lavoratori prontamente disponibili, l'offerta

sarà più elastica.

SOSPENSIONE DELL’ATTIVITA’

Shutdown = sospensione temporanea dell’attività.

Se nel breve periodo i costi medi variabili sono superiori al ricavo marginale (punto S), per l’impresa è

preferibile sospendere temporaneamente le attività in questo modo ridurrebbe le perdite dell’ammontare

pari all’area verde, la differenza il costo variabile totale e i ricavi totali

⇾ Se i ricavi non coprono completamente i costi variabili, lo shutdown è la scelta ottima nel breve periodo.

⇾ Se invece i ricavi marginali fossero superiori ai costi medi variabili, ma inferiori ai costi totali (punto C),

sarebbe preferibile continuare a produrre, pur registrando una perdita pari all’area rossa

Perché continuare a produrre si stanno perdendo dei soldi? assunzione che i costi fissi siano dei sunk cost =

costi che, una volta sostenuti, non possono più essere recuperati

I sunk cost una volta effettuati non dovrebbero più influenzare le decisioni di produzione attuali e future

La curva di offerta di breve periodo è pertanto una spezzata, che assume valori positivi soltanto se il prezzo è

maggiore del costo medio variabile: P > CVMe

SURPLUS DEL PRODUTTORE = differenza tra il prezzo di mercato e la curva del costo marginale (che è la

curva di offerta)

Profitto economico: quest'ultimo include una considerazione del costo totale, non solo del costo marginale

Dal breve periodo al lungo periodo

Lungo periodo = periodo di tempo in cui tutti i fattori di produzione sono variabili: non soltanto il lavoro ma

anche il capitale.

Vi sono importanti differenze tra le curve di offerta di breve e di lungo periodo di un'impresa Mentre nel

breve periodo solo il lavoro è variabile, nel lungo periodo l'impresa è in grado di combinare lavoro e capitale

fisico per raggiungere il minimo costo totale medio per ogni livello di output.

questa differenza fa sì che le curve di costo di breve periodo si trovino sopra la curva di costo di lungo periodo

La curva di costo totale medio di lungo periodo ha pertanto una forma a U:

• nel primo tratto, il CTMe diminuisce all’aumentare della quantità prodotta, perché le imprese

distribuiscono i costi fissi su una quantità maggiore di beni prodotti economie di scala

• Per un tratto intermedio, il CTMe non cambia al variare della quantità prodotta rendimenti di scala

costanti

• nell’ultimo tratto della curva, il CTMe aumenta all’aumentare della quantità prodotta diseconomie di

scala PUNTO A: L'impresa dovrebbe

di lungo periodo produrre a quel prezzo? NO, perché

quel prezzo è più basso del costo totale

medio l'impresa per produrre il bene

spenderebbe più di quanto ricava

Exit = decisione di uscire dal mercato nel lungo periodo avviene se il prezzo è inferiore a CTMe o se il ricavo

totale è inferiore al costo totale

⇾ L’uscita di un’impresa dal mercato determina una riduzione dell’offerta complessiva del bene, con

conseguente aumento del prezzo

Parallelamente, possiamo ipotizzare che se in un mercato ci sono imprese che registrano profitti postivi, altri

imprenditori vorranno iniziare a produrre il medesimo bene, che determinerà

• un aumento dell’offerta del bene

• una riduzione del prezzo di equilibrio

Se l’entrata dal mercato non è ostacolata da barriere legali o tecniche (free entry), il processo di entrata

continua finché l’ultimo entrante fa scendere il prezzo di mercato fino al costo totale medio minimo

(a) Con l'entrata dell’impresa, la

curva di offerta di mercato si

muove verso destra, spostando

l'equilibrio dal punto A al punto

B e causando una riduzione del

prezzo di mercato

(b) L'impresa sarà influenzata da

questa variazione di prezzo e

produrrà al punto E

Free entry e free exit sono forze che, in un mercato perfettamente concorrenziale, spingono il prezzo di mercato

verso il costo totale medio minimo di lungo periodo. 2 risultati:

1. la curva di offerta di lungo periodo è orizzontale al livello del costo totale medio minimo di lungo periodo →

le variazioni delle quantità offerte sono assorbite dall’entrata e dall’uscita delle imprese, causando il

cambiamento delle quantità di lungo periodo ma non dei prezzi di equilibrio.

(a) La domanda di mercato si sposta a destra (da D1 a D2).

(b) L'entrata di nuove imprese nel lungo periodo sposta la curva di offerta a destra. Quando l'entrata

continua, l'offerta alla fine raggiunge S2 e il prezzo scende al costo totale medio minimo di lungo

periodo (P1)

(c) Se colleghiamo i 2 equilibri di lungo periodo, otteniamo la curva di offerta di lungo periodo del mercato

, orizzontale in P1.

2. Le imprese in un mercato perfettamente concorrenziale ottengono in equilibrio un profitto economico

nullo, il che significa che l’impresa non incrementerebbe i profitti se si spossasse in un altro settore.

Profitto economico tiene conto dei costi espliciti e dei costi impliciti i profitti economici includono il

→ →

costo opportunità dell’utilizzo del capitale e del lavoro dell’imprenditore in attività alternative

Profitto contabile utilizza solo costi espliciti.

I profitti contabili possono essere positivi anche in presenza di profitti economici negativi

Imprese con costi differenti

Nella realtà, le imprese possono avere costi di produzione differenti in questo caso alcune imprese

ottengono profitti economici positivi anche nell’equilibrio di lungo periodo (La curva di offerta di lungo periodo

risulta orientata positivamente)

È lecito aspettarsi che i produttori con il CTMe più basso entrino per primi nel mercato e ottengano il maggior

profitto economico. Successivamente, i nuovi entranti avranno costi più alti delle imprese esistenti, e il prezzo

di equilibrio si stabilizzerà nel punto in cui l’ultimo entrante registra un profitto economico nullo

DOMANDA DI FATTORI DI PRODUZIONE

La funzione di produzione che abbiamo descritto mostra che il livello della produzione dipende dalla quantità

utilizzata di fattori di produzione

Poiché la quantità prodotta e offerta in equilibrio dipende dalla domanda di beni, la domanda di fattori di

produzione è una funzione indiretta della domanda di beni

Ipotizziamo, per semplicità, che i fattori di produzione siano tre:

1. Lavoro La domanda da p

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A.A. 2019-2020
94 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher violacnt di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Pozzolo Alberto.