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Agostino e il racconto di Antonio, Ponticiano e i monaci

Agostino sta ricollegando l'episodio con quello precedente; Agostino sta confessando di aver letto anche lui quel libro. Il racconto di Antonio si interseca con quello di Ponticiano, che a sua volta si interseca con quello di Agostino.

Allora si mise a parlare delle schiere di monaci dalla vita che distilla il tuo profumo e dei loro fecondi deserti di eremiti, di cui non sapevamo nulla. Perfino a Milano, fuori le mura, c'era un monastero pieno di buoni fratelli, mantenuto da Ambrogio, e non lo sapevamo. Continuava a parlare, sempre più infervorato, e noi muti, ad ascoltarlo.

Così venne a dire che un giorno si trovava a Treviri con altri tre suoi colleghi, e mentre l'imperatore se ne stava a vedere i circensi, durante lo spettacolo pomeridiano, erano usciti a passeggio nei giardini adiacenti alle mura. E là mentre casualmente passeggiavano a due a due, uno con lui, gli altri due insieme, le due coppie si persero di vista. Gli altri due continuando a girovagare.

si imbattono in una capanna dove abitavano dei servi tuoi poveri di spirito, quelli ai quali appartiene il regno dei cieli, e vi trovarono un libro in cui era scritta la vita di Antonio. Uno di loro cominciò a leggerla e ne restò ammirato, anzi se ne innamorò a tal punto che mentre leggeva già meditava di darsi a quella vita e di lasciare la carriera secolare per dedicarsi al tuo servizio. Erano, quei due, funzionari dell'amministrazione. Allora, preso da un'improvvisa passione divina e da un'ira contro se stesso che era fatta di sobria vergogna, sbarrò gli occhi sull'amico: "Dimmi, ti prego, dimmi dove vogliamo arrivare con tutte queste nostre fatiche? Che cosa cerchiamo? Qual è la causa che serviamo? Potremmo avere speranza più grande a palazzo, che di essere un giorno amici dell'imperatore? E comunque che cosa c'è che non sia precario e azzardato in questa carriera? E quanti pericoli non bisognaattraversare per arrivare a uno anche più grande? E quando verrà quel giorno? Amico di Dio, invece, se voglio lo divento subito, ecco!" Parlava, e nel travaglio di far nascere questa vita nuova tornò con gli occhi alle pagine: e leggeva e si trasformava nell'intimo, dove tu lo guardavi, e la sua mente si spogliava del mondo, come poco dopo si vide. Mentre leggeva rotolando con le onde del cuore ebbe un brivido, e vide il meglio e decise. Era già tuo. "Io ho rotto ormai con quella nostra speranza," dice all'amico, "e ho deciso di servire Dio, e a partire da questo momento. Comincio in questo luogo. Se non hai voglia di imitarmi, almeno non mi ostacolare". L'altro rispose che lo seguiva, per condividere una ricompensa e una carriera così grandiose. Erano entrambi tuoi. E già costruivano la torre: al giusto prezzo di abbandonare ogni loro bene per seguire te. A quel punto Ponticiano e l'amico che passeggiava conlui da un'altra parte del giardino, a furia di cercarli capitarono nello stesso luogo e ve li trovarono, e li esortavano a tornare, perché il giorno ormai tramontava. Ma quelli, dopo aver raccontato della decisione che avevano presa per il futuro, e del modo in cui era nata e si era affermata in loro quella volontà, li pregarono di non esser loro di impedimento, se pure non volevano essere della partita. E questi, pur persistendo nella vita di prima, piansero tuttavia sopra se stessi, diceva Ponticiano, e si rallegrarono devotamente con loro e si raccomandarono alle loro preghiere, e trascinando il cuore in terra tornarono a palazzo: mentre quelli rimasero nella capanna, fissando il cuore al cielo. Entrambi erano fidanzati: e quando seppero dell'accaduto, anche le loro promesse spose ti dedicarono la loro verginità. Ponticiano fa da sfondo rispetto a queste pagine. Agostino prefigura le alternative possibili. Ritorna anche l'immagine di Ambrogio che legge silenziosamente.

oracaricato di un nuovo significato, ovvero di una trasformazione profonda nella vita diagostino. La luce entra nel suo cuore e dissipa le ombre del dubbio. L'ispirazione,prima di Agostino, non veniva dalla lettura, ma dal dialogo. Cambia la funzione dellibro, che rimpiazza il dialogo vivo. C'è sempre qualcuno accanto. Con Ponticiano c'eraun amico e così con Agostino, che è accompagnato da Alibio. Il contagio passaattraverso la lettura; Agostino aveva smesso di leggere e l'amico lo aiuta, continuandola lettura. Da questa lettura unitaria si ha la conversione di due uomini. La letturasembra sempre popolata di presenze, anche se ritirata nella solitudine. La lettura èsempre un fatto comunitario. Quando si è soli e ci si può concentrare sulla lettura, èquasi naturale voler raccontare quello che si sta leggendo. Ci sono certe modalità dilettura che si basano su certi supporti. Importante è anche il tema

dell'interruzione della lettura. Non avviene solo qui, ma anche in Dante e in Boccaccio. Dante viene ripreso più volte; Svevo riprende questo tema ne "La coscienza di Zeno", da Calvino con "L'avventura di un lettore". Dante presenta Francesca come una sorta di Didone, la stessa eroina che commuove Agostino nei primi libri delle "Confessioni". Canto XXIII Paradiso Nel del il rapporto tra la mente divina ed il mondo da lui creato viene raffigurato con un riferimento a due tipi di supporti. Nella mente divina la storia è in un volumen mentre le prove della presenza divina si squaderna, quindi in un piccolo codex. La svolta della lettura: La vera svolta epocale non si compie tanto tra IV e V secolo, quando si consolida l'abitudine della lettura silenziosa, ma quella che si consolida nel XII secolo, maggiore di quella legata alla rivoluzione tipografica di Gutenberg e di conseguenza alla trasformazione del supporto. Ancora più incisiva.

È stata la trasformazione avvenuta nel XII secolo, che riguarda altri aspetti della lettura. Un primo aspetto di cambiamento riguarda gli spazi; la lettura nel mondo antico era legata a spazi aperti, che hanno la potenzialità di connotare queste pratiche in maniera incredibile, mentre nel medioevo si passa a spazi chiusi e raccolti. Alcuni esempi di lettura all’aperto sono l’epicureismo, che è detta filosofia del giardino, e lo stoicismo, che si lega al portico. La lettura silenziosa non diventa l’unica lettura, permane anche quella vocale in alcuni ambiti. La lettura silenziosa ha alcune cause particolari:

  • La finalità della lettura è la salvezza dell’anima attraverso la meditatio, secondo la lezione di Agostino. La lettura monastica per Ilich viene definita come ontologicamente riparatrice. Le miniature sono usate per portare la luce nella pagina, che è mezzo per illuminare il lettore.
  • Il passaggio al codex e con la partizione

La vita comunitaria invita a smorzare il tono di voce.

Il fatto che la poesia incarna la parola in modo più ricco, riporta alla lettura vocale. La lettura silenziosa produce delle modificazioni profonde sulla compagine del manoscritto. Quando viene meno l'ausilio della vocalizzazione, compare la separazione grafica tra le parole. Il secondo grande effetto prodotto dai manoscritti è la trasformazione della punteggiatura, che diventa molto più ricca e dettagliata, più espressiva. I copisti inventano un codice di convenzioni grafiche con lettere più grandi all'inizio di paragrafi e capoversi.

Vennero creati anche dei metodi di indicizzazione, per creare sommari e tavole. I libri cominciano ad essere accompagnati da tavole, schemi e diagrammi che schematizzano la materia trattata. La condizione del lettore è di spaesamento con il volume. Tutte le occorrenze di un dato termine permettono di cogliere delle funzioni semantiche profonde. Le scuole potevano nascere nelle vicinanze delle cattedrali o nei monasteri. La laicizzazione del sapere porta alla nascita delle università dopo l'anno 1000, anche se sono caratterizzate dalla presenza di insegnanti ecclesiastici. La lettura scolastica porta ad una diversa visione della lettura stessa, si passa da una visione di cambiamento di sé ad una visione di apprendimento. Il libro diventa una ricezione passiva di segni sulla pagina, rispetto alla precedente esecuzione pensata dalla lettura monastica. Ogni libro è un microcosmo che deve raccogliere la storia dell'uomo. Da questa concezione si passa ad una percui il libro è un'analogia, una proiezione del pensiero dell'autore. Leggendo un libro si instaura un dialogo con l'autore, ma per i monaci del medioevo la pagina era il riflesso del mondo. La lettura è multisensoriale. Su questo tema Umberto Eco ha costruito Il nome della Rosa. Con la lettura scolastica, c'è una immobilizzazione del lettore, l'unico movimento consentito è quello degli occhi sulla pagina. Tutta l'altra ricchezza della lettura monastica, di cui si hanno ancora delle tracce nella lettura rabbinica, va quasi totalmente perduta. Il libro historia, era pensato dai monaci come un racconto, con un inizio, uno svolgimento ed una fine. La lettura si distende su quell'arco e lo avvolge, che lo percorre dall'inizio alla fine. Nel mondo succedono delle storie. D'altra parte, con la scolastica il libro non propone delle storie, ma delle argomentazioni. L'inchiostro entra nella carta, la trasforma.il XII secolo si comincia a pensare al testo come una realtà distaccata dalla realtà materiale della pagina, che può trovare ospitalità anche in altre pagine o in altri formati. Il distacco del testo fu un processo lungo. Comincia nello stesso secolo una nuova funzione dell'alfabeto, che viene usato anche per le lingue volgari. Prima l'alfabeto faceva capo solo al latino e al greco. Si ha una progressiva liberazione della scrittura e lettura. La lettura veniva chiamata lectio divina, siccome si leggevano testi sacri, e questa si divideva in studium e lectio spiritualis. La lettura coinvolgeva le facoltà intellettuali. La lectio spiritualis eredita le finalità trasformative della visione agostiniana, come la tramandano san Benedetto da Norcia e San Gregorio Magno. Nella lectio divina il leggente o l'orante segue un discorso continuo che parte dalla lectio vera e propria, passa alla meditatio, per finire con l'oratio, la preghiera per.Dio affinché operi i cambiamenti. La lectio spiritualis può fuggire alla preghiera o
Dettagli
A.A. 2017-2018
18 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher serena.fagioli di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia e pratiche di lettura e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università della Svizzera italiana - Usi o del prof Maggi Marco.